di ANNA MARIA STEFANINI-
BAGNAIA – Il Venerdì Santo è il giorno della croce, della passione e morte di Cristo, del suo estremo dono d’amore per la salvezza di ogni uomo. È il giorno del silenzio e della contemplazione, del digiuno e della preghiera.
È l’unico giorno dell’anno liturgico in cui non si celebra l’Eucarestia e si commemora la Passione e Morte di Gesù seguita dalla Via Crucis. Le campane tacciono in segno di lutto.
È il giorno che, con la morte di Gesù che poi risorgerà, ha cambiato il mondo.
Grandi emozioni in questa fredda serata del venerdì santo per la processione di Bagnaia, che vanta una storia secolare, dal 1618, quando avvenne la prima rievocazione della via crucis del Cristo.
Come ogni Venerdì Santo l’appuntamento è alle ore 21,30. Nonostante il vento freddo, insolito per aprile, molta gente è accorsa ad assistere alla solenne e commovente processione.
La manifestazione è stata organizzata dalla Venerabile confraternita dei Santi Carlo e Ambrogio e il comitato permanente pro Venerdì santo.
Descritta anche sulle Memorie Istoriche del Carones, tanto tempo fa, la rievocazione veniva celebrata nel cuore della notte, all’una, percorrendo più o meno lo stesso tragitto di oggi.
Dopo un’interruzione, fu ripristinata nei primi anni del ‘900 con molte importanti innovazioni. Oggi la processione di Bagnaia è un’emozionante ricostruzione della Passione di Cristo, con 400 figuranti che rievocano i momenti più intensi della via crucis. Bambini e adulti hanno partecipato alla processione.
Mentre i cavalli erano già sulla piazza, i figuranti, in abiti che ricordavano fedelmente i tempi di Gesù, ricchi di dettagli, sono usciti dalla chiesa di San Giovanni Battista. La notte più nera del venerdì santo è stata illuminata da 100 fiaccole. Un sottofondo musicale del Gesù di Zeffirelli e una voce con le spiegazioni hanno reso ancora più intensa la processione. I figuranti, dopo aver percorso la piazza, sono entrati nel cuore del borgo antico.
Poi sono usciti dal centro storico per dirigersi verso il “Calvario” fino a Villa Lante, davanti alla cui entrata è avvenuta la Crocifissione di Cristo.
La parata si è ricomposta.
È rientrata nel borgo fino all’ex chiesa di Santo Stefano. Nella zona della Crocifissione, si è intanto composta una triste processione con la bara del Cristo Morto, portata a spalla da quattro figuranti. Al suo seguito l’antica statua della Madonna Addolorata.
Dopo la morte di Vincenzo Cencioni, la tradizione fu continuata dal figlio Pietro e il cugino Giovanni Maria. Dal 1967 fu poi istituito il Comitato permanente del venerdì santo per portare avanti questa sentita e commovente rappresentazione.