Imprese, Unindustria: “Al via il progetto formativo per le PMI”

VITERBO – Il Comitato Piccola Industria di Unindustria, in collaborazione con l’Università Campus Biomedico, nell’ambito del bando finanziato dalla Camera di Commercio di Roma per il sostegno alla competitività delle imprese, ha avviato un percorso formativo rivolto alle Pmi del Lazio. “PMI Academy” è un progetto che ha l’obiettivo di aumentare le conoscenze e le competenze dei manager e degli imprenditori, con l’obiettivo di sostenere le piccole e medie imprese del tessuto regionale nella crescita e nello sviluppo di nuove competenze oltre che aiutarle nei percorsi di innovazione.

Tre i moduli formativi in programma. Il primo, “Analisi del rischio cyber per le Pmi” e realizzato in collaborazione con il Vicepresidente di Unindustria per la Cybersecurity Lorenzo Benigni, si è aperto questa mattina a Roma. Dopo il saluto di Cristiano Dionisi, Presidente del Comitato Piccola Industria di Unindustria e di Rossella Ferreri dell’Università Campus Biomedico, sono intervenuti come docenti i professori Roberto Setola e Luca Faramondi. Nelle prossime settimane saranno affrontate anche le tematiche della digitalizzazione nella Sicurezza sul lavoro e dell’Intelligenza artificiale.

“La crescita dimensionale delle imprese e la managerializzazione degli imprenditori – ha affermato Cristiano Dionisi, Presidente Comitato Piccola Industria di Unindustria – sono due punti centrali del piano industriale del Lazio che abbiamo elaborato insieme alla Regione. Il Percorso “Pmi Academy”, si inserisce in tale ambito, perché riteniamo che investire in cybersecurity, sicurezza sul lavoro e intelligenza artificiale sia una necessità per tutte quelle aziende che oggi vogliono crescere e innovarsi all’interno di un mercato globale sempre più complesso e interconnesso”.




Cassa integrazione nella Tuscia. Turchetti (Uil Viterbo): “Crescita del 2024 è segnale preoccupate”

VITERBO – Cassa integrazione in crescita nella Tuscia. Il 2024 si è chiuso con un incremento percentuale rispetto al 2023 di 3,2 punti, che tradotto in valori assoluti significa oltre 600mila (644953) ore concesse, contro le 624777 del 2023. Sono i numeri che emergono dallo studio del servizio Lavoro, Coesione e Territorio della Uil.

“Dopo le province di Latina (75,6 cento) e Rieti (24,7 per cento) – dice Giancarlo Turchetti, Segretario generale della Uil Viterbo – il nostro territorio nel 2024 ha registrato la terza variazione percentuale positiva. Mentre l’area romana e quella ciociara hanno invece accusato flessioni, rispettivamente pari a -45,6% e -14,2%. Decrementi che hanno inciso sul dato regionale, facendolo scendere rispetto al 2023 a meno 30,6 per cento”.

Complessivamente nel Lazio è diminuita la cassa integrazione ordinaria e quella straordinaria, mentre è aumentata quella in deroga. Ma soltanto sei regioni hanno conosciuto diminuzioni. Per tutte le altre i rialzi sono stati consistenti, prima fra tutte il Piemonte con un più 64,2 per cento. Incrementi simili a quelli della Tuscia possiamo invece ritrovarli a Verbania (723112 ore autorizzate), Grosseto (787976) e Messina (601476)”.

“La nostra provincia – aggiunge il sindacalista – rivela una continua sofferenza del tessuto economico e produttivo, che avevamo già evidenziato mesi fa confrontando i primi sette mesi del 2024 con quelli del 2023. Adesso constatiamo che l’iniziale tendenza si è invece protratta per tutto il periodo di osservazione. Ciò significa che abbiamo davanti un panorama con poche certezze e tanti dubbi, che pesano non poco sul futuro socioeconomico della Tuscia”.

“Il nostro territorio come altri – conclude Turchetti – paga l’assenza di una seria politica industriale. Sotto questo aspetto i fondi stanziati dal Mimit per realizzare di programmi di sviluppo finalizzati a potenziare e promuovere la competitività e la resilienza delle filiere strategiche del Paese sono un segnale positivo, anche se le risorse stabilite non sono sufficienti per fornire ossigeno alle filiere produttive interessate. Serve una ampia strategia condivisa basata sulle politiche attive del lavoro e misure industriali mirate per assecondare e supportare la riconversione del sistema energetico, industriale e sociale dell’economia italiana”.




Lavoro: Montanaro, “La vera sfida è la gestione della complessità normativa”

ROMA – Si è svolto ieri, nella prestigiosa Sala del Consiglio della Facoltà di Economia dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, il seminario di studio “Il luogo di lavoro a geometria variabile: tra spazi fisici e virtuali”, un evento di grande rilievo promosso dall’Associazione Nazionale Consulenti del Lavoro (ANCL) e dalla Scuola di Relazioni Industriali (ASRI), in occasione del primo anniversario dalla fondazione della Scuola stessa.

L’incontro ha rappresentato un’importante occasione di approfondimento e confronto tra consulenti del lavoro, docenti universitari, avvocati, e rappresentanti delle parti sociali, sindacali e datoriali, ponendo al centro della discussione il tema della trasformazione del concetto di luogo di lavoro nell’era digitale e normativa attuale.

Dopo i saluti istituzionali della Professoressa Lucia Leonelli, Preside della Facoltà di Economia dell’Università di Roma “Tor Vergata”, i lavori sono stati introdotti dalla Professoressa Maria Cristina Cataudella, Ordinaria di Diritto del Lavoro presso l’ateneo.

Coordinati dal Professore Armando Tursi, Ordinario di Diritto del Lavoro dell’Università degli Studi di Milano e membro del Comitato Scientifico ASRI, i tre panel hanno affrontato le sfide emergenti nel mondo del lavoro, analizzando rispettivamente la funzione del lavoro digitale, la mobilità dei lavoratori tra sede fissa, trasferta e lavoro itinerante, e la definizione estesa del luogo di lavoro nel contesto normativo della salute e sicurezza.

Tra i numerosi interventi, particolarmente significativa è stata la partecipazione di Dario Montanaro, Presidente Nazionale ANCL e ASRI, che ha ribadito l’importanza della missione della Scuola di Relazioni Industriali: “ASRI nasce con la chiara vocazione di costruire un ponte solido tra il mondo accademico e quello professionale. Il dialogo con gli atenei è dunque una delle linee guida della Scuola, che ha fra i suoi obiettivi quello di promuovere un concreto ed efficace dibattito nel mondo delle Relazioni Industriali. Eventi come quello di oggi dimostrano quanto sia cruciale il dialogo tra esperti e istituzioni per affrontare le sfide del lavoro.”

Montanaro ha poi posto l’attenzione su una delle principali criticità del mercato del lavoro attuale: “Il modello di polverizzazione della prestazione di lavoro non deve essere visto come un fenomeno negativo, ma richiede un adeguamento normativo che oggi manca. Strumenti innovativi come lo smart working impattano su un ordinamento emanato per modelli ormai superati nella prassi, come dimostra l’immutato articolo 4 dello Statuto dei Lavoratori. Questa complessità normativa rappresenta la vera sfida da affrontare.”

Guardando al futuro, Montanaro ha evidenziato il rischio di un’evoluzione del mercato che potrebbe complicare il rapporto tra clienti e imprese: “I casi di inserimento forzato nello smart working sono stati limitati, ma ci sarà presto un rimbalzo. Non tanto nella variazione dei rapporti di lavoro, come spesso raccontano i grandi player, ma piuttosto nella crescente difficoltà per il cliente finale di trovare un referente fisico. È un fenomeno che dobbiamo monitorare con attenzione.”

L’evento si è concluso con un momento conviviale per celebrare il primo anno di attività della Scuola ASRI. La quale conferma il suo impegno nel ricoprire un ruolo centrale nel dibattito sulle trasformazioni del mondo del lavoro e sulle prospettive future delle relazioni industriali.

Saluti Istituzionali:

Lucia Leonelli, Professoressa Ordinaria di Economia degli Intermediari Finanziari dell’Università di Roma “Tor Vergata”, Preside della Facoltà di Economia

Introduzione:

Maria Cristina Cataudella, Professoressa Ordinaria di Diritto del Lavoro dell’Università di Roma “Tor Vergata”

Coordina i lavori:

Armando Tursi, Professore Ordinario di Diritto del Lavoro dell’Università degli Studi di Milano, Avvocato e membro del Comitato Scientifico ASRI

PANEL I:

Funzione del lavoro digitale

· Maurizio De Carli, Responsabile del Dipartimento di Relazioni Sindacali CNA e membro del Comitato Scientifico ASRI

· Paolo Iervolino, Ricercatore tenure track in Diritto del Lavoro dell’Università di Roma “Tor Vergata”

· Dario Montanaro, Presidente Nazionale ANCL e ASRI

· Francesco Rondina, Avvocato e Dottore di Ricerca

PANEL II:

Sede di lavoro, trasferta e lavoro itinerante

· Anna Maria Battisti, Professoressa Associata di Diritto del Lavoro dell’Università di Roma “Tor Vergata”

· Andrea Chiriatti, Responsabile Lavoro FIPE Confcommercio e membro del Comitato Scientifico ASRI

· Luca Maria Colonna, Segretario Nazionale UILM e membro del Comitato Scientifico ASRI

· Francesco Lombardo, Dottore di Ricerca e Coordinatore Scientifico ASRI

PANEL III:

La definizione estesa di luogo di lavoro nel contesto normativo della salute e sicurezza sul lavoro

· Sabrina Cassar, Professoressa Associata di Diritto del Lavoro dell’Università di Roma “Tor Vergata”

· Cecilia Catalano, Dottoressa di Ricerca e Responsabile operativo del Centro Studi Nazionale ANCL

· Barbara Garbelli, Consulente del Lavoro e membro del Comitato Scientifico ASRI

· Michelangelo Salvagni, Avvocato Cassazionista




Nasce Conflavoro Assofoto, presidio per fotografia stampata e professionisti del settore

ROMA – La fotografia stampata rischia di scomparire nel ‘deserto digitale’. Con essa, a rischio ci sono anche migliaia di aziende e fotografi professionisti che, privi di tutele ordinistiche, operano ogni giorno per preservare l’acquisizione e la stampa fotografica. Per offrire loro un punto di riferimento concreto e difendere un comparto storico, nasce Conflavoro Assofoto, l’associazione costituita a Roma e presieduta da Alessandro Lama, con Marco Bruni vicepresidente e Michele Carucci segretario generale.

L’obiettivo primario di Conflavoro Assofoto è ottenere dalle istituzioni il riconoscimento ufficiale della figura del fotografo certificato, un passo fondamentale per garantire la qualità e l’affidabilità del settore e tutelare i negozi di prossimità. “Con la costituzione di Assofoto – sottolinea Roberto Capobianco, presidente nazionale di Conflavoro – chiediamo al Governo normative chiare che garantiscano la coesistenza tra foto fisiche e digitali. La scomparsa dei negozi fotografici sta impoverendo il tessuto urbano e il nostro patrimonio culturale. È necessario tutelare queste attività con incentivi fiscali e agevolazioni che ne garantiscano la continuità e il ruolo aggregativo nelle nostre comunità”.

Alessandro Lama spiega il senso di Conflavoro Assofoto: “La nostra missione è preservare la fotografia stampata, in piccoli e grandi formati, un patrimonio di identità e memoria, ma anche di certificazione, come nel caso delle fototessere. Senza fotografi qualificati e senza punti fisici di riferimento, questo patrimonio rischia di disperdersi irrimediabilmente”.

“Nel 2024 sono state scattate circa 2 trilioni di fotografie in tutto il mondo, con una media di 61.400 scatti al secondo, immagini che si consumano in un istante e rischiano di perdersi per sempre. La stampa fotografica, invece, conserva nel tempo il valore dei ricordi e delle identità. La fotografia stampata non è solo un supporto visivo, ma una forma d’arte e un ponte tra generazioni. Serve un argine all’alienazione dell’iperdigitalizzazione: per questo la figura del fotografo certificato è imprescindibile”, conclude Lama.




“Premio Minevra edizione 2025”: aziende e manager premiate

ROMA – Si è svolta oggi, presso la Camera di Commercio di Roma – Sala del Tempio di Vibia Sabina e Adriano – Piazza di Pietra Roma, la cerimonia di premiazione dell’edizione 2025 del Premio Minerva, promosso da Unindustria e Federmanager Roma.

Il Premio che ha come obiettivo la valorizzazione della cultura manageriale femminile nel mondo dell’impresa, ha assegnato oggi un riconoscimento a donne manager ed aziende che si sono particolarmente distinte nelle politiche di genere e nello sviluppo di una leadership femminile e trasformativa.

“Le aziende che investono nella diversità e nell’inclusione ottengono risultati miglior in termini di produttività, creatività ed attrattività sul mercato, crescono di più e meglio perché beneficiano di una maggiore capacità di gestione del cambiamento e di una visione più ampia e lungimirante – ha dichiarato Giuseppe Biazzo Presidente di Unindustria – Il Lazio si conferma la seconda regione in Italia per numero assoluto di donne dirigenti e Roma ha un ruolo decisivo in questo scenario: una manager su cinque in Italia lavora nella Capitale, dove si concentra il 96% delle donne dirigenti della regione. Con il Premio Minerva, non solo celebriamo l’impegno e la visione di quelle imprese e manager eccellenti che hanno saputo creare modelli virtuosi che possono ispirare e guidare il futuro, ma anche il talento di giovani laureati che hanno dedicato le loro ricerche ai temi dell’inclusione e dell’empowerment femminile”.

“Nonostante negli ultimi cinque anni si sia registrato un incremento notevole nel numero di donne dirigenti nel settore privato, il divario con i colleghi uomini resta ancora profondamente radicato – ha dichiarato Antonio Amato Presidente di Federmanager Roma – secondo una recente ricerca EU.R.E.S., oggi il 71,8% dei dirigenti nel Lazio è rappresentato da uomini, mentre le donne coprono solo il 28,2% di queste posizioni. Ma il dato più allarmante resta quello retributivo: tra i dirigenti, il gap è salito da 35.900 euro nel 2019 a 38.100 euro nel 2023. Anche nel settore pubblico il gender pay gap non si attenua, anzi. Il Premio Minerva, nato dalla sinergia tra Federmanager Roma e Unindustria, rappresenta proprio questo: un richiamo forte e concreto all’azione. Un riconoscimento che celebra l’eccellenza femminile nei ruoli apicali, ma che al tempo stesso sottolinea quanto sia urgente diffondere una cultura del merito, dell’inclusione e della trasparenza. La parità di genere non è solo una questione etica, ma una leva strategica per la crescita del sistema produttivo e del Paese nel suo insieme.” –

Per la categoria Premio Donne Manager sono state premiate:

Maria Pia Ammirati Direttore Rai Fiction

Alessia Canfarini Equity Partner e Head of Human Capital Center of Excellence di Bip

Rossella De Angelis Group Communications/Csr & Circular Economy Director Klopman

Angela Gargani Public Affairs Director FiberCop

 

Clara Oliva Data Data Analytics, Artificial Intelligence & Customer Insight Vice President Tim. 

 

Le menzioni speciali Winning Women, individuate dal Winning Women Institute, sono state assegnate a:

IRBM per la visione di sostenibilità

Leonardo per la visione strategica sull’empowerment femminile

Vodafone Italia per l’approccio sistemico contro la violenza di genere.

 

Per la categoria Premio Aziende, le vincitrici sono:

Per le piccole imprese:

European Brokers

Key Partner Italy

Time to host

Per le medie imprese:

Challenge Network

Ised

Mag

Per le grandi imprese:

British American Tobacco

Capgemini

Pfizer

Sanofi

Tim

L’edizione 2025 del Premio Minerva ha visto anche tre i giovani laureati vincere delle borse di studio per le loro tesi di alto valore accademico sulla parità di genere:

 

Michael Fabio Nahum

Michela Piccioli

Francesco Schirripa.

Ad aprire i lavori insieme ad Unindustria e Federmanager Roma Lorenzo Tagliavanti Presidente Camera di Commercio di Roma. In seguito, Emiliana De Blasio Professoressa della Luiss Guido Carli ha presentato le attività dell’osservatorio Ogid (Observatory on Gender, Inclusion and Democracy).

A moderare le tavole rotonde Annalisa Bruchi giornalista Rai. Al primo giro di tavolo “Parità di genere: leva per il valore pubblico” hanno presto parte Simona Renata Baldassarre Assessore Pari Opportunità Regione Lazio e Monica Lucarelli Assessora Pari Opportunità Comune di Roma. La seconda tavola rotonda “Prassi e politiche di genere: condizioni abilitanti per lo sviluppo e l’innovazione delle imprese” ha visto confrontarsi sul tema Alda Paola Baldi Vice Presidente Unindustria con delega al Capitale Umano, Luciana Delfini Consigliera di parità supplente Regione Lazio, Maurizio Mosca Esperto di cambiamento organizzativo in ottica di genere Winning Women Institute, Stefania Santucci Coordinatrice Federmanager Minerva Roma.




Lupidi, Cna: ”Una nostra impresa ambasciatrice delle tradizioni viterbesi”

VITERBO- Pane di Santa Rosa e pesce di Sant’Andrea, la Pasticceria Garibaldi protagonista di Linea Verde. Da Santa Rosa a Sant’Andrea. La Pasticceria Garibaldi sarà protagonista di Linea Verde nella puntata di sabato prossimo, in onda alle 12,30 su Rai1, con i due prodotti legati alle feste: rispettivamente il pane e il pesce di cioccolata. “Una nostra impresa ambasciatrice delle tradizioni viterbesi sulla rete ammiraglia di mamma Rai: non possiamo che complimentarci ed esserne orgogliosi”, commenta Attilio Lupidi, segretario della Cna di Viterbo e Civitavecchia.

L’impresa associata alla Cna si trova in via Garibaldi, proprio sulla parte iniziale del percorso della Macchina. Qui Monica Caradonna – conduttrice del programma insieme a Elisa Isoardi – ha potuto immortalare tutte le fasi della lavorazione del pane di Santa Rosa e del pesce di Sant’Andrea.

“Linea Verde – dice Moreno Pierini della Pasticceria Garibaldi – era interessata a queste nostre due tradizioni, che noi abbiamo non solo descritto, ma anche realizzato nel nostro laboratorio di fronte alle telecamere”. Moreno si è occupato del pane, che tra gli ingredienti vede in primo piano le nocciole dei Cimini; il fratello Marco invece del pesce. “Abbiamo fatto una dimostrazione in laboratorio – continua Pierini – raccontando anche alcuni aneddoti legati alle feste e la storia delle tradizioni”.

Ovvero l’attesa per l’arrivo del pesce di cioccolata, portato da Sant’Andrea la sera del 29 novembre e lasciato sul piattino messo sul davanzale della finestra dai bambini. E la festa di Santa Rosa patrimonio Unesco, con il Trasporto della Macchina il 3 settembre e la ricorrenza religiosa il giorno successivo.

“Ci sarà un bel ritorno di immagine – conclude Lupidi – per Viterbo e per tutta la Tuscia. I nostri complimenti a tutto lo staff della Pasticceria Garibaldi: meritano questa vetrina per l’amore che mettono ogni giorno nel loro lavoro, con risultati sempre eccellenti”.

 




Desertificazione commerciale nelle città italiane: Confcommercio Lazio Nord lancia un appello per la rigenerazione urbana

VITERBO – Negli ultimi dodici anni, le città italiane hanno assistito a una significativa trasformazione del tessuto commerciale e delle attività di alloggio e ristorazione. Secondo un’analisi condotta da Confcommercio, tra il 2012 e il 2024, l’Italia ha perso quasi 118.000 negozi al dettaglio e 23.000 attività di commercio ambulante. Al contrario, le attività legate all’alloggio e alla ristorazione sono cresciute, con un incremento di 18.500 unità. Carlo Sangalli, Presidente Nazionale di Confcommercio – Imprese per l’Italia, ha dichiarato: “Senza negozi di vicinato, le città diventano meno sicure e meno vivibili.”

I numeri del cambiamento

Nel periodo considerato, il settore del commercio, degli alberghi e dei pubblici esercizi ha registrato una forte crescita delle imprese a titolarità straniera (+41,4%), mentre quelle italiane sono aumentate solo del 3,1%. Inoltre, il 39% della nuova occupazione straniera nell’intera economia (+397.000 occupati negli ultimi 12 anni) si concentra proprio nel commercio, nell’alloggio e nella ristorazione, con un aumento di 155.000 lavoratori.

Nei centri storici, la chiusura dei negozi è stata più marcata rispetto alle periferie, sia al Centro-Nord che nel Mezzogiorno. Nei Comuni analizzati, sono scomparsi quasi 31.000 esercizi al dettaglio in sede fissa, accompagnati da una riduzione del 35,5% degli sportelli bancari (da 8.026 nel 2015 a 5.173 nel 2023).

Settori in trasformazione

Nei centri storici, le attività tradizionali come i distributori di carburanti (-42,1%), le librerie e i negozi di giocattoli (-36,5%), i mobilifici e le ferramenta (-34,8%) e i negozi di abbigliamento (-26%) hanno subito un forte calo. Al contrario, sono cresciuti i servizi come le farmacie (+12,3%) e i negozi di computer e telefonia (+10,5%), oltre alle attività di alloggio (+67,5%), con un vero e proprio boom degli affitti brevi (+170%). Gli alberghi tradizionali, invece, hanno registrato un calo del 9,7%.

Il caso di Viterbo

A Viterbo, dal 2012 al 2024, il commercio al dettaglio nel centro storico è diminuito del 24,69%, mentre nelle aree non centrali la riduzione è stata del 9,97%. Tuttavia, il settore degli alberghi, bar e ristoranti ha mostrato segnali positivi, con un aumento del 4,83% nel centro storico e del 21,16% nelle altre aree.

Un appello per la rigenerazione urbana

Loredana Badini, Vice Presidente di Confcommercio Lazio Nord, ha sottolineato: “È evidente la necessità di un programma di rigenerazione urbana che coinvolga istituzioni, imprese e cittadini. Dobbiamo rafforzare le economie locali e la dimensione umana e comunitaria attraverso iniziative concrete, come la riqualificazione degli spazi pubblici, politiche di mobilità sostenibile e piani per riaprire negozi sfitti con canoni calmierati. Solo una gestione partecipata e collettiva della città può contrastare la desertificazione commerciale e lo svuotamento delle vie cittadine. Economia, vivibilità, coesione sociale e sicurezza sono temi urgenti su cui ripensare il futuro della nostra Viterbo.”

Fonte: Centro Studi Guglielmo Tagliacarne




Energia, 320 milioni per l’autoproduzione. Gismondi, Cna: “Tempi strettissimi per le domande, noi a disposizione delle imprese”

VITERBO – Impianti solari fotovoltaici e mini eolici, c’è il decreto direttoriale del Mimit. Si parla di 320 milioni di euro da risorse Pnrr a favore delle pmi per investimenti in interventi di installazione di impianti rinnovabili destinati all’autoproduzione. “Ma i tempi sono strettissimi, invitiamo dunque le imprese interessate a contattare subito la Cna, a disposizione per predisporre le domande”, commenta Alessio Gismondi, presidente dell’Associazione di Viterbo e Civitavecchia.

La procedura sarà a graduatoria, i 320 milioni sono per le pmi che puntano sull’autoproduzione di energia. Il tutto attraverso contributi a fondo perduto che variano dal 30 al 50%. Le imprese devono avere sede in Italia, gli investimenti ammissibili saranno tra 30mila e 1 milione di euro, un solo progetto per impresa.

Le domande possono essere presentate dal 4 aprile al 5 maggio 2025. “Le risorse – dice Gismondi – potevano essere maggiori, la burocrazie è tanta e il tempo pochissimo. In questo contesto, ciò che la Cna può fare per ottimizzare questi fattori è mettere a disposizione delle imprese la nostra esperienza e consentire loro di presentare domanda senza rischiare di incorrere in errori che potrebbero inficiarne il buon esito”.

Il presidente della Cna di Viterbo e Civitavecchia parla anche di burocrazia perché l’elenco di documenti tecnici richiesti per accedere ai fondi risulta piuttosto fitto.

“La Cna – conclude Gismondi – è fianco delle pmi per fornire l’assistenza necessaria nella predisposizione della domanda”. Per informazioni è possibile contattare l’Associazione ai numeri 0761.2291 e 0761.229220.




Unione Artigiani Italiani: il registro digitale RENTRI, rivoluziona la gestione dei rifiuti in Italia

“Una vera e propria rivoluzione nella gestione dei rifiuti in Italia che offre soluzioni immediate alle aziende associate”. Così il Presidente della Federazione Nazionale Artigianato Artistico e Tradizionale dell’Unione Artigiani Italiani e delle PMI Francesco Michele Abballe, commenta l’attivazione del Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti (RENTRI) che si appresta a diventare una realtà operativa, segnando un punto di svolta nella gestione dei rifiuti in Italia.

La transizione al RENTRI rappresenta una sfida importante, che richiederà un adeguamento da parte di tutte le figure coinvolte. Tuttavia, grazie al supporto dell’Unione Artigiani Italiani, le aziende associate potranno affrontare questa transizione in modo più agevole e efficiente: “Si tratta di un passo fondamentale per modernizzare il sistema di gestione dei rifiuti in Italia – spiega Abballe – e allinearlo così agli standard europei. Il RENTRI rappresenta una svolta nella gestione dei rifiuti nei territori, con l’obiettivo di creare un sistema più efficiente, trasparente e sostenibile. La digitalizzazione della tracciabilità dei rifiuti, combinata con le soluzioni immediate offerte dall’Unione Artigiani Italiani, è un passo fondamentale per contrastare l’illegalità e promuovere un’economia circolare”.

La nuova piattaforma digitale del RENTRI ha apportato alcune novità: introduce un sistema completamente digitale per la gestione dei dati relativi ai rifiuti, sostituendo gradualmente la documentazione cartacea; permette un monitoraggio più efficace dei flussi di rifiuti, riducendo il rischio di smaltimenti illeciti e frodi ambientali; semplifica gli adempimenti burocratici per le imprese e gli operatori del settore, attraverso un’interfaccia unica e centralizzata.

Tre le tappe fondamentali del progetto: dal 15 dicembre 2024 è iniziata l’iscrizione alla piattaforma RENTRI online. Dallo scorso 13 febbraio 2025, i produttori di rifiuti iscritti al RENTRI dovranno utilizzare il nuovo modello di FIR (Formulario di Identificazione dei Rifiuti) in formato cartaceo, con vidimazione digitale, Formulario che diventerà totalmente digitale dal 13 Febbraio 2026.

“L’Unione Artigiani Italiani – spiega ancora il Presidente Unione Artigianato Artistico e Tradizionale Abballe – consapevole delle sfide che questa transizione comporta per le piccole e medie imprese, ha predisposto una serie di soluzioni immediate per supportare le aziende associate nell’adeguamento al RENTRI: si va dalla consulenza personalizzata con esperti qualificati che forniranno assistenza alle aziende associate per la corretta iscrizione al RENTRI e per la gestione degli adempimenti burocratici, alla formazione specifica con corsi mirati per il personale aziendale. Dal supporto tecnico e l’assistenza per l’implementazione di software e strumenti informatici necessari per la gestione dei dati relativi ai rifiuti, agli aggiornamenti regolari sulle novità normative e sulle scadenze”.

Il Registro Elettronico Nazionale punta, con la sua introduzione, alla riduzione dell’impatto ambientale, una maggiore sicurezza nella gestione dei rifiuti, contrasto all’illegalità e all’evasione, semplificazione degli adempimenti per le imprese




Redditi, Viterbo al 72° posto, Lupidi (CNA): “Le istituzioni partano da qui per sviluppare strategie di crescita”

VITERBO – “Non è una situazione lusinghiera, ma può essere lo spunto per fare qualche passo in avanti. Si guadagna poco, anche se nel Lazio c’è chi sta peggio. Nella provincia di Viterbo il reddito disponibile pro capite delle famiglie è di appena 18.872,10 euro, che colloca la Tuscia al 72° posto su 107 province”. È il commento del segretario della Cna di Viterbo e Civitavecchia, Attilio Lupidi, su quanto emerge dall’analisi di Unioncamere – Centro studi Tagliacarne sul 2023. E se si guarda all’incremento nell’arco 2021-2023 va anche peggio, perché qui la posizione è la numero 79.

A guidare la classifica italiana è Milano, con 34.885,27 euro: quasi il doppio di Viterbo. La media italiana è di 22.358,58 mentre quella del Lazio è leggermente superiore e pari a 23.348,11. Entrambe risultano quindi ampiamente superiori a quella della Tuscia. Il traino a livello regionale è ovviamente Roma: la Capitale si attesta in Italia all’11° posto con 25.507,93 euro. Con i suoi 18.872,10 Viterbo nel Lazio è seconda, seguita da Latina (18.033,79 euro e 75° posto nella classifica nazionale), Rieti (16.619,08, 89°) e Frosinone (15.358,18, 102°).

L’analisi mette in luce anche la variazione percentuale del reddito disponibile pro capite delle famiglie tra il 2021 e il 2023. Qui la piazza numero 79 di Viterbo è dovuto a un incremento del 10,6%, laddove la media in Italia è dell’11,6 e nel Lazio del 9,8. Guardando solo alla regione, guida Frosinone con l’11,25 (66° posto in graduatoria nazionale), poi leggerissimamente sopra la Tuscia c’è Rieti con il 10,61 (78°), quindi Latina con il 10,36 (84°), chiude Roma con il 9,48 (94°).

“Il 72° posto della Tuscia su 107 province in base al reddito disponibile pro capite delle famiglie – dice Lupidi – può essere interpretato in diversi modi. Da un lato, si tratta di una posizione medio-bassa, il che potrebbe indicare che molte famiglie affrontano difficoltà economiche rispetto ad altre aree del paese. Questo potrebbe riflettere una serie di fattori, come l’occupazione, il costo della vita, o la presenza di settori economici che offrono salari più bassi”.

L’altra faccia della medaglia è questa: “Dall’altro lato – continua – è importante considerare che il reddito disponibile pro capite non è l’unico indicatore del benessere economico e sociale di una provincia. Viterbo, ad esempio, è conosciuta per la sua bellezza naturale, il patrimonio culturale e la qualità della vita, che potrebbero attrarre residenti e turisti nonostante un reddito pro capite inferiore”.

La posizione non eccellente in graduatoria, infine, “può spingere le autorità locali a implementare politiche economiche e sociali volte a migliorare la situazione economica delle famiglie, favorendo investimenti e iniziative che possano aumentare il reddito disponibile nel lungo termine”.

Tirando le conclusioni sull’indagine, “mentre il 72° posto indica delle sfide economiche – conclude Lupidi – offre anche l’opportunità per sviluppare strategie di crescita e miglioramento delle condizioni di vita per i residenti”.




Coldiretti Viterbo, al via gli incontri di formazione per imprenditori agricoli

VITERBO- Primo appuntamento domani, giovedì 20 marzo, sulla piattaforma “Demetra” e sul “CSR” con le opportunità rivolte ai giovani. Al via al primo di una serie di incontri di formazione organizzati da Coldiretti Viterbo. Si partirà domani, giovedì 20 marzo, presso la sala convegno della federazione provinciale in via Francesco Baracca, 81 con un appuntamento rivolto soprattutto ai giovani imprenditori agricoli, ma non solo e si proseguirà con i prossimi eventi in programma su tematiche relative agli agriturismi e quindi alla multifunzionalità, ma anche al passaggio generazionale, oleoturismo ed enoturismo.

Domani sono previsti gli interventi di Renato Bertocci, responsabile nazionale Coldiretti del progetto Demetra e Daniele Montagnini, di Coldiretti Viterbo, responsabile Piani di Sviluppo regionale.

Due i temi che verranno trattati durante l’incontro, uno relativo al CSR (Completamento per lo Sviluppo) e le opportunità rivolte ai giovani imprenditori agricoli che vogliono intraprendere questa professione o che già la svolgono e l’altro sulla gestione e programmazione del lavoro come lo è “Demetra”, la piattaforma sviluppata da Coldiretti, che consente di digitalizzare l’azienda agricola. Uno strumento che rappresenta il primo sistema integrato con lettura in tempo reale dello stato di salute delle coltivazioni, dati su previsioni meteo e temperature, fertilità dei terreni e stress idrico, anche dal telefonino.

“Crediamo che la formazione sia fondamentale nel settore agricolo – spiega la presidente di Coldiretti Viterbo, Maria Beatrice Ranucci – in cui abbiamo costantemente bisogno di figure professionali altamente qualificate. I nostri incontri formativi vanno proprio in questa direzione”.

Demetra è uno strumento fondamentale per l’agricoltura di precisione che permette di accedere a mappe degli appezzamenti delle singole colture, a previsioni meteo dettagliate, a immagini satellitari e molti altri servizi. L’App avvisa ad esempio se le colture possono andare in stress idrico o se c’è un rischio gelata, fornendo così un supporto per evitare i danni causati dai cambiamenti climatici.

“Vogliamo puntare sullo sviluppo delle competenze e sulla formazione – spiega il direttore di Coldiretti Viterbo, Andrea Marconi – vogliamo rivolgerci indistintamente sia ai giovani che alle donne di Coldiretti a cui abbiamo riservato una formazione specifica, ma anche a tutti gli imprenditori agricoli che avranno così la possibilità di aggiornarsi e sviluppare nuove competenze”.




UE, Coldiretti Lazio a Parma con 20mila agricoltori

ROMA – Migliaia di agricoltori di Coldiretti Lazio si sono uniti con le delegazioni provinciali ai ventimila presenti a Parma provenienti da tutta Italia per difendere la salute di tutti i cittadini. Un grande corteo pacifico non di protesta, ma a difesa soprattutto delle nuove generazioni, guidato dal presidente nazionale Ettore Prandini e dal segretario generale Vincenzo Gesmundo, è partito dal parco 1° maggio della cittadina per raggiungere la sede dell’Efsa, l’Agenzia europea per la Sicurezza Alimentare. Si tratta dell’ente incaricato di valutare l’immissione al consumo dei nuovi alimenti che ha sede proprio nella città ducale, simbolo della Food Valley nazionale dove vengono prodotte tante eccellenze della Dieta mediterranea messe oggi a rischio dagli alimenti che l’Agenzia è chiamata a valutare.

Accanto alle bandiere gialle dell’organizzazione con il tricolore italiano erano presenti in piazza quelle blu dell’Unione Europea a sottolineare il sostegno all’Europa, ma con una richiesta forte di avere un’Europa diversa, a cui oggi si chiede più coraggio.

“Abbiamo manifestato a Parma per difendere i diritti dell’agricoltura italiana – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri – Da una parte le richieste all’Europa di difenderci e metterci in condizione di poter competere equamente, a partire dalla modifica al codice doganale, a partire dall’articolo che permette attraverso l’ultima lavorazione sostanziale di far diventare un cibo italiano anche se italiano non è. Dall’altra parte le richieste all’Efsa di essere più rigorosa nelle autorizzazioni a partire dai cibi sintetici. Un’Europa più forte e coraggiosa, che sappia dare risposte per la difesa del reddito degli agricoltori e per la tutela della salute dei cittadini e dei suoi popoli e che lavori per la pace”. 

Coldiretti, come richiesto da illustri scienziati, è scesa in piazza per chiedere che vengano fatti studi medici clinici e preclinici, prima di dare il via libera ai cibi cellulari e di fermentazione di precisione, per tutti i prodotti compresi quelli già presentati prima del 1 febbraio 2025.

Al termine della manifestazione Coldiretti è stata ricevuta dai vertici dell’Efsa che si è detta disponibile a condurre ogni analisi necessaria su ogni singolo prodotto notificato, includendo test pre-clinici e clinici sui cibi derivati da colture cellulari e da fermentazione di precisione. Questo conferma l’importanza della massima prudenza e trasparenza nell’introduzione di cibi che potrebbero avere impatti ancora sconosciuti sulla salute umana.

“Apprezziamo la grande disponibilità dell’Efsa ad ascoltare le nostre istanze – aggiunge Granieri – e a chiarire le procedure di valutazione che l’Autorità applica per garantire la sicurezza alimentare dei cittadini europei. Il nostro obiettivo fin dal primo momento era quello di rafforzare la ricerca medica e il ruolo di Efsa, ora continueremo il nostro impegno a Bruxelles per ulteriori potenziamenti delle regole e della trasparenza sui cibi fatti in laboratorio e sui prodotti ultraformulati”.

Coldiretti ha apprezzato la disponibilità dell’Efsa anche ad accogliere con favore la conferma che le richieste di autorizzazione presentate prima del 1° febbraio 2025 saranno valutate secondo i più alti standard scientifici, utilizzando criteri aggiornati contenuti nelle ultime linee guida. Questo rappresenta una garanzia fondamentale per assicurare che ogni nuovo alimento venga sottoposto agli stessi rigorosi parametri di sicurezza, indipendentemente dalla data di presentazione della domanda.

Positiva anche la volontà dell’Efsa di operare con totale trasparenza, garantendo l’accessibilità pubblica delle informazioni relative ai prodotti notificati, agli studi richiesti e al processo di valutazione scientifica. Questo aspetto è cruciale per garantire la fiducia dei cittadini e degli operatori del settore agroalimentare.

“Riteniamo fondamentale proseguire il dialogo con l’Efsa e le istituzioni europee per garantire che ogni innovazione alimentare venga valutata con il massimo rigore scientifico e nel rispetto del principio di precauzione. Non siamo assolutamente contro la scienza e non vogliamo frenare il progresso, ma la salute dei cittadini e la tutela del nostro modello agroalimentare devono rimanere le priorità assolute”. Così il presidente e il segretario di Coldiretti Ettore Prandini e Vincenzo Gesmundo dopo essere stati ricevuti dai vertici dell’Efsa.

Infine, sottolinea Coldiretti, c’è una particolare soddisfazione nel rilevare che quando cittadini e istituzioni europee dialogano, tutta l’Europa ne esce rafforzata.

In piazza a sostenere l’iniziativa, oltre 1000 comuni rappresentati con molti gonfaloni provenienti da tutto il Paese, tra cui anche il Lazio e il comune di Pollica, comunità emblematica della Dieta Mediterranea patrimonio Unesco, presente con il sindaco Stefano Pisani. Numerose associazioni di categoria come quella dei consumatori del Codacons e dell’Adusbef, Federbio, Fipe (l’associazione italiani dei pubblici esercizi leader nel settore della ristorazione), rappresentanti di Natura Sì, oltre ad altre sigle che hanno manifestato il sostegno pur non potendo essere in piazza. Presenti anche i rappresentanti di due organizzazioni agricole europee: Juan Luis Delgado vicepresidente della spagnola Asaja e Patrick Benezit presidente francese della Fnb, una delle più grandi rappresentanze di allevatori d’Europa.




Educazione alla finanza: al via “Io Penso Positivo 2025”

VITERBO – Anche per il 2025 la Camera di Commercio di Rieti Viterbo promuove il progetto “#IoPensoPositivo 2025: educare alla finanza”.
Il progetto di comunicazione, informazione e formazione in materia di educazione finanziaria promosso dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e realizzato da Unioncamere, è rivolto alle ragazze ed ai ragazzi delle Scuole Secondarie di secondo grado ed ha l’obiettivo di coinvolgere ed ingaggiare studentesse e studenti sui temi dell’educazione finanziaria.

Io Penso Positivo è un corso strutturato in modo agile e veloce con moduli didattici e momenti di apprendimento condiviso – Live Show e workshop – per acquisire conoscenze finanziarie di base, avere una corretta percezione delle proprie risorse economiche e imparare a gestirle nel migliore dei modi.

Per l’edizione 2025 il calendario degli eventi è costituito da 10 incontri della durata di circa 1 ora e 15 minuti ciascuno e, per garantire a tutti la possibilità di partecipare, ogni evento sarà trasmesso in streaming e i docenti coinvolti riceveranno il link per il collegamento il giorno precedente all’incontro.

E’ prevista anche una sezione di quiz game in cui i ragazzi potranno divertirsi e mettere alla prova le competenze acquisite.

Per maggiori dettagli si prega di consultare il sito del progetto https://iopensopositivo.eu/. Le iscrizioni sono aperte dal 20 marzo al 19 maggio 2025. Già domani 20 marzo si potrà seguire un primo appuntamento online, gratuito ed aperto a tutti, il cui programma è pubblicato a questo link https://iopensopositivo.eu/wp-content/uploads/2025/03/Bozza-programma-Unioncamere_MIMIT_-20-marzo_2025.pdf e che sarà possibile seguire collegandosi al link https://us02web.zoom.us/webinar/register/WN_OPkxiDR8RKycw_9dKCQbDA#/registration




Burocrazia, CNA: 100 semplificazioni per liberare energie piccole imprese

ROMA- La CNA presenta un pacchetto di 100 proposte di semplificazioni per liberare le energie delle piccole imprese. Una robusta e ampia opera di semplificazione amministrativa e normativa continua a rappresentare una priorità per il Paese, per favorire la competitività, rafforzare la produttività e dare vigore alla crescita. Le 100 proposte sono contenute nel VI Rapporto dell’Osservatorio CNA Burocrazia presentato oggi a Roma, alla presenza del giudice emerito della Corte Costituzionale, Sabino Cassese, del presidente nazionale della CNA, Dario Costantini, e con un videomessaggio del ministro per la pubblica amministrazione Paolo Zangrillo.

LA FORESTA PIETRIFICATA

Sono state numerose le semplificazioni realizzate nel corso degli anni ma imprese e cittadini non avvertono il necessario cambio di marcia, la cattiva burocrazia rimane una foresta pietrificata che penalizza e frena il dinamismo delle imprese. Le 100 semplificazioni contenute nell’Osservatorio non si limitano a segnalare lacci e ostacoli, offrono la soluzione operativa senza pregiudicare le necessarie tutele o abbassare il livello dei controlli puntando a migliorare il rapporto tra imprese e pubblica amministrazione. Molte delle semplificazioni proposte sono accompagnate da un’analisi dell’impatto economico. Alcune semplificazioni contenute nell’Osservatorio sono di sistema e riguardano l’intera platea imprenditoriale, le altre si concentrano su 29 settori (dal tessile alle costruzioni, dalla meccatronica all’oreficeria) che esprimono circa 830mila imprese e 3,6 milioni di lavoratori. In termini percentuali l’impatto interessa poco meno del 18% delle imprese attive e del 20% degli addetti. Il Centro studi della CNA ha stimato in modo prudenziale che la messa a terra delle 100 proposte può contribuire a ridurre da 313 a 263 ore l’anno il tempo dedicato alle pratiche burocratiche con un risparmio netto di quasi 1.500 euro a impresa e un taglio da 7 miliardi di costi della burocrazia che pesano oltre 43 miliardi l’anno.

CAMBIAMENTI A COSTO ZERO

Oltre a ridurre i costi della burocrazia, le 100 proposte della CNA non comportano oneri per le finanze statali, snelliscono il lavoro della Pubblica amministrazione e migliorano l’efficienza del sistema economico.

Il presidente nazionale della CNA, Dario Costantini, afferma che ‘la semplificazione amministrativa e normativa è la principale riforma che serve al Paese, alle imprese, ai cittadini e alla stessa pubblica amministrazione. Semplificare non significa ridurre controlli e tutele, al contrario rendere più trasparente il rapporto con il sistema burocratico a tutti i livelli assicura una maggiore efficacia delle norme’.

‘CNA con l’Osservatorio Burocrazia – sottolinea – offre un contributo al decisore politico nella consapevolezza che il processo di semplificazione è un motore che non si deve mai arrestare. Le 100 proposte che presentiamo oggi si possono realizzare rapidamente senza pesare sui conti pubblici, con consistenti benefici – conclude Costantini – per l’intero sistema economico italiano’.

ALCUNE SEMPLIFICAZIONI CONTENUTE NELL’OSSERVATORIO

Classificazione rifiuto tessile – La mancanza di una chiara definizione di rifiuto tessile spinge le imprese a portare gli scarti in discarica per evitare le sanzioni. Soluzione: con una chiara classificazione invece gli scarti potrebbero essere avviati a riciclo. Per un distretto di 15 piccole imprese significa un beneficio economico fino a 430mila euro l’anno tra costi di smaltimento, risparmio energetico e vendita dei materiali. A livello nazionale uno spreco da oltre 2 miliardi di euro.

Industria insalubre – Anche se da 20 anni esiste il codice ambientale, è ancora in vigore un decreto del 1934 che obbliga l’imprenditore a inviare al sindaco, 15 giorni prima di avviare l’attività, una dichiarazione di industria insalubre, che si sostanzia nella presentazione di un modulo e dei relativi allegati che attestino la salubrità dell’ambiente. In caso di abrogazione della dichiarazione, i costi per preparare la documentazione, in media oltre 3mila euro, si ridurrebbero di oltre il 50%.

Insegne di esercizio – Posizionare un’insegna può diventare un incubo. Fino a 9 enti coinvolti (Comune, Soprintendenza se l’edificio è storico, ANAS se è vicino a una strada statale, e in alcuni casi anche della Regione), moduli e istruttorie diverse da comune a comune e in base alla zona di insediamento. Il risultato? Un’attesa di 90/120 giorni e costi che possono superare i 1.500 euro. Un’impresa deve poter installare un’insegna senza dover aspettare mesi, semplicemente attraverso una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) al Suap (Sportello unico attività produttive).

Autorizzazione nei porti – Un’impresa che ripara le vele delle imbarcazioni deve essere autorizzata dall’Autorità portuale e inserita in un registro con regole. Ad esempio per lavorare in sei porti dell’Alto Tirreno occorrono le autorizzazioni di 4 autorità portuali con documenti (fino a 20), durata e regole diversi tra loro. Noi proponiamo un’unica autorizzazione valida su tutto il territorio nazionale per almeno due anni.

Oltre 50 piattaforme appalti – Per partecipare al mercato degli appalti una piccola imprese si registra in media a 25 piattaforme con una spesa di 5mila euro (200 euro a piattaforma), dedicandovi 5 giorni di lavoro e altrettanti di formazione per replicare gli stessi documenti. Un registro nazionale dei fornitori accreditati e un’unica piattaforma farebbero scendere i costi del 70%.

Super Suap – Lo sportello unico attività produttive (Suap), quello per l’edilizia (Sue) e quello ambientale dovevano semplificare il rapporto tra imprese e Pubblica Amministrazione, ma i procedimenti sono ancora frammentati e articolati (per aprire un forno occorre rivolgersi a sei enti diversi). Con l’accorpamento digitale degli sportelli unici (Super Suap) i tempi di rilascio delle autorizzazioni si dimezzerebbero a 30-45 giorni.

Privacy e data breach piccole imprese – Per un fioraio perdere il tablet contenente i dati dei clienti per le consegne (dati non sensibili) può diventare una tragedia, essendo qualificato come data breach. Vale a dire una violazione di sicurezza che comporta la distruzione, la perdita, la modifica, la divulgazione non autorizzata o l’accesso ai dati personali trasmessi, conservati o comunque trattati. La mancata notifica al Garante entro 72 gironi comporta una sanzione. Esentando dall’obbligo di notifica le violazioni minori e di basso impatto, le micro imprese potrebbero evitare spese pari a 500?euro per la gestione del problema, nonché ridurre il rischio di sanzioni per mancata notifica.

Rendiconto spese cinema – I produttori cinematografici devono presentare i moduli di rendicontazione delle spese e per le richieste di sostegno in ogni regione dove lavorano. Ma ogni regione o Film commission locale chiede documenti e informazioni diverse (es. firma digitale, firma olografa, cronoprogramma, rendicontazione spese del personale, stipendi, attrezzature, clausole sull’utilizzo di manovalanza). CNA propone l’istituzione di moduli standard e di un unico registro per tutto il territorio.

Registro alcool etilico – Le imprese di trasformazione alimentare devono avere il registro per l’utilizzo di alcool etilico ad accisa assolta (già pagata al fornitore) che si traduce in una duplicazione della registrazione dell’accisa con costi fino a 2mila euro l’anno per la tenuta del registro.

Imprese orafe – Svolgere attività marginale di compro oro (un volume di attività inferiore al 20% del totale acquistato) comporta molti adempimenti che richiedono 2-3 giorni di lavoro al mese e costi di consulenza tra 500 e mille euro per le norme fiscali e di antiriciclaggio.

Start up innovative – Se la Apple fosse nata in un garage in Italia non avrebbe potuto definirsi start-up innovativa. Titolo riservato in via esclusiva alle società di capitali. Allargare le forme societarie per scongiurare di perdere qualche potenziale nuovo Steve Jobs italiano.

Rent white list – Per contrastare l’abusivismo, è diventata obbligatoria l’iscrizione al Rent (Registro elettronico nazionale) da parte di taxi e di Ncc. Molti comuni però utilizzano delle specifiche anagrafi per formulare un elenco di operatori del trasporto non di linea, ai fini della percorrenza di corsie riservate e per l’accesso alle Ztl. Per l’iscrizione serve in genere una domanda con allegati, rispettare precise modalità di trasmissione, ecc. Per tale ragione, il Rent potrebbe superare l’iscrizione alle c.d. whitelist (anagrafi comunali), snellendo di molto la burocrazia.

Comunicazione delle sovvenzioni pubbliche – La legge impone alle imprese di pubblicare nella nota integrativa di bilancio o sui siti web le informazioni sui contributi pubblici ricevuti sopra una certa soglia. Si tratta di un’inutile duplicazione di dati già disponibili sui siti delle Pubbliche Amministrazioni che li erogano e sul registro nazionale degli aiuti di Stato che, peraltro, espone le imprese a sanzioni minime di 2mila euro. CNA propone di abolire l’obbligo di comunicazione per le imprese che ricevono sovvenzioni.

Ispettori centri di revisioni – La difficoltà di reperire nuovi ispettori sta causando un blocco del turnover nel settore delle revisioni, compromettendo l’efficienza del sistema e la sicurezza dei cittadini. CNA propone di razionalizzare le ore di formazione, che da 30 sono passate a 300, e di semplificare il linguaggio dell’esame, rendendolo più chiaro e basato sui contenuti dei corsi di formazione, abbandonando il burocratese ermetico. Mai più esami con domande come: ‘La responsabilità contrattuale consegue alla violazione del dovere di non cagionare ad altri un danno ingiusto o al compimento di un altro atto o fatto cui la legge riconduce un obbligazione V/F’.

Codice identificativo nazionale (Cin) – Per contrastare le forme irregolari di ospitalità turistica e favorire il coordinamento dei dati, dal primo gennaio 2025, lo Stato richiede per gli immobili a uso ricettivo il possesso del codice identificativo nazionale (Cin). Tuttavia molte Regioni avevano già provveduto a disciplinare l’attribuzione di specifici codici identificativi con identico contenuto. Da qui un doppione, superabile soltanto con l’adozione di un’unica procedura.




PhisioVit al FIF 2025: un successo che proietta un’eccellenza della Tuscia in un panorama internazionale

MILANO- Si conclude con entusiasmo e grande soddisfazione la partecipazione di PhisioVit al FIF 2025, il prestigioso Salone Internazionale della Fisioterapia di Milano, che ha visto l’azienda della Tuscia distinguersi come main partner didattico dell’evento. Tre giornate intense, caratterizzate da formazione, innovazione e condivisione, che hanno consolidato il ruolo di PhisioVit come riferimento internazionale nella formazione fisioterapica e medica.
Un’esperienza formativa di alto livello
Con workshop sold out, dibattiti accesi nei FIF Talk e un’area stand sempre gremita di professionisti desiderosi di confronto e crescita, la presenza di PhisioVit ha rappresentato un vero e proprio punto di riferimento all’interno della fiera. La qualità dei relatori internazionali e l’approccio scientifico avanzato hanno confermato la mission dell’azienda: promuovere una formazione d’eccellenza basata sulle più recenti evidenze scientifiche.
Certificazioni e riconoscimenti: un impegno costante per la qualità
PhisioVit è un provider ECM (Educazione Continua in Medicina) accreditato, un riconoscimento che attesta la qualità e l’affidabilità dei percorsi formativi proposti. L’azienda vanta inoltre ulteriori accreditamenti tra cui quello della Regione Lazio come ente di formazione, quello di Organismo Paritetico Nazionale e quello di Confederazione Nazionale del Lavoro per la sicurezza sul lavoro, infine l’azienda è certificata ISO 9001:2015 per il sistema di gestione della qualità della formazione continua, ISO 14001:2015 per il sistema di gestione per l’ambiente, ed è infine certificata UNI/PdR 125:2022 per il sistema di gestione per la parità di genere.
Un traguardo che segna solo l’inizio
La straordinaria accoglienza ricevuta a FIF 2025 non è un punto di arrivo, ma un nuovo punto di partenza. Il successo dell’evento rafforza la volontà di PhisioVit di continuare a innovare e offrire ai professionisti della fisioterapia e della medicina una formazione sempre più avanzata, in grado di rispondere alle sfide di un settore in continua evoluzione.
PhisioVit coglie l’occasione per ringraziare gli organizzatori del Salone FIF Milano, i relatori internazionali che hanno condiviso il loro sapere con passione e, soprattutto, tutti i professionisti che hanno partecipato e contribuito a rendere questa esperienza unica.
L’appuntamento con FIF 2026 è già fissato, con nuove sfide, nuove opportunità e una formazione sempre più all’avanguardia.
PhisioVit è un punto di riferimento nella formazione in medicina fisica, fisioterapia e riabilitazione, con un’offerta didattica basata sulle più recenti evidenze scientifiche e un network internazionale di docenti altamente qualificati. PhisioVit ha la sua sede principale a Viterbo, ma organizza i suoi corsi in tutta Italia e all’estero, l’azienda si distingue per la qualità certificata dei suoi eventi e per il suo impegno nell’innovazione didattica e clinica.




Acquapendente, influencer e storytelling per il turismo nella Gerusalemme verde nell’anno del Giubileo

VITERBO – “E’ stato un lavoro impegnativo, ma siamo soddisfatti perché iniziamo a vederne i frutti a vantaggio della nostra Gerusalemme verde”. Luigia Melaragni presenta così la Rete Porta Francigena, di cui è referente per la Cna, nata dalla collaborazione tra l’omonima associazione, il Comune di Acquapendente e la stessa Cna allo scopo di promuovere le attività commerciali e incentivare il turismo.

Ieri, alla Biblioteca comunale, per le attività che aderiscono alla Rete presieduta da Giuseppe Brizi c’è stato un primo incontro di formazione sul marketing digitale: in questa occasione sono stati presentati i risultati della campagna di promozione curata da Kmzero webmarketing, per la quale sono stati coinvolti 8 micro influencer di Lazio. Toscana e Umbria. Sui loro canali social sono stati prodotti, dallo scorso agosto e fino alla fine di febbraio, ben 152 contenuti (8 Reels e 144 Instagram Stories) che hanno portato complessivamente a 378.025 impression, 265.432 persone raggiunte, 8.779 interazioni, 309 commenti, 1.831 salvataggi, 6.026 like e 333 taps.

Tramite un’efficace storytelling sono state fatte così conoscere le attrazioni locali – dal Bosco del Sasseto a Torre Alfina – e il portale acquapendente.online, in cui sono descritti nel dettaglio itinerari, bellezze artistiche e culturali, ospitalità ed eventi. Ne hanno beneficiato anche i canali social: i follower sono aumentati del 424%, passando da 1.286 a 6.725 mi piace. Una crescita frutto della combinazione di contenuti, campagne sponsorizzate e influencer marketing.

Il tutto era infatti nato nel 2017 da un primo progetto, grazie al quale erano nati, insieme al portale, anche un’apposita segnaletica ad Acquapendente e una tourist card con materiale informativo. Questo secondo progetto si è invece focalizzato su pubblicità e marketing, i cui risultati sono stati illustrati ieri. Risultati che hanno soddisfatto tutte le parti coinvolte, amministrazione comunale in primis.

Gerusalemme verde, si diceva. Il perché è spiegato proprio sul portale. “Acquapendente – si legge – non è una tappa qualsiasi sull’antica Via Francigena, ma un luogo di devozione, una meta spirituale. Nella cripta romanica del Duomo c’è il Sacello del Santo Sepolcro, che fin dall’alto medioevo ha conservato le reliquie delle pietre macchiate con il sangue di Cristo. Si dice che questa antica  costruzione riproduca il Santo Sepolcro di Gerusalemme, nel quale fu deposto Gesù prima della Resurrezione”.

“La Rete – commenta il presidente Giuseppe Brizi – sta lavorando sodo per far sì che il territorio possa beneficiare al massimo dei flussi turistici sulla via Francigena nell’anno giubilare. Un lavoro che parte da lontano e che continueremo a portare avanti”.




Mud 2025, ecco il nuovo modello: la presentazione entro il 28 giugno 2025

VITERBO- Il Ministero dell’Ambiente ha aggiornato il Modello Unico di Dichiarazione Ambientale. L’ufficio Ambiente & Sicurezza di Confartigianato imprese di Viterbo informa, pertanto, che la data di scadenza per la presentazione del MUD 2025, relativa alla presentazione dei dati sul 2024, slitta al 28 giugno 2025. E’, infatti, stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale serie generale n. 49 del 28 febbraio 2025 il DPCM contenente l’approvazione del modello unico di dichiarazione ambientale per l’anno 2025 – MUD.

Il nuovo MUD 2025 per le dichiarazioni dei dati relativi 2024, sostituirà quello dello scorso anno e verrà reso disponibile sul portale del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica nella sezione bandi e avvisi. Queste le principali novità:

✓ scadenza per la trasmissione dei dati fissata entro il 28 giugno 2025;
✓ modalità di trasmissione in via esclusivamente digitale attraverso i portali MUD telematico e MUD Comuni gestiti dalle Camere di Commercio.

Le modifiche al format dello scorso anno saranno limitate esclusivamente agli adempimenti destinati ai Comuni, a seguito dall’aggiornamento biennale dei Piani economici e finanziari (PERF) disposto da ARERA nel corso del 2023, con riferimento al 2024 e 2025. Si evidenzia che il modello unico di dichiarazione ambientale è la comunicazione che enti e imprese presentano ogni anno indicando quanti e quali rifiuti hanno prodotto e ho gestito durante l’anno precedente.

CHI SONO I SOGGETTI INTERESSATI ALLA PRESENTAZIONE DEL MUD? L’art. 189, commi 3 e 4 del D.Lgs. 152/2006, indica i soggetti, invariati rispetto a quanto previsto per gli anni precedenti, obbligati alla presentazione del MUD:
• chiunque effettui a titolo professionale attività di raccolta e trasporto rifiuti;
• commercianti e intermediari di rifiuti senza detenzione;
• imprese ed enti che effettuino operazioni di recupero e smaltimento rifiuti;
• imprese ed enti produttori iniziali di rifiuti pericolosi;
• imprese ed enti produttori iniziali di rifiuti non pericolosi di cui all’art. 184, comma 3, lett. c), d) e g), D.Lgs. 152/2006 che abbiano più di dieci dipendenti;
• consorzi e sistemi riconosciuti, istituiti per il recupero e riciclaggio di particolari tipologie di rifiuti, a esclusione dei consorzi e sistemi istituiti per il recupero e riciclaggio dei rifiuti di imballaggio che sono tenuti alla compilazione della comunicazione imballaggi.

Per maggiori informazioni sulle novità e per la presentazione del Mud 2025 è possibile contattare l’ufficio Ambiente & Sicurezza di Confartigianato Viterbo ai numeri 0761-337942/12.




Oltre la Heritage Experience, il Distretto Culturale Tecnologico del Lazio valorizza il passato con tecnologie del futuro

ROMA– Utilizzare la robotica marina per esplorare il sito archeologico della Marmotta nel Lago di Bracciano; preservare la memoria storica coniugando rigore scientifico e tecnologie con le pietre di inciampo digitali; ascoltare i suoni inudibili all’orecchio umano delle quattro basiliche papali di Roma; giocare in un virtual game per difendere le bellezze del quartiere di San Lorenzo nella capitale o passeggiare con il fantasma di Caligola tra le gallerie sotterranee del Criptoportico Centrale: questi sono solo alcuni dei 50 progetti realizzati dal CdE Distretto Culturale Tecnologico del Lazio (DTC) che saranno illustrati durante il convegno nazionale “Il Centro di Eccellenza DTC
Lazio tra innovazione di metodo e tecnologie applicate ai beni culturali” che si svolgerà a Palazzo Merulana, in via Merulana 121 a Roma, il prossimo 21 Marzo 2025.
Nel 2020, grazie a un finanziamento di oltre 5,4 milioni di euro stanziato dalla Regione Lazio attraverso Lazio Innova, sono stati sostenuti 35 progetti di Ricerca e Sviluppo Industriale e Sperimentale. Nel 2023, invece, sono stati finanziati 15 progetti di ricerca e formazione per un totale di 391.000 euro.
Questi interventi hanno contribuito a consolidare il ruolo del Centro di Eccellenza DTC Lazio come una delle più grandi piattaforme italiane dedicate all’innovazione tecnologica applicata ai beni culturali di collaborazione nel settore Beni Culturali a favore della tutela, della valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale italiano. Iniziative orientate al turista culturale basate sull’utilizzo di tecniche di spettacolarizzazione, scenografie digitali che intersecano ricostruzioni virtuali, intelligenza artificiale, realtà aumentata, digitalizzazione 3D. Con otto soci fondatori, tra cui cinque università pubbliche e  tre enti di ricerca, 20 soci privati e oltre 200 laboratori, il DTC Lazio è un Centro di Eccellenza e un modello di collaborazione che promuove best practice, networking e innovazione continua per un nuovo utilizzo partecipativo – fisico e sensoriale – della cultura. Il Lazio, con 102 musei e siti archeologici statali e 65 musei civici, ha registrato una crescita imprenditoriale significativa. Dal 2018 al 2023, il numero di imprese nel settore delle tecnologie per i beni culturali è aumentato costantemente, passando da 1.350 imprese nel 2018 a 1.577 nel 2022. Il settore ha poi continuato a espandersi con un incremento del 13,4% nel 2023, proseguendo nel 2024, a conferma della crescente centralità e rilevanza del settore dei beni culturali nell’economia regionale.
Un settore in progressiva crescita – dove è sempre più strategica l’individuazione di modalità innovative di fruizione per i visitatori, ma anche di supporto e conservazione dei beni per fornire strumenti di longevità ad un patrimonio
fragile, esposto alle intemperie e al climate change. Ecco allora che diventano fondamentali l’apporto di telerilevamenti, la sensoristica avanzata, l’analisi dei Big data, le nanotecnologie, il GIS, per i progetti che monitorano lo stato di degrado della Necropoli della Madonna dell’Olivo a Tuscania, o l’umidità della Chiesa di San Rocco all’Augusteo sulle sponde del Tevere; che consentono di identificare e mappare le minacce che gravano sui siti archeologici, come l’erosione, i
movimenti del terreno e i cambiamenti dell’uso del suolo, o che studiano come trattare, salvaguardare, conservare i documenti storici, dalle pergamene ai più recenti e effimeri dati audiovisivi. 50 progetti che sono l’esempio di cosa può diventare la cultura del futuro, analizzabile e fruibile in modi nuovi e coinvolgenti.
Il convegno “Il Centro di Eccellenza DTC Lazio tra innovazione di metodo e tecnologie applicate ai beni culturali” è l’occasione per riflettere su come queste tecnologie possano trasformare l’esperienza del patrimonio non solo in un concreto atto di custodia per le prossime generazioni, ma in un comportamento collettivo responsabile che, oltre a creare nuove figure professionali, promuove nuovi modi di uso che permettono di vivere e condividere la cultura.
Così commenta e conclude Simone Bozzato, Presidente CdE – DTC Lazio: “Il Convegno nazionale del Centro di Eccellenza DTC Lazio quest’anno vuole celebrare il lavoro svolto nel suo breve percorso di vita in una chiave prospettica. Una restituzione incentrata su un percorso dedicato a nuove tecnologie, patrimoni culturali e qualità paesaggistiche della regione, con l’obiettivo di rilanciarla attraverso l’innovazione e l’adozione di procedimenti avanzati al servizio dei territori.
In questa prospettiva, i risultati ottenuti sono a disposizione per alimentare nuove programmazioni. Inoltre, il valore delle metodologie con cui queste azioni sono state concepite potrebbe rappresentare lo strumento di rilancio di Cultura e Tecnologie a servizio delle Comunità residenti e temporanee. Un dato significativo conferma il ruolo centrale di questo settore per il Lazio: il numero di imprese e startup che operano intorno ai beni culturali è triplicato e ha superato quello della
Lombardia, dimostrando come l’innovazione applicata al patrimonio culturale rappresenti una leva strategica di sviluppo economico e sociale della regione.”
Il Centro di Eccellenza DTC Lazio è una delle più grandi piattaforme di collaborazione nel settore, con oltre 200 laboratori e otto soci fondatori, tra cui cinque università pubbliche: Sapienza Università di Roma, Università degli Studi di Roma Tor Vergata, Università degli Studi Roma Tre, Università degli Studi della Tuscia, Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, e tre enti di ricerca CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) e INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare). Questa rete unisce ricerca, tecnologia e innovazione per il patrimonio culturale.
2. Tecnologie innovative al servizio della cultura Il Centro di Eccellenza sviluppa e applica tecnologie avanzate per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali, tra cui intelligenza artificiale, realtà aumentata e digitalizzazione 3D, offrendo soluzioni all’avanguardia per il settore.
3. Finanziamenti per progetti pubblici e privati. Supporta e finanzia progetti di ricerca e innovazione per enti pubblici e privati, contribuendo a programmi di sviluppo come il PNRR e altre iniziative regionali e nazionali.
4. Sostegno a startup e trasferimento tecnologico
Favorisce la crescita di startup innovative, in sinergia con la Regione Lazio e Lazio Innova aiutando a trasformare la ricerca accademica in soluzioni concrete per il settore culturale e creativo.
5. Un punto di riferimento per il settore e per il territorio
Con una rete di oltre 800 tra ricercatori, aziende e professionisti, il CdE DTC Lazio è un modello di collaborazione che promuove best practice, networking e innovazione continua.