ROMA – In occasione della Giornata Nazionale del Made in Italy (#giornatamadeinitaly2025) si è svolto alla Camera dei Deputati il convegno promosso da Federalimentare “Il valore dello stile italiano tra cultura del buon vivere e alimentazione”. Nel corso dell’evento è stato presentato il Secondo Rapporto Federalimentare-Censis “Cibo e libertà. Binomio inscindibile nello stile di vita italiano”.
Lo studio ha evidenziato che per gli italiani i corretti stili di vita e una dieta equilibrata sono fra le loro priorità. Così come una educazione alimentare responsabile deve passare dalla conoscenza e dal sapere. Per i cittadini, infatti, mangiare bene e sano non significa eliminare cibi, ma vuol dire trovare il giusto equilibrio fra gli alimenti. Gli italiani vogliono essere liberi di scegliere, senza demonizzare i cibi presunti non sani e affidano all’industria alimentare italiana il ruolo di garante per avere sulle loro tavole cibo di qualità, sano e sicuro.
Il cibo è cultura
Per il 93,2% degli italiani il cibo è cultura. Questo dato riflette il legame profondo che c’è tra gli alimenti e la tradizione italiana che si radica nella storia dei territori, nelle identità locali e nell’Italia dei Comuni e dei borghi. Il cibo diventa non solo veicolo di espressione personale, ma anche simbolo di identità collettiva che li identifica nel Made in Italy.
Tradizione alimentare scudo italiano
La tradizione alimentare italiana rappresenta per il 93,5% dei cittadini uno scudo di pragmatismo, di buon senso, di moderazione e di qualità per cui non bisogna escludere dalla dieta nessun cibo, ma bisogna invece valorizzarlo. Mangiare bene non significa eliminare, ma trovare un sano e giusto equilibrio tra gusto, qualità e salute. In questo campo il compito primario viene riconosciuto all’industria alimentare che attraverso i suoi prodotti offre innovazione, tradizione, sicurezza, accessibilità e equità preservando il valore sociale e culturale del cibo.

Industria alimentare garante di libertà
Garante della libertà nella scelta degli alimenti è l’industria alimentare italiana. Per il 93% dei cittadini, infatti, è proprio nell’industria che la loro libertà di scelta si esercita consapevolmente grazie alla vastità dei prodotti sani, sicuri, ben fatti, buoni e sostenibili che offre. L’industria, ogni giorno, soddisfa queste esigenze rispondendo ai desideri dei consumatori che possono esercitare liberamente la propria scelta preferendo ciò che si adatta meglio alle proprie esigenze e gusti. Questa capacità unica, che ha solo l’industria, garantisce un’alimentazione democratica, sostenibile e accessibile che coniuga tradizione e innovazione senza demonizzare, ma offrendo un ventaglio di prodotti sani e alla portata di tutti. Per il 90,7% degli italiani, infatti, la libertà di scegliere cosa mangiare è presupposto di una più alta consapevolezza alimentare.

No demonizzazioni, sì varietà di scelta
Gli italiani sono consapevoli che uno stile di vita inappropriato possa avere conseguenze negative sulla salute. Oltre il 37% infatti è convinto che il proprio benessere non sia causato dalla scelta di un singolo alimento o di un prodotto, ma dal proprio stile di vita alimentare. Questo elemento evidenzia come sia fondamentale adottare un approccio equilibrato, basato su scelte consapevoli e abitudini sane che comprendono un bilanciamento fra alimenti senza nessuna demonizzazione tra “cibi buoni” e “cibi cattivi”, una differenziazione che per il 44,1% degli intervistati molto spesso rappresenta una fake news.

Il Vicepresidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri, Antonio Tajani, intervenuto con un messaggio, ha dichiarato: “I prodotti della nostra filiera agroalimentare italiana sono eccellenze riconosciute in tutto il mondo e raccontano, grazie al lavoro di tutti gli attori della sua filiera, anche una parte significativa della nostra identità culturale. Il Governo è in prima linea nel sostegno a questo comparto cruciale per la crescita della nostra economia e il benessere delle nostre aziende. Nel quadro dell’obiettivo di raggiungere i 700 miliardi di export entro la fine della Legislatura, ho lanciato il Piano d’Azione per l’export, la strategia del Governo per accelerare le esportazioni dei settori di punta del saper fare italiano nei mercati extra-UE ad alto potenziale. Il Made in Italy è la chiave per il successo di un’Italia forte delle sue tradizioni, con lo sguardo rivolto saldamente al futuro”.
Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, intervenuto con un messaggio, ha affermato: “La giornata nazionale del Made in Italy nasce per riconoscere e celebrare il talento e la tenacia delle imprese e laboratori italiani, che ogni giorno con orgoglio portano nel mondo prodotti straordinari, simbolo di qualità e del saper fare italiano. Grazie a questa eccellenza nel 2024 l’Italia è diventato il quarto Paese esportatore al mondo. Oggi guardiamo avanti con determinazione, investendo nelle nuove generazioni e tecnologie più avanzate. Quest’anno l’attenzione è rivolta all’innovazione, ben consapevoli che identità e innovazione sono i due binari su cui da sempre ha fatto leva il Made in Italy per affermarsi nel mondo. Innovazione significa intelligenza artificiale, robotica, aerospazio, blue economy, sono queste le nuove frontiere che rendono le nostre imprese protagoniste della transizione digitale. Questa giornata diventa, così, l’occasione ideale per scoprire e apprezzare il valore straordinario della nostra cultura e imprenditorialità, della capacità di guardare sempre al futuro, senza dimenticare mai le nostre radici”.
Luigi D’Eramo, Sottosegretario al Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, delegato dal Ministro Francesco Lollobrigida, ha osservato: “È fondamentale consolidare la nostra presenza su diversi mercati internazionali senza tralasciare lo spazio importante che abbiamo conquistato nel mercato americano. Occorre, pertanto, un approccio basato sul buon senso per evitare una guerra dei dazi. La semplificazione normativa, poi, è un altro aspetto cruciale per competere ad armi pari con altri Paesi, così come salvaguardare le nostre produzioni e i nostri alimenti da attacchi sconsiderati come è stato il Nutriscore. Un sistema di etichettatura fuorviante e antiscientifico che, se fosse stato introdotto, avrebbe compromesso il nostro Made in Italy che, ricordo, rappresenta un ambasciatore credibile della nostra italianità nel mondo, in grado di coniugare parole chiave come cultura, equilibrio, qualità, rispetto dell’ambiente e del territorio”.
Secondo il Segretario di Presidenza e Vicepresidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici della Camera dei Deputati, Francesco Battistoni: “L’industria alimentare italiana rappresenta un’eccellenza nel mondo grazie alla sua capacità di esportare il nostro Made in Italy offrendo prodotti sani, di qualità e sostenibili. In un momento di grandi incertezze è importante poter contare su un comparto sano e in continua evoluzione che sa rinnovarsi e sa soprattutto rispondere ai bisogni dei consumatori. Qualità che attribuiscono al comparto grande fiducia, riconoscendone l’alto valore sociale e la democraticità della sua offerta, accessibile a tutti. Un elemento, quest’ultimo, di grande importanza per i cittadini che possono esercitare consapevolmente la loro libertà di scelta scegliendo il prodotto più adatto alle loro esigenze”.
Alessandro Colucci, Segretario di Presidenza della Camera dei Deputati, ha dichiarato: “Il cibo italiano piace perché risponde a degli standard che garantiscono la massima sicurezza oltre alla qualità e alla sostenibilità. Tra i diversi fattori alla base del successo del cibo italiano occorre ricordare il numero più alto di indicazioni geografiche e riconosciute. Parallelamente vantiamo una filiera radicata sul territorio, che è attenta al sociale e all’ambiente. La trasformazione alimentare si conferma come l’attività manifatturiera più diffusa a livello nazionale, svolgendo una funzione importantissima. La domanda di prodotti italiani aumenta ed è una domanda di eccellenza che va intercettata per garantire crescita e sviluppo al Paese”.
Per il Presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino: “L’incontro di oggi ci permette di riflettere sullo straordinario valore del Made in Italy alimentare. Un valore riconosciuto in tutto il mondo grazie alle scelte di milioni e milioni di consumatori. Siamo la prima manifattura del Paese con quasi 200 miliardi di fatturato, e abbiamo raggiunto un nuovo record dell’export, 57 miliardi, +9% rispetto all’anno precedente. Il principale merito di questi risultati è dei nostri imprenditori che, in un tempo di grosse incertezze, non hanno perso la fiducia, ma hanno continuato ad investire e a produrre cibo di qualità, sicuro e ben fatto. Un ulteriore merito va certamente alle nostre istituzioni che ci sostengono e che aiutano il settore rendendolo più competitivo sui mercati internazionali, promuovendo l’eccellenza del nostro cibo. Prodotti che oltre ad esprimere l’italianità nel mondo, esprimono la nostra identità culturale grazie alla quale, attraverso il cibo, tramandiamo il nostro sapere millenario”.
Secondo Sergio Marchi, Direttore Generale Ismea: “La sfida della qualità è fondamentale e da questo punto di vista il nostro Paese riveste un ruolo importante. Il tema della libertà di scelta è sempre più cruciale, poiché i cittadini vogliono essere informati per decidere consapevolmente. Il valore dell’agroalimentare italiano è, oggi, riconosciuto a livello mondiale, ma occorre investire in innovazione tecnologica agevolando i giovani imprenditori. Nonostante il periodo complesso l’export cresce a livello record, rafforzando il primato del Made in Italy in termini di qualità e stile”.
Maria Siclari, Direttore Generale Ispra, ha dichiarato: “Sicurezza alimentare significa offrire a tutti alimenti che siano sani e nutrienti. Bisogna, inoltre, assicurare il rispetto di requisiti igienico sanitari specifici per evitare che alcune malattie passino dagli alimenti alle persone garantendo, altresì, che tutti dispongano di quantità di cibo sufficienti. Con il nostro personale qualificato siamo in prima linea nel monitorare i rischi per la popolazione e gli ecosistemi. Per questo riteniamo di poter dare un contributo significativo al fine di rafforzare la sostenibilità ambientale attraverso un approccio One Health, grazie anche ai progetti e alle risorse legate al Pnrr”.
Enrico Del Prato, Professore di Diritto Civile Università Sapienza di Roma, ha affermato: “L’esercizio della libertà è assicurato solo laddove ci sia una scelta informata. Non si può vietare o imporre qualcosa senza che vi siano evidenze scientifiche adeguate. È fondamentale salvaguardare il diritto dell’impresa a stare sul mercato e il diritto del consumatore ad alimentarsi”.
Giorgio De Rita, Segretario Generale del Censis, ha rilevato: “Dal Rapporto emerge un’attenzione allo stare insieme, alla dieta equilibrata, all’alimentazione come forma di welfare, quali aspetti cruciali che hanno innescato una fiducia nel settore agroalimentare italiano. Il binomio fra tradizione e cultura è entrato nei gangli vitali della società italiana, generando un valore economico determinante nello sviluppo del Made in Italy”.