di SIMONE CHIANI-
MERAVIGLIE DELLA TUSCIA – Questo luogo ai limiti dell’incredibile si può trovare in una delle forre più profonde dell’intera Regione Lazio, a pochissimi passi da Viterbo, più precisamente, in linea d’aria, a metà tra Grotte Santo Stefano e Celleno; è infatti raggiungibile dalla nota Strada Teverina. La meraviglia della Tuscia in questione viene chiamata “Cascata dell’Infernaccio“, ed è una delle meno conosciute e più complicate da raggiungere in assoluto; questi impedimenti, tuttavia, sono direttamente proporzionali alla loro bellezza, la quale non trova in alcun caso rivali in tutta la provincia, per il luogo magico e incontaminato in cui si colloca e per la particolarità di salto e rocce sulle quali si viene a creare.
Apparentemente una sorella maggiore delle Cascate dell’Acquarossa, questa si viene invece a formare dal fiume Rigo, durante il percorso che esso compie per giungere ad affluire nel fiume Tevere. Ci troviamo nella natura più assoluta: tutto ciò che è artificiale in questo luogo non appare, ci si imbatte in luoghi totalmente incontaminati e, per fortuna, privi di rifiuti (con una sola eccezione nella parte superiore/alta, all’interno della quale si possono rinvenire un gran numero di pneumatici a deturpare la zona).
Il nome, come si può immaginare, deriva con buona probabilità dalle emissioni gassose che sembrano avvenire nel luogo, soprattutto dal fondo della gola che si può incontrare qualche centinaio di metri più a ovest del salto acquifero, e/o dal colore rosso.
Una delle più evidenti peculiarità, caratteristica e di forte impatto, è, come avviene nella pur vicina Acquarossa, proprio il colore rosso-rame dato dalle sostanze ferruginose (come la marcassite e altri minerali) presenti nell’acqua; questa colorazione non si limita ad apparire nella zona di caduta dell’acqua e sulle rocce, ma prosegue per tutta la durata del fiume venutosi a creare nel tempo proprio dal liquido del Rigo; si incontrerà dunque un incredibile “fiume dal letto rosso”, che renderà tutta la durata della gita davvero unica. Il colore dell’acqua proveniente dal salto, ordinario, fa da contrasto con questo straordinario color rame del resto del posto.
Il salto è di almeno 20 metri: uno dei più alti, per una cascata, nell’intero territorio viterbese.
La gita, come precedentemente indicato, non si limita però alla sola visione della cascata: oltre che un percorso molto difficile ma davvero emozionante per giungervi, si può arrivare alla gola da cui sembrano provenire emissioni gassose per godere di uno scenario surreale.
Ma non finisce qui! Nella stessa gita, tornando alla base e passando per un altro breve sentiero il cui ingresso è a pochi metri da quello principale, si può perfino raggiungere la stessa zona appena descritta ma dalla parte superiore/alta: ci si imbatterà nella precedente gola, stavolta osservabile dall’alto dei suoi 15-20 metri, in un contesto certamente pericoloso ma che i più avventurosi non possono in ogni caso perdersi.
“Fiabesco e diabolico”, così viene descritto da alcuni questo luogo surreale; e sarebbe scorretto non confermare.
La discesa nella forra è molto complessa: se si vuole andare da soli si raccomanda un abbigliamento del tutto idoneo (anche a camminare, in certi punti, nel corso d’acqua) e di fare molta molta attenzione. TusciaTimes e l’autore dell’articolo non si assumono alcuna responsabilità per ciò che può accadere a chi si avventura in questa magnifica ma difficoltosa esperienza. La gita è sconsigliata a tutti coloro che presentino anche una minima disabilità fisica, e senz’altro a chi soffre di vertigini. L’alternativa è quella di organizzarsi con qualche associazione per effettuare una visita guidata.
I terreni su cui bisogna transitare per arrivare a destinazione fanno tutti parte di proprietà private. In particolare i proprietari raccomandano di non presentarsi con gruppi numerosi di persone per evitare di danneggiare in qualche modo l’ambiente e, oltretutto, di ledere i loro stessi interessi.
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Come raggiungere il luogo:
Coordinate per il punto in cui lasciare l’auto – 42.530899,12.128169
Uno dei percorsi per raggiungere il sito è il seguente: sulla Teverina (partendo da Viterbo) prendere la stradina sulla destra immediatamente precedente alla Milla. Percorrere per svariate centinaia di metri fino a superare il canile e completare la discesa (in una strada totalmente dissestata: evitare auto basse). Superata questa discesa, lasciare l’auto in un punto che non impedisca il passaggio ai mezzi agricoli. Attraversare il campo sulla destra e, all’incirca dopo 2-300 metri, nel luogo in cui si infittiscono gli alberi, scegliere un sentiero che scende (ce ne sono vari). Da qui i sentieri, proseguendo verso est, portano tutti alla cascata. Per arrivare alla gola, invece, procedere allo stesso modo ma verso ovest. Non vi aspettate di trovare sentieri segnalati o privi di impedimenti. Scendere verso la forra in questo modo significa dover attraversare dei sentieri molto ripidi e a strapiombo sul fiume formato dalla cascata. Si raccomanda un’attenzione elevata.
Per raggiungere la parte superiore, invece, non bisognerà raggiungere la distesa con gli alberi fitti, ma cercare un sentiero prima, quando si è ancora nei campi: qui il sentiero è più semplice e non presenta particolari impedimenti.
Il consiglio è di andare sempre con qualcuno che già conosce il luogo.