di MARIELLA ZADRO-
VITERBO – Venerdì 18 aprile, per i fedeli il Venerdì Santo è un momento di riflessione, di preghiera e di forte identità comunitaria. Una serata iniziata alle 21:30 presso la chiesa del Gonfalone, da dove alla presenza del vescovo Orazio Francesco Piazza, L’Arciconfraternita del Gonfalone Madonna del Carmelo-Araldi di Maria e i Portatori di Maria SS.Liberatrice si è snodata la processione del Cristo morto e della Vergine Addolorata per le vie del centro di Viterbo.
Precedeva il corteo la Banda MusiChiAmo di Viterbo e a seguire, una delegazione della confraternita di San Giuseppe, Sant’Andrea e la Sacra Famiglia, la sindaca Chiara Frontini, il consigliere Paolo Moricoli e Ugo Poggi, alcuni sacerdoti, varie associazioni, i Frati minori Cappuccini, i Carabinieri, Scout e Masci.
Durante il percorso, nei pressi di Fontana Grande, l’incontro tra il vescovo Piazza e Stefan Bobita Vasile, parroco della chiesa di San Callinico a Viterbo, (ex chiesa di Sant’Ignazio in via Saffi) della diocesi ortodossa romena, per condividere un momento di preghiera comunitario.
“Cristo, non siamo riusciti a vivere come cristiani, una vita di comunione, concedici il dono della speranza in questo mondo lacerato da lotte e discordie. Rinvigorisci il tuo popolo afflitto dall’indifferenza e dalla divisione, perché la tua Chiesa risplenda come segno profetico di unità e di concordia, ai piedi della Croce nell’ora suprema della nuova creazione. Tu o Cristo, ci conduci a Maria madre della Chiesa, sostegno di tutti i cristiani, sostegno del nostro cammino verso Cristo, e intercedi per noi, santa Madre di Dio”.
Ripreso il cammino, al quale si sono uniti l’assessore Giancarlo Martinengo, Antonella Sberna vicepresidente del Parlamento Europeo e il consigliere regionale Daniele Sabatini, il corteo è arrivato a piazza San Lorenzo, dove al termine della processione, davanti al suggestivo palazzo dei Papi, si è svolta la rappresentazione di una parte del processo e la successiva crocifissione di Gesù.
Nella preghiera finale il vescovo Piazza ha ricordato: “Uniamoci cari fratelli e sorelle, in questa preghiera finale. In questo momento storico in cui tanta sofferenza, la desiderata pace, la giustizia tra popoli, l’impegno il superamento delle contraddizioni della nostra quotidianità, devono essere raccolti in questa preghiera finale che vogliamo presentare al Signore, guardando come l’amore trasforma il dolore. Il dolore di una madre che vede il proprio figlio condannato e ucciso fa vedere tutte le crocifissioni della nostra storia, anche le nostre. Non spaventiamoci delle prove della vita, ma affrontiamole, con cuore aperto, con grande disponibilità interiore. Uniamoci e crediamoci in questo momento di grazia. Condividiamo il cammino con le persone che ci sono accanto, in modo da rendere più semplice la vita, che rimane pur sempre un dono”
A seguire la Sacra rappresentazione in costume, che ha visto la partecipazione di oltre cento figuranti, tra giovani, adulti e famiglie.
I testi, in occasione del Giubileo 2025, sono stati rivisitati sul tema della Speranza e interpretati da: Stefano Nazzaro, Piermaria Cecchini, Paolo Manganiello, Eugenio Mandolillo, Alessandro Braccini, Stefano Ratano, Maria Paola Mascellini e Andrea Forti.
Alcuni quadri, sono stati rappresentati nella balconata e nel Palazzetto di Valentino della Pagnotta, ponendo attenzione ai personaggi di Giuseppe d’Arimatea, Maria di Magdala e il Centurione.
L’evento, sostenuto dal Comune di Viterbo, dalla Banca Lazio Nord e dall’ Amministrazione Provinciale di Viterbo, ha rappresentato un momento di profonda riflessione spirituale per l’intera comunità, rinnovando una tradizione che unisce Fede, Arte e Partecipazione.