Amore in Analisi e gli amanti di Renè Magritte

di ANGELO RUSSO-

VITERBO- Gli artisti in tutte le epoche hanno rappresentato nelle loro opere d’arte le varie forme d’amore: passionale, platonico o addirittura, come nel caso di Magritte, nei confronti di donne impossibili. L’opera più significativa in questo contesto è sicuramente Les Amants del Belga Renè Magritte tra i maggiori esponenti del surrealismo. Gli amanti è un dipinto che risale al 1928 realizzato con la tecnica dell’olio su tela. Nella tela i due soggetti sono attratti fino a baciarsi, ma il contatto fisico, che esprime amore, affetto, passione, in questo caso è bloccato dal panneggio che copre i due volti, come un diaframma che non rende possibile il contatto. Esistono due versioni del dipinto, entrambe datate 1928; la prima nella National Gallery of Australia, mentre la seconda è la più celebre, che vede i due amanti guancia a guancia sempre col volto coperto, si trova al MoMA di New York.

Non è facile capire l’amore, è più semplice descriverlo nelle sue varie manifestazioni. Questo sentimento, oltre ad essere un grande mistero è un fenomeno complesso e differenziato: l’amore per i figli e per i genitori, l’amore fraterno, l’amore per se stessi, per la patria, oppure l’amore erotico. Ci piace ricordare, tra tante definizioni, alcuni concetti espressi da Fromm: l’origine amanti di Renè Magritte. (1)dell’amore va ricercato nella solitudine e nella separazione. È soprattutto dare non ricevere. Per questo autore l’amore erotico si distingue dagli altri perché è esclusivo e non universale. Le componenti principali sarebbero la premura, la responsabilità, il rispetto, la conoscenza e la libertà. L’amore non è solo un sentimento, o esclusivamente sensazioni, ma è una scelta, una promessa, un impegno, un atto di volontà.
Questa tipologia d’amore è anche una tra le più discusse in letteratura. In questo articolo, l’argomento verrà trattato con una modalità particolare: immaginate un personaggio maggiorenne, di un’età indefinita, non importa se maschio o femmina, che si chiama “Amore” e che, per varie frustrazioni, va dallo psicanalista.
PERSONAGGI:
Amore.
Psicoterapeuta.
Amore: Seduto o seduta? ( E’ lo stesso, trattasi di sesso indefinito) di fronte al Terapeuta, con approccio vis a vis.
Amore: (con tono drammatico) Non ne posso più! Dicono che ormai sono soltanto capace di dare dolore. Eppure le premesse c’erano tutte. Ero il massimo del romanticismo e i poeti facevano a gara per parlare di me. Era veramente bello sentirsi al centro dell’attenzione, coccolati e vezzeggiati. Certo le palpitazioni le procuravano anche allora, ma venivano considerate “dolori di gioia”. Oggi sembra che dispensi solo ulcere e gastriti.
Psicoterapeuta: Certo deve essere frustante sentirsi in crisi dopo aver fatto gioire centinaia di generazioni.
Amore: Sì, ma ormai è un bel pezzo. Dovrei averci fatto l’abitudine e…invece………… Pensi che perfino il giorno della mia festa, per S. Valentino, non riesco a sollevarmi. Mi sembra tutto…..come dire…….consumistico. E poi perché intitolare la festa degli innamorati proprio a questo Santo. Valentino era un cristiano che fu decapitato dopo essere stato torturato dai romani nel 269. Chi più di lui può aver provato il dolore, quindi festa degli innamorati o dei sofferenti?
Psicoterapeuta: Non deve essere facile vivere con questo dubbio. In fondo si tratta di scegliere tra due atteggiamenti diametralmente opposti.
Amore: E’ vero, ma più ci penso e più la bilancia sembra pendere da una parte. Quella della sofferenza. Appena coinvolgo due persone con il mio sentimento questi non si riconoscono più. Gli amici vengono messi da parte, Alberoni, il sociologo dice che inizia una rivoluzione a due. Ma una rivoluzione non è mai pacifista è nella sua natura essere dirompente. Inoltre c’è chi dice che le persone, appena innamorate, si comportano da perfetti “imbecilli” nella migliore delle ipotesi, in quella peggiore, pare che si attivi perfino la violenza: ormai è storia che molti innamorati, solitamente maschi, hanno ucciso la persona amata, solo perché non coinvolta quanto loro. In qualche caso si è giunti perfino al suicidio. Si può diventare violenti. Violenti e dipendenti. Mi sento in colpa.
Psicoterapeuta: Da quello che dice sembra che dia ragione a quegli studiosi che pensano che Lei sia quasi una forma di tossicodipendenza e che dia, come le altre droghe, assuefazione e perfino crisi di astinenza.
Amore: (Con stizza) Mi verrebbe voglia di dire che sta dicendo tutte balle, e che forse è lei che ha bisogno di una terapia, ma ormai mi sento allo scoperto…. e allora andiamo fino in fondo, anzi dirò di più, all’inizio gli innamorati si accontentano di me a “piccole dosi” poi la voglia cresce e non basto mai. È come una droga. È proprio come la crisi d’astinenza. Si può star male fino ad essere ridotti come stracci, possono venire i brividi, ad anche il vomito. Altro che rose e fiori.
Psicoterapeuta: Senza voler necessariamente scomodare Darwin, non pensa che in fondo se Lei non esistesse, non avremmo più neanche la sicurezza della conservazione della specie?
Amore: (divertendosi) Questa è bella. Lo trovo veramente comico, mi scusi la mancanza di rispetto, ma non riesco a trattenermi dal ridere a pensare che la natura abbia giocato questo brutto scherzo all’umanità. Trovo invece interessante la teoria del suo illustre collega – psicologo, Lawrence Casler.
Psicoterapeuta: Dal modo in cui risponde, non si può certo dire che questi argomenti non le stiano a “cuore”.
Amore: è ovvio che sappia tutto su quanto scrivono di me, e questo Casler, parlando del sesso, incuriosisce veramente, e non solo me. In fondo il sesso è importante, lo sappiamo tutti. Anche Freud lo ha scritto. Ma torniamo a Casler, potrebbe anche avere ragione quando afferma che la colpa è tutta del sesso. Secondo questo autore le persone hanno istintivamente il desiderio di stimolazioni sessuali, ma nello stesso tempo le vivono, specialmente gli occidentali, come tabù. Allora occorre trovare un “sotterfugio”, una scusa. E chi meglio di me per ottenere questo scopo? Le persone tendono a giustificare di provare piacere con il fatto di essere innamorate. Mica male per superare, in una sola volta, tabù e sensi di colpa.
Psicoterapeuta: Lei si deve sentire molto importante per l’umanità, in fondo il suo ruolo è di essere sempre al centro dell’attenzione. Deve essere dura essere messi in discussione.
Amore: è un modo sottile per dire che sono narcisista? Guardi che si sbaglia il narcisismo è tipico del mio parente, “Innamoramento”. Lui si che è egoista. Il suo motto è: sto bene quando la/lo vedo, mi fa’ palpitare il cuore, mi fa star bene, mi gratifica, mi appaga. Lo vede? È sempre tutto accentrato su se stesso, sul suo piacere. Amare, al contrario, è il piacere di donare, condividere, sia le gioie che, direi soprattutto, i dolori. Star male perché sta male la persona amata. Questo sono io: Amore. E poi sa cosa che le dico? Sarà anche consumistico, e mi contraddico, ma visto che è Natale ho una gran voglia di fare un dono a chi amo. Mi scusi se la lascio un po’ prima dell’orario stabilito.
Psicoterapeuta: sembra una fuga. Ne vogliamo parlare?..
Amore: Sarà come dice lei, ma essere lunatici fa parte del mio carattere. Ne riparleremo. Magari quando torno, a febbraio. (Sorridendo) Per S. Valentino.
Psicoterapeuta: (Silenzio)

 

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