Carcere, aggressioni di agenti penitenziari a Civitavecchia

CIVITAVECCHIA- Riceviamo e pubblichiamo: “In questi mesi di emergenza Covid-19 dove la gestione dei tanti ristretti ha comportato problemi non di poco conto, dopo le rivolte che hanno coinvolto tanti istituti penitenziari e non da meno quelli Laziali/Romani che hanno portato ad esempio a Rebibbia la procura a chiedere il processo per 55 di loro. I colloqui sostituiti da quelli telefonici, i soggetti con problemi comportamentali non inclini al rispetto delle regole penitenziarie e degli operatori a partire dalla Polizia Penitenziaria comandata alla loro sorveglianza nelle sezioni detentive sono stati solo alcuni dei problemi che oggi rimangono in piedi e senza alcuna soluzione.
A questi dobbiamo aggiungere purtroppo quelli legati a problemi psichiatrici che in molti casi diventano aggressivi e aggressori pericolosi, segnalati anche da questa Sigla in tanti comunicati in questa regione.
Ancora oggi non abbiamo compreso come l’Amministrazione Penitenziaria o meglio dire anche il Sistema sanitario intende intervenire perché questi soggetti non ricadono come purtroppo accade a discapito del personale di Polizia Penitenziaria che attraverso la “Grandissima Sorveglianza” e “Sorveglianza a Vista devono svolgere le funzioni di sorveglianza.
Gente che addirittura in caso di tentativi d’impiccagione nel momento di riuscire a salvarli riescono a colpire i loro salvatori (agenti) ferendoli con oggetti taglienti ricavati fortuitamente da pezzi di plastica, formica e accendini.
Ultimo caso odierno a Civitavecchia, dove un detenuto straniero non nuovo ad atti simili, presso il repartino minorati psichici, nell’occasione della doccia finita l’agente lo invitava a rientrare in cella, lo stesso si scagliava nei confronti dell’unico Agente presente sferrando un pugno andando a vuoto ma riuscendo ad afferrarlo per il collo quasi al soffocamento che solo grazie alla presenza di un altro detenuto veniva salvato.
Un fatto, che si accumula con altri simili e nessuno pensa di assumere provvedimenti a tutela del Personale lasciato addirittura soli a svolgere turnazioni in certe sezioni detentivi che nulla hanno a che vedere con le altre sezioni. Servirebbero disposizioni adeguate da questa Amministrazione e interventi seri a scongiurare che un agente all’interno delle sezioni isolamento e reparti con soggetti simili vengano a trovarsi nell’orario di apertura e chiusura da soli ed in balia dei venti. Linee d’ingaggio adeguati a contenere soggetti non gestibili anche per le scelte legislative fatte che non hanno sostituito ad esempio gli ex OPG con strutture adeguate considerato che il sistema REMS insufficiente nei posti e fallito prima di iniziare nel contenere questo fenomeno inusuali per il sistema carcerario. Ulteriormente come in altri nostri comunicati l’unico atto che ci rimane all’USPP Lazio da fare e evidenziare i problemi e richiamare l’interesse dell’opinione pubblica e di è demandato a svolgere le attività di garanzia a favore di chi è chiamato a svolgere le funzioni dettate dall’art.27 della Costituzione”.

La segreteria regionale USPP Lazio

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