Balneazione 2025 nel Lazio, approvata in Giunta la classificazione delle acque

ROMA – Alla vigilia dell’apertura della stagione estiva arrivano buone notizie per i bagnanti. La Giunta regionale del Lazio, presieduta da Francesco Rocca, su proposta dell’assessore all’Ambiente, al Turismo e allo Sport, Elena Palazzo, ha approvato, infatti, la delibera per l’individuazione e classificazione delle acque destinate alla balneazione e dei punti di monitoraggio.

Il provvedimento stabilisce ogni anno la mappa delle aree balneabili e non balneabili, nonché i punti di prelievo per i controlli periodici, sulla base dei monitoraggi affidati ad ARPA Lazio. Le acque sono state classificate sulla base dei dati raccolti nel quadriennio 2021-2024 e suddivise in quattro classi: eccellente, buona, sufficiente e scarsa.

Anche quest’anno la maggior parte delle acque di balneazione del Lazio risulta di livello “eccellente”, con un ulteriore miglioramento rispetto all’ultimo report. La classificazione del 2025 mostra, infatti, il 91% delle aree come “eccellenti”, il 7% come “buone” e solo una minima percentuale (1%) rientrante nelle categorie “sufficiente” o “scarsa”.

La qualità risulta ulteriormente migliorata rispetto alla valutazione precedente, con 202 aree classificate eccellenti, (una in più rispetto al 2024), su un totale di 221 aree di balneazione. Nel 2025 le aree classificate buone (15), sufficienti (3) e scarse (1), restano pressoché invariate rispetto a quelle del 2024.

«Il mare e i laghi del Lazio sono un’eccellenza. A certificarlo, sono i dati del monitoraggio della stagione 2024. Il 91% delle aree, infatti, risulta essere “eccellente”. Siamo orgogliosi di questo risultato, e, insieme all’assessore Elena Palazzo e al direttore di Arpa Lazio Tommaso Aureli, continueremo a tenere alta la guardia perché la qualità delle nostre acque non rappresenta soltanto una risorsa in termini turistici, ma anche un indice di sicurezza per i bagnanti che scelgono le coste e i laghi della nostra Regione», ha affermato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca.

«Il lavoro di analisi svolto da ARPA Lazio certifica un dato incoraggiante che si conferma anche quest’anno: un’ottima notizia per i residenti e per i turisti che sempre più spesso decidono di trascorrere le vacanze sulle nostre spiagge. Continueremo a tenere sotto controllo le acque del Lazio per fare in modo che durante i prossimi mesi estivi questa fotografia resti immutata. La condivisione dei dati con ARPA Lazio è essenziale per programmare le future azioni, volte sempre di più a favorire un turismo sostenibile e a incoraggiare bagnanti e diportisti al massimo rispetto delle regole per la protezione dell’intero ecosistema», ha dichiarato l’assessore della Regione Lazio, Elena Palazzo.

«Il quadro che emerge dal monitoraggio è lusinghiero. L’ARPA Lazio, come previsto dalle norme, ha già avviato i nuovi i controlli a partire dal 1° aprile e continuerà fino a tutto il mese di settembre. La sicurezza dei bagnanti viene garantita attraverso oltre 1600 campionamenti routinari dell’ARPA Lazio nei punti prestabiliti del litorale laziale, grazie ad una vigilanza costante nel monitoraggio delle alghe tossiche e con interventi tempestivi in occasione di fenomeni di inquinamento acuti, di colorazioni anomale delle acque o comparsa di fioriture algali», ha spiegato il direttore dell’Arpa Lazio, Tommaso Aureli.

I dati nelle province laziali

Nel dettaglio, per quel che concerne le aree marino-costiere risulta eccellente:

il 94% di quella di Latina (con 2 ulteriori aree, pari al 3%, in classe “buona”)
il 93% delle aree costiere monitorate della provincia di Viterbo (peraltro con il restante 7% in classe “buona)
l’81% di quelle della provincia di Roma (con un ulteriore 18% in classe buona)
I dati nei Comuni

Prendendo in esame i singoli Comuni: nella provincia di Latina la classificazione di eccellenza spetta al 100% delle aree dei Comuni di Latina, Sabaudia, San Felice Circeo, Fondi, Sperlonga, Itri, Gaeta Formia, Minturno. La provincia include le acque delle isole di Ponza, Palmarola, Zannone, Ventotene e Santo Stefano, tutte eccellenti.

Nella provincia di Roma sono classificate eccellenti al 100% le aree monitorate dei comuni di Civitavecchia, Cerveteri, Ladispoli, Roma, Nettuno e conquista il 100% delle aree classificate “eccellenti” anche il comune di Santa Marinella. Resta invariata la classificazione del comune di Fiumicino, con la quasi totalità delle acque classificate come “eccellenti”, mentre le acque di Ardea sono classificate per la maggior parte buone e un’area eccellente. La situazione complessiva delle acque del comune di Pomezia resta stabile. Le acque di Anzio sono prevalentemente eccellenti e per il resto buone.

Nella provincia di Viterbo, il comune di Montalto di Castro conquista il 100% delle acque classificate “eccellenti” e per il comune di Tarquinia la classificazione è in netta prevalenza “eccellente”.

In sintesi, lungo tutta la costa, tre sole aree sono in classe “sufficiente”, una per provincia costiera, e solo un’area è classificata come “scarsa”, nel comune di Terracina (LT).

I laghi

Molto positiva anche la situazione dei laghi balneabili, per i quali le aree sono classificate al 97% eccellenti, con il restante 3% classificato in classe buona.

Sono tutte classificate di qualità eccellente le aree del lago di Vico (Viterbo), dei laghi di Bracciano, Martignano e Nemi (Roma), dei laghi di San Puoto e Lungo (Latina) e dei laghi del Turano, Salto, Ventina e Scandarello (Rieti).

Per il lago di Bolsena (Viterbo) 27 su 28 sono le aree in classe eccellente, per Albano (Roma) 2 su 3.

Zone permanentemente interdette alla balneazione. A corredo dei dati è opportuno precisare che la balneazione è generalmente interdetta (salvo eccezioni) in corrispondenza di aree portuali, aree militari, aree marine protette, aree interessate da scarichi autorizzati, alcune foci di fiumi e fossi e tutte le aree classificate come “scarse”

Sicurezza e vigilanza costante. La prevalenza di risultati largamente positivi è in esito ad una costante vigilanza dell’ARPA Lazio, che è sistematicamente intervenuta in caso di fenomeni di inquinamento, in genere dimostratisi di breve durata, per lo più legati a condizioni meteorologiche avverse o eventi temporanei.

I dati completi sulle analisi delle acque sono consultabili sul Portale Acque del ministero della Salute: https://www.portaleacque.salute.gov.it




Animal Equality interviene in Senato per raccomandare una maggiore protezione degli animali allevati a scopo alimentare

ROMA – Oggi, il direttore esecutivo di Animal Equality Italia, Matteo Cupi, è stato audito in Senato durante un intervento dedicato a sottolineare l’importanza di aumentare la tutela degli animali attraverso un inasprimento delle pene per i reati di maltrattamento nell’ambito di alcune proposte di legge.

Nel corso dell’audizione, Animal Equality ha accolto con favore l’intento dei sei disegni di legge in esame, volti a garantire una maggiore protezione agli esseri senzienti. Durante l’intervento è stato ribadito l’auspicio che le tutele previste dalle proposte di legge non siano limitate ai soli animali da compagnia, poiché una restrizione di tale portata risulterebbe in evidente contrasto con l’articolo 9 della Costituzione, che stabilisce “la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”.

La Costituzione non opera alcuna distinzione etica o scientifica tra le diverse specie animali, indipendentemente dal loro status di animali domestici, impiegati nelle filiere produttive o selvatici. L’eventuale limitazione delle tutele ai soli animali d’affezione, come proposto da uno dei disegni di legge, il n. 587, restringe invece l’ambito di applicazione delle tutele ai soli animali da compagnia, ossia cani e gatti. Questo approccio rischierebbe di classificare gli animali esclusivamente in base alla loro funzione economica, senza alcuna evidenza scientifica a giustificare tale distinzione, rischiando di differenziare di conseguenza gli autori dei reati in relazione alla specie dell’animale vittima di maltrattamento.

In merito al Disegno di Legge n. 11, a firma della senatrice Unterberger, che introduce all’articolo 2 disposizioni innovative mirate a evitare alcune pratiche particolarmente crudeli riservate agli animali allevati a scopo alimentare, Animal Equality ha espresso la propria soddisfazione. D’altra parte, come ha sottolineato il direttore esecutivo Matteo Cupi: “È bene ricordare che la triturazione dei pulcini maschi nell’industria per la produzione delle uova è stata già vietata in Italia con la Legge n. 127, Legge di delegazione europea 2021 per il recepimento delle direttive europee e l’attuazione di altri atti normativi dell’Unione europea, sebbene il Governo sia in ritardo nell’emanazione di due decreti attuativi e un provvedimento collegato, che dovranno garantire l’entrata in vigore del divieto entro il 31 dicembre 2026”.

Nell’ambito delle attuali proposte di legge, Animal Equality ritiene inoltre necessaria l’introduzione di una nuova fattispecie di reato, ossia l’introduzione del “maltrattamento genetico” nel codice penale. La pratica della selezione genetica permette agli esseri umani di modificare le caratteristiche delle specie animali con il fine di potenziare lo sviluppo dei tratti più utili ai propri scopi, con gravi effetti negativi sugli animali, come sostenuto anche dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA).

Nel corso dell’audizione l’organizzazione ha inoltre espresso la necessità di vietare la macellazione senza stordimento, pratica già bandita da diversi Stati membri dell’Unione Europea, come raccomandato anche dagli esperti dell’EFSA: “Poiché durante la macellazione senza stordimento tutti gli animali devono sopportare le conseguenze derivanti dal rimanere coscienti durante il sanguinamento e quindi sperimentare un forte dolore, paura e angoscia, la macellazione senza stordimento non dovrebbe essere praticata”.

Secondo Animal Equality anche le mutilazioni senza anestesia all’interno degli allevamenti dovrebbero essere esplicitamente vietate. Come dimostrato dall’organizzazione attraverso numerose inchieste svolte all’interno degli allevamenti, queste mutilazioni sono frequenti e fonte di grande sofferenza per gli animali. La stessa EFSA si è pronunciata sulla castrazione e sul taglio della coda e dei denti praticati sui cuccioli di maiale, confermando la necessità di anestesia, così come nel caso della mutilazione del becco delle galline allevate.

“Alla luce delle evidenze scientifiche, riteniamo opportuno che queste pratiche siano espressamente vietate, potenziando i controlli e rendendoli più efficaci, così da evitare di lasciare interpretazioni dubbie e opinabili della legge” ha affermato davanti al Senato Matteo Cupi.




“2025 Segni di Pace in Cammino”, un Giubileo di Arte, Comunità e Rinascita

RIPALTA CREMASCA (CR) – In occasione del Giubileo del 2025, prende vita il progetto “2025 Segni di Pace in Cammino”, un’iniziativa coraggiosa e visionaria che punta a trasformare la Pace in un’esperienza condivisa, vissuta e camminata, un passo alla volta.

Un’iniziativa corale che mette in rete territori, culture e persone, uniti dal desiderio di costruire insieme una vera Cultura di Pace globale.

L’idea, nata nel 2000 da Geremia Renzi e già insignita della Medaglia d’Argento della Casa Pontificia – Città del Vaticano e Medaglia d’Argento della Presidenza della Repubblica, torna oggi più viva che mai, con un percorso che coinvolge scuole, artisti internazionali, centri di recupero, turisti, pellegrini e comunità locali.

A dare il via al cammino sarà la prima tappa a Ripalta Cremasca, in Piazza Dante, con il Patrocinio del Comune, in una giornata simbolica come quella della Festa di Primavera, che segna l’inizio di un viaggio fatto di incontri, ascolto e bellezza condivisa.

Il progetto, in coordinamento con Marisa Bellini e Giovanna Barra, Ambasciatrici di Pace di A.P.A.I., in collaborazione con: Casa di Sandro, Cooperativa Sentiero GIL, Amici di Inchiostro e UNICREMA – realtà impegnate sul territorio nella promozione sociale e culturale.

“Segni di Pace” vuole essere molto più di un ciclo di eventi: è un’esperienza viva, aperta, inclusiva, che attraversa le città e i cuori per portare unità, memoria e futuro.

Non è solo un titolo evocativo, è una chiamata collettiva all’azione, una trama di eventi, performance e installazioni artistiche che intessono i fili di una vera Cultura di Pace globale. Coinvolgendo artisti internazionali, scuole di ogni ordine e grado, centri di recupero e riabilitazione, pellegrini, turisti e comunità locali, l’iniziativa si fa crocevia di esperienze, identità e speranze.

Tra gli obiettivi principali:

Promuovere la coesione sociale e la rigenerazione urbana attraverso l’arte partecipata.
Offrire spazi di espressione e ascolto a realtà spesso ai margini.
Riaccendere il senso di appartenenza e identità delle comunità locali.
Portare un messaggio concreto di unità e riconciliazione in un mondo che ne ha quanto mai bisogno.
Nel corso dell’anno giubilare, le città coinvolte, in Italia ed Europa, ospiteranno un fitto calendario di iniziative, tra cui:

Installazioni simboliche lungo i cammini del pellegrinaggio.
Performance collettive in piazze, scuole e luoghi di culto.
Laboratori creativi e momenti di riflessione aperti a tutti.
“2025 Segni di Pace in Cammino” è un invito a camminare insieme, non solo sui sentieri del mondo, ma su quelli della coscienza, dell’empatia e della trasformazione collettiva. E’ un progetto che cammina davvero: tra le persone, tra le culture, tra i cuori. Perché la pace, per esistere, ha bisogno di essere vissuta, non solo proclamata.

Call to action: unisciti a noi in questo viaggio di pace, lascia il tuo segno e sostieni il progetto per un mondo migliore https://sostieni.link/37130.

Per partecipare come Ambasciatore di Pace o con la propria tessera scrivere a: info@apaiarte.it




Iscot, Filcom–ConfSal e UGL Igiene Ambientale:”I lavoratori non meritano di essere presi a calci nel sedere”.

POTENZA – Presso la sede di Confindustria Basilicata, si è svolto un incontro tra le organizzazioni sindacali Filcom–ConfSal, UGL Igiene Ambientale e l’azienda ISCOT Italia S.p.A., che opera all’interno dello stabilimento Stellantis di Melfi e si occupa di pulizie civili e tecniche. L’incontro è stato richiesto dalle sigle sindacali in seguito al recente atteggiamento dell’azienda, che ha avviato trasferimenti di lavoratori verso altri cantieri in stabilimenti sparsi in Italia, senza il dovuto confronto preventivo con le parti sociali. Durante il confronto, le suddette organizzazioni sindacali hanno proposto il congelamento dei trasferimenti per un mese, al fine di esplorare soluzioni alternative e condivise. Tuttavia, l’azienda ha respinto tale richiesta, mostrando totale chiusura al dialogo. ISCOT Italia, che conta circa 120 lavoratori e per cui sono stati richiesti ammortizzatori sociali, non ha fornito indicazioni precise sul numero di dipendenti coinvolti nei trasferimenti. Alla luce di quanto emerso, le organizzazioni sindacali si riservano di intraprendere ogni azione utile a tutela dei diritti e della dignità dei lavoratori restando in stato di agitazione. Si è richiesto, considerato tale anomalo e incondivisibile atteggiamento dell’azienda che, il tutto verga sottoposto all’attenzione dell’Assessore Regionale della Basilicata alle AA. PP. Francesco Cupparo, affinché i lavoratori possano ottenere il giusto riconoscimento di sentirsi lucani: di poter sperare che, in considerazione dell’unità di crisi fortemente voluta da Cupparo, si possa evitare che i lavoratori vengano cacciati dal loro territorio dove per anni hanno contribuito a far crescere l’azienda Iscot e oggi si vedono umiliati e presi a calci nel sedere senza sapere dove andranno e che fine faranno”.




Nasce Safety Expo 2025 Prevenzione Incendi, il 17-18 settembre a Bergamo Fiera

ROMA- In occasione della Giornata Mondiale per la Salute e Sicurezza sul Lavoro che si celebra il 28 aprile, il tema della prevenzione torna al centro dell’attenzione, rilanciando con forza l’urgenza di una cultura condivisa della sicurezza che, come la cronaca e i numeri più recenti ci ricordano, passa anche attraverso un’efficace strategia di prevenzione incendi. La prevenzione incendi non è un tema a sé stante, ma parte integrante della più ampia questione della sicurezza sul lavoro. Gli incendi, infatti, rappresentano una causa rilevante di infortuni e situazioni di rischio nei luoghi di lavoro, in particolare nei settori industriale e agricolo. La complessità di tali eventi impone strategie specifiche e competenze tecniche evolute, rendendo la prevenzione incendi una priorità nell’ambito delle politiche per la salute e sicurezza dei lavoratori.

L’Annuario Statistico 2024 del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco evidenzia che, nel corso del 2023, sono stati effettuati oltre 250.000 interventi per incendi ed esplosioni su tutto il territorio nazionale. Ancora un dato in aumento rispetto agli anni precedenti, che indica la crescente necessità di risorse e formazione per affrontare efficacemente tali emergenze. Le regioni più colpite includono la Sicilia e la Sardegna, dove si sono verificati gli episodi più gravi.

In risposta a queste sfide, nasce il Safety Expo – Prevenzione Incendi, in programma il 17 e 18 settembre alla Fiera di Bergamo. Sarà il primo appuntamento di un ciclo biennale di eventi monotematici, interamente dedicati alla prevenzione incendi e alla sicurezza sul lavoro. L’evento rappresenta un modello innovativo che mette a sistema tutti gli attori del settore: imprese, Vigili del Fuoco, tecnici, progettisti, istituzioni e professionisti. L’obiettivo è costruire un dialogo concreto tra mondo produttivo e sistema della sicurezza, favorendo la formazione specialistica, l’aggiornamento normativo e il confronto sulle soluzioni più efficaci.

Organizzato da EPC Editore in collaborazione con Istituto Informa, Safety Expo 2025 Prevenzione Incendi gode del patrocinio dei principali Consigli Nazionali delle professioni tecniche e si avvale della collaborazione degli Ordini e Collegi professionali della Provincia di Bergamo, con l’obiettivo di favorire il dialogo tra mondo produttivo, istituzioni e professionisti, e promuovere l’innovazione tecnologica, la formazione specialistica e il networking professionale. Un ecosistema completo e dinamico dedicato alla prevenzione incendi, dove si parlerà di protezione attiva e passiva, progettazione antincendio integrata, dispositivi e impianti di nuova generazione per rivelazione, spegnimento, compartimentazione, evacuazione e gestione dei fumi e del calore. Non solo aggiornamento normativo, ma anche condivisione di responsabilità, conoscenza e innovazione.

Safety Expo 2025 si propone come un momento cruciale per approfondire le tematiche legate alla prevenzione incendi anche nei luoghi di lavoro, che non attiene soltanto a una questione normativa, ma a una responsabilità condivisa che coinvolge datori di lavoro, lavoratori e istituzioni. Investire in formazione, adottare tecnologie avanzate e promuovere una cultura della sicurezza sono passi fondamentali per ridurre il numero di incidenti e proteggere vite umane. In questa Giornata Mondiale per la Salute e Sicurezza sul Lavoro, è necessario rinnovare l’impegno verso ambienti lavorativi più sicuri e resilienti. www.safetyexpo.it

 




La nuova primavera del tram in Italia

Nuovi progetti di tramvie: previsti 250 km di linee in fase di realizzazione (+63% rispetto a quelle attualmente in esercizio) per 5,4 miliardi di euro di investimenti. Successi consolidati a Firenze che registra 39 milioni di passeggeri (+11,8%) e Padova con il 25% degli spostamenti pubblici su tram

Anche nella Capitale torneranno finalmente i tram: quattro nuove linee per un totale di 34,2 km. Approvati in giunta ulteriori nuovi progetti di fattibilità tecnico-economica.

Legambiente: ” Il ritorno del tram nelle città italiane rappresenta una sfida cruciale per il futuro della mobilità sostenibile del Paese: o si accelera il passo con investimenti strutturali e continui, a partire dal rifinanziamento urgente del Fondo nazionale per il Trasporto Rapido di Massa, oppure l’Italia rischia di perdere l’opportunità di colmare un gap infrastrutturale che penalizza cittadini, ambiente ed economia”

Link al dossier – “Il tram che fa bene allo spazio urbano”
Presentazione dei dati oggi alle 15.00 a Roma, durante il convegno di Legambiente presso Esperienza Europa – David Sassoli

Sempre più città italiane stanno praticando una trasformazione silenziosa nel trasporto pubblico, riportando in auge il tram come soluzione efficace alle sfide della mobilità urbana contemporanea. Bologna, Padova, Firenze e Roma sono in prima linea in questo rinnovamento, con progetti ambiziosi che stanno cambiando il volto della mobilità nelle loro aree urbane. Previste in Italia complessivamente nuove tramvie per 250 km, il 63% in più rispetto a quelle attualmente in esercizio; il costo totale per realizzarle è pari a 5,4 miliardi di euro, in parte con fondi PNRR e in parte da altri finanziamenti. Impatti positivi e diffusi con una spesa contenuta se paragonati ai 15 miliardi di euro necessari per 3 km di Ponte sullo Stretto di Messina.
Eppure – secondo Legambiente – bisogna fare di più per sostenere questa nuova primavera che amministrazioni e cittadini richiedono a gran voce: il ritardo infrastrutturale italiano resta significativo rispetto agli altri paesi europei e la legge di Bilancio 2024, per la prima volta dal 2017, non ha previsto fondi per il trasporto rapido di massa, con il rischio di arrestare lo slancio positivo avviato grazie ai fondi PNRR.

Che il tram sia anche un mezzo utilizzato ben volentieri dai cittadini lo dicono i dati: a Firenze il 2024 ha registrato un boom d’utilizzo, con passeggeri oltre i 39 milioni cresciuto dell’11,8% rispetto al 2023. Anche a Padova, si registrano numeri importantissimi: con la linea Sir1 che trasporta 33.000 passeggeri al giorno, il 25% degli spostamenti su TPL sono effettuati con il tram. Questi tra i temi al centro del convegno organizzato da Legambiente dal titolo “Le Tramvie fanno bene alle città”, in programma questo pomeriggio a Roma presso Esperienza Europa – David Sassoli alle ore 15.00 durante il quale è presentato il dossier “Il tram che fa bene allo spazio urbano”.

“Il tram rappresenta una soluzione ideale per le nostre città, combinando efficienza trasportistica, sostenibilità ambientale e accessibilità”, dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. “Con costi d’investimento notevolmente inferiori rispetto ad altre soluzioni, garantisce un elevato standard di servizio ed un’alta capacità di adattamento al contesto urbano. Mentre i capoluoghi portano avanti i progetti finanziati dal PNRR, rispondono al bando del MIT con nuovi progetti per il trasporto rapido di massa e tentano di trasformare lo spazio urbano istituendo Low Emission Zones e formule di Città30, a livello centrale la legge di Bilancio 2024 per la prima volta dal 2017 ha tagliato i fondi per il TPL, per la ciclabilità e per la copertura del caro materiali. O si accelera il passo con investimenti strutturali e continui, oppure l’Italia rischia di perdere l’opportunità di colmare un gap infrastrutturale che penalizza cittadini, ambiente ed economia”.
Infatti, a ben vedere, dopo il PNRR non sono previsti strumenti finanziari in grado di proseguire adeguatamente la necessaria stagione di investimenti sul trasporto rapido di massa nelle città. La risposta dei comuni all’Avviso 3 pubblicato dal MIT nel 2024, e la richiesta della proroga di ANCI confermano la centralità del TRM e dei tram nei piani di mobilità. Occorre però sottolineare che, come riportato testualmente nel documento ufficiale pubblicato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (disponibile su mit.gov.it), “la procedura è propedeutica alla programmazione ed alla verifica dell’entità delle risorse statali, qualora si rendano disponibili, da destinare ai sistemi di trasporto di massa”, dunque non si conosce l’entità del finanziamento, i progetti che ne beneficeranno e in che misura.
Nato nell’800 e quasi cancellato in Italia dall’avvento dell’automobile, il tram vive da anni una nuova primavera in tutta Europa grazie ai suoi innegabili benefici: meno traffico, minore inquinamento e rivitalizzazione degli spazi urbani. Nel nostro paese, la spinta decisiva è arrivata con i fondi del PNRR assegnati nel 2021: dei 39 progetti finanziati per il potenziamento del Trasporto Rapido di Massa distribuiti su 11 regioni, ben 18 sono dedicati allo sviluppo di nuove tramvie, per un valore complessivo di oltre 2,3 miliardi di euro, il 57% del quale sarà coperto proprio da Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (fonte: OpenPNRR, elaborazione Legambiente). Ma d’altro canto, come già rilevato dalla campagna Città2030 di Legambiente, le città italiane sembrano muoversi con fatica sul percorso per la decarbonizzazione dei trasporti che, ad oggi, resta l’unico settore che continua a registrare aumenti di emissioni. Nonostante i progressi, il ritardo infrastrutturale italiano rispetto agli altri grandi Paesi europei è enorme. La dotazione di linee tranviarie si ferma infatti a 397,4 km totali, assai lontani dagli 878,2 km della Francia e soprattutto dai 2.044,5 km della Germania (fonte: Rapporto Pendolaria 2025 di Legambiente).

Le città italiane che puntano sui nuovi tram sono Bologna, con un piano di espansione di 23,4 km di nuove tranvie, Palermo (64,2 km), Padova (30,3 km), Firenze (25 km), Bergamo (23,2 km), Milano (35,9 km), Brescia (23,2), Napoli (4,1 km), Cagliari (6,9 km) e Sassari (2,5). Roma poi punta a nuovi tram per 34,2 km con la tranvia Termini-Vaticano-Aurelio, in centro storico, il tram di viale Palmiro Togliatti, quello dalla Stazione Tiburtina a Piazzale del Verano e il tram Termini Tor Vergata. Numeri che testimoniano non solo il successo del tram come alternativa ai mezzi privati, ma anche la crescente fiducia dei cittadini verso un sistema di trasporto urbano più sostenibile e funzionale. In questo contesto, Roma rappresenta un caso emblematico delle difficoltà che l’intero Paese affronta nel rinnovare la propria mobilità urbana.

“Le tramvie migliorano le città e le amministrazioni progettano nuove reti con cui aumentare la qualità della vita dei cittadini – commenta Roberto Scacchi, responsabile mobilità di Legambiente – sarebbe sconsiderato stoppare i fondi per il trasporto rapido di massa come abbiamo visto nell’ultima Legge di Bilancio. Economicità, tempistica realizzativa contenuta ed efficacia, fanno dei tram uno dei migliori mezzi per aumentare la forza del trasporto pubblico e contribuire ad abbattere le emissioni generate dalla mobilità privata. Nella Capitale, le tranvie su viale Togliatti e Via Tiburtina, come quella prevista tra la Stazione Termini e Tor Vergata vanno realizzate immediatamente e sarebbe assurdo qualsiasi rallentamento o stop progettuale. In maniera ancora più determinante va realizzata la TVA (Termini-Vaticano-Aurelio) con la quale si ridisegnerebbe anche il cuore della capitale e un tram collegherà Via Nazionale, Piazza Venezia e Corso Vittorio fino al Vaticano, scardinando il paradossale numero di resistenze a tutti questi fondamentali cantieri della transizione ecologica. Guardando alle esperienze di città come Firenze e Padova, dopo un’iniziale resistenza, i cittadini non solo accettano ma apprezzano il tram, riconoscendone i benefici in termini di mobilità, qualità dell’aria e rivalutazione degli spazi urbani”.




UNICEF/migranti: circa 3.500 minorenni sono morti o dispersi nel Mediterraneo centrale negli ultimi 10 anni

È come se, per un decennio, ogni giorno un bambino avesse perso la vita. Circa sette bambini su dieci affrontano questo viaggio senza un genitore o un tutore legale. Durante i viaggi, oltre la metà delle/dei bambine/i, adolescenti e giovani ha riferito di aver subito violenza fisica, e un terzo di essere stato trattenuto contro la propria volontà. Il 18 aprile 2025 segna i 10 anni dal tragico naufragio al largo delle coste italiane in cui hanno perso la vita oltre 1.000 persone, tra cui bambini.Circa 3.500 bambine, bambini e adolescenti sono morti o scomparsi nel tentativo di attraversare la rotta migratoria del Mediterraneo centrale verso l’Italia negli ultimi 10 anni, secondo le stime più recenti dell’UNICEF. È come se, per un decennio, ogni giorno un bambino avesse perso la vita.
Circa sette bambini su dieci affrontano questo viaggio senza un genitore o un tutore legale, il che significa che la maggior parte delle persone minorenni morte o scomparse lungo questa rotta stava viaggiando da sola. I loro viaggi possono essere particolarmente drammatici: secondo i dati raccolti da interviste, oltre la metà delle/dei bambine/i, adolescenti e giovani ha riferito di aver subito violenza fisica, e un terzo di essere stato trattenuto contro la propria volontà.
Molti dei bambini che cercano di attraversare il Mediterraneo centrale fuggono da guerre, conflitti, violenze e povertà, cause che continuano ad alimentare la migrazione forzata e a spingerli a cercare sicurezza e opportunità altrove.
“Dieci anni fa, un naufragio al largo delle coste italiane causò la morte di oltre 1.000 persone e sconvolse l’intera regione”, ha dichiarato Regina De Dominicis, Direttrice regionale dell’UNICEF per l’Europa e l’Asia centrale e Coordinatrice speciale per la risposta a rifugiati e migranti in Europa – “I Governi devono proteggere i diritti e il superiore interesse di bambine e bambini, in linea con i loro obblighi previsti dalle leggi nazionali e internazionali. I diritti sanciti dalla Convenzione sui Diritti dell’Infanzia non si fermano ai confini o alle coste, ma accompagnano le persone di minore età durante tutto il loro viaggio”.
Negli ultimi 10 anni, almeno 20.803 persone sono morte o scomparse nel Mediterraneo centrale. Molti naufragi lungo questa pericolosa rotta migratoria dal Nord Africa non lasciano sopravvissuti o non vengono registrati, rendendo il numero reale di morti o dispersi praticamente impossibile da verificare, e probabilmente molto più alto.
La grande maggioranza delle persone morte o scomparse non viene mai identificata, rendendo difficile ottenere o confermare informazioni sul loro profilo.
Sebbene l’adozione del Patto europeo su migrazione e asilo possa portare a un sistema più organizzato per la gestione dei flussi migratori, la sua attuazione deve avvenire nel pieno rispetto degli obblighi legali per tutelare l’interesse superiore dei minorenni.
L’UNICEF chiede operazioni di ricerca e salvataggio più efficaci e attente ai bisogni delle persone di minore età, per prevenire le morti in mare. All’arrivo, ogni bambina, bambino e adolescente deve ricevere assistenza legale immediata e protezioni solide. Le restrizioni alla libertà di movimento non devono mai tradursi nella detenzione di minorenni in strutture, sia essa per lo screening, il controllo di frontiera, la richiesta di asilo o il rimpatrio.
L’UNICEF sostiene i Paesi nel rafforzare i sistemi di protezione dell’infanzia, di protezione sociale e quelli dedicati alla migrazione e all’asilo, affinché bambine, bambini e adolescenti siano al sicuro durante i loro spostamenti. Inoltre, collabora con i Governi per garantire servizi inclusivi e supporto a tutte le persone di minore età, indipendentemente dallo status legale loro o dei loro genitori.
In Italia, l’UNICEF lavora con il Governo e altri partner per garantire a bambini, bambine, adolescenti e donne l’accesso al supporto psicosociale, alla salute e a servizi specializzati per chi è a rischio di violenza, sfruttamento e abuso.




Esercito, Carabinieri e dintorni: ecco i motivi per cui i giovani ancora affollano i concorsi per le divise

Ogni anno, decine di migliaia di ragazzi e ragazze partecipano ai concorsi per entrare nelle Forze Armate e in quelle di Polizia. Ma cosa rende queste professioni così attraenti? Lo spiega un’esperta della preparazione ai concorsi militari, intervistata da Skuola.net.

Divisa militare e camice bianco: due mondi apparentemente distanti, accomunati invece da una crescita di appeal che non conosce crisi da quando, rispettivamente, è stato introdotto uno sbarramento abolendo la leva obbligatoria o introducendo i test d’ingresso a Medicina.

In particolare, da 20 anni a questa parte i concorsi propedeutici alle carriere “in divisa” – nelle Forze Armate (Esercito, Carabinieri, Marina Militare, Aeronautica Militare) o nelle Forze di Polizia (Polizia di Stato, Guardia di Finanza, ma anche Polizia Penitenziaria e Vigili del Fuoco) attraggono ogni anno decine di migliaia di giovani.

Solo per fare qualche esempio registrato in annate recenti: circa in 55.000 si sono messi in fila per le Accademie Militari, 40.000 si sono contesi un posto nella truppa – il grado iniziale – dell’Esercito, più di 35.000 hanno bussato alla porta della Polizia per diventare Agenti e oltre 15.000 per fare il Commissario.

Ma cosa spinge i giovani verso le divise? Il portale studentesco Skuola.net ha individuato i motivi principali di questo slancio verso queste carriere, grazie al supporto della dott.ssa Rachele Tenerini, la tutor più apprezzata alla Nissolino Corsi, la “scuola” di riferimento in Italia proprio per la preparazione per i concorsi militari.

1. Formazione e crescita professionale vanno a braccetto

Le Forze Armate e le Forze di Polizia offrono una formazione continua, permettendo di acquisire competenze tecniche e pratiche in diversi ambiti: dalla sicurezza alla difesa, passando per la gestione delle emergenze, logistica, tecnologia e molto altro.

Un percorso che, soprattutto, non è separato ma integrato nel percorso lavorativo, sia nella fase iniziale prima di entrare in servizio operativo che in quelle successive.

La formazione iniziale, ricordiamo, varia a seconda dei ruoli – vfi (volontari in ferma iniziale), agenti, sottufficiali, ufficiali – e permette di apprendere tutte le competenze di base necessarie a svolgere le attività richieste.

Per assumere ruoli tecnici o operativi è, poi, possibile accedere alle scuole di specializzazione e frequentare corsi mirati per ciascun incarico specifico (paracadutisti, incursori, piloti, sommergibilisti…).

E poiché il personale in divisa deve essere sempre pronto a gestire nuovi scenari, ci sono anche continui corsi di aggiornamento, per aumentare le proprie competenze, peraltro utili per ottenere qualifiche superiori.

2. In divisa ci si può anche laureare

Alcune carriere – come quelle da sottufficiale o ufficiale – consentono di conseguire, nel periodo di addestramento, una laurea di primo o secondo livello in discipline, peraltro, strategiche per la sicurezza nazionale e internazionale.

Tra i corsi disponibili vi sono, ad esempio: Giurisprudenza, Medicina e Chirurgia, Veterinaria, Ingegneria, Scienze Politiche.

La formazione accademica per gli ufficiali e sottufficiali delle amministrazioni in divisa è tra le più complete e strutturate, combinando studi universitari di alto livello con addestramento militare avanzato. Percorsi che, inoltre, garantiscono anche competenze strategiche e gestionali, applicabili sia nel contesto militare che civile.

È, infatti, importante specificare che alcune lauree sono riconosciute anche in ambito civile, come ad esempio la laurea in medicina e chirurgia o medicina veterinaria.

3. Studiare e guadagnare? Qui è la norma

Un grande vantaggio legato a queste carriere è che la formazione, così come il vitto, l’alloggio, le tasse universitarie, il materiale didattico, le uniformi e l’equipaggiamento nei centri di istruzione, sono completamente a carico dell’amministrazione.

Non solo: gli allievi percepiscono uno stipendio già dal primo anno di corso, il che consente loro di studiare e formarsi senza il peso economico che grava su molti studenti universitari.

Il trattamento economico che ricevono gli allievi dei centri di istruzione e formazione parte da €900 – €1300 al mese (in base al ruolo) durante il primo anno, con un progressivo aumento in base al grado e all’anzianità.

Con la retribuzione che non solo permette ai frequentanti di essere economicamente indipendenti già durante il percorso di formazione, ma di assicurarsi una base economica stabile nel momento in cui verranno assegnati al reparto.

4. Dall’intelligence alla sicurezza: una carriera, mille opportunità

Le Forze Armate e di Polizia offrono un’ampia varietà di ruoli e settori in cui specializzarsi. Oltre ai reparti operativi, esistono settori come l’amministrazione, l’intelligence, il comparto aeronavale, quello cinofilo, la logistica e molti altri.

Questo permette ai candidati di scegliere il percorso più adatto alle proprie inclinazioni e competenze, avendo concrete possibilità di crescita interna e, con la giusta dose di determinazione, periodici avanzamenti di grado.

Sicuramente, per gli amanti dell’azione ci sono innumerevoli ruoli operativi da ricoprire, come i paracadutisti, artiglieri, piloti, incursori, investigatori e antisommossa.

Però, non dobbiamo pensare che nelle Forze Armate e Forze di Polizia esistano solo ruoli di difesa o di sicurezza pubblica. In realtà, come in qualsiasi azienda, le amministrazioni in divisa hanno bisogno di diversi ruoli per portare a compimento tutte le attività, come ad esempio incarichi amministrativi-contabili, informatici, infrastrutturali. Quindi, anche chi non è attratto dalla vita prettamente militare, può trovare soddisfazione all’interno di esse.

5. Una preparazione totale, dal fisico alla mente

L’addestramento fisico e tecnico è parte integrante della vita in divisa. Gli appartenenti a tutti i corpi vengono formati all’utilizzo di armi, alle tecniche di difesa personale e alle operazioni sul campo, come le tecniche di disarmamento, controllo dell’aggressore, reazione rapida e prove di sopravvivenza.

Inoltre, l’attività sportiva è promossa con numerose discipline – come atletica, nuoto, equitazione, sci, vela e chi più ne ha più ne metta – praticate all’interno dei centri di istruzione e formazione e dei reparti.

L’addestramento fisico non ha solo l’obiettivo di migliorare la resistenza e la forza fisica, ma anche di sviluppare la disciplina e la resilienza mentale, di favorire la coesione e il lavoro di squadra oltre che preparare i candidati alle condizioni operative reali.

6. Un “passaporto” per girare il mondo

Molti ruoli nelle Forze Armate e nelle Forze di Polizia prevedono la possibilità di operare in contesti internazionali: dalle missioni di pace all’estero fino alle esercitazioni in collaborazione con altri Paesi.

Avendo, perciò, l’occasione non solo di accrescere il proprio bagaglio di conoscenze utili per il mestiere ma anche di visitare e vivere in altre nazioni, entrando a contatto con nuove lingue e culture.

Per questi motivi, chi ha un forte spirito di avventura e un interesse a lavorare in contesti diversi potrà scegliere un ruolo che gli permetterà di viaggiare.

Non stiamo parlando solo del ruolo pilota, anche altre figure come l’ufficiale dello Stato Maggiore, i marescialli delle forze speciali e i carabinieri impiegati nelle ambasciate hanno la possibilità di lavorare o viaggiare all’estero.

7. Ci si sente parte di una famiglia

Molti giovani si avvicinano alle divise per via di un retaggio familiare. Altri invece vanno alla ricerca di una realtà a cui appartenere. Qualunque sia lo stimolo, però, l’esito è comune: vestire una divisa significa far parte di una grande famiglia, con valori condivisi e un forte senso di appartenenza.

L’impegno quotidiano nella difesa e nella sicurezza del Paese porta, infatti, gli appartenenti a questo mondo a provare orgoglio e soddisfazione per il proprio ruolo. Condividendo questo sentimento con i propri “colleghi”.

Il senso di appartenenza nelle Forze Armate non è solo un aspetto emozionale, ma anche un potente motore che alimenta il compito di proteggere e difendere la patria e la sicurezza globale.

La cooperazione, la tradizione storica, la disciplina, il lavoro di squadra e la missione condivisa creano un ambiente unico che forgia una forte identità collettiva.

8. La stabilità lavorativa non fa mai male

Uno dei fattori che distingue le professioni militari da quelle civili è senza dubbio la “sicurezza” del posto di lavoro. Chi entra nelle Forze Armate o nelle Forze di Polizia ha la possibilità di costruire una carriera solida, con un impiego a lungo termine e stabile. La sicurezza economica è garantita da contratti ben definiti e da un sistema retributivo strutturato e ben rodato.

Vincere un concorso militare vuol dire assicurarsi una carriera soddisfacente a tempo indeterminato e una stabilità economica che sicuramente agevola la vita privata.

9. L’impegno viene premiato

Oltre a degli stipendi competitivi, chi veste una divisa può spesso contare su bonus, indennità e premi, specialmente se si opera in contesti difficili, come nel caso delle missioni all’estero o di incarichi rischiosi.

Inoltre, la formazione continua è finanziata dall’amministrazione, coprendo totalmente corsi di aggiornamento, specializzazioni e addestramenti specifici.

10. Una carriera che apre porte, dentro e fuori la caserma

Tra gli aspetti personali collegati alle carriere nelle Forze Armate e di Polizia c’è, infine, da considerare la possibilità di costruire un’ampia rete di conoscenze nel settore della sicurezza e non solo.

Questo può facilitare future opportunità lavorative, anche al termine della carriera militare, offrendo chance di impiego in ambiti come la sicurezza privata, la gestione delle emergenze e l’intelligence.

Normale perciò che tutti questi motivi di attrazione, presi assieme, generano un’elevata partecipazione – di gran lunga superiore ai posti disponibili – ai concorsi in divisa. Di fronte ad una concorrenza così imponente, chi ne ha la possibilità si rivolge alla crescente offerta di enti formativi dedicati alla preparazione degli aspiranti cadetti.

Una strada che, tuttavia, è percorribile anche da chi non ha grandi possibilità economiche, grazie ad iniziative come “Onore al Merito”, un vero e proprio concorso indetto dall’associazione AssOrienta in collaborazione con la Nissolino Corsi, per assegnare ai migliori studenti italiani borse di studio per prepararsi alle selezioni previste nel prossimo anno accademico.




Nuii e Maxibon scendono in campo al fianco di Komen Italia per la lotta ai tumori al seno in occasione della Race for the Cure

ROMA– Unire il piacere del gelato, l’energia dello sport e la forza della solidarietà: è con questo spirito che Nuii e Maxibon, brand di punta di Froneri, annunciano la loro collaborazione con Komen Italia in occasione dell’edizione 2025 della Race for the Cure, evento simbolo della lotta ai tumori del seno in Italia.

Dall’8 all’11 maggio, infatti, per l’edizione romana dell’evento, il pubblico potrà acquistare tramite offerta libera gli iconici gelati Froneri durante la manifestazione: l’intero ricavato verrà poi devoluto ai progetti di Komen Italia a sostegno della prevenzione, della ricerca e del supporto concreto per le donne che affrontano il tumore al seno.

Sempre durante la quattro giorni, inoltre, Nuii allestirà presso il Villaggio Race for the Cure del Circo Massimo di Roma anche un campo da padel brandizzato aperto al pubblico, per promuovere lo sport e il divertimento in un contesto positivo e inclusivo.

“Siamo felici di poter contribuire attivamente a un evento così significativo, che ogni anno coinvolge migliaia di persone unite dalla voglia di fare la differenza” ha dichiarato Antonio Mazzesi, Head of Sales – Trade Mktg & CS di Froneri Italia. “Attraverso un gesto di solidarietà semplice ma significativo, vogliamo supportare concretamente la mission di Komen Italia, promuovendo la prevenzione e la sensibilizzazione verso una tematica di fondamentale importanza.”




Adecco ricerca mille 1000 figure professionali presso l’aeroporto di Roma Fiumicino

ROMA- Adecco, società specializzata di The Adecco Group che sviluppa e valorizza il capitale umano, seleziona 1000 nuove risorse da inserire presso l’aeroporto di Roma Fiumicino. Le figure selezionate ricopriranno diversi ruoli, tra cui addetti alla movimentazione dei bagagli, addetti al carico e scarico, addetti al check-in e agenti di rampa. Le risorse saranno responsabili della gestione della movimentazione dei bagagli in arrivo e in partenza, del carico e scarico dei bagagli dagli aerei, del supporto al controllo delle operazioni di imbarco e sbarco. Gli addetti dovranno inoltre assicurarsi che le operazioni vengano svolte in sicurezza e nel rispetto delle normative aeroportuali, lavorando in stretta collaborazione con il personale di terra e le altre figure operative. Tra i requisiti richiesti figurano la disponibilità a lavorare su turni, capacità di lavoro fisico e in ambienti dinamici e buona attitudine al lavoro di squadra. Una già maturata esperienza nel settore, rappresenta requisito preferenziale ma non obbligatorio. Maggiori informazioni sui ruoli e sulle modalità di candidatura sono disponibili a questo link.




AISLA e FARO RACING: un’alleanza per accelerare la lotta contro la SLA

MILANO- In un connubio di passione per le corse e impegno sociale, AISLA annuncia con orgoglio la nuova collaborazione con FARO RACING. Questa partnership innovativa unisce l’energia e la spettacolarità delle piste automobilistiche con la missione sociale di AISLA, per far conoscere sempre più la SLA e sensibilizzare il pubblico anche in ambito sportivo. Per l’occasione, sono state brandizzate 2 vetture da competizione Mitjet con il logo dell’Associazione e la call to action dedicata al 5×1000.

Con un approccio ispirato al mondo delle corse, dove ogni secondo conta e la determinazione è fondamentale, AISLA e FARO RACING si impegnano a dare visibilità alla lotta quotidiana contro la SLA.

“La velocità in pista diventa simbolo di resistenza e coraggio, valori che condividiamo e che vogliamo trasmettere a tutti”, afferma Fabrizio Tablò della Scuderia.

Il progetto prevede una serie di eventi e iniziative, per coinvolgere gli appassionati di motorsport e amplificare il messaggio di solidarietà e consapevolezza. Attraverso momenti di incontro con piloti e specialisti, e campagne di comunicazione, l’obiettivo è trasformare ogni curva in un’occasione per dare voce a chi convive con la SLA e sostenere le azioni di ricerca, assistenza e supporto offerte dall’associazione.

“La velocità in pista diventa simbolo di resistenza e coraggio, valori che condividiamo e che vogliamo trasmettere a tutti”, afferma Maurizio Colombo, Tesoriere nazionale AISLA. “Questa collaborazione con FARO RACING non solo unisce la passione per il motorsport a un impegno sociale concreto, ma rappresenta anche un’opportunità unica per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla SLA. Ogni iniziativa che realizzeremo insieme sarà un ulteriore passo verso una società più inclusiva e consapevole, rafforzando il nostro impegno per la ricerca, l’assistenza e il supporto ai nostri associati.”

Con un messaggio forte e chiaro, AISLA e FARO RACING accelerano insieme verso una meta comune: una società più inclusiva e consapevole, dove il coraggio in pista si trasforma in forza di volontà nella lotta contro la SLA.

Per ulteriori informazioni e per scoprire le prossime iniziative, visitate il sito di AISLA e seguiteci sui nostri canali social.




Le previsioni meteo di domani

Viterbo

Nuvolosità e schiarite nel corso della giornata su tutti i settori ma con tempo asciutto sia al mattino che al pomeriggio. Torna a peggiorare in serata e nottata con piogge e acquazzoni diffusi. Temperature comprese tra +10°C e +21°C.

Lazio

Condizioni di tempo per lo più stabile nel corso della giornata su tutta la regione con nuvolosità e schiarite sia al mattino che al pomeriggio. Tra la sera e la notte nuovo peggioramento in arrivo con piogge e temporali localmente anche intensi.
 
NAZIONALE

AL NORD

Al mattino cieli nuvolosi con piogge ed acquazzoni sparsi, anche intensi al Nord-Ovest, più asciutto sui settori adriatici. Al pomeriggio non sono attese variazioni di rilievo. In serata e nella notte si rinnovano condizioni di maltempo con piogge sparse e temporali anche intensi specie tra Liguria e Piemonte. Neve sulle Alpi occidentali in calo fino a quote medie.

 

AL CENTRO

Al mattino tempo stabile con nuvolosità e schiarite, maggiori addensamenti sui settori tirrenici. Al pomeriggio qualche pioggia in arrivo sulla Toscana. Tra la serata e la notte tempo in peggioramento sul versante tirrenico con piogge ed acquazzoni sparsi, anche temporali possibili sulle coste e variabilità asciutta altrove.

 

AL SUD E SULLE ISOLE

Al mattino piogge sparse sulla Sardegna, locali fenomeni sulla Sicilia e nuvolosità alternata a schiarite altrove. Al pomeriggio poche variazioni, ma con nuvolosità in aumento. In serata e nella notte insiste il maltempo sulla Sardegna ed qualche fenomeno sulla Sicilia, ancora asciutto altrove ma con cieli nuvolosi.
 

Temperature minime stabili o in generale lieve diminuzione, massime in rialzo al Centro-Nord e stabili o in lieve calo al Sud e sulle Isole Maggiori.

Www.centrometeoitaliano.it

Video meteo domani: https://www.youtube.com/c/CentrometeoitalianoIt/videos




A Caltanissetta il Mercoledì Santo è storia viva: tra Real Maestranza e Varicedde

A Caltanissetta la Settimana Santa entra nel vivo e, come da tradizione, il Mercoledì Santo si conferma uno dei momenti più simbolici e identitari per la città. Due appuntamenti scandiscono la giornata: al mattino la sfilata della Real Maestranza, al tramonto la processione delle Varicedde.

Con il corteo della Real Maestranza, Caltanissetta compie un affascinante salto indietro nel tempo, tornando a far rivivere l’antico spirito delle corporazioni artigiane, un tempo cuore pulsante della vita cittadina. A guidare quest’anno le dieci categorie artigiane sarà il capitano Gaetano Villanucci, in rappresentanza dei pittori e decoratori.

La cerimonia prenderà il via alle ore 9:45 con la simbolica consegna delle chiavi della città al Capitano da parte del Sindaco Walter Tesauro. Subito dopo, il corteo si muoverà dalla biblioteca Scarabelli, dando ufficialmente inizio alla processione. Un tratto distintivo di quest’anno è il forte messaggio lanciato dall’Amministrazione comunale in favore della continuità culturale: in collaborazione con le scuole del territorio, numerosi studenti assisteranno alla manifestazione, diventando testimoni e custodi di una tradizione secolare.

“Il mercoledì è un giorno di scuola — spiega l’assessore Lo Muto — ma grazie alla sensibilità dei dirigenti scolastici gli studenti potranno partecipare. Questo non è solo un momento religioso o culturale, ma un pezzo di storia della nostra città.”

A chiudere la giornata, al calar del sole, sarà la sfilata delle Varicedde: 19 piccoli gruppi statuari, in scala ridotta, che riproducono le Vare del Giovedì Santo seguendo lo stesso percorso. Una vera e propria “processione in miniatura”, organizzata dall’Associazione Piccoli Gruppi Sacri, che da anni porta avanti con passione questo rito tanto amato. Quest’anno, per agevolare la partecipazione delle famiglie, l’orario di partenza è stato anticipato alle 19:00, permettendo anche ai più piccoli di vivere questa emozione senza dover restare fuori fino a tardi. Un gesto di attenzione che rafforza il legame tra la tradizione e le nuove generazioni.

 




Convegno nazionale “le TRAMVIE fanno bene alle città” ROMA

Convegno nazionale le TRAMVIE fanno bene alle città

ROMA – 15 aprile 2025 ore 15,00-18.30 Esperienza Europa. Sala David Sassoli, Piazza Venezia, 6
Buone pratiche per la mobilità sostenibile e il ridisegno dello spazio urbano Tramvie2025 Programma DEF (2).png

IL PROGRAMMA

ore 15.30 | Presentazione del Dossier
SIMONE NUGLIO coordinatore ufficio nazionale mobilità Legambiente e AMEDEO TROLESE responsabile mobilità di Legambiente Lazio
Coordina i lavori ROBERTO SCACCHI responsabile nazionale mobilità di Legambiente

Tram e città, storie di successo in Italia
MICHELE CAMPANIELLO assessore nuova Mobilità e trasporto pubblico del Comune di Bologna
GIANNI SCARFONE AD Tramvie Elettriche Bergamasche
ANDREA GIORGIO assessore alla Mobilità Comune di Firenze
ARIANNA CENSI assessora alla Mobilità Comune di Milano
ANDREA RAGONA assessore alla Mobilità Comune di Padova
PIERLUIGI VOSSI assessore alla Mobilità Comune di Perugia
EUGENIO PATANE’ assessore alla Mobilità Comune di Roma
DAVIDE BORDONI consigliere del Vicepresidente Consiglio dei Ministri*
MICHELE FINA membro Commissione Ambiente Senato*
STEFANO CIAFANI Presidente nazionale di Legambiente
*in attesa di conferma

Come la tramvia cambia la domanda di mobilità, la Capitale e i nuovi tram
Coordina i lavori VIOLA CENTI, Legambiente Lazio
ROBERTO CORBELLA Associazione Per Roma
ALESSANDRA GRASSO Salvaiciclisti Roma
PAOLO ARSENA Metrovia
ANDREA RICCI Osservatorio Regionale Trasporti
GABRIELE PISU Comitato Roma Lido
PIERFRANCESCO CANALI Roma Servizi Mobilità
GIOVANNI ZANNOLA Presidente Commissione Mobilità del Comune di Roma
GIOVANNI CAUDO Presidente Commissione Pnrr del Comune di Roma
GIANLUCA LANZI Presidente Municipio XI di Roma
AMEDEO CIACCHERI Presidente Municipio VIII di Roma
MAURA LOSTIA Vicepresidente V Municipio Roma
ANNA DONATI Presidente Roma Servizi della Mobilità

Link per iscrizione all’evento
https://forms.gle/atGJeYGYrH7uzjFF8




Sindrome da deficit dell’attenzione associato ad iperreattività (ADHD)

Negli anni ’90, quando si iniziava a parlare su larga scala di ADHD, lo psicologo James Swanson fu tra i principali promotori della ricerca sui trattamenti disponibili. I dati sembravano confortanti: i farmaci stimolanti come il Ritalin funzionavano, miglioravano nettamente il comportamento dei bambin e la diagnosi sembrava fondata su solide basi. Ma con il tempo, quel che è emerso è una storia molto più complessa e inquietante.

Dopo 36 mesi di trattamento, i vantaggi dei farmaci sparivano del tutto. I bambini che li prendevano da anni non stavano meglio di quelli che non li avevano mai presi. Anzi: crescevano di meno e, a distanza di 9 anni erano ancora, in media, un pollice più bassi. Eppure, in clinica, si continua a prescrivere Ritalin o Adderall come se la diagnosi di ADHD fosse qualcosa di chiaro, netto, identificabile biologicamente. Tuttavia, ancora non lo è. Nessuno studio ha trovato un biomarcatore affidabile. Non c’è una differenza cerebrale inequivocabile. Non c’è un gene e non c’è un confine preciso che distingua chi “ha” e chi “non ha” l’ADHD.

Il problema è che si continua a pensare all’ADHD come a una malattia del cervello, una sorta di diabete neuronale. Ma la scienza più recente dice altro: molti sintomi derivano dal contesto, dall’ambiente in cui una persona è inserita. Un bambino annoiato in una scuola rigida mostra sintomi che spariscono quando studia qualcosa che lo appassiona. Un ragazzo con difficoltà a concentrarsi in classe può essere totalmente focalizzato se lavora in officina o su un set cinematografico. Forse non è il cervello a essere disfunzionale, ma l’ambiente a essere inadatto.

Eppure, i farmaci funzionano. All’inizio. L’effetto è visibile, forte, quasi euforizzante. Ma non migliora la capacità di apprendere, né la performance a distanza di tempo. I bambini stanno più fermi, fanno più esercizi, ma non imparano di più. Studi recenti mostrano che sotto stimolanti si lavora più intensamente, ma non più efficacemente. Inoltre, se si chiede ai ragazzi, molti dicono che dopo un po’ il farmaco “non funziona più” o, peggio: “Mi spegne”, “mi fa sentire meno me stesso”. Non a caso, la maggior parte degli adolescenti smette di prendere le medicine entro un anno.

C’è anche il rischio che la diagnosi stessa, quando trasmessa come un “difetto del cervello”, produca effetti negativi: stigma, senso di inferiorità, isolamento. In alcuni casi, il farmaco può aiutare a migliorare la relazione tra genitori e figli, a contenere il conflitto. Tuttavia , se viene vissuto come una terapia per “correggere” una persona che non è come dovrebbe essere, può fare più male che bene.

I ricercatori oggi propongono un altro approccio. Invece di cercare di correggere la biologia, si può lavorare sull’ambiente. Aiutare i ragazzi a trovare il loro “niche”, il contesto in cui possono funzionare, imparare, essere se stessi. L’ADHD, dicono, non è un’entità fissa, ma un fenomeno dinamico che si manifesta più o meno a seconda di dove sei, cosa fai, come vieni trattato. I sintomi vanno e vengono. Quello che servirebbe è meno rigidità diagnostica e più flessibilità educativa, familiare e sociale.

Alla fine, ciò che può fare la differenza non è una pillola, ma la possibilità di crescere in un ambiente che riconosca la complessità delle menti e che accolga la diversità come una risorsa. Perché forse, a ben vedere, non si tratta di aggiustare le persone, ma di adattare il mondo (1).

TUTTAVIA, c’è una domanda che non possiamo più evitare: perché l’ADHD è più frequente in aree inquinate?
Una metanalisi del 2022 (2), la quale ha arruolato oltre 130.000 bambini, ha mostrato che l’esposizione al piombo e ai metalli pesanti raddoppia il rischio di sviluppare ADHD. I dati sono robusti, la probabilità non è un caso. Nel 2022, una ricerca ha fornito prove chiare sul fatto che vivere vicino ad impianti petrolchimici aumenta il rischio di sviluppo dell’ADHD nei bambini (3). Nel 2024, una revisione sistematica ha confermato che vivere vicino a siti ad alto rischio di trattamento di rifiuti può contribuire a disturbi cognitivi e comportamentali nei bambini (incluso ADHD) (4). Inoltre, nel 2021 una indagine geospaziale ha documentato che i bambini che vivono entro 10 miglia da centrali a carbone presentano una maggiore incidenza di ADHD (5). Le centraline misuravano il particolato direttamente in casa. I dati non sono opinioni.

Ma c’è un altro capitolo ancora troppo trascurato: gli inceneritori di rifiuti urbani. Anche i moderni impianti dotati di filtri avanzati emettono polveri ultrafini (PM0.1), particelle invisibili ma altamente penetranti, portatrici privilegiate di metalli pesanti come il piombo e composti organici tossici. Queste polveri non solo sfuggono ai sistemi di filtrazione, ma si formano anche dopo la combustione, come prodotto secondario. Le polveri ultrafini sono legate a infiammazione sistemica, patologie cardiovascolari e neurotossicità (6). Risulta, dunque, fuorviante parlare di “impianti sicuri” se non si affronta il nodo delle nanoparticelle anche come vettore di inquinanti come il piombo la cui esposizione aumenta il rischio di ADHD.

Infine c’è la guerra. La guerra è tutti questi fattori insieme: piombo, traumi, interruzione degli affetti, fame, esposizione cronica a paura e instabilità. La guerra è l’ambiente neurotossico assoluto. Chi la subisce da bambino, anche se sopravvive, porta le sue ferite dentro. L’ADHD in quei casi non è un’etichetta: è un sintomo del mondo.

Per questo, la vera sfida non è solo curare, ma prevenire. Costruire ambienti che non feriscano. Vivere lontano da centrali a carbone, da raffinerie, da discariche tossiche e da inceneritori di rifiuti. Garantire aria pulita, scuole stabili, affetti continui. Solo così avremo meno bambini da “comprendere”, perché avremo protetto le loro menti prima che si ferissero.

La prevenzione è la prima cura. La comprensione viene subito dopo, ma solo se non abbiamo ignorato l’ambiente che stava ammalando i nostri figli.

Riferimenti principali

1. The New York Times Magazine. The ADHD generation. April 13, 2025. https://www.nytimes.com/2025/04/13/magazine/adhd-medication-treatment-research.html
2. Dalla Bernardina M, Tovo-Rodrigues L, Nardocci AC, et al. Environmental pollution and ADHD: A meta-analysis of cohort studies. Environ Pollut. 2022;315:120351. https://doi.org/10.1016/j.envpol.2022.120351
3. Huang C, Wang Y, Lin T, et al. Living proximity to petrochemical industries and ADHD risk in children. Environ Res. 2022;212A:113128. https://doi.org/10.1016/j.envres.2022.113128
4. Zhang CH, Liu H, Wang Z, et al. Proximity to coal-fired power plants and neurobehavioral symptoms in children. J Expo Sci Environ Epidemiol. 2021;32(1):124-134. PMCID: PMC8275639
5. Miotto E, Tartaglione AM, Iavarone I, Ricceri L, Zona A, et al. Neurodevelopmental outcomes in children living near hazardous waste sites: A systematic review. Int J Environ Health Res. 2024. https://doi.org/10.1080/09603123.2024.2384963
6. Ghirga G. Exploring the impact of municipal waste incineration on PM2.5-related cardiovascular mortality. Re. BMJ. 2024;384:e076322. Published 2024 Dec 6. https://www.bmj.com/content/384/bmj-2023-076322/rr-0

Giovanni Ghirga
Pediatra




Dal cuore alle mani: Dolce&Gabbana arriva a Palazzo Esposizioni Roma

ROMA- Dal 14 maggio al 13 agosto 2025, Dal Cuore Alle Mani: Dolce&Gabbana arriva a Palazzo Esposizioni Roma. È qui che, dopo Milano e Parigi, la mostra – dove è stata accolta con un’affluenza senza precedenti – apre un nuovo e atteso capitolo negli spazi firmati da Pio Piacentini e inaugurati nel 1883, un luogo simbolico della cultura visiva contemporanea e del patrimonio condiviso, il più grande spazio espositivo e culturale del centro di Roma.

Un ritorno in Italia che si carica di nuovi significati: non un semplice riallestimento, ma una narrazione ripensata per il contesto, dove le creazioni di Domenico Dolce e Stefano Gabbana entrano in dialogo con l’impianto architettonico neoclassico, scenografia unica per un viaggio non solo nella moda, ma nel tempo, nell’arte, nella memoria e nella materia.

La mostra, promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo, con il patrocinio di Roma Capitale, prodotta e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo con IMG e curata da Florence Müller con le scenografie di Agence Galuchat, raccoglie oltre duecento creazioni uniche di Dolce&Gabbana, simbolo dello stile italiano dell’Alta Moda.

Una vetrina dell’impareggiabile maestria e dell’artigianalità espresse dal marchio, Dal Cuore Alle Mani: Dolce&Gabbana è una lettera d’amore aperta alla cultura italiana, da sempre ispirazione e musa delle creazioni di Domenico Dolce e Stefano Gabbana, dei quali ripercorre lo straordinario processo creativo – dal cuore, da cui scaturiscono le idee, alle mani, attraverso cui le stesse prendono forma. L’esposizione, inoltre, include il lavoro di selezionati artisti visivi in dialogo con la creatività di Dolce&Gabbana.

Il percorso espositivo si sviluppa in un susseguirsi di grandi sale immersive su una superficie di circa 1.500 mq, esplorando il pensiero creativo e non convenzionale del brand nel mondo del lusso – elegante, sensuale e unico, ma anche ironico, irriverente e rivoluzionario. Le creazioni sono raccontate attraverso una serie di temi che evidenziano le molteplici influenze culturali italiane alle radici di Dolce&Gabbana: dall’arte all’architettura, dall’artigianato d’eccellenza al folklore, dalla musica all’Opera, il Balletto, il Teatro e, naturalmente, le suggestioni della “dolce vita”.




Arte, il pittore Mangone porta la sua Lupa Capitolina Blu da Buccino a Roma

Inaugurata all’Upter la mostra dedicata all’artista campano, tra simboli pittorici e omaggi letterari a Sándor Márai Dal Bosco del MaM di Buccino al cuore della Capitale: la Lupa Capitolina blu, iconica opera dell’artista Fernando Mangone, approda a Roma, accolta negli spazi dell’Università Popolare di Roma (Upter).

Un viaggio simbolico e cromatico che inaugura un nuovo percorso culturale, all’insegna del dialogo tra arte contemporanea e memoria storica. La mostra è stata inaugurata nella prestigiosa cornice di Palazzo Englefield, sede storica dell’Upter, e ospita oltre 60 opere dell’artista campano: un percorso immersivo tra colori vividi, suggestioni culturali, citazioni letterarie, richiami alla classicità e riflessioni profonde sul presente. Tra i protagonisti assoluti dell’esposizione, spicca la celebre Lupa blu, rivisitazione pittorica del noto simbolo di Roma, trasformato da Mangone in una metafora visiva di accoglienza, resistenza e rinascita. “Questa Lupa è un simbolo che ho voluto reinterpretare attraverso il linguaggio del colore. È la Roma eterna che resiste, che protegge, che accoglie. Portarla nella Capitale significa chiudere un cerchio iniziato nei silenzi del mio bosco, e aprirne un altro, fatto di dialogo, memoria e visione. Ogni mia opera è un ponte tra il passato e il presente. La Lupa blu nasce da un’urgenza interiore di rileggere i miti fondativi con occhi nuovi, per parlare a un’umanità che ha bisogno di bellezza e di significati condivisi. Esportare quest’opera a Roma non è solo un traguardo personale, ma un atto di restituzione: un modo per restituire alla città un’immagine simbolica rigenerata dalla pittura”. A dirlo è il pittore Fernando Mangone L’evento ha coinciso con il 125° anniversario della nascita dello scrittore ungherese Sándor Márai, figura centrale della letteratura europea del Novecento. In questa occasione è stato presentato anche il volume “Il penultimo dono. La ‘terza via’ di Sándor Márai”, saggio di Maurizio Pintore edito da Robin Edizioni (2024), che offre un’interessante rilettura del pensiero e dell’opera dello scrittore. L’iniziativa è stata realizzata con il contributo dell’Accademia d’Ungheria a Roma, della Fondazione Sándor Márai e dell’Upter, da sempre punto di riferimento per la promozione della cultura e della formazione. Un sentito ringraziamento è stato rivolto a Francesco Florenzano, presidente dell’Upter, per aver fortemente sostenuto e voluto questa esposizione, che promette di lasciare un segno nel panorama artistico romano e nazionale.




Ecopneus: nel Lazio raccolte oltre 14.400 tonnellate di pneumatici fuori uso nel 2024

Complessivamente Ecopneus ha raccolto e avviato al riciclo l’equivalente in peso di circa 1.594.000 pneumatici da autovettura e soddisfatto 5.550 richieste di prelievo presso i punti di raccolta serviti nella regione

Nel Lazio, il sistema di raccolta e riciclo degli PFU-Pneumatici Fuori Uso gestito da Ecopneus, la società senza scopo di lucro principale operatore della gestione dei PFU in Italia, ha raccolto e avviato al riciclo 14.492 tonnellate di PFU su tutto il territorio regionale nel 2024.

Un quantitativo equivalente a circa 1.594.000 pneumatici da autovettura che, se allineati uno dopo l’altro, coprirebbero una lunghezza pari a 15 volte l’intero tracciato del Grande Raccordo Anulare di Roma.

Questo importante risultato è stato raggiunto grazie a un sistema efficiente che ha permesso di soddisfare 5.550 richieste di prelievo presso i punti di raccolta sul territorio della regione, tra gommisti, stazioni di servizio e autofficine.

La raccolta nel Lazio si inserisce nel più ampio quadro nazionale che ha visto Ecopneus raccogliere complessivamente 168.034 tonnellate di PFU in tutto il Paese nel 2024, superando del 10% il target stabilito per legge, garantendo il raggiungimento degli obiettivi straordinari fissati dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per affrontare le difficoltà del sistema nazionale di raccolta. Un traguardo raggiunto grazie a una raccolta capillare che ha permesso di esaudire oltre 45.000 richieste di prelievo presso più di 18.500 punti di generazione in tutta Italia.

“I risultati raggiunti nel 2024 confermano l’efficacia di un sistema di gestione dei PFU capace di rispondere in modo puntuale alle esigenze dei territori, garantendo una raccolta capillare anche nelle aree più complesse, con l’obiettivo di supportare concretamente gli operatori locali. Per il 2025, puntiamo a consolidare ulteriormente il nostro presidio territoriale e le collaborazioni con istituzioni e aziende locali, continuando a investire in ricerca e innovazione per consolidare nuove applicazioni della gomma riciclata” – ha dichiarato Giuseppina Carnimeo, Direttore Generale di Ecopneus.

“Continuiamo a operare, attraverso accordi diretti, con una rete capillare di partner, coinvolgendo 23 aziende specializzate nella raccolta e nel trattamento, con l’obiettivo di ottimizzare la filiera e garantire elevati standard qualitativi. Nel 2024, questo impegno ci ha permesso di effettuare oltre 45.000 missioni di prelievo su tutto il territorio nazionale, grazie a una logistica efficiente e puntuale. Un elemento distintivo del nostro sistema è la tracciabilità completa di ogni singola movimentazione di PFU. Il nostro sistema gestionale I-Smart, infatti, grazie a un sofisticato sistema di tracciamento, consente il monitoraggio accurato e dettagliato dei flussi dei PFU, dalla raccolta fino al trattamento finale” – ha proseguito Andrea Caruana, Responsabile gestione partner, logistica e tracciamento di Ecopneus.

La gestione dei PFU rappresenta un esempio virtuoso di economia circolare, in grado di generare benefici ambientali concreti e misurabili. Ogni anno, il recupero dei PFU consente di evitare l’emissione di circa 300 mila tonnellate di CO2 equivalente, un quantitativo paragonabile alle emissioni di oltre 180 mila autovetture che percorrono 10.000 km in un anno. A questo si aggiunge un risparmio di più di 1 milione di m3 di acqua, equivalente al consumo medio giornaliero di circa 5,6 milioni di italiani, e di oltre 270 mila tonnellate di risorse minerali e fossili, pari al peso di 558 treni Frecciarossa 1000. Un impegno che genera anche importanti benefici economici, tra i quali un risparmio per il Paese di circa 80 milioni di euro legato alla riduzione delle importazioni di materiale vergine.

I PFU raccolti vengono trasformati in gomma riciclata per numerose applicazioni: dalle pavimentazioni sportive agli asfalti modificati, dai materiali per l’isolamento di edifici agli elementi dell’arredo urbano, fino all’impiego nei settori industriali. Gli asfalti modificati con gomma riciclata, in particolare, rappresentano un’eccellenza tecnologica che unisce sicurezza, sostenibilità ambientale e prestazioni superiori: sono più silenziosi, durevoli e resistenti, garantendo minori costi di manutenzione nel lungo periodo.

Un’ulteriore applicazione è rappresentata dal recupero energetico attraverso la trasformazione dei PFU in combustibile, offrendo un’alternativa energetica più sostenibile, con minori emissioni rispetto ai combustibili tradizionali. Questa soluzione trova impiego ottimale nei cementifici, dove l’acciaio contenuto nei PFU viene valorizzato, riducendo la necessità di utilizzare ossido di ferro vergine. In questo modo, si offre una risorsa preziosa alle aziende energivore nazionali, contribuendo a mitigare i costi energetici e promuovendo un’economia circolare virtuosa.

Dal 2011 ad oggi, Ecopneus ha gestito oltre 2,8 milioni di tonnellate di PFU, superando costantemente gli obiettivi di legge.