La similitudine e la metafora tra le figure retoriche della poesia

di LORENA PARIS-

VITERBO – Oggi, vi consiglierei di approfondire la curiosità che spero io abbia provato ad accendere, sino ad ora, sulle numerosissime figure retoriche della nostra bellissima lingua e vi ricordo tra le altre “ la similitudine” e “la metafora” che ritengo siano molte conosciute ed usate, soprattutto perché esse accentuano il potere evocativo della Poesia.

Vi scrivo e leggo qui un mio testo poetico con consonanze, similitudini e metafore.

Hai perso un altro giorno
velo di luna
sottomesso al cielo.
Eri come lucore di neve
una parola confusa
un piccolo dono fruttato.
Eri armonia di viola
il buon senso e il peccato
un abbraccio slegato.
Il fianco di solitudine
che solo ieri notte
hai prestato .

Lorena Paris


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L’ossimoro e la sinestesia

di LORENA PARIS – Questa settimana, per “di Martedì, Poesia” accenno ad altre due figure retoriche usate sovente nel linguaggio poetico: l’ossimoro: (es. il ghiaccio bollente, il silenzio assordante) ovvero l’accostamento di due parole di significato opposto.
La sinestesia: (es. L’ urlo nero, parole calde) ovvero l’accostamento di due parole che si riferiscono a sfere sensoriali diverse).

Sotto il testo e l’audio di una mia poesia con sinestesia nel penultimo verso.

***

È sui miei occhi
ogni sera
la stanchezza
di tutto il cielo
che si è versato muto
sopra la mia terra
le case ingrate
il bosco folle
le mani tese.
Il profumo amaro
della riconoscenza.

Lorena Paris


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Linguaggio poetico: cenni su anastrofe e anafora

di LORENA PARIS-

VITERBO – Per “ Di martedì, Poesia” questa settimana, riassumo due figure retoriche usate nel linguaggio poetico.  L’ anastrofe, ovvero l’inversione di due parole rispetto all’ordine solito:
“Cercavano il miglio gli uccelli ed erano subito di neve;…”(S. Quasimodo), dove il soggetto “uccelli “ è posto dopo il predicato verbale e complemento oggetto ( cercavano il miglio) “Sempre caro mi fu quest’ermo colle…”(G. Leopardi) (dove l’aggettivo “ermo” è anteposto al nome “colle”.
L’ anafora ovvero la ripetizione di una o più parole all’inizio del verso e successivi. Per me si va nella città dolente, per me si va nell’eterno dolore, per me si va tra la perduta gente…
(Dante).

Vi scrivo e leggo qui  un mia poesia breve con consonanze (canto – pianto- rimpianto) ed anastrofe ( aggettivo, “ lenta “anteposto al nome “andatura”).

Mi sono fermata
in un luogo del mondo
seguito le note di un canto
una strada di rose
il ricordo del pianto.
Ho preso appunti
con una matita di luna
lenta andatura
un quaderno ho finito
di terra e rimpianto.

Lorena Paris


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Ancora cenni sul suono del linguaggio poetico. Poesia: È la notte

di LORENA PARIS-

VITERBO- Continua, anche questo martedì, il viaggio attraverso l’elemento “ suono” del linguaggio poetico. Molto usato dai Poeti è l’accostamento di parole simili per il loro suono, ma di significato diverso (Paronomasia). Famosissime le parole come “ sedendo e mirando” scelte dal grande Leopardi nel suo celebre “ L’Infinito”.
Chissà quante poesie, con paronomasie, vi verranno in mente, ora!E’ la notte

Nasconde una nuova ombra.
È la notte.
Getta il suo scudo nel vento
sfila le lance dal petto
le abbandona nel luogo confuso
col tempo.
Guerriera vinta da sensibili indugi
ritorna ferita ad aprire i segreti
le stanze d’incenso e d’intenso
nel sempre stregate.
Canta d’amore alle figlie mai nate
e compone
chiari mosaici di sogni
sopra le storie opache e spezzate.

Lorena Paris


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