Tempo bizzarro: piove con il sole e spunta l’arcobaleno

di REDAZIONE –
VITERBO – Piove con il sole a Viterbo e spunta l’arcobaleno. Un lettore ci ha voluto deliziare con alcune foto ed un video al riguardo, che pubblichiamo volentieri.
di REDAZIONE –
VITERBO – Piove con il sole a Viterbo e spunta l’arcobaleno. Un lettore ci ha voluto deliziare con alcune foto ed un video al riguardo, che pubblichiamo volentieri.
di Redazione –
VITERBO – Incuria a Prato Giardino. Un lettore ci segnala come il ponticello in legno del laghetto d’Anna, a Prato Giardino, sia interdetto con tanto di transenne, in quanto mancano delle tavole di legno sul ponte stesso, come si evince dalla foto. In più il lettore ci sottolinea l’incuria in cui vengono tenuti i laghetti con l’acqua divenuta sempre più verdastra.
di Redazione –
VITERBO – Una lettrice, che ci ha segnalato giorni fa la problematica della staccionata del parco, inesistente e, quindi, pericolosa per i bambini che il parco lo frequentano, ci ha nuovamente contattato per una nuova problematica: “In via Santa Lucia oltre alla problematica della staccionata del parco c’è quella del marciapiede, quello che costeggia un grande parcheggio, che è pieno di erbacce alte. Mio figlio oggi per poco non cadeva inciampando su una di queste. Il sindaco Arena è ora che faccia qualcosa”.
VETRALLA (Viterbo) – Riceviamo e pubblichiamo: “In questi giorni sono comparsi a Vetralla dei raccoglitori per l’olio esausto che a differenza dei precedenti, prevedono l’utilizzo di bottiglie di plastica per conferire l’olio al loro interno.
Senza volerne fare per forza una battaglia politica, da cittadino che cerca di vivere giornalmente in maniera più virtuosa possibile per quel che riguarda la salvaguardia dell’ambiente, trovo sconcerto che da qualche giorno a questa parte, a Vetralla, l’unico modo per sbarazzarsi dell’olio esausto sarà quello di farlo utilizzando quelle famigerate bottiglie che ho eliminato dalla mia vita.
Io, come immagino molti altri, ho installato un depuratore dell’acqua di in casa e questo mi consente tranquillamente di fare a meno di acquistare l’acqua in bottiglia.
Per lavare piatti e panni utilizzo detersivi naturali venduti sfusi in un negozio di Vetralla (di cui non farò il nome per evitare pubblicità) e con lo stesso contenitore, fornitomi dal negozio stesso e utilizzato ogni volta che procedo all’acquisto, ho eliminato anche il problema di tutti quei contenitori di plastica dei detersivi.
Trovo quindi stupido il sistema adottato dall’Amministrazione vetrallese e avrei potuto giustificarlo solo se i nuovi contenitori fossero stati installati come complementari ai vecchi.
Ciò che mi fa caso è il fatto che sia stata una giunta appoggiata da partiti politici che si definiscono vicini all’ambiente a scegliere questo sistema che costringe chiunque vuole conferire l’olio nella giusta maniera a dover utilizzare bottiglie di plastica.
Laddove un tempo potevo usare lo stesso contenitore all’infinito, versando l’olio esausto e riportando a casa il contenitore stesso, oggi sono costretto a cercare una bottiglia di plastica!
Invece di incentivare i cittadini ad acquistare le acque in bottiglie di vetro o a installare sistemi di depurazione, qui si fa l’esatto contrario!
Spero che l’Amministrazione capirà l’errore fatto e che correrà ai rimedi reintroducendo anche dei contenitori per il conferimento dell’olio esausto che prevedono la possibilità di versare dentro l’olio senza dover ogni volta creare un rifiuto in più.
Tutto ciò con buona pace di coloro che a parole difendono l’ambiente e che adesso si trovano costretti a difendere questa scelta solo ed esclusivamente per partito preso”.
Un cittadino vetrallese
Riceviamo e pubblichiamo:”L’uomo è un agglomerato di 40/70000 miliardi di cellule che interagiscono fra loro e considerata la enorme dimensione biologica di queste interazioni, possiamo enunciare, senza dubbio alcuno, che egli rappresenta una delle più stupende imperfezioni!
È oltretutto ovvio che le Istituzioni sono composte da esseri umani “viventi”, che impersonano i flussi culturali di questa o quella società, quella comunità o nucleo antropico.
Un proemio indispensabile ed alquanto decisivo, diremmo, dal momento che la propensione teorico culturale è finalizzata ad illuminare un contesto fondante su cui poggiano i valori sociali, morali e funzionanti della democrazia.
La nostra volontà non è determinata ad instaurare una anamnesi permanente sulle patologie sociali ed istituzionali, sarebbe un lavoro immane, tedioso e probabilmente non proficuo, esaminati gli attuali stati deficitari e le incompiutezze di cui erigevamo le gesta alla premessa iniziale …
Siamo del parere che gli Inadempimenti od Omissioni Istituzionali (c’est la mème chose) ci suggeriscono i cugini Francesi, riverberano emissioni sociali ingenerate da tendenze plateali esibite e divulgate per ottenere consensi, di qualsiasi natura ed a qualunque costo. Ovvero individuiamo flussi culturali che manifestano la espressione e diramazione degli “usi e costumi” di una comunità che inneggia i privilegi, misconoscendo il rispetto e le sofferenze altrui.
Gli uomini che fondano e rappresentano le Istituzioni, vivono nella società, in quel contesto comune con le rispettive famiglie, ove condividono le scuole, i ristoranti, i giardini pubblici, i cinema, gli ospedali, la politica ed ancor … Non raramente i figli o le persone care di questo enorme apparato composto da oltre (tre) milioni di persone, destinate nei vari livelli e mansioni, sono coinvolti o inficiati da elementi di imbarbarimento sociale e non sempre le reazioni degli stessi sono devoti al rispetto dei regolamenti che hanno “giurato” di far rispettare e difendere.
E’ del tutto evidente che le onestà sociali ambiscono che gli appartenenti agli Impianti Istituzionali, abbiano gli anticorpi per difendersi dalle intemperie sociali e probabilmente anche gli stessi avrebbero queste aspirazioni, ma probabilmente le correnti delle imperfezioni e la energia emanata da queste “forze deviate “ è tale che non eccezionalmente abbatte le “difese immunitarie” e gli stessi “freni inibitori”, provocandone le alterazioni istituzionali!
Rispettati i dovuti tempi di maturazione di filosofia sociale, possiamo iscrivere che gli inadempimenti, sono atteggiamenti di silenzio, inerzia o espressioni passive, innanzi ad un obbligo di provvedimento: – “”Ove il procedimento consegua obbligatoriamente ad un’istanza, le pubbliche amministrazioni hanno il dovere di concluderlo mediante l’adozione di un provvedimento espresso “” Legge 241/90 …
Quanti di noi “”sotto attacco cafonesco”” hanno rivolto lo sguardo alle Istituzioni per avere Giustizia e quante sono state le umiliazioni che hanno dovuto subire ulteriormente per la inerzia o indifferenza delle Istituzioni, quel senso di impotenza degli Organi Preposti che non raramente sono la emanazione di una professionalità disattenta ed in alcuni casi probabilmente non all’altezza di svolgere quella mansione o quella occupazione.
È indubbio che ai primordi sociali, l’umano apprese le dinamiche per ottenere alcuni essenziali servizi e che inevitabilmente avrebbe dovuto remunerare l’erario o come suol dirsi pagare i “terribili” tributi. Uno di questi servizi è il diritto ad essere tutelato. Ma cosa accade allorquando un cittadino, che esborsa numerosi di questi oneri gli viene negata quella tutela che egli remunera ampiamente? Ossia viene privato di un sacrosanto diritto e nel contempo retribuisce un servizio non reso?
Nella sintesi si manifesta un raggiro, ovvero una inadempienza da parte dallo Stato, il cittadino è stato depauperato finanziariamente, umiliato ed ingannato dalle Istituzioni, dagli stessi Organi che rappresentano la Repubblica.
Questo concetto che potrebbe apparire estremizzato, è invece l’aspetto incredibile che pone in evidenza una situazione che ormai è permeata in gran parte della nostra società. È un fatto gravissimo che arretra la Repubblica a posizioni non democratiche, si stravolgono i principi sociali di libertà; si aliena lo status di Cittadino a Suddito!
Il diritto negato è l’effetto della inadempienza Istituzionale, ovvero responsabilità soggettive di cui l’autore del reato (Omissione o Rifiuto in atti d’Ufficio) è un Appartenente alle Istituzioni. Tali tipologie di condotte penalmente rilevanti, essenzialmente si limitano a quelle di cui abbiamo fatto menzione, e per l’autore si prevede la pena della reclusione da sei mesi a due anni.
Le responsabilità penali si erigono nel momento in cui il funzionario, oltre a non rispondere, non espone le ragioni del ritardo nell’adozione del provvedimento.
Questa esposizione di filosofia sociale e giuridica, non deve distoglierci oltretutto dalle conseguenze gravissime che tali (omissioni o ritardi) producono al cittadino onesto, effetti collaterali di inaudita sofferenza e tragedia umana, ove è sufficiente sfogliare qualsiasi organo di informazione (Stampa o web) per conoscere gli Omicidi; Lesioni gravi e gravissime; Persone costrette a vendere quello che di più caro hanno “l’Abitazione”; Perdita del posto di lavoro o dell’Impiego. Sono fatti che rilevano immani disgrazie, che potevano indubbiamente essere evitate se colui preposto avesse fatto il suo dovere.
(Non impedire un evento che si ha l’obbligo morale e giuridico di evitare, equivale a cagionarlo), questo recita la Giurisprudenza vigente.
Se dopo richieste ed istanze l’Istituzione omette l’intervento, cosa deve fare il cittadino onesto … ricorrere all’esercizio arbitrario delle proprie ragioni artt.392/393 od al Duello art.394 (abrogato) del Codice Penale. La stragrande preponderanza dei fatti delittuosi avvengono per il perdurare di questi inaccettabili e reiterati comportamenti Istituzionali omissivi!
Non risparmieremo alcuna delle nostre forze, per affermare che il rispetto delle regole da parte di tutti, nessuno escluso, in particolare da parte degli appartenenti alle Istituzioni, che dovrebbero dare l’esempio quali organi fondanti della Repubblica e della Democrazia … Il rispetto è un sentimento ed un valore inalienabile, ove sono racchiusi i valori culturali, morali e civili di un popolo, di una comunità, di una società …
Misconoscere questi valori equivale produrre un danno grave non limitato al soggetto instante … ma all’intera Umanità …
In filosofia … l’uomo saggio è modesto … ma non sono modeste le sue idee …”
Claudio Cianchella
di REDAZIONE-
VITERBO- Non bastavano i rifiuti gettati a terra da parte dei soliti “zozzoni” che hanno ancora una volta deturpato l’area, consapevoli del non funzionamento, ormai da tempo, delle telecamere. Anche se qualcuno parla di atto di contestazione da parte di alcuni utenti per il degrado in cui è lasciata l’intera area. La pioggia di questi giorni ha inoltre riempito d’acqua piovana le enormi buche presenti nel tratto di strada dove sono ubicati i cassonetti e le campane per la differenziata, tanto che gli utenti stanno avendo serie difficoltà per andare a gettare i propri rifiuti nei cassonetti. Un vero e proprio degrado che necessità di pronti interventi.
di REDAZIONE-
VITERBO- Una lettrice ci ha segnalato con tanto di foto, un problema al parco di Santa Lucia. “C’è la staccionata del parco dove giocano i nostri bambini, anche piccoli, che è stata buttata giù. Deve, quindi, essere rifatta al più presto o, almeno, senza fare la staccionata, che al più presto l’area venisse recintata con della rete, che sarebbe ancora di maggiore protezione per i nostri bambini. Speriamo che al più presto il sindaco si muova per risolvere questa situazione”.
VITERBO- “Con il vostro articolo un po’ di spazzatura è stata portata via. Vi ringraziamo”. Così alcuni residenti di Colle Verde hanno scritto oggi alla nostra redazione, inviandoci le foto dell’isola ecologica, finalmente pulita. “Per la bonifica si poteva fare meglio, ma ci accontentiamo, ancora grazie a Tuscia Times!”. Siamo felici che il nostro modesto intervento abbia ridato dignità ad una zona, quella dell’isola ecologica di Colle Verde, che sempre più si stava ritrasformando in una discarica a cielo aperto. Ora facciamo appello a tutti ad essere civili ed a smaltire gli ingombranti presso le zone proposte. Ricordiamo che questa domenica al Riello ci sarà la raccolta degli ingombranti.
CAPRAROLA (Viterbo)- Riceviamo dal signor Claudio Cianchella e pubblichiamo: “Gent.ma Redazione, accludo alla presente, alcune riflessioni e considerazioni, inerenti alla situazione incresciosa di alcune “Aree Verde Pubblico” di Caprarola. Inoltre, sono accluse le seguenti fotografie inerenti DUE rispettive Aree Verdi:-quella di “” Poggio Dei Cerri”” e “” La Paradisa “. E’ doveroso aggiungere che questa situazione perdura da oltre SETTE anni e per la prima volta mi rivolgo a codesti Organi Informativi, per sensibilizzare le Autorità a svolgere il loro dovere, dopo innumerevoli richieste di intervento iscritte e verbali. Nell’auspicare un Buon Lavoro, invio i più Cordiali Saluti.
Nell’Anno di Grazia 26 aprile 2013, il Signor Sindaco Eugenio Stelliferi, “emanava” il Regolamento nr.21, per le Aree Verde Pubblico di Caprarola …
Cosa prescrivono … fra le altre cose … i 20 articoli del Regolamento:-
Art.4) Le aree verdi pubbliche sono a disposizione di tutti i cittadini – tutte le attività sono consentite, purché non disturbino le persone, non danneggino l’ambiente, manufatti e la vegetazione e non venga snaturata;
Art.5) – Non sono consentite attività rumorose che per intensità e durata disturbino la quiete del luogo – È vietato l’uso di strumenti che creino disturbo alle persone – Sono vietati gli schiamazzi e le grida – È fatto divieto il giuoco del pallone – Sono vietati comportamenti non conformi all’ordine pubblico e buon costume – Vietato gettare in terra qualsiasi rifiuto – Vietato accatastare materiali di alcun genere;
Art.6)- Vietato danneggiare piante e fiori – Vietato asportare, rimuovere terreno vegetale – Vietato arrampicarsi sugli alberi – Vietato calpestare le aiuole – E’ vietato calpestare il manto erboso con tacchetti sulle scarpe – Non possono essere infissi pali, picchetti o simili – E’ vietato manomettere, spostare o asportare qualsiasi attrezzatura – Sono vietate strutture fisse o mobili – Gli atti vandalici saranno perseguiti a norma di legge – E’ vietato l’uso dell’acqua delle fontanelle, tranne che per bere – Vietato accendere fuochi o abbandonare mozziconi di sigarette; sanzioni da 25,00 a 200,00 Euro;
Art.8)- E’ fatto divieto di qualsiasi circolazione di veicoli, escluse carrozzine per disabili;
Art.9)- E’ vietato condurre velocipedi;
Art.10 ) – Vietata circolazione dei cani, solo su guinzaglio è d’obbligo la rimozione di residui organici;
Art.18)- La vigilanza è esercitata dall’Amministrazione Comunale che si avvale del personale della Polizia Minucipale e di tutte le altre FF.PP.
Art.19)- i trasgressori saranno puniti, tranne che il fatto non costituisca più grave reato, dai 25,00 a 200,00 euro.
Come possiamo esaminare nella più assoluta serenità, sono norme cosiddette Modello o procedure Standard che equivalgono per tutte le Aree Verdi Nazionali, euro più o meno di sanzione, ma comunque queste sono le norme basilari per il rispetto e l’utilizzo delle Aree Verdi o Giardini Pubblici!
Debbo necessariamente indugiare sul pensiero di AREA VERDE PUBBLICO, dal momento che alcuni umani manifestano insofferenze e difficoltà nell’interpretare il significato giuridico, sociale e culturale che avvolge questi “stupendi” spazi pubblici.
“” Illuminati pensieri e filosofie letterarie, hanno dimora sociale, civile, culturale ed ambientale, in questi luoghi, ove la fitologia edifica particolari dottrine che individuano siffatti spazi quali luoghi di serenità, silenzi, relax e distrazione. Alle origini ed in epoca Rinascimentale vennero indicati quali luoghi per la composizione di conflitti sociali e politici. L’erudito Kant li definì luoghi di pensatori e filosofi! “””
Vediamo se queste rappresentazioni di menti razionali possono in qualche momento armonizzarsi o collidere con il pensiero del Sig. Sindaco di Caprarola, quale “autore “del Regolamento sopra illustrato.
Alcune immagini fotografiche (accluse alla presente) possono dare conforto e nel contempo valutazioni che non trovano elementi di coerenza e riscontro su quello che il Primo Cittadino Signor Eugenio Stelliferi ha deliberato con la norma nr.21/2013. Nondimeno quello che egli ha permesso che accadesse successivamente, con il suo comportamento omissivo in dette Aree Verdi!
Inizialmente abbiamo avuto la sensazione che fossero persone diverse, diametralmente opposte, altrimenti non si spiega perché alcune AREE VERDE PUBBLICO di CAPRAROLA siano state trasformate, deturpate e devastate, così incredibilmente ed alcuno, al nostro sapere, è stato sanzionato (anche se in alcuni casi gli autori erano noti) o abbiano risarcito la “Comunità” per il grave danno arrecato a strutture pubbliche di significativi valori culturali e sociali, come abbiamo rilevato nelle immagini.
Nello stesso anno 2013, pochi mesi dopo il Regolamento in narrativa, il Sindaco “autorizzava” l’accatastamento di centinaia di metri cubi di legna da ardere (vedi foto), dopo aver intimato all’ultimo comma dell’art.5 del Regolamento “ Vietato accatastare materiali di alcun genere”. Cosa vuol dire “privilegi per noi e regole per gli altri” o l’ego è talmente euforico da imbaldanzire l’uomo fino al punto di dire “faccio ciò che voglio … alcuno può obiettare al mio comportamento”. Tale tipologia di autorità potrebbe avvicinarsi a governi vetusti e tribali, non a quelli del XXI secolo!
Varie istanze sono state iscritte ed inoltrate (documentate) al Signor Sindaco Eugenio Stelliferi, finalizzate alla installazione di “Tabelle di Divieti e Norme di Buon comportamento” nelle Aree di Verde Pubblico. Sono trascorsi oltre 7 (sette) anni e nulla è stato fatto!
Noi invitiamo i lettori ad una attenta riflessione, anche se questo può apparire una sterile provocazione, dal momento che ognuno di noi è cosciente come deve essere un’Area Verde o qual dir si voglia, Giardino Pubblico, e “gridare” al Signor Sindaco di dare decoro a questi spazi di sacralità sociale, ove è evidente che Egli in questo ambito non è inspirato, ovvero presenta coefficienti di disattenzione piuttosto elevati.
Perbacco, direbbe il saggio, per una Comunità che si rispetti, il Giardino Pubblico rappresenta il momento storico culturale, non possiamo assolutamente credere “conoscendoli” che i Cittadini di Caprarola, siano persone dai lineamenti ed atteggiamenti cafoneschi e zoticoni! Semmai il responsabile è colui … il Primo Cittadino… che deve farsi garante e proteggere le opere naturali e paesaggistiche … dalle “insidie umane”!
Questa situazione perdura, come abbiamo ampiamente accennato, dal lontano 2013, allorquando scrivemmo al Sindaco di Caprarola il Signor Eugenio Stelliferi, che le Aree Verdi in località Poggio dei Cerri e della Paradisa, rischiano di formarsi in “paesaggi lunari” se non si agisce compiutamente, anche con interventi strutturali, quali: – Piscine, Campi di Calcetto, da Tennis, strutture a norma che evitino innanzitutto ai giovani di procurarsi danni fisici e dedicarsi ai rispettivi giuochi con finalità sociali e civili.
Ovviamente copie di tali istanze sono ancora in nostro possesso. Nientemeno nel quartiere cosiddetto “Poggio dei Cerri” che dista almeno 4 km dal centro di Caprarola, non esistono finanche Supermercati, Farmacia, Servizi di Ristoro, Segnaletica stradale di qualsiasi tipo; “centinaia di persone abbandonate al loro destino”.
Saremmo lieti che il Signor Sindaco finalmente rispondesse alle decine di istanze iscritte ed a questo nostro appello, e finalmente abbia momenti di umiltà umana e sociale;
Si proponga affinché tali spazi sociali e pubblici, siano in linea con la civiltà del popolo di Caprarola, invece di manifestare alterigia o peggio irritazione, se un Cittadino gli offre momenti di collaborazione!”.
VITERBO- Riceviamo da Barbara Paparusso e pubblichiamo: “Vivendo al centro storico da 20 anni ho visto davvero di tutto, ma ormai le condizioni di via del Palazzaccio e dintorni rasentano l’incuria più totale.Quando ieri sono passata sono rimasta senza parole per davvero.
Dentro ad uno sportellino del GAS aperto, tanti sacchettini bene annodati contenenti cacche di cane! Senza contare quelli lasciati a terra, oppure quelli infilati dentro ai buchi del muro.
Ma io mio chiedo, come si fa solo a pensarla una porcata del genere? Di una inciviltà senza confini. Si parla tanto degli stranieri…i cittadini viterbesi sono i primi zozzoni della classifica, e questo è uno dei tanti esempi che potrei citare, avendone visti molti.
Continuate cari Viterbesi, continuate ad “amare” in questo modo la vostra bella Città Di Viterbo, che lentamente sta prendendo una china discendente di sporcizia e di abbandono.
E credetemi, non se lo merita davvero”.
di REDAZIONE-
VITERBO- “La gente continua a buttare per terra di tutto e per giunta sulla spazzatura sotto sequestro”. Così un lettore ci informa sulle condizioni dell’isola ecologica di Colle Verde. Sono giorni che riceviamo segnalazioni sul degrado dell’isola diprossimità, ma purtroppo la situazione sembra non migliorare, anzi è peggiorata, da come si evince dalle foto scattate oggi ed inviateci. “Non ne possiamo più tra l’immondizia e la puzza – prosegue il lettore- Abbiamo le telecamere, ma sono anni che non funzionano!”.
VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: “Vivendo al centro storico da 20 anni ho visto davvero di tutto, ma ormai le condizioni di via del Palazzaccio e dintorni rasentano l’incuria più totale.Quando ieri sono passata sono rimasta senza parole per davvero.
Dentro ad uno sportellino del GAS aperto, tanti sacchettini bene annodati contenenti cacche di cane! Senza contare quelli lasciati a terra, oppure quelli infilati dentro ai buchi del muro.
Ma io mio chiedo, come si fa solo a pensarla una porcata del genere? Di una inciviltà senza confini. Si parla tanto degli stranieri…i cittadini viterbesi sono i primi zozzoni della classifica, e questo è uno dei tanti esempi che potrei citare, avendone visti molti.
Continuate cari Viterbesi, continuate ad “amare” in questo modo la vostra bella Città Di Viterbo, che lentamente sta prendendo una china discendente di sporcizia e di abbandono.
E credetemi, non se lo merita davvero”.
Barbara Paparusso
di Redazione –
VITERBO – Riceviamo da un lettore e pubblichiamo: “Vi invio un po’ di foto qui da noi all’isola ecologica a Colle Verde. Alcune cose sono state messe sotto sequestro dai carabinieri ma continuano a buttare rifiuti per terra. Le telecamere sono anni che non funzionano più. L’isola sta crollando con i carichi e scarichi dei cassonetti da parte degli addetti alla raccolta rifiuti di Viterbo Ambiente. Stiamo vivendo in mezzo alla spazzatura”.
di REDAZIONE-
VITERBO- Guasti alla rete elettrica nella zona Pian del Cerro, a Viterbo. Ce li segnalano alcuni residenti, che dichiarano: “E’ già da qualche giorno che abbiamo notato come ogni tanto la corrente elettrica vada via per poi ritornare, dopo pochi minuti, ma ieri c’è stato un forte disservizio: dalle 2,30 circa del mattino fino alle 5 la luce è saltata per ben 5 volte, facendo staccare ed attaccare i dispositivi elettronici dentro casa. Abbiamo dovuto staccare tutto per evitare che il continuo attaccare e staccare della luce potesse rompere i dispositivi. Questa mattina dall’Enel ci hanno fatto sapere, dopo la nostra segnalazione, che la cabina stava a posto e che forse si è trattato di problemi di alimentazione. Fatto sta che da giorni lamentiamo questi disagi”.
Riceviamo da Vittorio Filippi e pubblichiamo: “Pian di Spille, litorale laziale prossimo a Tarquinia, nel viterbese, a tanti potrebbe non dire nulla. Ma chi ha vestito con orgoglio la divisa delle Forze Armate italiane è un posto che resta scolpito nella memoria, nell’animo e quel ricordo diventa assordante e metallico rumore guardando i polpastrelli delle dita e chiudendo gli occhi.
E’ solo allora che risenti il sudore e la tensione che salgono, ripensi alla Squadra, all’allineamento, torni a controllare le sicure delle bombe SRCM mod. 35, controlli i caricatori, conti e accarezzi i 7,62 Full Metal Jacket del tuo munizionamento individuale, controlli l’allacciatura dell’elmetto, cerchi lo sguardo complice del pilota VTC-M113, poi dentro….pronti…senti il fuoco amico delle Squadre in azione prima della tua, ti concentri sui tempi, sulla tua arma, sul tuo FAL e, nel mio caso, sulla fedele mitragliatrice MG 42/59 con i suoi nastri da 50 colpi che dovranno scivolare e allora parli con il “servente”, gli ricordi che dobbiamo avanzare e coprire gli altri, che noi siamo la loro assicurazione e che appigli tattici e mimetizzazione dovranno essere perfetti, niente è dato al caso (imprevedibilità ed improvvisazione non sono il menù di oggi) e per questo fondamentale è l’esplorazione e la ricognizione preventiva …. Il cuore del carro puzza di carburante. C’è silenzio. Si avanza e si attende il comando. Poi il portello che viene giù, fuori !! Tutti per uno e uno per tutti !!! Pochi secondi per prendere posizione, sbalzi e senti i cardi che ti entrano nella pelle se non sono altro poi ecco, il segnale ! Si avanza !! Fuoco, sbalzo, fuoco, sbalzo, fuoco, … e ogni sbalzo diventi più adulto. Quando ci si torna molte settimane dopo sei un altro uomo e un altro soldato. Il FAL e la MG 42/59 sono diventati il tiro di Browning 12.7 con munizionamento PIT (perforante, incendiario, tracciante): se da quelle parti passasse un B-747 e sfuggisse allo sgombero lo tireresti giù come un piattello all’Olimpiade.
Pian di Spille è uno zainetto tattico che diventa casa, è uno strumento tattico che diventa latrina, è turni di guardia, è una spiaggia d’estate dove l’anfibio non sarà mai infradito perché devi imparare a diventare uomo prima che soldato, è il sacrificio senza la certezza dell’obiettivo.
Correva l’estate del 1989, come oggi. Là sparava il 136° corso AUC. Anche la si formava la mia leva e una parte sana di quell’Italia per la quale imparavamo a lottare.
Dicono che a Pian di Spille quel sudore, i cardi, i bossoli, le maglie dei nastri MG, le nostre orme, le asperità del terreno, i solchi dei carri diventeranno presto un parcheggio.
Eppure il mio sguardo è ancora là, fisso sull’obiettivo. Non falliremo. Eravamo e siamo il 136°.
Fortior ex adversis resurgo.
136° Corso Allievi Ufficiali – 1989
VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: “Vi scrivo dopo aver letto sulle pagine del sito del Comune di Viterbo il tanto atteso annuncio della realizzazione di un marciapiede che da Ponte dell’Elce porterà i pedoni fino a Viterbo. Sono un residente di Via Ugo Ferroni, e leggendo l’articolo ho notato che si parla di realizzare un marciapiede fino all’altezza della “casa cantoniera”, quindi alla curva sulla Cassia Sud, più precisamente “All’uscita di Ponte dell’Elce – spiega nel dettaglio il sindaco Arena – verrà installato un semaforo intelligente che consentirà, in sicurezza, l’attraversamento della Cassia. Da qui avrà inizio il marciapiede che proseguirà fino all’uscita dalla casa cantoniera. Dopodiché si procederà con l’attuale percorso pedonale fino ad arrivare all’ingresso della città”.
In realtà il marciapiede, pur se presente per un breve tratto, vicino alla recinzione dell’ufficio postale, poi termina di fronte alla pompa di benzina, e fino all’altezza di Via Lupattelli si è costretti a camminare con quattro occhi, due davanti per evitare le sterpaglie, e due dietro per evitare le auto, infatti il percorso è insidioso, sia che si scelga di camminare lato ex geometri, sia che si scelga di camminare sul lato opposto, dove è presente anche una fermata Cotral ricoperta dall’erba e su un terrapieno. Non esiste alcun percorso pedonale, come riportato sulle righe dell’articolo del Comune, se non un percorso ad ostacoli.
Da questo link di Google Street View potete vedere di cosa sto parlando:
– https://goo.gl/maps/gx8rNw8gxT9hhfcb8
– https://goo.gl/maps/6LzqUSqdFSiUWWWx9
– https://goo.gl/maps/QHWzn8TTNSbEUh8j9
Onde evitare che venga realizzata un’opera incompleta, voglio porgere una domanda all’assessore ed al Sindaco, qualora non ci fossero i fondi necessari per completare il marciapiede fino a Via Lupattelli, perché non prendere in considerazione la rimozione del terrapieno sul lato destro della Cassia (andando verso Viterbo), in modo che i pedoni possano camminare senza rischiare la vita? Magari installando anche un guardrail a protezione? Vorrei ricordare che questo tratto di strada è percorso da molte persone a piedi in quanto a Via Ugo Ferroni è presente l’Agenzia delle Entrate e l’ufficio postale per il ritiro di pacchi e raccomandate di tutta Viterbo.
Tra l’altro, nel rettilineo di fronte alle Poste ed alla pompa di benzina spesso gli automobilisti effettuano sorpassi azzardati, pensando di essere ormai sulla statale, quando sono ancora nel centro abitato, è possibile installare dei dissuasori luminosi che mostrino la velocità sostenuta? Inoltre, è prevista anche l’installazione dell’illuminazione pubblica? infatti questo tratto la notte è completamente al buio, nonostante tra Via Ugo Ferroni e Ponte dell’Elce ci siano abbastanza famiglie da formare un quartiere.
Ringrazio anticipatamente l’assessore ed il sindaco che son sicuro provvederà a fornire una risposta esaustiva ai vari punti sollevati.
Cordiali saluti”.
Marco Graziotti
di REDAZIONE-
VITERBO- Isola ecologica di Colle Verde. Situazione sempre peggiore. A segnalare il degrado un lettore, residente nella zona che, oltre ad inviarci le foto che pubblichiamo, ci scrive: “Una vera vergogna..vengono di notte a scaricare. Non ne possiamo più!”.
VITERBO- Riceviamo da Giuseppe Cecchini e pubblichiamo: “Con la sentenza n. 803/2019 del 19 settembre 2019 il Giudice di Pace di Viterbo ha ravvisato, in capo alla Talete S.p.A., l’inadempienza contrattuale a danno dell’utente, con la conseguente condanna al risarcimento del danno per un servizio idrico non conforme ai termini di legge.
La mia utenza idrica, nei mesi estivi, è soggetta a cali di pressione e di portata tanto da non risultare conforme ai livelli minimi fissati dal D.P.C.M. 4 marzo 1996 e dalla normativa in materia e, comunque, non conforme agli obblighi contrattuali e di servizio in capo alla Talete S.p.A. Per questo motivo dopo aver esperito, senza successo, alcuni strumenti deflattivi del processo civile, con l’assistenza dell’avvocato Massimiliano Fava del Foro di Viterbo ho adito il Giudice di Pace di Viterbo competente nel caso de quo.
Le testimonianze rese e la relazione della Consulenza Tecnica d’Ufficio hanno persuaso il Giudice ad accogliere, almeno in parte, le mie ragioni riconoscendo l’emergenza del danno non patrimoniale e condannando la Talete S.p.A. al risarcimento dello stesso”.