Belcolle, lunghe file d’attesa al Cup, la segnalazione di un lettore

di REDAZIONE-

VITERBO- Riceviamo da un nostro lettore e pubblichiamo: “Volevo segnalare il caos che regna presso il Cup di Belcolle. Questo pomeriggio mi sono recato per una vista cardiologica in intramoenia, volevo prima pagare al Cup la visita per poi andare dal medico, ma vi erano prima di me una trentina di persone, tutte con il numeretto in attesa. Ho aspettato un po’ e poi sono dovuto salire in ambulatorio, in quanto si stava facendo tardi per la visita, avendo già aspettato una mezz’ora al Cup per il pagamento. Purtroppo avevo ancora tante persone davanti, visto che funzionavano solo due casse. Mi sono dovuto, quindi, recare a fine visita di nuovo al Cup per ritrovare numericamente le stesse persone in attesa di prima, anzi di più. Ho dovuto fare una fila interminabile e poi sono di nuovo dovuto salire al secondo piano per riportare al medico la ricevuta del dovuto pagamento. Mi chiedo, visto le persone che erano presenti nella sala d’attesa, perché soltanto due casse siano funzionanti. Mi hanno detto, parlando con alcuni pazienti ed anche con alcuni operatori, che non è purtroppo quello di oggi l’unico caso di lunghe file al Cup, anzi, pare che sia la routine. Non sarebbe il caso, quindi, di attivare più casse e per chi va in intramoenia avere almeno una cassa dedicata? Altra cosa che vorrei segnalare è che nella sala d’attesa al secondo piano non ho trovato alcun disinfettante a disposizione, ma solo locandine informative sul Covid-19 appese alle pareti.  Sono andato a cercare il disinfettante anche nell’altra sala d’attesa ottenendo sempre lo stesso risultato.  Segnalare i corretti comportamenti con le locandine è giusto, ma lo sarebbe anche trovare i disinfettanti a disposizione”.




Isola ecologica di Colle Verde di nuovo una discarica a cielo aperto

di REDAZIONE-

VITERBO- Ancora una segnalazione ci arriva per l’isola di prossimità di Colle Verde. Una residente ci ha inviato delle foto dove si vede come ancora una volta l’isola ecologica sia di nuovo utilizzata per buttarci di tutto, anche rifiuti ingombranti. “Le telecamere non funzionano più e l’isola è abbandonata a se stessa- ci scrive la residente- Noi che abitiamo a pochi metri dall’isola ecologica non possiamo continuare così, chiediamo un intervento degli organi preposti”.




Isola di prossimità di Colle Verde, degrado con una buca gigante

di Redazione –

VITERBO – Una buca gigante quella che si presenta all’ingresso dell’isola ecologica di Colle Verde. Alcuni residenti ci hanno segnalato il degrado in cui versa l’isola di prossimità, aggravato dalla presenza di questa enorme buca, che rischia di rovinare quelle auto che non siano fuoristrada. I lettori che ci hanno contattato inviandoci le foto, chiedono un immediato intervento dell’amministrazione comunale affinché provveda almeno a sanare l’enorme buca.




Fondazione Caffeina, scrive un gruppo di dipendenti/collaboratori: “Non vedremo un euro neanche questa volta”

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo: “Succedono cose strane o quantomeno curiose.b Succede che una fondazione, che si chiama Fondazione Caffeina Cultura Onlus, che da mesi non paga alcuni suoi dipendenti e collaboratori, venga invitata ad una gara dal valore di 70mila euro, per un progetto che porta il suo nome: “Cultura e Caffeina: la ricetta per il risveglio culturale dei Monti Cimini” (sic!) e non partecipi alla suddetta gara.

Succede che la stessa gara venga vinta dal Gruppo Carramusa srl, proprietaria del 51% della società Caffeina Group srl, entrambi vincitrici del bando “Festival presso il Castello di Santa Severa” per un importo di circa altri 120mila euro.

Succede che nel verbale delle operazioni di gara si legga che il plico aperto alle 10,10 del 20 giugno 2020 tra gli altri documenti contenga:

– Curriculum vitae dell’Associazione regolarmente sottoscritto dal legale rappresentante

– Copia dello statuto dell’Associazione

Quando il plico è stato presentato da una società Srl.

Succede che il marchio e/o il nome e/o il logo “Caffeina”® venga utilizzato in diversi progetti e anche in pagine Facebook ad uso personale a sfondo politico e che l’ultimo bilancio pubblicato della Fondazione Caffeina Cultura Onlus riporti all’attivo una posta di ben 250.000,00 euro, proprio per marchi di proprietà della Fondazione.

Succede che noi ex dipendenti/collaboratori di Fondazione Caffeina non vedremo un euro neanche questa volta”.

Un gruppo di dipendenti /collaboratori che attendono di essere pagati da Fondazione Caffeina




Bullicame, cestini dell’immondizia stracolmi

di Redazione –

VITERBO – Un lettore ci segnala come i cestini dell’immondizia all’ingresso del Bullicame siano stracolmi con immondizia anche a terra, come da foto inviate. Un brutto biglietto da visita per chi viene a vedere la storica sorgente di acqua sulfurea calda, decantata anche da Dante. Nonostante il divieto di balneazione, alcune persone continuano a raggiungere il Bullicame per sdraiarsi sotto il sole intorno alle vasche e nel prato circostante, anche se in alcuni punti l’erba non è stata adeguatamente tagliata, come ci segnala il lettore.




Jackline Tomassini, 15enne, ha ricevuto il riconoscimento internazionale da Tokyo “Shodan Aikikai”

VITERBO- Luca Tomassini il papa’ di Jackline Tomassini , ci informa che a soli 15 anni, sua figlia ha ricevuto il riconoscimento Internazionale da Tokyo “Shodan Aikikai”, diploma di cintura nera l Dan Istruttore. “Tutto il dojo, papà e mamma  fanno tanti auguri”.

 




Pratogiardino chiuso e marciapiedi disconnessi

VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: “Alla cortese attenzione signor Sindaco di Viterbo Apprendo con disappunto che il parco di Prato Giardino, di cui ho ampia panoramica dal terrazzo del mio appartamento, verrà “forse“ riaperto il 18 maggio prossimo a causa “mancanza di sorveglianza e
erba alta” (Corriere di Viterbo del 4/5/2020). Chiedo come mai non si sia provveduto per tempo.
Evidentemente non sempre l’organizzazione è un punto forte di alcune amministrazioni, neanche in cittadine di modeste dimensioni come questa.
Pazienza. Vorrà dire che noi ultra sessantenni eserciteremo la necessaria blanda attività fisica della passeggiata camminando lungo i marciapiedi e per le strade. A tale proposito, invio una serie di foto che testimoniano le disastrose condizioni di molte strade della città: marciapiedi sconnessi e pieni di buche, invasi da erbacce rigogliose (altro che Prato Giardino!).
Pensa che si possa destinare quale euro delle tasse comunali che paghiamo alla sistemazione di queste sconcezze?”

Luciana Rinaldi
(erogatrice di IRPEF e tasse comunali)




Oriolo, chiuse le sedi Unicredit. Disagio per imprenditori e cittadini

ORIOLO ROMANO ( Viterbo) – Riceviamo e pubblichiamo: “Disagio per imprenditori e cittadini di Oriolo Romano. In questo momento drammatico gli istituti di credito Unicredit sono chiusi. Non è possibile fare operazioni bancarie.
UniCredit non ha fuori la cassa depositi, gli operatori sono all’interno ma la sede è chiusa.
Questo è per noi inaccettabile: le banche sono primarie come i negozi di generi alimentari e le farmacie”.




Coronavirus, un lettore segnala spiacevole accaduto il 25 aprile per ritirare il pane

VITERBO- Riceviamo da Andrea Boila e pubblichiamo “Spiacevole sorpresa la mattina del 25 aprile per il forno “L’allegro fornaio” di via della Palazzina che si è visto abbassare le serrande del locale poco dopo le 10. Ero in fila per ritirare il pane prenotato ieri ma all’improvviso la saracinesca si abbassa per un intervento della polizia locale, in quanto, secondo loro, il panificio non era autorizzato a restare aperto. Arrivato il titolare dopo poco 20 minuti la serranda si alza ed io ho potuto ritirare il mio ordine tra le scuse di un imbarazzatissimo proprietario il quale preferisce non commentare l’accaduto, ma solo ringraziare l’assessore Alessia Mancini che, contattata telefonicamente,  si è adoperata al fine di risolvere subito lo spiacevole accaduto ed il Comandante della Polizia locale, che ha prontamente permesso la riapertura del panificio. Capiamo il momento di caos, ma qui siamo allo sbando totale”.

 




Sutri, l’ultima per la raccolta differenziata

SUTRI ( Viterbo) – Riceviamo e pubblichiamo la lettera scritta da Gianni Andrea Sonnino Sorisio al Sindaco Vittorio Sgarbi: “Gentile Sign. Sindaco, sono un cittadino non sutrino, ma residente nel Suo bellissimo comune da pochi mesi. Le scrivo questa lettera via web perché non sono riuscito a contattarla. Ma vengo subito al mio (o al nostro) problema: LA RACCOLTA DIFFERENZIATA. Orbene mi sono profondamente meravigliato che Sutri nonostante abbia un Sindaco tanto famoso e impegnato su più fronti come la politica, la cultura e l’arte che ad oggi, aprile 2020, non abbia ancora adottato una metodologia di smaltimento dei rifiuti differenziati. Tutti i comuni confinanti e della provincia di Viterbo hanno da anni questa attività ecologistica. Ma anche in Italia ed Europa da tempo è in pieno svolgimento la differenziazione dei rifiuti. Ho chiesto in giro per Sutri il motivo di questo ritardo, mi è stato detto che già da tempo fu promesso di iniziare la raccolta porta a porta con mastelli o bidoni collettivi. Ho anche letto dalla stampa che il Comune di Sutri comunicava ai cittadini l’inizio per fine 2019 del nuovo regime di raccolta. Certo in questo periodo siamo a capofitto tutti impegnati a combattere il Coronavirus ma gentile Sindaco ha intenzione di farci aspettare ancora molto? Lei quale rappresentante internazionale dell’arte e della cultura, che organizza musei ed eventi che attraggono turismo come può conciliare tutte queste lodevoli azioni ma non dare a Sutri un servizio cosi essenziale? La raccolta è una risorsa che dovrebbe camminare di pari passo con le sue iniziative, non crede? La Sua carica dona lustro a questa cittadina della Tuscia, ma mi permetta sommessamente di sollecitarla a far partire con somma urgenza la RACCOLTA DIFFERENZIATA in tempi brevissimi. Sutri merita di essere d’esempio anche in questo. Grazie”.




Un ambiente per vivere il dopo-coronavirus

RONCIGLIONE ( Viterbo) – Riceviamo e pubblichiamo: “Il momento che tutti stiamo vivendo, per fortuna, non durerà per sempre e quindi già da ora è indispensabile cominciare a pensare al dopo-coronavirus, a come vogliamo/dobbiamo ripensare al ritorno ad una “normalità” che ora ci sembra così preziosa e mai finora sufficientemente apprezzata.
Questo ripensamento del ritorno alla quotidianità non riguarda, ovviamente, solo ogni singolo cittadino – oggi divenuto tanto determinante nei suoi comportamenti perché ciò accada al più presto – ma soprattutto gli Amministratori ad ogni livello perché sappiano proporre e condurre questa gestione con attenzione, prudenza e vantaggio per tutti.
Ecco così che, recentemente, ho “sognato” di parlare con il mio sindaco, con il presidente della riserva naturale Lago di Vico, con l’assessore al turismo, con tutto gli operatori fino a “L’ultima spiaggia”, con l’organizzatore del palio del lago di Vico e con l’organizzatore della famosa corsa a vuoto, con gli amici del palio e con tutti loro mi chiedevo come poter fare affinché tutto quello che abbiamo avuto e che caratterizza in modo tanto rappresentativo Ronciglione e il suo territorio possa continuare nel dopo-coronavirus. E la prima risposta è stata che proprio noi tutti, in primis, abbiamo le possibilità per far rivivere tutto ciò nel modo più autentico.
Basti pensare, ad esempio, a quel gioiello del lago di Vico, alla nostra Tuscia meravigliosa… inutile dire che gli accessi online di tante bellezze naturalistiche o artistiche – per quanto tecnicamente perfetti – che si sono moltiplicati in queste settimane non potranno mai dare le sensazioni di un contatto diretto con la natura, di una esperienza vissuta sul luogo, che molto spesso rimane impressa nelle nostre anime in modo indelebile.
Di recente, questo territorio ha sottoscritto i piani di utilizzo agrario in cui l’impiego di chimica, delle lavorazioni, del concime è progettato in modo da far vivere al meglio l’ambiente.
Naturalisticamente parlando, nella zona è presente un piccolo animale che riesce a degradare il legno in decadimento riconducendolo a nutrimento per la terra; questo è un sito protetto dall’Unesco; questo è il lago vulcanico più alto d’Europa, con tanti sentieri boschivi già segnati dal Cai; questo territorio è ricco di musei di archeologia industriale dove l’acqua e non il carbone o l’inquinamento era il vero volano di sviluppo dell’industria del territorio. La piccola chiesa di Sant’Eusebio conserva un incredibile capolavoro artistico: lì c’è l’albero della vita più antico del Cristianesimo affrescato e visibile entrando sulla sinistra, in pratica la genealogia di Gesù.
E poi quegli splendidi spazi sul lago per una gita su una barca piatta, quei tanti punti di accoglienza dove si può mangiare come nella migliore tradizione gastronomica locale, tutti luoghi che, certamente, dovranno essere gestiti con la massima attenzione, ma che potrebbero consentire a ogni famiglia di vivere all’aperto la propria “normalità” di relax nel rispetto di tutti, proprio lì, in uno spazio naturale in cui vivere tutta la bellezza del lago di Vico e la sua Riserva Naturale.
Tutto questo forse dovremmo solo condividerlo e comunicarlo, trasformarlo da sogno a comunicazione di una realtà già esistente, relativa ad un territorio che crede in se’ stesso e che riesce a vivere e far vivere la bellezza agli altri.
Il sogno si chiama Turismo per questo territorio e per la nostra città e il turismo dopo il coronavirus potrà essere uno degli aspetti più importanti per il vero ritorno alla “normalità”, per un territorio naturalmente vocato all’ospitalità, in spazi aperti e dall’indiscutibile ricchezza ambientale.
E dunque, perché non pensare a realizzare un protocollo di Intesa tra tutti gli operatori di Ronciglione, Caprarola, Capranica, Sutri che garantisca la sicurezza nell’accoglienza dei visitatori, nella proposta dei percorsi studiati per camminare nel verde sui sentieri segnalati dal Cai e nei punti di accoglienza e ristoro dove siano garantite – sia per le persone che per i luoghi – tutte le accortezze necessarie di salvaguardia della salute?
Ognuno di noi, in cuor suo, sta già facendo piccoli progetti di “evasione” appena possibile… e la proposta di raggiungere un luogo naturalisticamente unico e accogliente, non potrà che essere incluso nella lista delle méte”

Gianni Ginnasi




Coronavirus e crisi economica, la testimonianza del fotografo Paolo Lanzi

VITERBO – Riceviamo da Paolo Lanzi con studio fotografico a Viterbo, in via Friuli,  e pubblichiamo: “Spettabile redazione, seguo il vostro giornale assiduamente e visto la vostra vicinanza verso tutte le attività che in questo momento stanno subendo gravi ripercussioni a causa della crisi epidemiologia, vi scrivo per evidenziare il grave problema che affligge chi, come me, vive di fotografia.
Ho vissuto a pieno l’inizio della fase di crisi, fino al 23 febbraio mi trovavo a Milano per la settimana della moda e a seguire fino al 4 marzo a Parigi, rientrando a casa appena in tempo prima della chiusura totale. Ora mi trovo come molti colleghi ad affrontare il dilemma della stagione matrimoniale che sarebbe dovuta partire a breve, nonché le già preannunciate date annullate delle fashion week in programma per giugno e luglio e un forte interrogativo per settembre. Mi occupo principalmente di servizi, ho una piccola “parte” commerciale di prodotti e stampa foto ma è comunque marginale e vi assicuro che non si vive più di questo. Non poter fare servizi per eventi, dove inevitabilmente si prevede un assembramento di persone, vedi matrimoni nello specifico, ma anche semplicemente servizi fotografici in studio, porterà gravissime ripercussioni economiche a me sono certo, ma a chi come me vive di questo. Speriamo in qualche aiuto concreto da parte delle istituzioni, nazionali ma anche locali.
Se, come mi auguro, possa essere interessante portare all’attenzione di tutti la situazione che vi ho esposto, mi faccio portavoce di chi, come me, sta cercando di capire come resistere a quello che sta accadendo e che potrà accadere una volta superato questo momento di stop forzato dell’attività. Certo di un Vostro gentile riscontro, vi auguro buon lavoro. Cordiali saluti”.

 




Coronavirus, perché non produrre anche mascherine con finestra trasparente per sordi?

di WANDA CHERUBINI –

VITERBO – Le mascherine sono fondamentali per difenderci dal Coronavirus, ma come fanno i sordi che leggono il labiale? La problematica ce l’ha posta una signora, Mariarita Testa, che ci chiede perché le aziende non pensano anche di produrre mascherine con una finestra trasparente. ” Ho la mamma sorda  – precisa – e io non posso portare la mascherina altrimenti non mi capirebbe. Avevo letto un articolo su una ragazza americana, che aveva avuto questa idea. Ho provato a cucirla e si riesce. Sarebbe bello se ci fossero alcune mascherine a disposizione dei dottori in caso abbiano pazienti sordi”. La studentessa a cui fa riferimento la signora è Ashley Lawrence, studentessa del Kentucky, Stati Uniti, che sta cucendo insieme a sua madre questo tipo di mascherine per aiutare la comunità dei sordi e degli ipoudenti. L’idea è nata dopo aver visto su Facebook che molti suoi amici si stavano cucendo le protezioni da soli. Così ha riadattato uno dei tanti modelli trovati su internet e si è messa all’opera, modificando il modello per essere adattato a coloro che leggono le labbra. Un’iniziativa lodevole, che la signora  Testa spera che possa essere replicata in Italia in aiuto dei tanti sordi presenti nel nostro Paese.




Nel mio cellulare

di Emanuele Ramundo
C’è una malattia nel mio cellulare
C’è una pandemia
Un’epidemia virale
C’è un’infezione inflazionata
C’è una curva ondulata
Sempre diversa
Sempre aggiornata
Sembra perversa
È colorata
C’è un balcone nel mio cellulare
Dal quale puoi cantare una canzone commerciale
Può causare commozione a causa di un video amatoriale
Puoi usare una reazione come abuso emozionale
Puoi ridere, puoi piangere, puoi esprimere stupore
Ti puoi arrabbiare oppure puoi toccare un cuore

C’è la condivisione nel mio cellulare
Si può navigare
C’è un barcone di migranti
Sono in tanti
Sconfinati
Sono stati maltrattati
Sono entrati massacrati
Commentati come ingrati
C’è un tricolore nel mio cellulare
C’è il folklore in proiezioni appariscenti
Su tutti i monumenti più importanti
Penso che da spenti siano più elegante
Ci sono incompetenti nel mio cellulare
C’è un parlamentare
Non la smette di parlare
Non permette di ignorare il suo discorso
È la sponsorizzazione in corso di un prodotto contrattaffato
È il frutto riprodotto di un corrotto del partito
Di un patito del niente
È un’invito al voto per un pubblico ignorante
Forze armate nel mio cellulare
Vedo bare deportate
Con i carri e le sfilate
Non ci credo! C’è la guerra! Cade a terra il cellulare
Non riesco a respirare
Lo raccolgo, mi concentro
Guardo dentro
C’è perfino un militare
Controllore a controllare se possiedi l’edizione più attuale di un’autocertificazione
Serve per andare a comprare da mangiare
A non indurre in tentazione
E menomale, per produrre il minimale c’è qualcuno che va ancora a lavorare
La cassiera che ogni sera non fa altro che pregare
C’è un altare nel mio cellulare
C’è una messa in scena
La scommessa che qualcuno ci potrà salvare
C’è un’emergenza nel mio cellulare
Un’ambulanza
C’è un dottore da guarire e un infermiere che sta male
C’è la morte a porte chiuse in ospedale
Non c’è neanche un funerale nel mio cellulare
Ma c’è una diretta
C’è la fretta di tornare alla vita normale
Quella precostituita
Quella che ci andava stretta
Quella che sembrava certa e ci faceva sospirare
C’è l’Ansa nel mio cellulare
C’è l’ansia nazionale
C’è la depressione
La costrizione personale
C’è che me ne voglio andare
Che ho voglia di cambiare tutto e che devo rimandare ogni progetto nel quale potrei riuscire
Per il quale dovrei poter uscire di casa e della mia testa invasa dalla pratica sintomatica
della psicosomatica protesta
C’è una festa nel mio cellulare se lo lascio a caricare
Se mi vado a coricare
Se non digito più nulla
Che non faccio che posare il dito tutto il giorno
sulla superficie dello schermo
Poi mi fermo
Sono felice ora che dormo
Fa sognare
C’è una sveglia nel mio cellulare
Sette ore e mi farà svegliare
Domattina ci sarà una malattia nel mio cellulare
Ci sarà una pandemia
Ci sarà questa poesia virale
CELLU




Tuscania, un lettore ci segnala le vicissitudini della cooperativa sociale bio TeveRiva

TUSCANIA ( Viterbo) – Riceviamo da Dario Mencagli e pubblichiamo: “Caro Direttore,
ti propongo un indovinello, come usava tempi addietro.
“Che differenza passa tra una cassetta PIENA DI CARTE e una cassetta PIENA DI VERDURE?”
Risposta: “Che, se aspetti una settimana, le carte sono ancora belle fresche e sane.
La verdura, invece, è andata a male e tocca di buttarla tutta!”
Mi viene in mente spesso questa differenza, specialmente quando si pensa a chi lavora in città, con le carte, e chi lavora in campagna, con gli ortaggi.
Senti cosa è successo alla cooperativa sociale bio TeveRiva, che produce ortaggi a Tuscania.
Anche adesso continua a rifornire cittadini chiusi in casa e il mercato bio del sabato, in via della Polveriera, a Pianoscarano (Viterbo).
Le persone della cooperativa le conosco direttamente, non per sentito dire!
A giugno 2019 hanno fatto richiesta di un attacco Elettrico Enel. Per vicende che lascio perdere di elencare, hanno avuto l’attacco solo a marzo 2020.
Hanno montato una pompa elettrica trifase nel pozzo. Ma, quando sono andati ad collegare, hanno scoperto che l’ENEL aveva messo la monofase.
Salti mortali e telefonate per correggere l’errore. Finalmente venerdì 20 vengono i tecnici da Tarquinia a fare il sopralluogo e dicono che faranno l’allaccio lunedì 23.
Dopo poco telefonano per dire che, per ordini superiori, l’intervento è considerato normale e quindi vietato dalle nuove leggi di emergenza.
Loro eseguono solo. Non hanno numeri per chiamare i responsabili che hanno dato l’ordine. Dicono di fare un FAX al numero Enel previsto per reclami!
Posta elettronica: niente!
(Una curiosità: dove vai tu a fare i fax in tempi normali? E quando tutte le agenzie di pratiche sono state chiuse?)
Telefonano, quelli della cooperativa, al numero dedicato per le emergenze della Prefettura.
Rispondono che l’agricoltura è strategica e urgente e che l’Enel deve intervenire, ma per far intervenire la Prefettura, la cooperativa TeveRiva deve mandare una PEC, e interverranno in 5 giorni.
Domanda: dopo 10 giorni, che fine avranno fatto le piantine sul campo per i raccolti di primavera e le verdure?
Cosa mangeranno i funzionari dell’Enel e della Prefettura?
Chi dalla città cercherà verdure, che risposta può aspettarsi?
“Mandateci un Fax e poi vedremo”?

Un saluto di cuore, con pace e bene!

P.S.
Proprio stamattina, alla rassegna stampa di radio 3, un cittadino segnalava che tutti i supermercati (non i negozietti!) del suo quartiere avevano aumentato alcuni ortaggi da 1€ a 2-2,5€ KG: però i grandi giornali non ne parlano.
Il giornalista conduttore ha detto che si sarebbe informato. Aspettiamo i risultati domattina”.




Coronavirus, la psicologa Florea offre supporto psicologico online gratuito

VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: “Stiamo attraversando un periodo difficile, che non ci aspettavamo, che ci mette a dura prova. Per chi volesse o per chi ne sentisse la necessità mi rendo disponibile per un Supporto Psicologico online Gratuito – per cercare di fronteggiare questi duri giorni; per cercare di capire il perché delle nuove restrizioni; per dar voce alla nostra preoccupazione, alla nostra ansia, alla nostra angoscia, alla nostra noia o al nostro sentirci oppressi; per contenere quei leciti sbalzi d’umore; per ascoltarci; per far si che la quarantena nazionale non sia un tempo vuoto. Chiunque lo desideri può contattarmi via telefono, whatsApp, facebook o per email (nel rispetto della massima privacy di ognuno).
Di seguito lascio i miei contatti:
– cell: 338 42 41 565
-email: claudiaflorea.psico@gmail.com
-pag.Fb: Psiche ••• Dott.ssa Claudia Florea

Un caro saluto, Dott.ssa Claudia Florea – Psicologa




Contagio culturale

RONCIGLIONE (Viterbo) – Riceviamo da Gianni  Ginnasi e pubblichiamo: “Non si può certo ignorare il fatto che questo coronavirus sta modificando le nostre vite, in modo impensabile fino a poco più di un mese fa, sotto i più vari punti di vista.

Tra questi cambiamenti indotti forse il più significativo è diventato l’utilizzo diverso della rete che ora quasi tutti noi stiamo sperimentando, sia a fini didattici sia ai fini lavorativi.

Ci si è resi conto che senza muoversi dalle proprie case,   si può continuare a far scuola, si può – come da tanto tempo si diceva – svolgere anche dei lavori a distanza e  addirittura possiamo contribuire a far diminuire  un po’ l’inquinamento dell’aria.

Ma quello che ci sorprende di più è vedere che, oltre agli spazi di lavoro o di studio, attraverso la rete è possibile anche rimodulare gli spazi di svago.

E’ di questi ultimi giorni la notizia che molti enti pubblici e privati stanno mettendo in rete a disposizione di chiunque, gratuitamente, materiali culturali che altro non sono che un vastissimo patrimonio di tutti noi, materiale che, non si capisce perché, finora era rimasto riservato e con accessi pressoché impossibili…

Ed ecco così che Internet riacquista ciò che era stato uno dei  suoi primari obiettivi, in origine: uno spazio di libertà che non serva più a condurre una guerra commerciale, non serva solo a fare affari, ma possa far crescere le persone condividendo tantissime risorse pubbliche, patrimonio inestimabile della cultura mondiale.

Ed ecco dunque che ora si ha la possibilità di visitare, virtualmente da casa,  alcuni tra i musei più importanti al mondo, o accedere alla Biblioteca mondiale UNESCO (https://www.wdl.org) con migliaia di testi di ogni periodo storico, assistere ad opere liriche (www.rossinioperafestival.it) , teatrali, vedere film che hanno fatto la storia del cinema e concessi per la rete dalle case produttrici.

Il forzato restare a casa, dunque, soprattutto per i più giovani, potrà essere una grande opportunità di approfondimento, di riscoperta di tanti valori come la solidarietà, la generosità, l’amore per una cultura che è possibile “personalizzare” seguendo le proprie inclinazioni e passioni, il tutto attraverso la rete che riscopriamo mai così utile e coinvolgente come ora.

Un mondo culturale da scoprire pur rimanendo in casa, forzatamente in quarantena, come accadde a Xavier De Maistre che scrisse un libro durante un periodo di quarantena nel 1794 dal titolo “Viaggio intorno alla mia camera”. Sorprendentemente le maggiori scoperte che De Maistre fa, sono legate ai tanti oggetti nella sua stanza che, finalmente, lui riesce a guardare con uno sguardo nuovo, curioso, a cui riesce a dare importanza, scrollando da loro lo sguardo del “dato per scontato” che li aveva quasi resi invisibili.

E così quando tutto questo periodo sarà passato – magari più ricchi interiormente –  ci riconosceremo in quel protagonista con le tante scoperte che, grazie alla rete, dalle nostre camere avremo fatto e magari come lui potremo pensare: “… proprio oggi certe persone da cui dipendo pretendono di restituirmi la libertà, come se mi fosse stata tolta! Essi mi hanno vietato di percorrere una città, ma mi hanno lasciato il mondo intero.”

10 Musei da visitare stando a casa: Tour virtuali e collezioni online 

  1. PINACOTECA DI BRERA – MILANO: https://pinacotecabrera.org/
  2. GALLERIA DEGLI UFFIZI – FIRENZE: https://www.uffizi.it/mostre-virtuali
  3. MUSEI VATICANI – ROMA: https://www.museivaticani.va/content/museivaticani/it/collezioni/catlogo-online.html
  4. MUSEO ARCHEOLOGICO ATENE: https://www.namuseum.gr/en/collections/
  5. PRADO – MADRID: https://www.museodelprado.es/en/the-collection/art-works
  6. LOUVRE – PARIGI: https://www.louvre.fr/en/visites-en-ligne
  7. BRITISH MUSEUM – LONDRA: https://www.britishmuseum.org/collection
  8. METROPOLITAN MUSEUM – NEW YORK: https://artsandculture.google.com/explore
  9. HERMITAGE – SAN PIETROBURGO: https://bit.ly/3cJHdnj
  10. NATIONAL GALLERY OF ART – WASHINGTON: https://www.nga.gov/index.html

 

 

 

 

 




Coronavirus, ancora gente in giro nella Tuscia

VITERBO- Riceviamo e pubblichiamo un reportage fotografico fatto da Gianni Uggeri, dove si evidenzia come in questi giorni, nonostante le restrizioni, i controlli ed i numerosi appelli, alcune persone ancora non hanno capito che devono restare a casa per la salute di sè e degli altri. Scrive Uggeri: “Malgrado che la maggior parte delle strade della città sono deserte, c’è ancora chi ignora le norme di sicurezza. Ho visto gente che tranquillamente mangiava un gelato su una panchina; chi a passeggiare tranquillamente come nulla fosse; chi andava in bicicletta a prendere una boccata d’aria, e addirittura fare conversazione, a gruppetti,  seduti su un muretto.
Non credo che tutti stavano andando a fare spesa o al lavoro, poi tra le 20 o le 21 ancora meno.
Per non parlare dei ragazzi che se ne vanno a spasso con i motorini o a piedi, tanti. Ma i genitori che fanno?Una cosa positiva… Si sono molti riscoperti atleti dal giorno alla notte, pur di uscire, andando a correre per le vie dea città. Addirittura un tale ha chiesto ad un poliziotto se poteva andare a fare gli asparagi fuori città. Queste persone che se ne fregano, a discapito delle persone corrette che rispettano le norme di legge, dovrebbero farsi un esame di coscienza. Più trasgrediscono e più va avanti la quarantena. In compenso si sono visti pochi controlli”.