VITERBO-Riceviamo da Antonella Bruni e pubblichiamo: “Chi mi conosce un po’ credo che non si meraviglierà che io possa risultare anche in questa occasione, fuori dal coro.
Ho sempre pensato – e questo pensiero soprattutto negli ultimi anni si è sempre più fondatamente rafforzato – che occorra sempre alimentare ed esercitare la propria coscienza critica in modo di avere piena consapevolezza e autonomia decisionale nell’ unirsi al “coro”, che , molto spesso, è attivato a comando con intenti propagandistici e strumentali.
Questo “metodo” di attivazione delle masse non sembra avere deroghe neppure difronte a problemi di notevole gravità e rilevanza.
Di volenza alle donne e incremento veramente inquietante degli omicidi di genere si è costretti a parlarne sempre più frequentemente, ma proprio perché, ogni volta, non siamo all’anno zero, credo sia legittimo chiedersi cosa di concreto e reale si è fatto, oltre la rituale abbuffata di parole, sermoni di specialisti o sedicenti tali, provvedimenti legislativi presi sull’onda della pancia popolare, che non aggiungono nulla alle norme già esistenti , anzi, in molti casi rendono l’interpretazione e l’applicazione delle stesse più complicata e inefficace.
Siamo arrivati addirittura a riesumare il concetto di “patriarcato”, attribuendo il disvalore di tale organizzazione familiare indistintamente a tutti gli uomini e manco a farlo apposta c’abbiamo caldo, caldo un film da esaltare in tal senso e, mai avvenuto con gli straordinari lavori dei nostri registi del neorealismo italiano come De Sica, Germi, Rosellini, Lattuada ecc., da far vedere – sembrerebbe obbligatoriamente e a pagamento – in tutte le scuole.
Così anche in occasione dell’ennesimo tragico efferato omicidio di una giovanissima donna si è scatenato un putiferio mediatico, utile forse a soddisfare la morbosità popolare e funzionale a distrazioni da ulteriori altrettanto gravi problemi che il Paese sta vivendo, ma oltre questa coltrina fumogena e’ difficile ancora una volta intravedere, allo stato delle cose, un sistema Paese in grado di intervenire fattivamente.
Prima che qualche benpensante di turno mi tacci di non essere debitamente allineata in una giornata come quella odierna contro la violenza alle donne, dico, che non posso e non voglio assuefarmi a certe pericolose derive e che un problema così tragicamente serio ha tutto il mio rispetto e la più convinta partecipazione, senza per questo mettere il cervello all’ammasso.
Detto ciò e per dare seguito a quella voce fuori dal coro a cui accennavo in premessa, vorrei – prendendo in prestito le parole da un post di fb – ringraziare ……..
Tutti quegli uomini che le donne le desiderano, ma non le pretendono; che le toccano per accarezzarle; che con le donne ci litigano, ma non le insultano; che ci parlano, l’ascoltano e le rispettano; che con le donne vogliono farci l’amore, ma non rubarglielo; che le avvicinano per abbracciarle e sussurrare loro parole affettuose; che sanno sorprenderle e corteggiarle ogni giorno; che sanno farle sorridere e quel sorriso e quel volto li vogliono ammirare e non deturpare;
Ringrazio tutti questi uomini che sono fidanzati, mariti, figli, fratelli, padri, amici, conoscenti e sconosciuti, li ringrazio di essere quello che sono senza che uno slogan dica loro come essere.