“3 morti sul lavoro al giorno nel 2020: questa è una strage e l’attuale legislazione non aiuta”

di DIEGO GALLI-

“CGIL, CISL e UIL sono oggi in piazza per difendere un diritto sacrosanto: quello della sicurezza sul lavoro”, esordisce così il segretario Fortunato Mannino (CISL), stamattina intento a mantenere un presidio sotto la Prefettura di Viterbo con gli altri segretari Stefania Pomante (CGIL)  e Giancarlo Turchetti (UIL).

“Questa manifestazione, che detiene lo slogan ‘Basta morti sul lavoro’ si terrà da oggi fino al 28 maggio in tutta Italia – prosegue Mannino – Il nostro scopo è quello di sensibilizzare le istituzioni su questo problema e di prendere immediati provvedimenti per migliorare la sicurezza dei lavoratori”.

Per i sindacalisti scesi in piazza, “chi lavora deve farlo per campare e non per morire”. Un’affermazione che riaccende il triste e recente ricordo della scomparsa di Luana D’Orazio, la mamma 22enne morta in una fabbrica tessile di Prato a causa, sembrerebbe, della scarsa sicurezza. Ad accentuare l’annoso problema, mai risolto in Italia, ci ha pensato – sfortunatamente – la pandemia Covid. Eppure, il coronavirus ha anche permesso di mettere in evidenza la situazione, l’insufficiente sicurezza e tutela dei lavoratori di tutta Italia, come sottolineano i tre sindacalisti, e questo è il momento di reagire.

“Anche le aziende, e non solo le istituzioni – ha poi aggiunto Mannino – devono collaborare in questo percorso comune per migliorare le condizioni lavorative di tutti. A oggi mancano 2000 ispettori del lavoro nel nostro Paese, come anche nelle ASL territoriali. Serve subito un rafforzamento di questi contingenti, è il primo passo”.

La Tuscia, ovviamente, non è immune alla tragica situazione. “Numerosi sono gli infortuni e le morti dei lavoratori agricoli – spiega Stefania Pomante – Per non parlare delle malattie professionali, come la silicosi (malattia polmonare che avviene a causa dell’inalazione di polveri di cristalli di silice, ndr). A Civita Castellana abbiamo un’alta concentrazione di casi, eppure pochi dei tumori relativi alla silicosi vengono certificati come causa di morte sul lavoro. Bisogna cominciare da subito a ragionare su questo problema, a partire dalle scuole, per innalzare l’attenzione e la sensibilizzazione rispetto a quella attuale, decisamente insufficiente”.

“La vita viene prima di tutto – ha poi dichiarato Giancarlo Turchetti – e oggi siamo qui per ribadirlo. È impensabile oggi, in un Paese che si definisce civile, partire la mattina per andare a lavorare e poi non tornare più. Servono maggiori controlli. Non è possibile che su 10mila aziende controllate, 8000 abbiano auto sanzioni penali per non aver rispettato le normative vigenti in tema di sicurezza sul lavoro”.

A destare preoccupazione sono ovviamente i numeri. “Dall’inizio di quest’anno – prosegue Turchetti – abbiamo già avuto oltre 200 morti sul lavoro. Lo scorso anno, nonostante il blocco di moltissimi lavori a causa della pandemia, il numero totale di vittime ha raggiunto quota 1200. Tre persone al giorno, un numero impressionante: queste sono stragi”.

“Nella sola Viterbo, nel primo trimestre 2021 – conclude il segretario del sindacato – abbiamo avuto ben 51 infortuni in più rispetto all’anno precedente. Anche dal punto di vista di situazioni come il caporalato, la legislazione vigente non ci aiuta. Questo perché, attualmente, ci è consentito assumere una persona entro tre giorni dall’inizio del suo lavoro. In precedenza, invece, si assumevano le persone 3 giorni prima che cominciassero a lavorare. È ovvio che ora questa legge comporti l’aumento del lavoro al nero, della totale mancanza di sicurezza per chi lavora nelle campagne. Quando vengono effettuati controlli, i lavoratori individuati sono sempre ‘al primo giorno di lavoro’. Anche se magari sono là da 4 mesi, senza alcuna tutela ed equo compenso, non hanno nemmeno la possibilità di ribellarsi, terrorizzati di perdere la loro paga”.

Al presidio non è mancata la presenza del sindaco Giovanni Arena, sceso ad ascoltare le giuste lamentele dei manifestanti ed esprimendo la sua totale solidarietà con “questa drammatica situazione che affligge il nostro Paese”.

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