Alla vigilia del “Giorno della memoria” a Viterbo ancora un pellegrinaggio silenzioso

VITERBO – Nella mattinata di mercoledì’ 26 gennaio 2022, alla vigilia del “Giorno della memoria”, una delegazione del “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” ha attraversato con un pellegrinaggio silenzioso la città sostando in meditazione in alcuni luoghi di Viterbo in cui sono collocate alcune delle lapidi che ricordano le vittime della violenza nazifascista.
L’iniziativa, già realizzata anche negli scorsi anni, ha inteso rendere omaggio a tutte le vittime ed insieme nel loro ricordo attestare il dovere di opporsi ora e sempre a tutte le violazioni della dignita’ umana, a tutte le uccisioni, a tutte le persecuzioni, a tutte le violenze.
Ancora una volta dapprima si è sostato dinanzi alla lapide che nell’attuale piazza Gramsci ricorda tre persone lì assassinate dai nazisti.
Poi si è sostato dinanzi alla lapide che in piazza del Sacrario ricorda i partigiani viterbesi morti nel corso della Resistenza.
Si è poi sostato dinanzi alla lapide posta all’ingresso del liceo che ricorda Mariano Buratti, resistente torturato ed assassinato dai nazifascisti.
Infine si e’ sostato in via della Verità dinanzi alla casa della famiglia di ebrei viterbesi deportati e uccisi nei campi di sterminio, casa su cui è collocata una lapide e dinanzi a cui sono collocate tre “pietre d’inciampo” con i nomi delle vittime.
Dinanzi ad ognuna delle lapidi si è meditato in silenzio, e si  rinnovato l’impegno di non dimenticare l’orrore del nazifascismo e la luminosa testimonianza della Resistenza; l’impegno di continuare la lotta in difesa della vita, della dignità e dei diritti di tutti gli esseri umani.
Al termine del silenzioso periplo ancora una volta sono stati letti alcuni testi di Primo Levi, di Piero Calamandrei, di Leonard Peltier.
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A riassumere il comune sentire, e gli ineludibili doveri, valgano ancora una volta alcune parole che già usammo anni addietro.
La memoria delle vittime della Shoah non è soltanto un mesto atto di umanità, un pio gesto di fraternità, l’adempimento di un dovere di solidarietà rivolto al passato: è anche un impegno esistenziale, morale e civile per il presente e per il futuro.
E’ l’assunzione del dovere di resistere dinanzi all’inumano; è la rivendicazione della dignità umana dinanzi all’orrore; è la manifestazione della volontà di proseguire la lotta di quanti alla violenza nazifascista si opposero anche col solo consistere della propria identità di esseri umani; è la proclamazione della morale certezza che il male radicale del nazismo, e la banalità del male del nazismo, la furia cieca e la minuziosa burocratica ferocia assassina del nazismo non prevarranno finche’ vi sarà un’umanità cosciente dei suoi doveri, della sua responsabilità.
E’ l’affermazione della consapevolezza che la Resistenza oggi si chiama nonviolenza: impegno concreto e coerente in difesa dell’umanità intera e di ognuna delle persone che la compongono; impegno cosciente che uccidere è sempre un male, e che quindi a tutte le uccisioni occorre opporsi; impegno cosciente che tra i mezzi e i fini vi è lo stesso rapporto che vi e’ tra il seme e la pianta, e che quindi il male può essere contrastato solo col bene; impegno cosciente che la regola aurea di tutte le relazioni umane è quella che dice “tratta le altre persone come vorresti essere trattato tu; riconosci le altre persone come vorresti essere riconosciuto tu; agisci come vorresti che agissero le altre persone verso di te”.
La memoria delle vittime della Shoah ci convoca al retto sentire e all’agire buono, si presenta in forma di illuminazione ed esortazione dialogica, di comandamento morale, di imperativo categorico: tu non uccidere; tu salva le vite; tu soccorri ogni altro essere umano che sia nella paura, nella sofferenza, nel bisogno.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Nel ricordo delle vittime della Shoah riaffermiamo una volta ancora il nostro impegno ad opporci alla guerra ed a tutte le uccisioni, ad opporci al razzismo ed a tutte le persecuzioni, ad opporci al maschilismo ed a tutte le oppressioni.
Vi e’ una sola umanità.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignità, alla solidarietà.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite è il primo dovere.
Chi salva una vita, salva il mondo.
Sii tu l’umanità come dovrebbe essere.

Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo

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