Celebrata nella Tuscia la festa del Popolo Romeno

VITERBO – Riceviamo da Flavio Savarese, vice presidente dell’associazione Romena Razesii e pubblichiamo: “Anche quest’anno, come ormai da 13 anni, l’associazione Razesii fondata, nel 2010 ha organizzato la giornata dedicata alla festa del Popolo Romeno che come ogni anno viene festeggiata il primo di dicembre
ma che, per motivi di lavoro l’abbiamo anticipata a sabato 25 e domenica 26 novembre. L’associazione, ha sempre diviso la festa, in due momenti ben distinti e cioè: sabato 25 novembre 2023 è il momento storico, che vuole raccontare, la profonda radice patriottica per cui si celebra una funzione a carattere militare e religiosa, davanti al monumento storico, creato dalla nostra Associazione, dedicato ai soldati caduti durante la Grande Guerra soldati sia Romeni che Italiani che, insieme, hanno combattuto il comune nemico cioè L’Impero Austroungarico.
Faccio una breve storia, di come sia nata, quest’opera monumentale .
Nel 2016 a Montalto di Castro, un ricercatore storico chiamato Emanuele Eutizi, responsabile del Parco Archeologico di Vulci, contatta l’ Associazione Razesii, per chiedere informazioni, sulla provenienza di persone decedute nella provincia di Viterbo, che visto i loro cognomi registrati negli archivi storici militari e negli uffici anagrafi della Tuscia Viterbese, potessero, avere origine dai paesi dell’Est Il perché di questi ritrovamenti lo spiego come segue: mentre si combatteva sui campi di battaglia della Prima Guerra Mondiale, molte località lontane dal Fronte furono scelte come luogo dove internare i soldati dell’Esercito Austroungarico fatti prigionieri. Una di queste fu Cassino dove nel corso del 1917, fu costruito un Campo di concentramento in cui inizialmente si trovavano internati circa 2.000 militari, anche se il loro numero andò progressivamente aumentando nel corso del tempo in particolare dopo l’armistizio del 4 novembre 1918.
Da Cassino compagnie di prigionieri venivano inviate là dove era necessario svolgere quelle attività che in tempi normali erano prerogativa degli uomini. Ma in quel momento gran parte di loro era al Fronte per cui necessitando mietere il grano, disboscare, pulire le strade, seppellire i morti, rifare le strade o, magari, occuparsi della profilassi necessaria per far fronte alla “Spagnola”, venivano impegnati i prigionieri che dal Campo Madre di Cassino, erano spostati là dove serviva.
Così li troviamo a Montalto di Castro, a Canino, a Montefiascone, a Tuscania, a Tarquinia etc. occupati in una serie di attività nel corso delle quali, alcuni vi trovarono la morte. La loro presenza nel nostro territorio è ritornata causalmente alla luce a seguito di una serie di ricerche negli archivi storici e negli Uffici Anagrafici dei Comuni sopra citati. Fu così che, i militari Rumeni che con la “Legione Straniera” formata da tre battaglioni chiamati Horea, Cloşca e Crişan nella caserma militare di Avezzano in provincia dell’Aquila, dal Generale d’armata, Luigi Ferrigo i quali, combatterono nel corso della Prima Guerra Mondiale a fianco delle Truppe Italiane il comune nemico cioè, l’Impero Austro-Ungarico.
Il presidente dell’associazione Razesii, Sinzianu Vasile, presentò a suo cugino Constantin Hlior, docente all’accademia militare in Bucarest laureato in geopolitica internazionale, la lista di questi nomi trovati dallo storico Emanuele Eutizi,. Dopo qualche settimana il Dottor Hlior ci risponde con una Mail che, queste persone, risultavano essere dispersi dalla nazione Rumena ringraziando lo storico Emanuele Eutizi, per il notevole lavoro di ricerca, effettuato.
Da un’idea del presidente Sinzianu Vasile, si pensò di realizzare, un Monumento, in onore dei soldati Italiani e Romeni caduti durante la Grande Guerra.
Così, con notevoli sforzi sia burocratici che economici, ma specialmente economici, l’Associazione Razesii inaugura il 25 Marzo del 2018 a Montalto di Castro il Primo Monumento dedicato ai soldati Rumeni e Italiani caduti nella Grande Guerra.
Oggi grazie a Vasile Sinzianu, il nostro monumento, è stato riconosciuto dal dipartimento della difesa Romena come opera preziosa tanto preziosa che il comune di Victoria in provincia di Iasi Romania, ha partecipato con la presenza del suo sindaco a questo evento del 25 novembre 2023 con l’intenzione di costruire nella sua città un monumento gemello, per commemorare i soldati italiani trovati morti in quella regione romena che, hanno combattuto a fianco dei rumeni per la causa comune. Questa giornata è stata l’occasione per un futuro gemellaggio tra il comune di Montalto di Castro ed il comune di Victoria. Conoscenza tra il sindaco di Montalto Emanuela Socciarelli e il sindaco di Victoria Daniel Cretu insieme al presidente Vasile Sinzianu.
Alla cerimonia hanno partecipato: dal dipartimento della difesa romena il Generale di Brigata in
servizio per L’ONU Raileanu Constantin e il generale di brigata in riserva, Ciornei Vasile Il Ministro dell’ambasciata Ovidio Bufu Nonché padre Bobiţa Vasile parroco della chiesa Ortodossa di Viterbo che ha celebrato, il cerimoniale religioso al monumento per i caduti della Grande Guerra, l’assessore all’urbanistica Marco Fedele, l’assessore alla Cultura Emanuele Miralli, il comandante della Polizia Municipale Adalgiso Ricci, i Comandanti delle caserme dei Carabinieri di Pescia Romana e Montalto, Il circolo dei bersaglieri di Pescia Romana e Montalto, l’associazione dei Carabinieri in pensione di Montalto e Pescia Romana, l’associazione dei Paracadutisti di Montalto e Pescia Romana, l’attrice Angela Agostinetto da Siena sono intervenuti, Scurtu Pietru, vice presindente C.N.C R.I Coordinamento Nazionale Cittadini Romeni in Siena e Maftei Pietru attore di prosa nonché scrittore di poesie patriottiche di Grosseto e il redattore giornalistico per la Romania
Cocoloș Lili e tante persone sia romene che italiane.

La seconda parte della festa del Popolo Romeno è sempre stata quella che ha visto più aderenze di persone in quanto, l’associazione Razesii l’organizza sempre di domenica perché, per la comunità Romena e non solo, è più facile partecipare all’evento in quanto per tante persone la domenica risulta essere giorno di festa lavorativa. Questa giornata è stata ricca di musica Popolare e Patriottica tradizionale Romena i festeggiamenti si sono aperti in via Polidori 46, con l’arrivo sul palco del presidente dell’associazione Sinzianu Vasile che ha invitato sul palco il sindaco di Viterbo Chiara Frontini, il vice sindaco con delega alla cultura Alfonzo Antoniozzi e vari Consiglieri della giunta nonché tutti gli ospiti che erano presenti sabato a Montalto di Castro regalando loro delle targhe di riconoscimento dell’associazione . Il Sindaco dopo aver ringraziato il Presidente dell’associazione, ha rivolto al pubblico presente, parole di grande vicinanza per la Comunità romena spiegando come la sua amministrazione, sia sempre attenta a recepire e risolvere le tante problematiche che la comunità incontra nella quotidiana vita. A seguire il monologo dell’Attrice Genovese Angela Agostinetto che ha stupito i presenti con una lettera versificata dal quaderno di Verșuri di Vasile Tomuț nella traduzione di Dan Cepraga di seguito scritta:
Fogliolina e un rametto,
cara moglie mia,
ti voglio domandare:
la Pasqua come l’hai passata?
Noi l’abbiamo
trascorsa bene,
in trincea e in prima linea.
Invece del pane santo
ho una baionetta aguzza,
invece di uova dipinte,
ho pallottole avvelenate.
Voi ne avete a decine,
io ne ho a centinaia;
voi con le uova belle,
noi col piombo e con gli shrapnel,
voi con le uova a benedire,
noi col piombo a mirare.
Voi dite Cristo è risorto,
noi coi russi ci ammazziamo.
Voi siete tutti insieme,
qui i feriti si lamentano.
Voi bevete e mangiate,
noi versiamo il sangue sui Carpazi.
Voi tutti con la camicia nuova,
noi con la vita spezzata in due.
Voi con le scarpe nuove,
da noi i proiettili a frotte.
L’ostia non abbiamo da mangiare,
dobbiamo solo sparare,
al pane non ci pensiamo,
speranza non abbiamo,
solo proiettili ci danno,
più di quanti ne vogliamo.
Così l’abbiamo trascorsa noi
una Pasqua bella, non come voi

Dopo di ché, è partito un susseguirsi di artisti, che hanno dato vita ai famosi girotondi danzanti tipici del ballo tradizionale romeno. Sul palco si sono esibiti:
Constanti Bahrin,
Biatrice Duca,
Claudia Martinica,
Petronella Popa,
Madalina Manolache
i meravigliosi danzatori del gruppo Floare de Bujor.
La serata si è conclusa alle 18,00 con l’inaugurazione del Ristorante Romeno da Tachi1. L’associazione Razesii ringrazia tutti coloro che, chi più e chi meno hanno dato una mano per la realizzazione delle due giornate nonché, il comune di Montalto di Castro e Viterbo, che hanno patrocinato l’evento e aiutato l’associazione con un piccolo contributo”.

 




“Dacia. L’ultima frontiera della romanità”, una delle opere più famose di Camilian Demeterscu, “La maschera di Zamolxis”

di GIANINA ANDREI-

A partire dal 21 novembre 2023 – 21 aprile 2024, il Museo Nazionale Romano – Terme di Diocleziano di Roma ospiterà la mostra archeologica “Dacia. L’ultima frontiera della romanità”, la più grande e preziosa mostra rumena organizzata fuori dai confini della Romania negli ultimi 25 anni, curata dal Museo Nazionale di Storia della Romania e dal Museo Nazionale Rumeno.

Organizzatori: Ambasciata di Romania in Italia, in collaborazione con il Museo Storico Nazionale della Romania, Ministero della Cultura Rumeno, Ministero degli Affari Esteri, Ministero della Difesa Nazionale, Istituto Culturale Rumeno attraverso l’Accademia di Romania e il Ministero Italiano della Cultura.

Sotto l’alto patronato del Presidente della Romania e del Presidente dell’Italia, la mostra segna un doppio anniversario per le relazioni bilaterali italo-rumene: 15 anni dalla firma del consolidato partenariato strategico tra Romania e Italia e 150 anni dalla creazione del la prima agenzia diplomatica della Romania in Italia.

Questo evento di punta è l’apice degli scambi culturali bilaterali e riunisce oltre 1.000 manufatti provenienti da 47 musei della Romania e della Repubblica di Moldavia, alcuni dei quali sono esposti per la prima volta in questa cornice.

La mostra “Dacia. L’ultima frontiera della romanità” debutterà con l’importante mostra “Camilian Demeterscu – DACICA”, ospitata da Palazzo Massimo, nello stesso periodo, a cura dell’architetto Cornelia Bujin, che comprenderà 12 opere del compianto artista di origine rumena, naturalizzato a Galesse in provincia di Viterbo ,Camiliano Demeterscu, incarnante le divinità venerate dai Daci. Parallelamente, la Galleria Nazionale d̕ Arte Moderna di Roma esporrà, durante la mostra “Dacia. L’ultima frontiera della romanità”, una delle opere più famose di Camilian Demeterscu, “La maschera di Zamolxis”. L’organizzazione delle due ulteriori mostre si è avvalsa del sostegno della presidenza della Commissione Cultura, Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati italiana.

Un altro evento che si inserisce in questo percorso culturale italo-romeno è rappresentato dall’esposizione dell’installazione “Columna mutătio – SPIRALA”, opera di Luminița Țăranu, artista plastica di origine rumena, come parte artistica contemporanea della grande mostra di archeologia “Dacia. L’ultima frontiera della Romania”. “Columna mutãtio – SPIRALA” è un’interpretazione contemporanea della Colonna Traiana, capolavoro dell’arte e dell’architettura dell’antichità romana, realizzata per celebrare la conquista della Dacia da parte dei romani.

Verranno organizzati un ciclo di convegni accademici su temi legati agli sviluppi e alle dinamiche avvenute nell’Europa centrale e orientale dall’Antichità al Medioevo, periodo che si sovrappone all’intervallo illustrato dalla mostra archeologica “Dacia. L’ultima frontiera della Romania”.

Il Ministro della Cultura, Raluca Turcan, sarà in visita a Roma dal 19 al 21 novembre, dove parteciperà all’inaugurazione della mostra “Dacia, l’ultima frontiera della Romania”.

Il Ministro della Cultura, Raluca Turcan, sarà presente all’inaugurazione della mostra dedicata a Camilian Demeterscu, pittore e scultore italo-romeno, organizzata a Palazzo Massimo, sede del Museo Nazionale Rumeno.

Durante la visita a Roma, Turcan avrà degli incontri con il Ministro della Cultura italiano, Gennaro Sangiuliano, nonché con il Ministro della Cultura della Repubblica di Moldavia, Sergiu Prodan.

Doppio anniversario per il rapporto bilaterale italo-romeno-Mostra “Dacia – l’ultima frontiera della Romania”

Traduzione romeno:

Începand cu data de 21 noiembrie 2023 – 21 aprilie 2024, Muzeul Național Roman – Termele lui Dioclețian de la Roma va găzdui expoziția arheologică „Dacia. Ultima frontieră a Romanității”, cea mai mare și valoroasă expoziție românească organizată în afara granițelor României în ultimii 25 de ani, curatoriată de Muzeul Național de Istorie a României și Muzeul Național Roman.

Organizatori: Ambasada României în Italia, în parteneriat cu Muzeul Național de Istorie a României, Ministerul Culturii din România, Ministerul Afacerilor Externe, Ministerul Apărării Naționale, Institutul Cultural Român prin Accademia di Romania și Ministerul Culturii din Italia.

Aflată sub înaltul patronaj al Președintelui României și al Președintelui Italiei, expoziția marchează o dublă aniversare pentru relația bilaterală româno-italiană: 15 ani de la semnarea parteneriatului strategic consolidat între România și Italia și 150 de ani de la înființarea primei agenții diplomatice a României în Italia.

Acest eveniment-fanion constituie apogeul schimburilor culturale bilaterale și reunește peste 1000 de artefacte de la 47 de muzee din România și Republica Moldova, unele dintre acestea fiind expuse în premieră în acest cadru.

Expoziția „Dacia. Ultima frontieră a Romanității” va debuta cu importanta expoziție „Camilian Demetrescu – DACICA”, găzduită de Palazzo Massimo, în aceeași perioadă, curatoriată de arhitecta Cornelia Bujin, care va include 12 opere ale regretatului artist de origine română,naturalizat la Galesse in provincia Viterbo,Camilian Demetrescu, întruchipând zeități venerate de daci. În paralel, Galleria Nazionale d̕ Arte Moderna din Roma va expune, pe durata expoziției „Dacia. Ultima frontieră a Romanității”, una dintre cele mai faimoase opere ale lui Camilian Demetrescu, „Masca lui Zamolxis”. Organizarea celor două expoziții suplimentare a beneficiat de sprijinul președinției Comisiei pentru Cultură, Științe și Educație din cadrul Camerei Deputaților din Italia.

Un alt eveniment care face parte din acest parcurs cultural româno-italian este reprezentat de expunerea instalației „Columna mutãtio – SPIRALA”, operă a Luminiței Țăranu, artist plastic de origine română, ca parte artistică contemporană a marii expoziții de arheologie „Dacia. Ultima frontieră a Romanității”. „Columna mutãtio – SPIRALA” este o interpretare contemporană a Columnei lui Traian, capodopera de artă și arhitectură a antichității romane, creată pentru a celebra cucerirea Daciei de către romani.

Vor fi organizate o serie de conferințe academice pe teme conexe evoluțiilor și dinamicilor care au avut loc în estul și centrul Europei din perioada Antichității până în Evul Mediu, perioadă care se suprapune pe intervalul ilustrat de expoziția arheologică „Dacia. Ultima frontieră a Romanității”.

Ministrul Culturii, Raluca Turcan, va efectua, în perioada 19-21 noiembrie, o vizită la Roma, unde va participa la inaugurarea expoziţiei „Dacia, ultima frontieră a romanităţii”.

Ministrul Culturii, Raluca Turcan, va fi prezent la inaugurarea expoziţiei dedicate lui Camilian Demetrescu, pictor şi sculptor româno-italian, organizată la Palazzo Massimo, parte a Muzeului Naţional Roman.

În cadrul vizitei la Roma,Turcan va avea întâlniri cu ministrul Culturii din Italia, Gennaro Sangiuliano, precum şi cu ministrul Culturii din Republica Moldova, Sergiu Prodan.




Rediviva Edizioni a Bookcity Milano 2023 con il volume “Ad ascoltar le doine “, di Armando Santarelli

Dal 13 al 19 novembre la manifestazione dedicata al libro e alla lettura, con un ricco palinsesto di eventi, laboratori e appuntamenti con scrittori, giornalisti, editori che si svolgeranno tra Milano, Cremona e Lodi: BookCity Milano 2023: arriva la dodicesima edizione.

Ci sara anche la Rediviva Edizioni! La loro proposta editoriale: il libro di Armando Santarelli: “Ad ascoltar le doine. Scritti sulla Romania”!

Nel 2012,su iniziativa di un gruppo di scrittori, giornalisti, critici e sociologi, dal desiderio di far conoscere culture, storie e mentalità diverse, scrittori romeni, italiani e non solo, che con il loro messaggio offrano un contributo essenziale per promuovere il dialogo fra le culture, come testimonianza di una convivenza serena e di un arricchimento.
E cosi che nasce Rediviva Edizioni nel marzo 2012, un progetto a sé stante nell’ambito del Centro Culturale Italo-Romeno di Milano, inserendosi fra gli obiettivi dell’associazione tesa a promuovere i valori culturali romeni in Italia, ma anche a mettere in risalto gli scambi interculturali, la ricchezza della diversità culturale, tutti aspetti fondamentali che caratterizzano la società e il mondo attuale.

A maggio 2023 ,Rediviva Edizioni annunciava l’uscita del volume “Ad ascoltar le doine”. Scritti sulla Romania” di Armando Santarelli, collana Quaderni romeni, che raccoglie una serie di testi scritti dall’autore nel corso degli anni e affronta vari temi della cultura romena.
“Con il presente libro l’autore dimostra la sua grande passione e il suo vivo interesse nei confronti della storia, della letteratura, della spiritualità romena, e allo stesso tempo presta particolare attenzione alla dinamica dell’emigrazione romena in Italia”.
“Ad ascoltar le doine”-“Una raccolta di saggi e testimonianze scritti a margine dei grandi miti fondatori della Romania, come la Mioriţa, il dor, Eminescu, ma è anche un libro che si confronta sulla questione enigmatica della lingua ro­mena e della sua singolare storia sullo sfondo di un più ampio contesto universale. L’autore si concentra, inol­tre, su alcuni grandissimi scrittori romeni conosciuti dal grande pubblico in Italia, come Cioran e Norman Manea, e volendo riunire analisi e confessione, pesca dagli abissi della cultura alcune “perle letterarie” della letteratura romena, poco note ai più, che il lettore avrà modo di scoprire e di apprezzare non appena inizierà realmente a girare le pagine di questo libro (…)”lo analiza scrive Prof. Giovanni ROTIROTI
L’autore del volume ” Ad ascoltar le doine”, Armando Santarelli è nato a Cerreto Laziale il 18/07/1956 e vive a Gerano (Roma). Definito come uno scrittore che ama la Romania,autore anche del romanzo la ” Storia di Mirela” Storia di Mirela”, romanzo tradotto e pubblicato in Romania nel 2021,risponde cosi:
“Perché mi sono innamorato della Romania? Non è mai facile rispondere a domande di questo genere”.
“È un qualcosa di profondo, che ha a che fare con i codici dell’anima. E questi, chi è in grado di decifrarli?
L’amore non si misura; ma se ti conquista, senti che è come se fosse lì da sempre. Ecco, quando ho messo piede in Romania per la prima volta (molto più tardi rispetto ad altri Paesi europei e mondiali), ho provato l’emozione che ci pervade tornando nella terra natale dopo una lunga assenza. Ovunque posassi lo sguardo, qualcosa di familiare, di semplice e di estatico, di trasparente e misterioso allo stesso tempo.
Un amore tardivo dunque, ma proprio per questo maturo, forte, completo, come a voler riempire un vuoto che la mia anima aveva tollerato solo perché ignara della fonte capace di apportare nuovi stimoli e interessi alla mia vita”.

Traduzione romeno: Rediviva Edizioni la Bookcity Milano 2023 cu volumul „Ad ascoltar le doine”, de Armando Santarelli

În perioada 13-19 noiembrie evenimentul dedicat cărții și lecturii, cu un program bogat de evenimente, workshop-uri și întâlniri cu scriitori, jurnaliști, editori care are loc între Milano, Cremona și Lodi: BookCity Milano 2023: ajuns la ediția a XII-a.

Rediviva Edizioni va fi și ea prezenta! Propunerea lor editorială: cartea lui Armando Santarelli: “Ad ascoltar le doine. Scrieri despre România”!

În 2012,la inițiativa unui grup de scriitori, jurnaliști, critici și sociologi, cu dorința de a sensibiliza diferitele culturi, istorii și mentalități, scriitori români, italieni și alți scriitori care, prin mesajul lor, oferă o contribuție esențială la promovarea dialogului între culturi. , ca dovadă a unei conviețuiri pașnice și a îmbogățirii.
Și astfel a luat naștere Rediviva Edizioni în martie 2012, un proiect separat în cadrul Centrului Cultural Italo-Român din Milano, încadrandu-se printre obiectivele asociației care vizează promovarea valorilor culturale românești în Italia, dar și evidențierea schimburilor interculturale, bogăția diversității culturale, toate aspectele fundamentale care caracterizează societatea și lumea de astăzi.

În mai 2023, Rediviva Edizioni a anunțat lansarea volumului „Ad ascoltar le doine”. Scrieri despre România” de Armando Santarelli, seria Quaderni romeni, care culege o serie de texte scrise de autor de-a lungul anilor și abordează diverse teme ale culturii românești.
„Prin această carte, autorul își demonstrează marea pasiune și interesul viu pentru istoria, literatura și spiritualitatea românească, acordând, în același timp, o atenție deosebită dinamicii emigrării românești în Italia”.
„Ad ascultar le doine” – „O colecție de eseuri și mărturii scrise pe marginea marilor mituri fondatoare ale României, precum Miorița, dorul, Eminescu, dar este și o carte care tratează problema enigmatică a limba română și povestea ei singulară pe fundalul unui context universal mai larg.Autoarea se concentrează, de asemenea, asupra unor foarte mari scriitori români cunoscuți publicului larg din Italia, precum Cioran și Norman Manea, și care doresc să aducă laolaltă analiză și mărturisire, el trage câteva din adâncurile culturii „perle literare” ale literaturii române, puțin cunoscute celor mai mulți, pe care cititorul va avea ocazia să le descopere și să le aprecieze de îndată ce va începe efectiv să întoarcă paginile acestei cărți (…) ” analizează scrie prof. Giovanni ROTIROTI
Autorul volumului „Ad ascoltar le doine”, Armando Santarelli s-a născut în Cerreto Laziale pe 18.07.1956 și locuiește în Gerano (Roma). Definit drept un scriitor care iubește România, autor și al romanului „Povestea Mirelei”, roman tradus și publicat în România în 2021, răspunde astfel:
“De ce m-am indragostit de Romania? Niciodata nu este usor sa raspunzi la astfel de intrebari.”
„Este ceva profund, care are legătură cu codurile sufletului. Și cine este capabil să le descifreze?
Dragostea nu poate fi măsurată; dar dacă te cucerește, simți că a fost mereu acolo. Ei bine, când am pus piciorul pentru prima dată în România (mult mai târziu decât în ​​alte țări europene și globale), am simțit emoția care ne străbate la întoarcerea în patria noastră după o lungă absență. Oriunde m-am uitat, ceva familiar, simplu și extatic, transparent și misterios în același timp.
O iubire târzie deci, dar tocmai din acest motiv matură, puternică, completă, dorind parcă să umple un gol pe care sufletul meu îl tolerase doar pentru că nu cunoștea sursa capabilă să aducă noi stimuli și interese în viața mea”.
Mult succes!




Doppio anniversario per il rapporto bilaterale italo-romeno-Mostra “Dacia – l’ultima frontiera della Romania”

di GIANINA ANDREI-

ROMA- A partire da novembre a Roma: la mostra “Dacia – l’ultima frontiera della romanità” ha annunciato l’Ambasciata di Romania a Roma, l’Ambasciatrice Gabriela Dancau.

L’evento segna un doppio anniversario per le relazioni bilaterali italo-rumene: 15 anni dalla firma del consolidato partenariato strategico tra Romania e Italia e 150 anni dalla creazione della prima agenzia diplomatica della Romania in Italia. L’evento di punta dell’anno anniversario delle relazioni diplomatiche tra Romania e Italia è il culmine degli scambi culturali, essendo la più grande e importante mostra archeologica mai organizzata all’estero.

La mostra “Dacia – l’ultima frontiera della romanità” è la più grande e preziosa mostra rumena degli ultimi 25 anni e può essere visitata fino alla fine di aprile 2024 presso il Museo Nazionale Rumeno – Terme di Diocleziano (un museo archeologico che riunisce oggetti e sculture legati alla storia e alla cultura dell’antica Roma)
La mostra contiene oltre 900 oggetti archeologici provenienti da 47 musei in Romania e nella Repubblica di Moldavia e
che ripercorrono l’evoluzione storica del territorio dell’attuale Romania nell’arco di più di mille anni (VIII secolo a.C. – VII secolo d.C.), testimonianza dei numerosi contatti e scambi culturali avvenuti nella regione, conseguenti a l’abbondanza di risorse e la posizione privilegiata tra Europa e Asia.

La mostra si basa sul concetto espositivo concretizzato in un progetto di grande successo, “Tesori archeologici della Romania. Radici daciche e romane”, realizzato nel 2021 presso il prestigioso Museo Nazionale di Archeologia di Madrid. È la più grande mostra sintetica dedicata alla civiltà dei Geti e dei Daci, a quella romana e a quelle dei primi migranti in questo spazio, nell’arco di oltre 1.400 anni.

Tra i pezzi archeologici più preziosi ci sono l’elmo getico di Coțofenești, il Rhyton di Poroina Mare, i braccialetti d’oro dei Daci, il serpente glicone.

“Questa non è una semplice mostra sui Geto-Daci e il loro mondo, o semplicemente sulla storia antica di questo angolo di mondo, ma anche sugli albori della cultura e della civiltà europea, sull’unicità, ma anche sulla fusione delle civiltà , sull’aspetto locale, su un mondo molto più interconnesso di quanto immaginiamo oggi. Si tratta, infine, ma non meno importante, della più grande mostra sintetica dedicata alla civiltà dei Geti e dei Daci, a quella romana e a quelle dei primi migranti in questo spazio, organizzata negli ultimi 25 anni, attraverso il lavoro di 45 istituzioni museali in Romania e Repubblica Moldova, progetto coordinato dal Museo Storico Nazionale della Romania.”

Organizzatori: Ambasciata di Romania in Italia, in collaborazione con Museo di Storia Nazionale della Romania, Ministero della Cultura della Romania, Ministero degli Affari Esteri, Romania, Ministero della Difesa Nazionale, Romania – www.mapn.ro, Istituto Culturale Rumeno Istituto Culturale attraverso l’Accademia di Romania e il Ministero della Cultura italiano/Ministero della Cultura. La mostra è organizzata sotto l’alto patronato del Presidente della Romania e del Presidente dell’Italia.

Curatori: Museo di Storia Nazionale della Romania e Museo Nazionale Rumeno

Traduzione romeno:

Dublă aniversare pentru relația bilaterală româno-italiană-Expoziția „Dacia – ultima frontieră a romanității”

Începând cu luna noiembrie la Roma: Expoziția „Dacia – ultima frontieră a romanității” anunta Ambasada Romaniei la Roma,ambasador Gabriela Dancau.

Evenimentul marchează o dublă aniversare pentru relația bilaterală româno-italiană: 15 ani de la semnarea parteneriatului strategic consolidat între România și Italia și 150 de ani de la înființarea primei agenții diplomatice a României în Italia. Evenimentul-fanion al anului aniversar al relațiilor diplomatice România-Italia constituie apogeul schimburilor culturale, fiind și cea mai amplă și importantă expoziție arheologică organizată vreodată peste hotare.

Expoziția „Dacia – ultima frontieră a romanității” este cea mai mare și valoroasă expoziție românească din ultimii 25 de ani, și poate fi vizitată până la sfârșitul lunii aprilie 2024 la Muzeul Național Roman- Termele lui Dioclețian( muzeu arheologic care reunește obiecte și sculpturi legate de istoria și cultura Romei antice)
Expozitia contine peste 900 de obiecte arheologice care provin de la 47 de muzee din România și Republica Moldova și
care urmăresc evoluția istorică a teritoriului României actuale pe o perioadă de peste o mie de ani (sec. VIII î.Hr. – sec. VII d.Hr), o mărturie a numeroaselor contacte și schimburi culturale care au avut loc în regiune, rezultat al abundenței de resurse și al locației privilegiate între Europa și Asia.

Expoziţia are la bază conceptul expoziţional materializat într-un proiect de mare succes, “Tezaure arheologice din România. Rădăcini dacice şi romane”, realizat, în 2021, la prestigiosul Muzeu Naţional de Arheologie din Madrid. Este cea mai mare expoziţie sintetică dedicată civilizaţiei geţilor şi dacilor, a celei romane precum şi a celor ale primilor migratori în acest spaţiu, de-a lungul a peste 1.400 de ani.

Printre piesele arheologice cele mai valoroase se numără Coiful getic de la Coțofenești, Rhyton-ul de la Poroina Mare, Brățările dacice din aur, Șarpele Glykon.

“Aceasta nu este o simplă expoziție despre geto-daci și lumea lor, sau doar despre o istorie timpurie a acestui colț de lume, ci și despre zorii culturii și civilizației europene, despre unicitate, dar și despre contopirea civilizațiilor, despre aspectul local, despre o lume mult mai interconectată decât ne-o imaginăm astăzi. Nu în ultimul rând, este cea mai mare expoziție sintetică dedicată civilizației geților și dacilor, a celei romane precum și a celor ale primilor migratori în acest spațiu, organizată în ultimii 25 de ani, printr-un efort a 45 de instituții muzeale din România și Republica Moldova, proiect coordonat de Muzeul Național de Istorie a României.”

Organizatori: Ambasada României în Italia, în parteneriat cu Muzeul Național de Istorie a României, Ministerul Culturii din România, Ministerul Afacerilor Externe/ Ministry of Foreign Affairs, Romania, Ministerul Apararii Nationale, Romania – www.mapn.ro, Institutul Cultural Român / Romanian Cultural Institute prin Accademia di Romania și Ministerul Culturii din Italia / Ministero della Cultura. Expoziția este organizată sub înaltul patronaj al Președintelui României și al Președintelui Italiei.

Curatori: Muzeul Național de Istorie a României și Muzeul Național Roman




Appena conclusa la 14esima edizione della Biennale Internazionale di Arte Contemporanea e Design di Firenze

di GIANINA ANDREI-

Si è appena conclusa la 14a edizione della Biennale Internazionale di Arte Contemporanea e Design di Firenze, riferisce l’Accademia di Romania a Roma.

Identità individuali e collettive nell’arte e nel design contemporaneo”, la mostra ha riunito più di 600 artisti provenienti da 85 paesi, con più di 1000 opere.

“La 14a edizione della Biennale Internazionale di Arte Contemporanea e Design di Firenze è un punto di riferimento per le tendenze dell’arte contemporanea, un evento in cui l’Accademia di Romania a Roma, in rappresentanza dell’Istituto Culturale Rumeno, dell’Istituto Culturale Rumeno / Istituti Culturali Rumeni, ha avuto la gioia e l’orgoglio di essere partner istituzionale, al fianco di prestigiose istituzioni a livello internazionale.
Undici artisti rumeni hanno partecipato all’edizione di quest’anno: Irina Biatturi, Nicoleta Bică-Bucșaru, Cosmin Brendea, Bogdan Severin Hojbotă, Corina Irsik, Alexandra Oancea, Vladimir Păun-Vrapciu, Ana-Maria Rugescu, Ramona Russu (Romania/Francia), Vasile Ștefănoiu , Mihai Topescu.

Il dipinto “Coraghio” di Alexandra Oancea, originaria di Piatra Neamt – Romania, selezionato dagli organizzatori della Biennale, è stato tra le opere più apprezzate dal pubblico che ha visitato la mostra personale dal titolo “Io sono!”.

Il dipinto “Coraggio” è stato presentato nella mostra che si è svolta nel 2020 presso la Galleria d’Arte dell’Accademia Rumena, una mostra in cui frammenti delle storie di migranti e rifugiati che vivono in Italia sono stati presentati attraverso una serie di 13 dipinti e documentari video realizzati dall’artista.

Alexandra Oancea si laurea in Scenografia nel 2006 presso la Facoltà di Teatro dell’Università Nazionale di Arte Teatrale e Cinematografica di Bucarest e debutta nel 2005 al Teatro Nottara di Bucarest, con lo spettacolo “Travesti”. Al suo percorso artistico seguono altri progetti teatrali, musicali e di cortometraggi, oltre alla partecipazione a mostre di pittura e fotografia in Romania e all’estero (Italia, Germania, Spagna, Danimarca, Stati Uniti d’America, Singapore).

E la giuria internazionale di specialisti della 14esima edizione della Biennale Internazionale di Arte Contemporanea e Design di Firenze
ha scelto di premiare, in diverse sezioni del concorso, tre artisti rumeni;

Ramona Russu (Romania/Francia) – 4° classificato e premio nella sezione Mixed Media
Irina Biatturi – Menzione Speciale del Presidente della Giuria nella sezione Pittura
Nicoleta Bică-Bucșaru – Menzione speciale della giuria nella sezione Textile and Fiber Art.

Ramona Russu è una pittrice rumena – Brasov, Romania, stabilizzata in Francia, si è diplomata all’Accademia reale di belle arti di Bruxelles e si è stabilita in Corsica nel 2014 per continuare il suo percorso creativo.

Le sue opere esplorano la complessità delle emozioni e delle esperienze delle donne ed evidenziano l’idea di bellezza imperfetta attraverso pezzi monocromatici arricchiti con foglia d’oro 24k.

Ispirandosi alla tecnica kintsugi, che onora il valore estetico e spirituale dell’imperfezione e del processo di riparazione, Ramona esplora la filosofia del wabi-sabi, che valorizza la bellezza dell’imperfezione, dell’imperfezione e dell’incompletezza. Nei suoi dipinti le crepe, le imperfezioni e le cicatrici che la vita lascia in ognuno di noi sono celebrate come parte della nostra storia e fonte di forza e bellezza.

Le sue opere sono presenti in collezioni private in tutto il mondo ed esposte da prestigiose gallerie in Romania, Spagna, Italia, Argentina e Stati Uniti, accanto ad artisti come Basquiat, Murakami, Andy Warhol, KAWS, Banksy e altri nomi importanti ed emergenti. nell’arte contemporanea.

Il suo crescente riconoscimento internazionale è stato dimostrato dalla sua selezione per esporre i suoi dipinti alla Biennale Internazionale di Arte Contemporanea e Design di Firenze nel 2021 e 2023 insieme ad artisti come Andrea Roggi, Oliviero Toscani, Michelangelo Pistoletto, Santiago e Vivienne Westwood. Nel 2023 Ramona è stata insignita del 4° Premio Lorenzo il Magnifico per la sua opera “Presenza” esposta alla 14a edizione della Biennale di Firenze.

Irina Biatturi, diplomata all’Accademia d’Arte Nicolae Grigorescu e al Liceo Artistico N. Tonitza di Bucarest, è entrata in contatto con la pittura quando era molto giovane. Dopo aver vissuto per diversi anni in Messico e Nuova Zelanda, ora vive e lavora ad Antibes, in Francia. I suoi dipinti ad olio, che hanno come soggetto le donne e la sensualità, si ispirano all’Art Déco e all’Art Nouveau, ma anche alle composizioni dei maestri del Rinascimento italiano, per la luce e i colori. Irina Biatturi si ispira alla vita in Costa Azzurra, in particolare all’atmosfera degli anni ’20, e alle proprie esperienze. I suoi dipinti sono ora riconosciuti a livello internazionale ed è stata finalista in numerosi premi di pittura e scultura. Inoltre, il suo lavoro è stato presentato in pubblicazioni come Nice Matin, Vauban Magazine, TOUTMA, ecc. Arte Moderna e Contemporanea—.

E non per ultimo; Le opere dell’artista visiva Nicoleta Bică Bucșaru, realizzate con l’antica tecnica dell’infeltrimento, fanno parte della mostra della sua prima autrice “Formele Gândului”.

Le opere, realizzate con l’antica tecnica dell’infeltrimento, sono creazioni dell’artista visiva Nicoleta Bică Bucșaru, laureata alla Facoltà di Arti Decorative e Design, presso l’Università Nazionale d’Arte di Bucarest.

L’artista era presente anche alla Biennale di Haacht con due opere: “A Piece of Freedom” e “A Slice of Peace”.

Utilizzando la tecnica artistica del feltro, l’artista ha voluto restare in contatto con la natura, le tradizioni e la storia.

Secondo l’artista, la struttura unica della fibra di lana le conferisce tutte le proprietà di sostenibilità, rappresentando una risorsa naturale rinnovabile, ecologica e biodegradabile.

Proprio come fanno le nostre istituzioni,
ci congratuliamo anche noi con loro per questo notevole riconoscimento internazionale e, nella stessa misura, complimenti a tutti gli artisti rumeni che hanno partecipato a questo evento culturale su larga scala!

Traduzione romeno:  Tocmai s-a încheiat cea de-a XIV-a ediții a Bienalei Internațioanle de Artă Contemporană și Design de la Florența, relateaza Academia Romana din Roma.

Identități individuale și colective în arta și designul contemporan”, expoziția a reunit peste 600 de artiști din 85 de țări, cu peste 1000 de lucrări.

“Editia celei de-a XIV-a ediții a Bienalei Internațioanle de Artă Contemporană și Design de la Florența este un reper pentru tendințele artei contemporane, eveniment la care Accademia di Romania in Roma, ca preprezentanță a Institutului Cultural Român Institutul Cultural Român / Romanian Cultural Institute, a avut bucuria și mândria de fi partener instituțional, alături de instituții de prestigiu la nivel internațional.
La ediția din acest an au participat unsprezece artiști români: Irina Biatturi, Nicoleta Bică-Bucșaru, Cosmin Brendea, Bogdan Severin Hojbotă, Corina Irsik, Alexandra Oancea, Vladimir Păun-Vrapciu, Ana-Maria Rugescu, Ramona Russu (România/Franța), Vasile Ștefănoiu, Mihai Topescu.

Tabloul ” Curaj” al Alexandrei Oancea originara din Piatra Neamt -Romania,selectat de organizatorii Bienalei, a fost printre lucrările cele mai apreciate de publicul care a vizitat expoziția p0ersonală intitulată „Eu sunt!”.

Tabloul ” Curaj” a fost prezentat in cadrul expoziției, care a avut loc in 2020 la Galeria de Artă a Academiei Române, expozitie in care au fost prezentate fragmente din poveștile migranților și refugiaților care trăiesc în Italia printr-o serie de 13 picturi și documentare video create de artist.

Alexandra Oancea a absolvit Scenografie în 2006 la Facultatea de Teatru din cadrul Universitp00000000ății Naționale de Artă Teatrală și Cinema din București și a debutat în 2005 la Teatrul Nottara din București, cu spectacolul „Travesti”. Parcursul său artistic urmează alte proiecte teatrale, muzicale și de scurtmetraj, împreună cu participarea la expoziții de pictură și fotografie din România și din străinătate (Italia, Germania, Spania, Danemarca, Statele Unite ale Americii, Singapore).

Iar juriul internațional de specialiști a celei de-a XIV-a ediții a Bienalei Internațioanle de Artă Contemporană și Design de la Florența
a ales să premieze, la diferite secțiuni în concurs, pe trei dintre artistii romani;

Ramona Russu (România/Franța) – locul IV și premiu la secțiunea Mixed Media
Irina Biatturi – Mențiune specială a Președintelui Juriului la secțiunea Pictură
Nicoleta Bică-Bucșaru – Mențiunea specială a Juriului la secțiunea Textile and Fibre Art.

Ramona Russu este o pictoră română- Brasov,Romania stabilizzata in Franta .A absolvit Academia Regală de Arte Frumoase din Bruxelles și s-a stabilit în Corsica în 2014 pentru a-și continua călătoria creativă.

Activitatea ei artistică explorează complexitatea emoțiilor și experiențelor femeilor și evidențiază ideea de frumusețe imperfectă prin piese monocrome îmbunătățite cu foiță de aur de 24 de carate.

Inspirată de tehnica kintsugi, care onorează valoarea estetică și spirituală a imperfecțiunii și a procesului de reparare, Ramona explorează filosofia wabi-sabi, care pune preț pe frumusețea imperfecțiunii, imperfecțiunii și incompletității. În picturile ei, crăpăturile, imperfecțiunile și cicatricile pe care viața le lasă fiecăruia dintre noi sunt celebrate ca parte a istoriei noastre și o sursă de putere și frumusețe.

Lucrările ei sunt prezente în colecții private din întreaga lume și expuse de galerii prestigioase din România, Spania, Italia, Argentina și Statele Unite, alături de artiști precum Basquiat, Murakami, Andy Warhol, KAWS, Banksy și alte nume importante și emergente. în arta contemporană.

Recunoașterea sa internațională în creștere a fost demonstrată de selecția ei de a-și expune picturile la Bienala Internațională de Artă și Design Contemporan din Florența în 2021 și 2023, alături de artiști precum Andrea Roggi, Oliviero Toscani, Michelangelo Pistoletto, Santiago și Vivienne Westwood. În 2023, Ramona a fost recompensată cu al 4-lea premiu Lorenzo il Magnifico pentru lucrarea ei „Presence” expusă în cadrul celei de-a XIV-a ediții a Bienalei de la Florenta.

Irina Biatturi absolventa a Academiei de Arta Nicolae Grigorescu si a Liceului de Arta N. Tonitza, Bucuresti, a intrat in contact cu pictura inca de foarte mica. După ce a trăit câțiva ani în Mexic și Noua Zeelandă, acum locuiește și lucrează la Antibes- Franta. Picturile ei în ulei, care au ca subiect femeia și senzualitatea, sunt inspirate din Art Deco și Art Nouveau, dar și din compozițiile maeștrilor Renașterii italieni, pentru lumină și culori. Irina Biatturi se inspiră din viața de pe Riviera Franceză, în special din atmosfera anilor 20, și din propriile experiențe. Picturile ei sunt acum recunoscute la nivel internațional și a fost finalistă la numeroase premii de pictură și sculptură. În plus, munca ei a fost prezentată în publicații precum Nice Matin, Vauban Magazine, TOUTMA etc. Modern & Contemporary Art—.

Si nu per ultima;Lucrările artistei vizuale Nicoleta Bică Bucșaru , realizate întrtr-o tehnică antică, prin împâslire, fac parte din prima sa expoziție de autor „Formele Gândului”.

Lucrările, create în tehnica antică de împâslire, sunt creațiile artistei vizuale Nicoleta Bică Bucșaru, absolventă a Facultății de Arte Decorative și Design, din cadrul Universității Naționale de Artă București.

Artista a fost prezenta si la Bienala de la Haacht este prezentă cu două lucrări: „A Piece of Freedom” și „A Slice of Peace”.

Prin utilizarea tehnicii artistice de împâslire, artista și-a propus să păstreze legătura cu natura, cu tradițiile și cu istoria.

În opinia artistei, structura unică a fibrei de lână îi conferă acesteia toate proprietățile sustenabilității, reprezentând o resursă naturală regenerabilă, ecologică și biodegradabilă.

La fel cum o fac institutiile noastre ,
ii felicităm si noi pentru această remarcabilă recunoaștere internațională și, în aceeași măsură, dorim să îi aplaudăm pe toți artiștii români care au participat la această manifestare culturală de mare anvergură!




La storia della tomba di Vlad Tepes ( Dracula) a Napoli

di GIANINA ANDREI-

Vediamo com’è uscita fuori la storia della tomba di Vlad Tepes ( Dracula) a Napoli:”Nel 2014 una studentessa napoletana, preparando la tesi di laurea, scattò delle foto ad una tomba, sita nel chiostro di Santa Maria la Nova, che presenta dei segni particolari: poi si mise in contatto con gli studiosi dell’Università di Tallinn per avere spiegazioni su tali specifiche incisioni. Da ciò è nata la curiosità degli studiosi estoni che, una volta arrivati a Napoli hanno avanzato l’ipotesi che la morte del conte Dracula non avvenne in battaglia ma venne fatto prigioniero dai turchi e che fu poi riscattato dalla figlia Maria che riuscì a portarlo a Napoli. Alla sua morte lo fece seppellire in città, a Santa Maria la Nova. L’analisi della tomba, che appartiene alla famiglia di Ferrillo, il marito di Maria e «genero» di Dracula, secondo gli studiosi, è piena di riferimenti molto espliciti.
I bassorilievi della tomba rappresentano un drago e cioè il nome del conte Dracula. Poi ci sono anche due simboli di matrice egizia che non sono mai presenti su una tomba europea: sono due sfingi contrapposte che richiamano il nome della città di Tebe che gli egiziani chiamavano Tepes. Da qui l’idea che quei simboli siano il nome Dracula Tepes..”così lo spiega il giornale ” napolidavivere” del 13 giugno ,2014.
Nel 2018 in un programma presso l’Università degli studi Napoli L’Orientale si parla di una iscrizione criptata nella chiesa di S.Maria Nuova ,scritta in un linguaggio sconosciuto, l’unico elemento decifrare era ” Vlad” ,risale ad un periodo congruente con quello dell”ipotetico soggiorno del conte Vlad a Napoli e sopratutto con quello della morte.

La discussione si è riaperta dopo l’invio di un busto di una Società Culturale Storica “Mihai Viteazul” di Plojesti con il supporto del governo rumeno attraverso il Dipartimento per i Rumeni nel mondo, da “Palazzo Italia Bucarest”, dell’Asociatia Lucani nei Balcani. Con l’arrivo del busto nella chiesa di Santa Maria la Nova a Napoli, è stata praticamente certificata la presenza della tomba dell’impalatore.

Vlad Tepes nacque nella città di Sighisoara, in Transilvania nel 1431, diventando in seguito sovrano della Valacchia. Suo padre, Vlad Dracul, era un cavaliere dell’Ordine del Drago, un ordine cavalleresco dell’Europa orientale che mirava a fermare l’espansione dell’Impero Ottomano.Suo padre, Vlad il Drago, era stato accettato nell’Ordine del Drago. L’ordine – che può essere paragonato a quello dei Cavalieri di Malta o dei Cavalieri Teutonici – era una società militare-religiosa, le cui basi erano state poste nel 1387 da Sigismondo di Lussemburgo, re d’Ungheria.Il simbolo dell’Ordine era un drago e il suo scopo era la difesa del cristianesimo e la crociata contro i turchi ottomani.
A causa della sua appartenenza all’Ordine del Drago, il padre di Vlad Țepeș fu soprannominato il Diavolo. A sua volta, Vlad verrà nobilitato come membro dell’Ordine del Drago nel 1431 a Norimberga da Sigismondo di Lussemburgo.

Gli fu attribuito il soprannome di Țepeș a causa delle frequenti esecuzioni tramite impalamento che ordinò. Anche i turchi lo chiamavano Kazıklı Bey, (Principe Ţepes). Questo nome è stato menzionato per la prima volta in una cronaca valacca del 1550 ed è stato conservato nella storia rumena.

Oltre altri documenti anche da uno “slavon”( documento scritto)scritto dallo sovrano Stefano il Grande risulta che,
Vlad fu assassinato,decapitato dagli uomini di uno dei suoi boiardi traditori , proprio sulla collina da dove guidava le sue truppe.

In Romania ci sono due ipotesi per la sepoltura di Tepes:
La prima e la più plausibile è la chiesa del monastero di Comana,distretto Giurgiu in Romania.
Purtroppo questa prima chiesa del monastero di Comana, dove sarà stata la tomba, così come l’intero complesso architettonico dal XV, non esiste più.Nel 1861 le fondamenta del monastero originario costruito da Vlad Țepeș furono riscoperte da Ioan Brezoianu. Nel 1960 il villaggio separato di Vlad Țepeș era stato stabilito 5 chilometri (circa 3 miglia) a sud-ovest di Comana.

Durante i lavori archeologici eseguiti nel 1970, si credette che il corpo senza testa di Vlad Țepeș fosse stato localizzato nei sotterranei dell’attuale monastero.

Un’altra ipotesi sarebbe il monastero Snagov vicino a Bucarest,capitale della Romania.

Nel 1931-32, l’archeologo Dinu Rosetti, per volere dell’Accademia rumena, indagò sul monastero di Snagov per scoprire il corpo di Vlad Dracula.

Ma scoprì solo alcune tombe saccheggiate all’interno del monastero, le leggende locali dicono che il corpo di Vlad fu sepolto proprio all’ingresso del monastero. Non credendo a questa leggenda, il ricercatore scavò e rivelò una tomba davanti all’altare. Ma la tomba era vuota. Continuando a scavare, trovò un altare pagano con ossa di animali sacrificati.

Dando una possibilità alla leggenda, iniziò a indagare sul luogo all’ingresso del monastero, dove trovò una tomba che non era stata saccheggiata, apparentemente appartenente a un nobile. Gli abiti che coprivano il cadavere sembravano appartenere a un uomo ricco.

È stato ritrovato anche un anello di Norimberga. Lo scheletro però aveva anche una testa e, come ho detto sopra, è certo che Vlad sia stato decapitato.

Tuttavia, il monastero di Snagov ha un alto grado di umidità, che fa sì che la maggior parte dei resti delle persone qui sepolte si decomponga molto rapidamente. È quindi molto probabile che anche il corpo di Vlad si sia decomposto prima che iniziassero le ricerche per la sua scoperta.

Per quanto riguarda Napoli ,una teoria convincente elaborata da Raffaello Glinni, ricercatore, tenta di spiegare come e perché i resti del conte si troverebbero così lontani da Bucarest. Per arrivare alla sua teoria, Glinni ha analizzato dei manoscritti datati tra il XV e il XVI secolo. In tali manoscritti viene fatta menzione di tale Maria Balsa, un’aristocratica ‘adottata’ dal Regno di Napoli che, scampata da bambina alle persecuzioni dei Turchi, potrebbe essere una delle figlie illegittime del conte. Trovando asilo nel Regno, cambiò nome per preservare la sua incolumità, oltre che per garantirsi dei pretendenti che sarebbero stati interdetti dalla sua curiosa discendenza. Sarebbe quindi del tutto plausibile che Maria Balsa abbia potuto portare con sé i resti del padre per poi nasconderli agli occhi dei curiosi e della storia.

Possiamo dire con certezza che Dracula è esistito. Quel voivoda Vlad Tepes sarebbe lo stesso del diabolico vampiro.

Il sovrano Vlad Tepeş divenne il “vampiro Dracula” nel 19° secolo, quando lo scrittore Bram Stoker riprese alcune descrizioni maliziose di Vlad Tepeş da parte dei Sassoni di Brasov. Dissero che il voivoda era assetato di sangue. Sulla base di queste descrizioni, creò il romanzo “Dracula”, in cui l’eroe principale, un vampiro, sarebbe Vlad Tepeş. Il romanzo fu proiettato più volte e Dracula, rispettivamente Vlad Tepeş, divenne uno dei personaggi più famosi di tutti i tempi.

Traduzione romeno: Să vedem cum a ieșit povestea mormântului lui Vlad Tepes (Dracula) din Napoli: “În 2014, o studentă napolitană, în pregătirea tezei de licență, a fotografiat un mormânt, situat în mănăstirea Santa Maria la Nova, care prezintă semne deosebite: apoi a luat legătura cu savanți de la Universitatea din Tallinn pentru a avea explicații despre aceste gravuri specifice.De aici a apărut curiozitatea savanților estonieni care, odată ajunși la Napoli, au înaintat ipoteza că moartea contelui Dracula nu a avut loc în luptă, ci că a fost luat prizonier de turci și că a fost apoi răscumpărat. de fiica sa Maria care a reușit să-l aducă la Napoli. La moartea sa l-a îngropat în oraș, în Santa Maria la Nova. Analiza mormântului, care aparține familiei Ferrillo, soțul Mariei și „fiul lui Dracula- socrul”, potrivit savanților, este plin de referințe foarte explicite.
Basoreliefurile mormântului reprezintă un dragon și acesta este numele contelui Dracula. Apoi există și două simboluri de origine egipteană care nu sunt niciodată prezente pe un mormânt european: sunt doi sfinxuri opuse care amintesc de numele orașului Teba pe care egiptenii l-au numit Tepes. De aici ideea că acele simboluri sunt numele Dracula Tepes…” așa explică ziarul „napolidavive” din 13 iunie 2014.
În 2018, într-un program de la Universitatea din Napoli L’Orientale, se vorbește despre o inscripție criptată în biserica S.Maria Nuova, scrisă într-o limbă necunoscută, singurul element descifrabil fiind „Vlad”, datând dintr-un perioadă congruentă cu cea a ipoteticei șederi a contelui Vlad la Napoli și mai ales cu cea a morții sale.

Discuția a fost redeschisă după trimiterea unui bust al Societății Istorice Culturale „Mihai Viteazul” din Plojești cu sprijinul guvernului României prin Departamentul pentru Românii din lume, din „Palazzo Italia București”, al Asociației Lucani în Balcani. . Odată cu sosirea bustului în biserica Santa Maria la Nova din Napoli, prezența mormântului țepeșului a fost practic certificată.

Vlad Țepeș s-a născut în orașul Sighișoara, Transilvania, în 1431, devenind ulterior domnitor al Țării Românești. Tatăl său, Vlad Dracul, a fost un cavaler al Ordinului Dragonului, un ordin de cavaler al Europei de Est care urmărea oprirea expansiunii Imperiului Otoman.Tatăl său, Vlad Dragonul, fusese acceptat în Ordinul Dragonului. Ordinul – care poate fi comparat cu cel al Cavalerilor de Malta sau al Cavalerilor Teutoni – era o societate militaro-religioasă, ale cărei baze fuseseră puse în 1387 de Sigismund de Luxemburg, regele Ungariei.Simbolul Ordinului era un dragon şi era un dragon și scopul său era apărarea creștinismului și cruciada împotriva turcilor otomani.
Datorită apartenenței sale la Ordinul Dragonului, tatăl lui Vlad Țepeș a fost supranumit Diavolul. La rândul său, Vlad a fost înnobilat ca membru al Ordinului Dragonului în 1431 la Nürnberg de către Sigismund de Luxemburg.

I s-a dat porecla Țepeș din cauza deselor execuții prin țeapă pe care le-a ordonat. Turcii îi spuneau și Kazıklı Bey, (prințul Țepes). Acest nume a fost menționat pentru prima dată într-o cronică valahă din 1550 și s-a păstrat în istoria României.

Pe lângă alte documente, un „slavon” scris de suveranul Ștefan cel Mare arată că,
Vlad a fost ucis, decapitat de oamenii unuia dintre boierii sai tradatori, chiar pe dealul de unde isi conducea trupele.

Există două ipoteze pentru înmormântarea lui Tepes:
Prima și cea mai plauzibilă este biserica mănăstirii Comana, raionul Giurgiu din România.
Din păcate, această primă biserică a mănăstirii Comana, unde trebuie să fi fost mormântul, precum și întregul complex arhitectural din secolul al XV-lea, nu mai există.În 1861, temeliile mănăstirii originale construite de Vlad Țepeș au fost redescoperite de Ioan Brezoianu. . Până în 1960, satul separat Vlad Țepeș a fost înființat la 5 kilometri (aproximativ 3 mile) sud-vest de Comana.

În timpul lucrărilor arheologice desfășurate în 1970, se credea că trupul fără cap al lui Vlad Țepeș ar fi fost amplasat la subsolul actualei mănăstiri.

O altă ipoteză ar fi mănăstirea Snagov

În anii 1931-32, arheologul Dinu Rosetti, la ordinul Academiei Române, a cercetat mănăstirea Snagov pentru a descoperi trupul lui Vlad Dracula.

Dar în interiorul mănăstirii a descoperit doar câteva morminte prădate, legendele locale spun că trupul lui Vlad a fost îngropat chiar la intrarea în mănăstire. Necrezând această legendă, cercetătorul a săpat și a scos la iveală un mormânt în fața altarului. Dar mormântul era gol. Continuând să sape, a găsit un altar păgân cu oase de animale sacrificate.

Dând o șansă legendei, a început să cerceteze locația de la intrarea în mănăstire, unde a găsit un mormânt care nu fusese jefuit, aparținând se pare unui nobil. Hainele care acopereau cadavrul păreau să aparțină unui om bogat.

A fost găsit și un inel de la Nürnberg. Totuși, scheletul avea și cap și, după cum spuneam mai sus, cert este că Vlad a fost decapitat.

Cu toate acestea, Mănăstirea Snagov are un grad ridicat de umiditate, ceea ce face ca majoritatea rămășițelor oamenilor îngropați aici să se descompună foarte repede. Prin urmare, este foarte probabil ca și corpul lui Vlad să se fi descompus înainte de a începe cercetările pentru descoperirea lui.

În ceea ce privește Napoli, o teorie convingătoare dezvoltată de Raffaello Glinni, cercetător, încearcă să explice cum și de ce rămășițele contelui au fost găsite atât de departe de București. Pentru a ajunge la teoria sa, Glinni a analizat manuscrise datate între secolele al XV-lea și al XVI-lea. În aceste manuscrise se menționează o anume Maria Balsa, un aristocrat „adoptat” de Regatul Napoli care, scăpat de persecuția turcilor în copilărie, ar putea fi una dintre fiicele nelegitime ale contelui. Găsind azil în Regat, ea și-a schimbat numele pentru a-și păstra siguranța, precum și pentru a-și asigura pețitorii care ar fi fost interziși de descendența ei curioasă. Ar fi așadar cu totul plauzibil ca Maria Balsa să fi putut lua cu ea rămășițele tatălui ei și apoi să le ascundă de ochii curioșilor și ai istoriei.

Putem spune cu certitudine că Dracula a existat. Acel voievod Vlad Tepes ar fi la fel cu vampirul diabolic.

Domnitorul Vlad Tepeş a devenit „Dracula vampir” în secolul al XIX-lea, când scriitorul Bram Stoker a reînviat câteva descrieri răutăcioase ale lui Vlad Tepeş de către saşii din Braşov. Au spus că voievodul era însetat de sânge. Pe baza acestor descrieri a creat romanul „Dracula”, în care eroul principal, un vampir, ar fi Vlad Tepeş. Romanul a fost ecranizat de mai multe ori iar Dracula, respectiv Vlad Tepeş, a devenit unul dintre cele mai cunoscute personaje ale tuturor timpurilor.




Una targa commemorativa ad Hariclea Darclée

di GIANINA ANDREI-

Il Comune di Milano, nell’ambito del progetto “Milano e Memoria”, ha deciso di dedicare, su proposta del Centro Culturale Italo-Romano, una targa commemorativa ad Hariclea Darclée, che per tre decenni è stata considerata la Prima Donna più prestigiosa del World Opera Theatre, primo interprete dell’opera “Tosca” di Giacomo Puccini.

La targa commemorativa sarà posta sulla facciata del palazzo di via Cernaia numero 2 a Milano, situato nell’antico quartiere Brera, dove il grande soprano ha vissuto per quasi due decenni in uno degli appartamenti della villa.

Alla cerimonia del 17 ottobre 2023 saranno presenti le autorità del Comune di Milano, l’Ambasciata di Romania a Roma e il Dipartimento per i Romeni all’Estero.

“Hariclea Darclée era molto più di Maria Callas o Anna Netrebko del suo tempo. Era certamente l’idolo operistico degli anni Novanta dell’Ottocento…” scrive René Seghers nel suo libro, un volume biografico “deluxe”” (il libro raggiunse il prezzo di 2000 euro) che ha dedicato al soprano Hariclea Darclée.

Ha conquistato il pubblico, ha conquistato le teste coronate, ha conquistato i grandi compositori del mondo.

Ha un repertorio di 60 ruoli nell’opera, la maggior parte dei quali sono stati scritti da compositori appositamente per lei.

Hariclea Haricli fa il suo debutto internazionale a Parigi, notata dal compositore Charles François Gounod, le ottiene il ruolo di Margaret dall’opera Faust, il compositore Charles Gounod le dà anche il nome d’arte Darclee.

Il debutto alla Scala di Milano rappresenta il momento della consacrazione, applaudito dal suo stesso Giuseppe Verdi. Giacomo Puccini la considerava l’unico soprano in grado di interpretare il ruolo di Floria nella Tosca. Inoltre, su suggerimento di Hariclea, aggiunse l’aria “Visidar de vist d’amore” all’opera Tosca. La prima dell’opera Tosca ha luogo a Roma.

A Parigi nel 1886, Darclee detronizzò il soprano spagnolo Patti, con il ruolo di Giulietta!
In Brasile, Darclée ispirò romanzi fantasy dalla sua presunta vita con il compositore locale Carlos Gomes, di cui creò la meravigliosa opera Condor alla Scala nel 1891.
Il debutto di Darclée a Milano: “Gli impresari della Scala, i fratelli Corti, la assunsero su due piedi come prima Diva della stagione 1890, realizzando Condor di Carlos Gomes, prima italiana di Tannhäuser e La Wally. Entro fine stagione , Darclée era la Diva principale di una nuova era, la Regina del Verismo.”

L'”Usignolo dei Carpazi”, Hariclea Darclée, che ha cantato al fianco di grandi nomi come Enrico Caruso, Titta Ruffo o Francesco Tamango, dà il suo ultimo spettacolo a Firenze, lasciando il palco prima che la sua voce la abbandoni.

Aida, “Traviata”, “Manon”, “Tosca”… l’artista Darclee muore il 12 gennaio, su un letto dell’ospedale “Filantropia”. Viviamo per il mondo, per la gloria e soprattutto per noi stessi”L’ubriachezza invidiabile della celebrità, le gioie ingannevoli della fama, ciò che ho portato.

Hariclea Darclée – il più grande soprano rumeno, la prima Tosca, targa commemorativa a Milano

Traduzione romeno;

Primaria Municipiului Milano, în cadrul proiectului „Milano e Memoria”, a decis să dedice, la propunerea Centrului Cultural Italo-Roman din Milano, o placă comemorativă Haricleei Darclée, care timp de trei decenii a fost considerată cea mai prestigioasă Prima Donna din Teatrul de Operă Mondială, primul interpret al operei „Tosca” de Giacomo Puccini.
Placa memorială va fi așezată pe fațada clădirii din Via Cernaia numărul 2 din Milano, situată în vechiul cartier Brera , unde marea soprană avea să locuiască timp de aproape două decenii în unul dintre apartamentele vilei.

La ceremonia din 17 octombrie 2023 vor fi prezente autoritățile Municipiului Milano, Ambasada României la Roma și Departamentul pentru Românii din Străinătate.

“Hariclea Darclée a fost mult mai mult decât Maria Callas sau Anna Netrebko pe vremea ei. Ea a fost cu siguranță idolul operistic al anilor 1890…” scrie René Seghers în cartea sa, un volum biografic “de lux” (cartea a ajuns la prețul de 2000 euro) pe care l-a dedicat sopranei Hariclea Darclée.

Hariclea Darclée a publicul, a cucerit capetele încoronate, i-a cucerit pe marii compozitori ai lumii.Are un repertoriu de 60 de roluri de operă, dintre care majoritatea au fost scrise de compozitori special pentru ea.

Hariclea Haricli își face debutul internațional la Paris, remarcată de compozitorul Charles François Gounod, acesta îi obține rolul Margaretei din opera Faust, compozitorul Charles Gounod îi dă și numele de scenă Darclee.

Debutul la Scala din Milano reprezintă momentul consacrarii, aplaudat de propriul său Giuseppe Verdi. Giacomo Puccini a considerat-o singura soprană capabilă să interpreteze rolul Floriei din Tosca. Mai mult, la propunerea lui Hariclea, a adăugat la opera Tosca aria „Visidar de vist d’amore”. Premiera operei Tosca are loc la Roma.

La Paris, în 1886, Darclee a detronat-o pe soprana spaniolă Patti, cu rolul Julietei!
În Brazilia, Darclée a inspirat romane fantastice din presupusa ei viață alături de compozitorul local Carlos Gomes, a cărui operă minunată Condor a creat-o la Scala în 1891.
Debutul lui Darclée la Milano: „Impresarii Scala, frații Corti, au angajat-o pe loc ca prima Divă a sezonului 1890, făcând Condor de Carlos Gomes, premiera italiană a filmelor Tannhäuser și La Wally. Până la sfârșitul sezonului, Darclée a fost diva principală a unei noi ere, regina realismului.”

„Privighetoarea Carpaților”, Hariclea Darclée, care a cântat alături de nume mari precum Enrico Caruso, Titta Ruffo sau Francesco Tamango, își dă ultimul spectacol la Florența, părăsind scena înainte ca vocea ei să o abandoneze.

Aida, „Traviata”, „Manon”, „Tosca”… artista Darclee moare pe 12 ianuarie, pe un pat din spitalul „Filantropia”. Trăim pentru lume, pentru glorie și mai presus de toate pentru noi înșine” Beția de invidiat a celebrității, bucuriile înșelătoare ale faimei….




Eventi culturali avvenuti in Italia che mirano a promuovere le eccellenze rumene

di GIANINA ANDREI-

L’apertura del festival si è svolta il 1° ottobre nel cuore di Roma, nella famosa Piazza di Spagna, con uno spettacolo folcloristico sostenuto dall’Ensemble Folkloristico Professionale “țara Vrancei”, in collaborazione con l’Ambasciata di Romania in Italia e il Comune Sala di Roma.

Il 4 ottobre Daniel Jinga, direttore dell’Opera Nazionale di Bucarest, ha diretto l’Orchestra da Camera del Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma. Il concerto si è svolto nella Sala dell’Accademia del Conservatorio e comprenderà opere di Britten, Bartok e Mozart.

Ha avuto luogo anche all’interno dello stesso festival il concerto del soprano Rodica Vică (Austria) e della pianista Mara Dobrescu (Francia), direttrice artistica del festival, seguito dal recital pianistico di Adela Liculescu (Austria) presso la sede dell’Ambasciata di Romania in Italia.

Dal Museo Nazionale Mihai Eminescu della Mostra “Musica da camera di George Enescu. “Opere senza numero di opus” saranno esposte fino al 30 ottobre nel Corridoio Centrale del Conservatorio di Santa Cecilia a Roma.

Ambasada României in Italia ,levento a Milano che apre la serie di CONCERTI “REMEMBER ENESCU” del programma Timișoara – Capitale Europea della Cultura nel 2023!

I famosi musicisti rumeni Alexandru Tomescu e Sînziana Mircea terranno un concerto di violino e pianoforte lunedì 9 ottobre, alle 20, presso la Sala Rotonda del Pellegrini, FAl a Milano.

Il concerto è preceduto, a partire dalle 18.30, dal laboratorio “Personalità artistiche romane più rappresentative in Italia”, sostenuto da Violeta Popescu, direttrice del Centro Culturale Italo-Romano di Milano.

In Sicilia, dal 29 settembre al primo ottobre, tra Piazza Ciullo e il Centro Congressi Marconi di Alcamo- l’inaugurazione del mercato dell’artigianato e della gastronomia romena, cooking show, concerti di musica popolare, una mostra di pittura, la proiezione di un film dedicato ad uno dei più grandi violinisti romeni, Ciprian Porumbescu ,una sfilata di moda.” ci informa il giornale locale Marsala live.

A Trento, il 30 settembre con la partecipazione della Diocesi di Trento, la Parrocchia Ortodossa Rumena “San Marco” di Trento hanno festeggiato i 20 anni di presenza rumena in Trentino. Spettacolo con musica e danze tradizionali riporta il quotidiano Rotalianul.

Nell’evento organizzato il 1ottobre dall’Associazione “Ulpia Romana” di Roma guidata da Neacsu Alexandru, due sindaci, un rumeno e un italiano, si sono uniti per un gemellaggio tra le due località: Nistorești e Arlena di Castro- provincia di Viterbo riferisce il quotidiano: Vranceni in lume.

Congratuliamo Tiberio Cosmin, talento originario della Romania, è riuscito a conquistare il cuore del pubblico e della giuria di Italia’s Got Talent con un monologo umoristico sulle differenze tra Italia e Romania.

La sua presenza sul palco ha avuto un impatto così potente da spingere Frank Matano, uno dei giudici dello spettacolo, a premere il pulsante “Golden Buzzer”, gesto che manda il concorrente direttamente alle fasi finali della competizione.

Traduzione romeno:

Evenimente culturale care au avut loc în Italia care au ca scop promovarea excelenței românești

Festivalul Internațional PROPATRIA

Deschiderea festivalului a avut loc pe 1 octombrie în inima Romei, în celebra Piazza di Spagna, cu un spectacol de folclor susținut de Ansamblul Folcloric Profesionist „țara Vrancei”, în colaborare cu Ambasada României în Italia și Primăria Municipiului. a Romei.

Pe 4 octombrie, Daniel Jinga, directorul Operei Naționale București, a dirijat Orchestra de Cameră a Conservatorului „Santa Cecilia” din Roma. Concertul a avut loc în Sala Academiei a Conservatorului și va cuprinde lucrări de Britten, Bartok și Mozart.

A avut loc și în cadrul aceluiași festival
concertul susținut de soprana Rodica Vică (Austria) și pianista Mara Dobrescu (Franța), director artistic al festivalului, urmat de recitalul de pian susținut de Adela Liculescu (Austria) la sediul Ambasadei României în Italia.

De la Muzeul Național Mihai Eminescu Expoziția „Muzică de cameră de George Enescu. „Lucrări fără număr de opus” va fi expusă până pe 30 octombrie în Coridorul Central al Conservatorului Santa Cecilia din Roma.

Ambasada României în Italia, evenimentul de la Milano care deschide seria de CONCERTE „REMEMBER ENESCU” a programului Timișoara – Capitală Culturală Europeană în 2023!

Celebrii muzicieni români Alexandru Tomescu și Sînziana Mircea vor susține luni, 9 octombrie, de la ora 20, la Sala Rotonda del Pellegrini, FAl din Milano, un concert de vioară și pian.

Concertul este precedat, cu începere de la ora 18.30, de atelierul „Cele mai reprezentative personalități artistice romane din Italia”, susținut de Violeta Popescu, directorul Centrului Cultural Italo-Roman din Milano.

În Sicilia, din 29 septembrie până pe 1 octombrie, între Piazza Ciullo și Centrul de Congrese Marconi din Alcamo – inaugurarea pieței de meșteșuguri și gastronomie românești, spectacole culinare, concerte de muzică populară, o expoziție de pictură, proiecția unui film dedicat unuia. dintre cei mai mari violonişti români, Ciprian Porumbescu, o prezentare de modă.” ne informează ziarul local Marsala live.

La Trento, pe 30 septembrie, cu participarea Episcopiei de Trento, Parohia Ortodoxă Română „San Marco” din Trento
au sărbătorit 20 de ani de prezență românească în Trentino. Spectacol cu ​​muzică și dansuri tradiționale raportat de ziarul Rotalianul.

Tot pe 1 octombrie In cadrul evenimentului Asociatiei ” Ulpia Romana” din Roma condusa de Neacsu Alexandru,doi primari,roman si italian ,si au dat mana pentru o înfrățire între cele două localități: Nistorești și Arlena di Castro( Viterbo)relateaza ziarul : Vranceni in lume

Îl felicităm pe Tiberio Cosmin, un talent originar din România, care a reușit să cucerească inimile publicului și a juriului Italia’s Got Talent printr-un monolog plin de umor despre diferențele dintre Italia și România.

Prezența sa pe scenă a avut un impact atât de puternic încât l-a împins pe Frank Matano, unul dintre arbitrii emisiunii, să apese butonul „Golden Buzzer”, gest care îl trimite direct pe concurentul în fazele finale ale competiției.




Il ponte sospeso in Romania, terza struttura più lunga in Europa

di GIANINA ANDREI-

Il ponte sospeso in Romania, il cui 85% è il contributo dell’Unione Europea dal Fondo europeo di sviluppo regionale, è la terza struttura più lunga di questo tipo in Europa. Il famoso viadotto di Millau (Francia) e il ponte 25 aprile a Lisbona sono ai primi posti.
Inaugurato il 6 luglio 2023, il ponte sospeso di quasi 2 chilometri, situato a 38 metri sopra l’acqua, collega le città di Tulcea e Braila, nonché il collegamento tra le province di Muntenia, Dobrogea e Moldavia. È il terzo più grande dei paesi dell’UE ed è stato paragonato al famoso ponte “Golden Gate” di San Francisco. Per la sua costruzione è stato fatto un investimento di quasi 700 milioni di euro, essendo probabilmente il più complesso di tutti i lavori eseguiti dall’Azienda stradale rumena. Il ponte è esclusivamente a traffico stradale, progettato per avere una durata di vita di 120 anni, e nei primi 5 anni non verrà pagato alcun pedaggio.Il ponte rende possibile il libero transito delle navi, riducendo i tempi di percorrenza.
L’obiettivo generale del progetto è contribuire allo sviluppo della Dobrogea garantendo un collegamento moderno con il corridoio di connettività nazionale 3 (Bucarest-Moldavia), nonché migliorando le condizioni di transito per il traffico internazionale verso Bulgaria e Turchia.

Oltre all’apertura principale, l’edificio presenta anche due aperture laterali sulla riva Brăila e sulla riva Tulcea. Da un lato e dall’altro due viadotti di accesso della lunghezza di 110 m ciascuno.

Le due torri del ponte raggiungono i 192 metri, essendo le costruzioni più alte della Romania.

I moli principali sono cavi all’interno e dotati di ascensori e scale di accesso per la manutenzione.

In questo ponte si trovano 25.000 tonnellate di cemento armato e oltre 200.000 metri cubi di cemento.

Ci sono voluti circa 81.000 chilometri di filo d’acciaio, sufficienti per fare due volte il giro della Terra. I sottili fili di acciaio sono stati intrecciati per formare 16 trefoli che compongono due cavi principali, ciascuno lungo due chilometri. Il peso totale dei due cavi è di oltre 6.700 tonnellate.

I segmenti metallici dell’impalcato sono fissati ai due cavi principali, con l’ausilio di diverse centinaia di tiranti. Ognuno ha un peso medio di 250 tonnellate.

In totale si tratta di 86 segmenti del peso di quasi 21mila tonnellate.

La costruzione è stata realizzata attraverso un contratto di progettazione ed esecuzione realizzato da un’associazione italo-giapponese formata da Webuild (ex Astaldi) e IHI Infrastructure Systems.

Per supervisionare la progettazione e l’esecuzione del ponte è stato formato un team di ingegneri rumeni e italiani.

Traduzione romeno:
Podul suspendat din România,85% fiind contribuția Uniunii Europene din Fondul European de Dezvoltare Regională,este a treia structură de acest tip ca lungime din Europa. Pe primele locuri se situează celebrul viaduct Millau (Franța) și Podul 25 aprilie din Lisabona.
Inaugurat la data de 6 iulie,2023,podul suspendat de aproape 2 kilometri și situat la 38 de metri deasupra apei, leaga orasele Tulcea si Braila dar si legatura dintre provinciile Muntenia,Dobrogea si Moldova. Acesta este al treilea ca dimensiune din țările UE și a fost asemănat cu celebrul pod „Golden Gate” din San Francisco. Pentru construcția acestuia a fost făcută o investiție de aproape 700 de milioane de euro, fiind probabil cea mai complexă dintre toate lucrările derulate de Compania de Drumuri din România. Podul este unul exclusiv pentru traficul rutier, proiectat să aibă o durată de viață de 120 de ani, iar în primii 5 ani nu se va plăti taxă de trecere.Podul face posibil tranzitul liber al vaselor,reducand durata deplasarii.
Obiectivul general al proiectului este de a contribui la dezvoltarea Dobrogei prin asigurarea unei legături moderne cu coridorul de conectivitate național 3 (București-Moldova), precum și îmbunătățirea condițiilor de tranzit pentru traficul internațional către Bulgaria și Turcia.

În afară de deschiderea principală, construcția are și două deschideri laterale pe malul Brăila și malul Tulcea. De o parte și cealaltă sunt două viaducte de acces cu o lungime de 110 m fiecare.

Cele două turnuri ale podului ajung la 192 de metri, fiind cele mai înalte construcții din România.

Pilonii principali sunt goi pe interior și dotați cu lifturi și scări de acces pentru mentenanță.

25.000 de tone de oțel beton și peste 200.000 de metri cubi de beton se află în acest pod.

A fost nevoie de aproximativ 81.000 de kilometri de fir de oțel, cât să înconjoare Pământul de două ori. Firele subțiri de oțel au fost împletite și au format 16 toroane care alcătuiesc două cabluri principale, cu o lungime de doi kilometri fiecare. Greutatea totală a celor două cabluri este de peste 6.700 tone.

De cele două cabluri principale, cu ajutorul a câtorva sute de tiranți, sunt prinse segmentele metalice ale tablierului. Fiecare are o greutate medie de 250 de tone.

În total, sunt 86 de segmente care cântăresc aproape 21 de mii de tone.

Construcţia s-a realizat printr-un contract de proiectare şi execuţie realizat de o asociere italiano-japoneză formată din Webuild (fosta Astaldi) şi IHI Infrastructure Systems.

Supervizarea proiectării şi execuţiei podului a fost formata o echipă de ingineri români şi italieni.




Romena scienziata,Dana Branzei vince fondi per la ricerca sul cancro

di GIANINA ANDREI-

“Dana Brinzei,scienziata, che dirige la biologia molecolare al Cnr di Pavia e la ricerca ‘Dna repair’ all’Istituto di oncologia molecolare di Milano, è tra i 25 ‘Advanced grant’ premiati su quasi 2mila progetti presentati al Ministero” informa : Il Giorno Milano( 4 agosto,2023).

“Grazie alla sua formazione e alla sua ricerca sui meccanismi alla base della progressione del cancro, Dana Branzei, che lavora tra Pavia e Milano, ha ottenuto un Advanced Grant (ossia dei contributi speciali) dal Fis – Fondo italiano per la scienza del Ministero dell’Università e della Ricerca….
La ricerca della scienziata, che vanta pubblicazioni su riviste come “Nature Communications e Nature Structure Molecular Biology, Cell, Molecular Cell, Pnas e Genes and Development”, si focalizza “sulla comprensione delle origini dell’instabilità cromosomica nelle cellule eucariotiche in seguito a stress replicativo e su come la replicazione del genoma sia collegata all’organizzazione spaziale e alla compattazione del Dna nel nucleo cellulare. Questo progetto finanziato dal Fis”, nello specifico, “intende far luce sui complessi percorsi di coesione e ricombinazione, in particolare sul loro ruolo nella progressione del cancro.
Intitolato ‘Replication-associated Cohesion and Recombination’, “costituisce un’eccellenza di innovazione scientifica nel settore Erc Life Sciences.
Solo 47 progetti finanziati su 1.912
Il finanziamento ricevuto dalla scienziata, ricorda una nota, “fa parte di un programma di finanziamento altamente competitivo. Con un tasso di successo di appena il 2,5%, solo 47 dei 1.912 progetti presentati sono stati approvati. Un processo di selezione così rigoroso rende il risultato ottenuto dalla dottoressa Branzei una testimonianza significativa del merito del suo lavoro e del potenziale impatto che il suo progetto potrebbe avere sulla comprensione dei processi genetici e sul trattamento del cancro”.
“Sono entusiasta di intraprendere questo progetto fondamentale – dichiara Branzei – e fiduciosa del potenziale impatto che le nostre scoperte potrebbero avere sulla progettazione di terapie antitumorali più efficaci. Il nostro obiettivo è comprendere la sinergia e la compensazione che si verificano in queste vie, durante il ciclo cellulare. Questa conoscenza è fondamentale per progettare potenziali terapie mirate a questi processi”.

Nata a Iasi (Romania) nel 1974, Dana Branzei si è laureata in scienze farmacologiche presso l’Università Tohoku (Sendai-Giappone), dove ha poi conseguito il dottorato di ricerca in biologia molecolare nel 2004.Nel 2005 arriva in Italia,nel 2008 è Principal Investigator (PI) e coordina un gruppo di 6 persone presso l’Istituto FIRC di Oncologia Molecolare (IFOM) di Milano.
Ecco la sua breve storia:
Appena diciottenne, mentre si stava preparando a partecipare in Romania alle Olimpiadi annuali della chimica,il ministero dell’Istruzione Giapponese bandisce una borsa di studio per giovani studenti per la promozione delle scienze.Dana vince la borsa e si stabilisce per dodici anni in Giappone dove si afferma,affermandosi con un dottorato in genetica e biologia molecolare, come ricercatrice nel campo della riparazione e della stabilità del DNA.
Nel 2005 è l’anno del suo arrivo in Italia. Ospitata per un mese e mezzo in IFOM presso il Laboratorio di Marco Foiani, Dana lavora in modo instancabile, giorno e notte.
“Prima di accettare la proposta di IFOM: entrare a fare parte come Staff Scientist presso il laboratorio “Integrità del genoma” diretto da Foiani.
Da lì a pochi anni, per la creatività con cui svolgeva i suoi esperimenti ed i brillanti risultati (tra cui dei paper pubblicati su Nature), IFOM decide di affidarle un programma di ricerca autonomo incentrato sui meccanismi che intervengono nella regolazione, replicazione e riparazione del DNA con particolare attenzione al processo di sumolazione e ubiquitinazione. Questo significava restare in Italia in pianta stabile, ma Dana non ha avuto ripensamenti.

Il neonato laboratorio “DNA Repair” è stato subito sostenuto da un grant triennale dell’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) e, in seguito da un prestigioso finanziamento dell’European Research Council e, più di recente, un finanziamento da Telethon”.

Autrice di oltre 91 lavori pubblicati su prestigiose riviste scientifiche internazionali, Dana Brânzei è la testimonianza eloquente dei frutti generati da una carriera costruita con professionalità e passione nel nome della scienza.
Congratulazioni!!!

Traduzione romeno:

Om de știință român, Dana Branzei câștigă fonduri pentru cercetarea progresiei cancerului.

„Dana Brinzei, om de știință, care conduce biologia moleculară la Cnr Pavia și cercetarea „Repararea ADN” la Institutul de Oncologie Moleculară din Milano, se numără printre cele 25 de „granturi avansate” acordate din aproape 2.000 de proiecte prezentate Ministerului”
informează : Ziua Milanului (4 august 2023)

„Datorită pregătirii sale și cercetărilor sale privind mecanismele care stau la baza progresiei cancerului, Dana Branzei, care lucrează între Pavia și Milano, a obținut un Grant avansat (adică contribuții speciale) de la Fis – Fondul italian de știință al Ministerului Universității și Cercetării. ….
Cercetarea omului de știință, care se mândrește cu publicații în reviste precum „Nature Communications and Nature Structure Molecular Biology, Cell, Molecular Cell, Pnas and Genes and Development”, se concentrează „pe înțelegerea originilor instabilității cromozomiale în celulele eucariote în urma replicării stresului și a modului în care genomul. replicarea este legată de organizarea spațială și compactarea ADN-ului în nucleul celulei.Concret, acest proiect finanțat de Fis „intenționează să facă lumină asupra căilor complexe de coeziune și recombinare, în special asupra rolului acestora în progresia cancerului.
Intitulat „Coeziune și recombinare asociate cu replicarea”, „constituie o excelență a inovației științifice în sectorul ERC Life Sciences.
Doar 47 de proiecte finanțate din 1.912
Finanțarea primită de om de știință, îi amintește de o notă, „face parte dintr-un program de finanțare extrem de competitiv” Cu o rată de succes de doar 2,5%, doar 47 din cele 1.912 proiecte depuse au fost aprobate. Un proces de selecție atât de riguros face ca doamna doctor Branzei realizarea o dovadă semnificativă a meritului muncii ei și a impactului potențial pe care proiectul ei l-ar putea avea asupra înțelegerii proceselor genetice și a tratamentului cancerului.”
„Sunt încântata să asum acest proiect fundamental – spune Branzei – și încrezător în potențialul impact pe care l-ar putea avea descoperirile noastre asupra conceperii unor terapii anticancer mai eficiente. Scopul nostru este să înțelegem sinergia și compensarea care apar în aceste căi, în timpul ciclul celular. Aceste cunoștințe sunt esențiale pentru proiectarea potențialelor terapii care vizează aceste procese.”

Născută la Iași (România) în 1974, Dana Branzei a absolvit științe farmacologice la Universitatea Tohoku (Sendai-Japonia), unde a obținut apoi doctoratul în biologie moleculară în 2004. În 2005 a ajuns în Italia, iar din 2008 este cercetător principal ( PI) și coordonează un grup de 6 persoane la Institutul FIRC de Oncologie Moleculară (IFOM) din Milano.
Scurtă prezentare a omului de stiinta Dana Brinzei:
La doar optsprezece ani, pe când se pregătea să participe la olimpiada anuală de chimie din România, Ministerul japonez al Educației a anunțat o bursă pentru tinerii studenți pentru promovarea științei.Dana a câștigat bursa și s-a stabilit în Japonia timp de doisprezece ani unde a afirmat ea însăși, afirmându-se cu un doctorat în genetică și biologie moleculară, ca cercetător în domeniul reparării și stabilității ADN-ului.
2005 este anul sosirii lui în Italia. Găzduită de o lună și jumătate în IFOM la laboratorul lui Marco Foiani, Dana lucrează neobosit, zi și noapte.
„Înainte de a accepta propunerea IFOM: alăturați-vă ca Staff Scientist la laboratorul „Integritatea genomului” condus de Foiani.
Câțiva ani mai târziu, datorită creativității cu care și-a desfășurat experimentele și a rezultatelor strălucitoare (inclusiv unele lucrări publicate în Nature), IFOM a decis să-i încredințeze un program independent de cercetare axat pe mecanismele implicate în reglarea, replicarea și repararea ADN-ului cu o atenție deosebită procesului de sumulare și ubiquitinare. Acest lucru a însemnat să rămână permanent în Italia, dar Dana nu a stat pe gânduri.

Laboratorul nou-născut „ADN Repair” a fost susținut imediat de un grant de trei ani de la Asociația Italiană pentru Cercetarea Cancerului (AIRC) și, ulterior, de un grant de prestigiu din partea Consiliului European de Cercetare și, mai recent, de un grant de la Telethon”.

Autoare a peste 91 de lucrări publicate în reviste științifice internaționale de prestigiu, Dana Brânzei este mărturia elocventă a roadelor generate de o carieră construită cu profesionalism și pasiune în numele științei.
Felicitări!!!




La disputa più antica della Romania con la Russia è davvero unica al mondo, 41 vagoni contenenti tutta la ricchezza nazionale di quel periodo (1916-1917)

DI GIANINA ANDREI-

Prima guerra mondiale: prima dell’arrivo degli occupanti, la famiglia reale, il parlamento, il governo e l’esercito si ritirano in Moldavia, la città di Iasi, l’ultimo pezzo del paese lasciato libero, per preservare l’entità statale rumena e continuare la guerra insieme ai nostri alleati Inoltre, il 15 novembre 1916, anche la Banca Nazionale di Romania e il suo tesoro furono trasferiti a Iasi.

Nel 1916 e nel 1917, le allora autorità rumene presero la decisione di inviare la tesoro nazionale a Mosca per salvarla dall’esercito tedesco con cui eravamo in guerra.

La decisione delle autorità rumene è stata presa anche nel contesto del desiderio dei russi, essendo una garanzia che la Romania non capitolerà rapidamente lasciando il fronte russo completamente esposto.

La prima spedizione, primo treno caricato fu inviato da Iasi a Mosca nel dicembre 1916 e consisteva in 17 vagoni carichi principalmente di monete e lingotti d’oro appartenenti alla BNR, oltre ai gioielli della regina Maria.

Il carico fu stimato, al valore del denaro in quel momento, in oltre 314 milioni di lei d’oro (a cui si aggiunsero i 7 milioni di lei d’oro, che era il valore stimato dei gioielli della regina).

La seconda spedizione fu inviata a Mosca nel luglio 1917, 24 vagoni contenenti l’oro e i beni della BNR e di banche e istituzioni private in Romania, un tesoro stimato, ai valori di allora, in 6,5 milioni di lei d’oro.

Inoltre, nel secondo trasporto, è stata caricata gran parte del patrimonio artistico e culturale del Paese, migliaia di dipinti e opere d’arte, odori monastici nonché il fondo archivistico della Romania.
Un totale di 93.570 chilogrammi è andato a Mosca.

Nel 1917, durante la Grande Rivoluzione Russa, Lenin e i comunisti presero il potere con l’appoggio e l’aiuto della Germania, con l’intenzione di porre fine al fronte orientale, così il 13 gennaio 1918 Mosca prese la decisione di rompere le relazioni diplomatiche con la Romania, stabilendo che “il tesoro della Romania custodito a Mosca è dichiarato immateriale per l’oligarchia rumena”.

È certo che la Romania non ha mai visto il suo tesoro completamente restituito. Nel 1935 e 1936, sotto la pressione delle autorità rumene e delle grandi potenze europee, parte del tesoro fu portata

Abbiamo ricevuto indietro 33 chilogrammi e 93.537 chilogrammi sono scomparsi, la quantità “persa” in seguito ai trattati di pace dopo la prima guerra mondiale, l’accordo finanziario tedesco-russo del 27 agosto 1918.

Il problema del tesoro ha segnato le relazioni romeno-sovietiche e poi romeno-russe nel secolo scorso.

Tutti i regimi politici saliti al potere da allora, Ceausescu compreso, hanno chiesto il Tesoro ai russi,senza alcun risultato.

La negoziazione del Trattato sulle relazioni amichevoli e di collaborazione tra la Romania e la Federazione Russa, firmato il 4 luglio 2003, ha fornito l’opportunità di reintrodurre la questione del Tesoro rumeno nelle discussioni ufficiali rumeno-russe.
Tra il 2003 e il 2016 si sono svolte quattro sessioni della Commissione mista rumeno-russa, durante le quali sono stati presentati i documenti originali attestanti la consegna del suo tesoro ai rappresentanti dello Stato russo, fatto accettato dalla componente russa della Commissione.

Le possibilità di riaverlo indietro sono tanto minori oggi, quando la Russia ha praticamente voltato le spalle all’Occidente e alle norme internazionali.

Per più di 100 anni, ciò che è stato ottenuto sono stati brevi miglioramenti congiunturali e interminabili procrastinazioni.

Per la Romania, la Risoluzione del Tesoro porterebbe al miglioramento delle relazioni bilaterali.

Per i russi, il miglioramento delle relazioni bilaterali porterebbe alla soluzione del problema del Tesoro.

Traduzione romeno:
Cel mai vechi litigiu al României cu Rusia fiind cu adevărat unic în lume,41 de vagoane conținând toată avuția națională de la vremea respectivă(1916-1917)

Primul razboi mondial:
Înainte de venirea ocupanţilor, familia regală, parlamentul, guvernul și armata se retrag în Moldova,orasul Iasi, ultimul petic de ţară rămas neocupat, pentru a păstra fiinţa statală românească şi a continua războiul alături de aliaţii noștri.Deasemenea, Banca Naţională a României împreună cu tezaurul ei au fost strămutate tot la Iasi,pe data de 15 noiembrie 1916.

În 1916 și 1917, autoritățile române de atunci au luat decizia să trimită la Moscova avuția națională pentru a o salva de armata germană cu care eram în război.

Decizia autorităților române a fost luată și în contextul dorinței rușilor, fiind o garanție că România nu va capitula rapid lăsând complet descoperit frontul rusesc.

Primul tren cu Tezaurul a fost trimis de la Iași la Moscova în decembrie 1916 și era format din 17 vagoane încărcate în principal cu monede și lingouri de aur ce aparțineau BNR, plus bijuteriile reginei Maria.

Încărcătura era estimată, la valoarea banilor de atunci, la peste 314 milioane de lei aur (la care se adăugau cele 7 milioane de lei aur, la cât erau estimate bijuteriile reginei).

Al doilea transport a fost trimis la Moscova în iulie 1917, 24 de vagoane care conțineau aurul și averile BNR și ale băncilor și instituțiilor private din România, tezaur estimat, la valorile de atunci, la 6,5 milioane de lei aur.

De asemenea, în cel de-al doilea transport au fost încărcate și mare parte din patrimoniul artistic și cultural al țării, mii de tablouri și lucrări de artă, odoarele mănăstirești precum și fondul arhivistic al României.
In total 93.570 de kilograme au luat drumul Moscovei.

In 1917 Marea Revoluției din Rusia ,Lenin si comunistii iau puterea cu sprijinul si ajutorul Germaniei, cu intentia de a incheia frontul din est,asfel pe 13 ianuarie 1918 Moscova i a decizia de a rupe relatiile diplomatice cu Romania,stipuland ca ” tezaurul Romaniei aflat in păstrare la Moscova se declara intangibil pentru oligarhia romana”.

Cert este ca România nu şi-au mai văzut niciodată tezaurul complet înapoiat. În 1935 di 1936 la presiunea autorităţilor româneşti şi marilor puteri europene, a fost adusă o parte din tezaur

Am primit inapoi 33 de kilograme si au disparut 93.537kilograme,cantitate “pierduta” in urma tratatelor de pace de dupa primul razboi mondial,acordul financiar germano- rus din 27 august 1918.

.Problema tezaurului a marcat relațiile româno – sovietice și apoi româno – ruse din ultimul secol.

Toate regimurile politice care au venit la putere de atunci,inclusiv Ceausescu au cerut rușilor Tezaurul.

Negocierea Tratatului privind relațiile prietenești și de colaborare dintre România și Federația Rusă, semnat la 4 iulie 2003, a oferit prilejul reintroducerii în discuțiile oficiale româno – ruse a problemei Tezaurului românesc.
Între 2003 și 2016, au avut loc patru sesiuni ale Comisiei comune româno – ruse,in cadrul cărora au fost prezentat documentele originale care atestă predarea tezaurului său reprezentanților statului rus, fapt acceptat de componenta rusă a Comisiei.

Șansele de a-l recupera vreodată sunt cu atât mai mici astăzi, când Rusia s-a întors practic cu spatele la Occident și la normele internaționale.

De peste 100 de ani ceea ce s a obtinut au fost scurte îmbunătățiri conjuncturale și de tergiversări fără sfârșit.

Pentru Romania, Rezolvarea Tezaurului ar duce la îmbunătăţirea relaţiilor bilaterale.

Pentru ruşi, îmbunătăţirea relaţiilor bilaterale ar duce la rezolvarea problemei Tezaurului.




Romania e progetti culturali

di GIANINA ANDREI-

VITERBO – Quando si parla di progetti finanziati dall’istituzione che mi rappresenta, permettetemi di esprimere la mia disapprovazione per tutto ciò che sta accadendo. In un paese come l’Italia, dove Cioran, Eliade, Dumitru Cantemir, Eminescu, Iorga, l’arte del grande artista Demetrescu, la cultura e la storia della Romania sono apprezzate, cosiddette, di moda ora “festival “scambi culturali” finanziati dal Dipartimento non fanno alcun onore!
Sono una scarsa rappresentazione di “identità”, limitata a livello culturale, priva di qualsiasi consistenza. Con un budget presentato dal Dipartimento dei Rumeni come quattro volte superiore al precedente onestamente, e le aspettative erano e sono molto più alte…
Il Dipartimento finanzia gli organizzatori dell’evento e io non lo sapevo?!..altrimenti non c’è spiegazione.
Cosa hanno avuto da dire tali rappresentanti a Bucarest per conto di Diapora?!.. e poi premiati! Per cosa?
L’immagine di Diaspora scattata verso la Romania è qualcosa del genere:
I rumeni della diaspora sono diventati una sorta di “mendicanti” identitari, sradicati, sfiniti dal lavoro, pieni di nostalgia ma anche di speranza, vengono “sollevati” per un’ora o due. Quello che non hanno capito molto bene è il fatto che loro sono “Qui” e gli altri “Là”! Tragico e doloroso!
Superficiale e perché no, dispregiativo il modo in cui viene trattata la diaspora nel caso dei rumeni in Italia.
Perché? Perché il problema rimane lo stesso;
L’indifferenza totale, il non coinvolgimento delle istituzioni in modo reale porta all’ignoranza, non conoscenza della diaspora, dei rumeni della diaspora.
Quel tanto atteso “dialogo in quota”…

Traduzione rumeno:

Când vine vorba de proiecte finanțate de instituția care mă reprezintă, permiteți-mi să-mi exprim dezaprobarea față de tot ceea ce se întâmplă.

Într-o țară precum Italia, unde Cioran, Eliade, Dumitru Cantemir, Eminescu, Iorga, arta marelui artist Demetrescu, cultura și istoria României sunt apreciate, așa-zise, ​​la modă, acum festivaluri de „schimburi de cultura” finanțate de Departament,nu face cinste!!!!!
Sunt o scarsa reprezentare a „identității”, limitate cultural, lipsite de orice consistență.
Cu un buget prezentat de Departamentul Românilor drept de patru ori mai mare decât precedentul sincer,așteptările au fost și sunt mult mai mari…
Departamentul finanteaza organizatorii de evenimente si nu stiam despre asta?!..altfel nu exista nicio explicatie.
Ce au avut de spus acești reprezentanți la București în numele Diaporei?!.. și apoi premiați! Pentru ce?
Imaginea Diasporei făcută spre România arată cam așa:
Românii din diaspora au devenit un fel de „cerșetori” ai identitatii, dezrădăcinați, epuizați de muncă, plini de nostalgie,dor dar și de speranță, sunt „alinati” pentru o oră-două. Ceea ce nu au înțeles prea bine este faptul că ei sunt „Aici” iar ceilalți „Acolo”! Tragic și dureros!
Modul în care este tratată diaspora în cazul românilor din Italia este superficial și, de ce nu, denigratoriu.
Pentru că problema rămâne aceeași;
Indiferența totală, neimplicarea instituțiilor în mod real duce la ignoranță, necunoașterea diasporei, a românilor din diaspora.
Acel mult așteptat „dialog la mare altitudine”…

Cand vorbim de proiecte finantate de institutia care ma reprezinta, dati mi voie sa mi exprim dezaprobarea a tot ceea ce se intampla.

Intro tara cum e Italia,unde Cioran,Eliade,Dumitru Cantemir,Eminescu,Iorga,arta marelui artist Demetrescu , cultura si istoria Romaniei este apreciata, asa zisele,de moda acum “festivaluri ” schimburi de cultura” nu ne fac cinste!!!!
Sunt o scarsa reprezentare a ” identitatii “,limitata la nivel cultural,lipsite de orice consistenta( cu tot repectul pentru marii artisti din Romania)
Cu un buget prezentat de Departamentul Romanilor de Pretutindeni ca fiind de patru ori mai mare decat cel precedent sincer,si asteptarile au fost si sunt cu mult mai mult..
Este Departamentul un finantator pentru organizzatorii de evenimente si nu am stiut?!..altfel nu se explica.
Ce or fi avut de zis la Bucuresti in numele Diaporei astfel de reprezentanti?!.. si apoi premiati! Pentru ce?
Imaginea facuta catre Romania e cam asta:
Romanii din Diaspora au devenit un fel de ” cersetori” de identitate,dezradacinati,istoviti de munca plini de dor dar si de speranta vin ” alinati” pentru un ceas doua.Ceea ce n au inteles insa foarte bine este faptul ca,ei sunt “Aici” iar ceilalti ” Acolo”! Tragic si dureros!
Superficial si de ce nu, denigratoriu modul in care este tratata Diaspora in cazul de fata romanii din Italia.
De ce?Pentru ca problema ramane aceasi;
Totala indiferenta,neimplicarea in mod real duce la necunoasterea Diasporei,romanilor din Diaspora,.
Acel ” dialog la inaltime” mult asteptat…




L’Ambasciatrice rumena in Italia, Gabriela Dancău, ha avuto un incontro con il Ministro del Turismo italiano Daniela Santanché il 19 luglio 2023

di GIANINA ANDREI-

VITERBO- Durante l’incontro è emerso il reciproco interesse ad intensificare gli scambi nel campo del turismo, sia aumentando il numero delle presenze registrate, sia a livello di buone pratiche nella gestione di questo settore. I colloqui hanno anche rivelato l’importanza di valorizzare e tutelare il patrimonio turistico-culturale di entrambi i Paesi.
“Discorso cordiale e coerente oggi con il Ministro del Turismo italiano, signora Daniela Santanché, riferisce Gabriela Dancau, Ambasciatore di Romania in Italia. ..”
Durante l’incontro è emerso il reciproco interesse ad intensificare gli scambi nel campo del turismo, sia aumentando il numero delle presenze registrate, sia a livello di buone pratiche nella gestione di questo settore. I colloqui hanno anche rivelato l’importanza di valorizzare e tutelare il patrimonio turistico-culturale di entrambi i Paesi. Abbiamo concordato l’opportunità di elaborare un documento di cooperazione bilaterale nel settore del turismo che faciliti il ​​raggiungimento degli obiettivi sopra menzionati. Il numero significativo di collegamenti aerei tra i due paesi è tale da stimolare una migliore conoscenza reciproca tra i due popoli. Il turismo rappresenta non solo un potenziale vettore di crescita economica, ma anche di promozione delle tradizioni, dell’ospitalità e delle bellezze naturali della Romania.
Nel contesto in cui Timișoara detiene lo status di Capitale Europea della Cultura nel 2023, ospitando allo stesso tempo una delle più importanti comunità italiane in Romania, ho rivolto alla Ministra Daniela Santanché l’invito a visitare il nostro Paese.
Da parte sua, il ministro italiano ha espresso soddisfazione per la preferenza mostrata dai turisti romeni per le mete italiane famose per la cultura e la gastronomia. Infine, ma non meno importante, il Ministro Santanché ha espresso il suo apprezzamento per la buona integrazione della comunità romena in Italia, riconosciuta per la loro professionalità e dedizione nei vari campi di attività che svolgono, ma anche per i valori comuni che condividono con i cittadini italiani.,,

Traduzione rumeno:
Ambasadorul României în Italia, Gabriela Dancău, a avut la 19 iulie 2023, o reuniune cu ministrul turismului italian Daniela Santanché.

În cadrul întâlnirii a reieșit interesul reciproc pentru intensificarea schimburilor în domeniul turismului, atât prin creșterea numărului de prezențe înregistrate, cât și la nivel de bune practici în gestionarea acestui sector. Discuțiile au relevat, de asemenea, importanța valorificării și a protejării patrimoniului cultural-turistic din ambele țări.
” Discuție cordială și consistentă astăzi cu ministrul turismului din Italia, doamna Daniela Santanché,relateaza Gabriela Dancau,ambasador al Romaniei in Italia. ..’
În cadrul întâlnirii a reieșit interesul reciproc pentru intensificarea schimburilor în domeniul turismului, atât prin creșterea numărului de prezențe înregistrate, cât și la nivel de bune practici în gestionarea acestui sector. Discuțiile au relevat, de asemenea, importanța valorificării și a protejării patrimoniului cultural-turistic din ambele țări. Am agreat cu privire la oportunitatea elaborării unui document bilateral de cooperare în domeniul turismului care să faciliteze atingerea obiectivelor sus-menționate. Numărul semnificativ de conexiuni aeriene dintre cele două țări este de natură să stimuleze o mai bună cunoaștere reciprocă între cele două popoare. Turismul reprezintă nu numai un potențial vector de creștere economică, ci și unul de promovare a tradițiilor, ospitalității și a frumuseților naturale ale României.
În contextul în care Timișoara deține în 2023 statutul de Capitală culturală europeană, găzduind totodată una dintre cele mai importante comunități italiene din România, am adresat ministrului Daniela Santanché invitația de a vizita țara noastră.
La rândul său, ministrul italian a exprimat satisfacție pentru preferința manifestată în rândul turiștilor români pentru destinațiile italiene renumite pentru cultură și gastronomie. Nu în ultimul rând, ministrul Santanché a exprimat aprecierea pentru buna integrare a comunității românești din Italia, recunoscută pentru profesionalismul și dedicația în diferitele domenii de activitate pe care le desfășoară, dar și pentru valorile comune pe care le împărtășesc cu cetățenii italieni.,,




La prima auto aerodinamica con ruote integrate al mondo, omologata dal romeno, Persu,nel 1922 alla Biennale di Venezia

di GIANINA ANDREI-

La prima auto aerodinamica con ruote integrate al mondo, omologata dal romeno, Persu,nel 1922 alla Biennale di Venezia. In questo momento, l’auto Perșu è esposta nel padiglione della Romania alla Biennale di Architettura di Venezia. L’evento si svolge tra il 20 maggio e il 26 novembre 2023, in diverse località della città italiana.

La Biennale di Venezia è uno dei più prestigiosi eventi culturali internazionali dedicati all’espressione artistica nei campi delle arti visive, dell’architettura, della musica, del teatro, della danza e della cinematografia. Ogni edizione offre un mix di progetti artistici rappresentativi di ciascun paese partecipante. La partecipazione della Romania alla Biennale di Venezia illustra un dialogo culturale con il mondo dell’arte contemporanea internazionale, avviato oltre 100 anni fa, quando era presente per la prima volta a questo evento, riferisce News.ro.

La prima auto aerodinamica con ruote integrate al mondo, Automobilul Persu, è rinata, dopo più di un secolo, restaurata e rinnovata rispettando i progetti originali e tutti i dettagli tecnici originali.

Il colore è l’originale, i cerchi sono gli originali e le coperture aerodinamiche sono state replicate con precisione. Assolutamente tutti i dettagli sono stati rigorosamente osservati.

Anche la targa è quella che il signor Persu ha utilizzato per i circa 120.000 chilometri percorsi dal veicolo”, ha spiegato il giornalista Radu Guramulta di RacingWheels.

Originario di Bucarest, Aurel Persu, dopo il diploma di scuola superiore, frequenta la “Tehnische Hoch Schule din Berlin-Charlottenburg” (Scuola tecnica superiore), che si diploma nel 1913, si specializza in aerodinamica e meccanica aeronautica, e all’età di 24 anni , viene premiato dal Ministero della Pubblica Istruzione tedesco. .Nel 1921, fece una nuova specializzazione, per aeroplani, motori a scoppio, meccanica aeronautica, a Berlino

Il 19 settembre 1924 Aurel Persu ottenne il brevetto per l’invenzione che lo rese famoso; “Auto di forma aerodinamica con quattro ruote montate all’interno della forma aerodinamica”.Il brevetto fu ottenuto in Germania il 19 settembre 1924, la domanda di brevetto fu indirizzata il 13 novembre 1922.
Dopo molti calcoli ed esperimenti di laboratorio, giunse alla conclusione che la forma ideale di un’automobile, di un veicolo in movimento, è la forma di una goccia d’acqua che cade, la forma aerodinamica ideale. Raggiunse coefficienti aerodinamici di 0,22, difficili da raggiungere ancora oggi. Ha costruito l’auto tra il 1922 e il 1924, con i propri soldi, in Germania. La carrozzeria è stata costruita in varie officine a Berlino.
Aurel Perşu ha portato l’auto in Romania, percorrendo con essa oltre 120.000 km, con una velocità massima di circa 80 km orari. A causa della mancanza di differenziale, poteva compiere curve molto strette a 60 km orari in tutta sicurezza.
Nonostante la vettura non fosse prodotta in serie, le fabbriche Ford e General Motors chiesero di acquistarne il brevetto, senza però garantirne la costruzione. Questo fatto ha portato l’inventore a rifiutare la proposta.

La vettura è stata donata al Museo Tecnico Nazionale “Dimitrie Leonida” nel 1969.

In conclusione, chi segue le gare di Formula I deve sapere che l’inventore della prima vettura al mondo con forma aerodinamica è stato il rumeno, AUREL PERSU.

Traduzione romeno:

Primul automobil aerodinamic cu roți integrate din lume, omologat de romanul Persu în 1922 la Bienala de la Veneția.

În acest moment, automobilul Perșu este expus în cadrul pavilionului României de la Bienala de Arhitectură de la Veneția. Evenimentul se desfășoară în perioada 20 mai – 26 noiembrie 2023, în mai multe spaţii din oraşul italian.

Bienala de la Veneţia este unul dintre cele mai prestigioase evenimente culturale internaţionale dedicate expresiei artistice în domeniile artelor vizuale, arhitecturii, muzicii, teatrului, dansului şi cinematografiei. Fiecare ediţie oferă un mix de proiecte artistice reprezentative din fiecare ţară participantă. Participarea României la Bienala de la Veneţia ilustrează un dialog cultural cu lumea artei contemporane internaţionale, iniţiat cu peste 100 de ani în urmă, când a fost prezentă pentru prima dată la acest eveniment, arată News.ro.

Primul automobil aerodinamic cu roți integrate din lume, Automobilul Persu, a renăscut, după mai bine de un secol, fiind restaurat și recondiționat respectându-se planurile originale și toate detaliile tehnice inițiale.

Culoarea este cea originală,jantele sunt cele originale, iar capacele aerodinamice au fost replicate precis. Absolut toate detaliile au fost respectate cu strictețe.

Până și numărul de înmatriculare este cel pe care l-a folosit domnul Persu pentru cei aproximativ 120.000 de kilometri pe care vehiculul i-a străbătut”, a explicat jurnalistul Radu Guramulta de la RacingWheels.

Bucureştean de origine, Aurel Persu dupa absolvirea liceului urmeaza cursurile scolii “Tehnische Hoch Schule din Berlin-Charlottenburg” (Şcoala Superioară Tehnică), pe care a absolvit-o în 1913, se specializează în aerodinamica şi mecanica avioanelor,iar la nici 24 de ani, este premiat de Ministerul Instrucţiunii Publice din Germania. .În anul 1921, a făcut o nouă specializare, pentru avioane, motoare cu explozie, mecanica avioanelor, la Berlin

La 19 septembrie 1924,Aurel Persu obtine brevetul pentru invenţia care l-a făcut celebru; „Automobil de formă aerodinamică cu patru roţi montate înăuntrul formei aerodinamice”. Brevetul a fost obţinut în Germania la 19 septembrie 1924, cererea de brevetare fiind adresată la 13 noiembrie 1922.
După multe calcule şi experimente de laborator, el a ajuns la concluzia că forma ideală a unui automobil, a unui vehicul în mişcare, este forma picăturii de apă în cădere, forma aerodinamică ideală. El a ajuns la coeficienţi aerodinamici de 0,22 care şi azi sînt greu de atins. A construit automobilul în perioada 1922-1924, cu bani proprii, în Germania. Caroseria a fost construită la diverse ateliere din Berlin.
Aurel Perşu a adus automobilul în România, parcurgând cu el peste 120.000 km, cu o viteză maximă de circa 80 km pe oră. Datorită lipsei diferenţialului putea lua viraje foarte strânse cu 60 km pe oră în deplină siguranţă.
Deşi automobilul nu a fost realizat în serie, uzinele Ford şi General Motors au solicitat cumpărarea brevetului, fără a garanta însă şi construirea acestuia. Acest fapt l-a determinat pe inventator să refuze propunerea.

Automobilul a fost donat Muzeului Naţional Tehnic „Dimitrie Leonida” în 1969.

In concluzie,ei ce urmăresc cursele de Formula I ar trebui să ştie că inventatorul primei maşini cu formă aerodinamică din lume a fost un român  AUREL PERSU.




Dall’8 luglio 1869, Timisoara divenne la prima città dell’Europa del Est

di GIANINA ANDREI-

Dall’8 luglio 1869, Timisoara divenne la prima città dell’Europa del Est, la seconda in Europa dopo Parigi, la quinta al mondo ad utilizzare il tram a cavalli come mezzo di trasporto.

Il tram fu inventato dall’inglese John Outram nel 1775. Il primo paese in Europa dove fu introdotto il tram fu la Francia, a Parigi, nel 1854, conosciuta come “American Railway”.
Nel 1869, l’8 luglio, fu aperta al traffico la prima linea di tram a cavalli a Timișoara, che collegava due quartieri lungo un percorso di 6 chilometri.
Il 30 aprile 1869, le prime 5 carrozze passeggeri furono acquistate dalla Fabbrica di carrozze di Vienna, per il trasporto di cavalli, ogni carrozza costava 1755 fiorini. I tram a cavalli operarono fino al 26 luglio 1899, quando furono introdotti i tram a trazione elettrica.
Alla fine del 1869, la compagnia di tram a cavallo Timișoara aveva una flotta di 24 carrozze: carrozze passeggeri – 21 VR con cavalli, carrozze di servizio – 2 VR con cavalli, trasporto materiale, 1 trucco VR).

L’orario del tram era tra le 6:00 e le 22:00, a intervalli di 10-12 minuti

Il tram trainato da cavalli ha avuto una lunga vita a Timișoara. Servì i viaggiatori per 30 anni, fino al 1899, quando i cavalli da tiro furono sostituiti dal motore elettrico.

Il primo tram trainato da cavalli in Romania è oggi esposto al Museo dei Trasporti Pubblici Corneliu Miklosi di Timisoara.

Traduzione romeno:
Tramvaiul a fost inventat în 1775 de englezul John Outram.Prima ţară din Europa unde s-a introdus tramvaiul a fost Franţa, la Paris, în 1854, cunoscută drept „Calea ferată americană”.
În 1869, la 8 iulie, la Timișoara s-a deschis circulației prima linie de tramvai tras de cai, care a unit doua cartiere pe o ruta de 6 kilometri.
La 30 aprilie 1869, s-au achiziţionat de la Fabrica de Vagoane din Viena primele 5 vagoane de persoane, pentru transportul cu cai, fiecare vagon costând 1755 florini. Tramvaiele cu cai au funcţionat până la 26 iulie 1899, când au circulat s-au introdus tramvaiele cu tracțiune electrică.
La sfârşitul anului 1869, Societatea de Tramvaie cu Cai din Timișoara avea un parc de 24 de vagoane: vagoane persoane – 21 VR cu cai, vagoane serviciu – 2 VR cu cai, transport materiale, 1 VR truc).

Program de circulaţie al tramvaielor era între orele 6 – 22, la un interval de 10-12 minute

Tramvaiul tras de cai a avut o viață lungă la Timișoara. A slujit călătorii timp de 30 de ani, până în 1899, când caii de tracțiune au fost înlocuiți de motorul electric.

Primul tramvai tras de cai din Romania este, astazi, expus la Muzeul de Transport Public Corneliu Miklosi din Timisoara.




Il rumeno Geremia il Valah – Santo a Napoli

di GIANINA ANDREI-

Il 18 dicembre 1959 Papa Giovanni XXIII ne dichiarò le virtù eroiche e il 30 ottobre 1983, in una solenne cerimonia svoltasi in Piazza San Pietro a Roma, Papa Giovanni Paolo II lo dichiarò Beato.

Alla procedura della commissione di formazione del processo apostolico, hanno testimoniato 147 persone salvate la vita.
Questi casi sono stati analizzati dai medici, per vedere fino a che punto alcuni sono scientificamente spiegabili; così vengono selezionati quei casi di guarigione che sono dovuti alla grazia.
Prima di tutto, Geremia era famoso per curare malattie della pelle e ferite.
Il processo di canonizzazione riprese nel 1677, dopo un caso miracoloso di guarigione di un’infermità, una malformazione alla gamba, di una bambina avvenuta presso la tomba di Ieremia Valah. Ci sono sempre state guarigioni presso la sua tomba, fino ad oggi. Nel 1961 qui fu curato un caso di melanocarcinoma, ritenuto incurabile.

Partì per Roma a piedi. Aveva 18 anni. Passò per Brasov, per Alba Iulia, era arrivato al lavoro di un medico italiano che aveva curato un principe della Transilvania e stava tornando in Italia, rimase a Bari un anno e mezzo, Ieremia aveva 20 anni quando arrivò a Roma. “Emigra” al Sud, arriva in Calabria, raggiunge il territorio di Napoli, dove scopre l’Ordine dei Frati Cappuccini al Monastero Efrem Vecchio di Napoli.
A 22 anni ha la felicità di essere monaco. Dopodiché riceve due incarichi importanti: in cucina e in infermeria. Cioè: nutrire il seme e guarire.
Nel 1585 fu trasferito al Monastero della Santissima Concezione di Napoli dove lavorò come infermiere fino alla fine della sua vita.
Morì il 5 marzo 1625, malato a causa dell’ultimo “sacrificio” che fece; andò a piedi in Spagna per guarire un nobile della corte.
Il 31 maggio 2008 le reliquie di Eremia Valahul sono state portate al santuario cattolico di Onesti.

Alla beata Ieremia il Valah e le due obbedienze vitali: nutrire e guarire. E per fortificare gli animi degli emigranti, per aiutarli ad integrarsi armoniosamente, ricordando loro con l’esempio che l’uomo stesso è migrante, ospite e viaggiatore su questa terra.

Traduzione rumeno
Ieremia Valahul – sfant la Napoli.
La 18 decembrie 1959, Papa Ioan al XXIII-lea, îi declara eroicitatea virtuților, iar la 30 octombrie 1983 in cadrul unei ceremonii solemne care a avut loc in Piata Sf Petru din Roma,Papa Ioan Paul al II-lea îl declara Fericit.

La procedura comisiei de instruire a procesului apostolic,au depus marturie 147 de persoane salvate la viata.
Aceste cazuri au fost analizate de medici, ca sa vada in ce masura unele sunt explicabile stiintific; astfel sunt selectate acele cazuri de vindecare care sunt datorate harului.
In primul rand, Ieremia era vestit in vindecari ale bolilor de piele, ale plagilor.
Procesul de canonizare s-a reluat in 1677, dupa ce la mormantul lui Ieremia Valahul s-a petrecut un caz miraculos de vindecare a unei infirmitati, o malformatie la picior, a unei fetite. La mormantul sau au fost vindecari mereu, pana in ziua de azi. In 1961 aici s-a vindecat un caz considerat incurabil, de melanocarcinom.

A pornit spre Roma pe jos. Avea 18 ani. A trecut prin Brasov, prin Alba Iulia.Ajunsese in slujba unui medic italian care ingrijise un principe transilvan si tocmai se intorcea in Italia.Ramas la Bari pentru un an si jumatate, Ieremia are 20 de ani cand ajunge la Roma. “Migreaza” spre Sud, ajunge in Calabria, ajunge in tinutul Napoli,unde,descopera Ordinul Calugarilor Capuccini la Manastirea Efrem cel Vechi din Napoli.
La 22 de ani, are fericirea sa fie calugarit. Dupa aceea, primeste doua sarcini importante: la bucatarie si la infirmerie. Adica: hranirea semenului si vindecarea.
In 1585 a fost transferat la Manastirea Sfanta Zamislire din Napoli unde lucrat ca imfirmier pana la sfârşitul vietii.
A murit pe data de 5 martie 1625,bolnav consecinta al ultimului ” sacrificiu” facut;a mers pe jos in Spania pentru a vindeca un nobil de la curte.
Pe 31 mai 2008 moastele lui Eremia Valahul au fost duse la sanctuarul catolic din Onesti.

Fericitului Ieremia Valahul si cele doua ascultari vitale: sa hraneasca si sa vindece. Si sa-i intareasca sufleteste pe emigranti, sa-i ajute sa se integreze armonios, amintindu-le exemplar ca omul insusi este pe acest pamant un migrant, un oaspete si un calator.




28 giugno 1940 – 83 anni da quando la Bassarabia e la Bucovina furono separate dalla madrepatria, Romania.

di GIANINA ANDREI-

28 giugno 1940 – 83 anni da quando La Bassarabia e la Bucovina furono separate dalla madrepatria,Romania. Il 28 giugno 1940 è un giorno nero nella storia del popolo rumeno – Bassarabia, Bucovina settentrionale e la Terra di Herța furono separate dalla madrepatria e cedute, a seguito di un ultimatum, all’Unione Sovietica. Tre milioni di rumeni si sono poi trovati in territorio straniero. I tragici eventi furono una conseguenza del Patto Ribbentrop-Molotov e gli effetti di quel gesto diabolico non sono stati liquidati neanche oggi, dopo 83 anni.

Il 27 giugno 1940, quando Molotov rispose al governo rumeno che le truppe sovietiche avevano l’ordine di “occupare il territorio della Bessarabia e la parte settentrionale della Bucovina”. … i seguenti punti: Chernivtsi, Chisinau, Cetatea Albă”
Il 28 giugno i russi occuparono con la forza non solo la Bessarabia, ma anche la terra di Herţa, la Bucovina settentrionale, territori rumeni che non fecero mai parte della Russia zarista o dell’URSS.
La Bucovina settentrionale, la Terra di Herta, la Bessarabia settentrionale e meridionale furono incorporate da Stalin nella SSR ucraina.

Hanno messo le mani su un territorio di oltre 50mila km quadrati e con una popolazione di oltre 3,64 milioni. di abitanti, di cui oltre il 70 per cento erano rumeni della Bessarabia.

Il 2 agosto 1940 – la SSR moldava – che faceva già parte dell’URSS – fu divisa in due: una parte fu incorporata all’Ucraina, l’altra fu annessa al resto dell’annessa Bassarabia, costituendo la SSR moldava.

Il 7 agosto 1940 fu creata la regione di Chernivtsi, unendo la parte settentrionale della Bucovina con la terra di Herța e la maggior parte della contea di Hotin (Khotyn) in Bessarabia.

Subito dopo l’occupazione iniziò lo sterminio dei rumeni: arrestati, fucilati, torturati, deportati in Siberia, sottoposti alla fame causata dal regime bolscevico. Tra il 1940 e il 1950, secondo i censimenti ufficiali effettuati dalle autorità russe, scomparve un terzo della popolazione romena; da 3.200.000 nel 1940, ne rimasero solo 2.229.000 nel 1950.

Il 22 giugno 1941 l’esercito rumeno attraverserà il Prut, dando inizio alla liberazione dei territori perduti, che sfuggiranno, fino al 1944, al giogo russo. Nella ritirata dalla Bessarabia, l’esercito russo applicherà la tattica della distruzione totale: 42 chiese, 28 scuole, 32 locali di alcune istituzioni pubbliche, 79 delle autorità furono dinamite.

In realtà, l’URSS aveva bisogno della Bassarabia per accedere alle foci del Danubio e per assicurarsi Odessa, il più grande porto sovietico sul Mar Nero.

Traduzione romeno:

28 iunie 1940 – 83 de ani de când România Mare a fost sfâșiată.

28 iunie 1940 este o zi neagră în istoria poporului roman – Basarabia,nordul Bucovinei
și Ținutul Herța au fost rupte de patria mamă şi cedate, în urma unui ultimatum, Uniunii Sovietice. Trei milioane de români s-au trezit atunci pe teritoriu străin. Evenimentele tragice au fost o consecinţă a Pactului Ribbentrop-Molotov iar efectele acelui act diabolic nu au fost lichidate nici astăzi, după 83 de ani.

La 27 iunie 1940, când Molotov a răspuns Guvernului român că trupele sovietice au ordinul de „a ocupa teritoriul Basarabiei şi partea de nord a Bucovinei”. … următoarele puncte: Cernăuţi, Chişinău, Cetatea Albă”
La 28 iunie ruşii au ocupat cu forţa nu numai Basarabia, dar şi Ţinutul Herţa, Nordul Bucovinei, teritorii româneşti care niciodată n-au fost în componenţa Rusiei ţariste sau a URSS.
Nordul Bucovinei, Ținutul Herta, nordul și sudul Basarabiei au fost incorporate, de către Stalin, RSS Ucrainene.

Au pus mana pe un teritoriu de peste 50 mii km pătraţi şi cu o populaţie de peste 3.64 mln. de locuitori, dintre care peste 70 la sută erau români basarabeni.

La 2 august 1940 – RSSA Moldoveneasca – ce facea deja parte din componența URSS – a fost împărțită în două: o parte a fost incorporată Ucrainei, cealaltă a fost alipită restului Basarabiei anexate, constituind RSSA Moldovenească.

La 7 august 1940, a fost creata regiunea Cernăuti, prin alipirea părţii de nord a Bucovinei cu Ținutul Herța și cu cea mai mare parte a judeţului Hotin (Khotyn) din Basarabia.

Imediat dupa ocupație a început exterminarea românilor: arestați, împușcați, torturați, deportați în Siberia, supuși foametei provocata de regimul bolșevic. Între 1940 si 1950, conform recensămintelor oficiale efectuate de autoritățile rusești, o treime din populația românească a dispărut; de la 3.200.000 în 1940, au mai rămas doar 2.229.000 în 1950.

La 22 Iunie 1941 Armata Româna va trece Prutul, începand eliberarea teritoriile pierdute, care vor scapa, pana in 1944, de jugul rusesc. În retragerea din Basarabia, armata rusă va aplica tactica distrugerii totale: 42 biserici, 28 școli, 32 localuri ale unor instituții publice, 79 ale autorităților au fost dinamitate.

În realitate, URSS avea nevoie de Basarabia pentru a obține accesul la gurile Dunării și pentru a securiza Odesa, cel mai mare port sovietic la Marea Neagră.




18/19 giugno 1951 “Bărăganul divenne la Siberia della Romania”

di GIANINA ANDREI-

Le deportazioni a Bărăgan furono un’azione intrapresa dal regime comunista in Romania,
regime sotto Stalin. In seguito al conflitto scoppiato tra Stalin e il leader comunista di Belgrado, la popolazione entro un raggio di circa 25 km dal confine con la Jugoslavia, dalle contee di Timiș, Caraș-Severin e Mehedinți, divennero improvvisamente cittadini considerati dal regime come ” insicuri” o “nemici”.

Come destinazione è stata scelta la steppa Bărăganului, un’area sottosviluppata e scarsamente popolata. Da questo punto di vista, l’operazione ha coinciso con un’azione di colonizzazione della regione.

I piani miravano, come si scoprì poi in un documento redatto nel 1956 a Timișoara, alla “sanificazione del Banato” finalizzata principalmente alla pulizia etnica di tedeschi, serbi e aromeni.

In secondo luogo, mirava a rimuovere diverse categorie sociali considerate pericolose dai comunisti.

Grandi agricoltori, grandi proprietari terrieri, industriali, locandieri o ristoratori, profughi della Bessarabia (2998 famiglie, cioè 8477 persone) o macedoni, ex appartenenti alle forze armate tedesche, cittadini stranieri, parenti di profughi, simpatizzanti di Tito, persone che avevano collaborato nella guerra con il nemico, quadri militari, funzionari licenziati, parenti dei controrivoluzionari e di tutti coloro che li hanno sostenuti, attivisti politici e per i diritti civili, ex uomini d’affari con collegamenti in Occidente, leader di gruppo

Con Delibera del Consiglio dei Ministri, nella notte tra il 17 e il 18 giugno 1951, Pentecoste, fu avviata la più grande azione di deportazione nella storia contemporanea della Romania, dopo la deportazione dei tedeschi dalla Romania verso l’Unione Sovietica, intrapresa nel gennaio 1945.

12.791 famiglie, rispettivamente 40.320 persone, provenienti da 258 località situate vicino al confine con la Jugoslavia, nelle attuali contee di Timiș, Caraș-Severin e Mehedinți, furono allontanate dalle loro case e deportate a Bărăgan. Furono presi rumeni, tedeschi, serbi, bulgari, profughi della Bessarabia e della Bucovina settentrionale, aromeni.

Le persone, comprese le donne incinte, gli anziani, i malati, i bambini piccoli, sono state portate fuori dalle loro case durante la notte senza alcun preavviso, sono state caricate su carri bestiame e portate nella pianura di Bărăganului. Dopo un viaggio in treno, durato due settimane, furono sbarcati a Bărăgan, in aperta campagna, lontano da ogni altro insediamento umano, e ricevettero l’ordine di costruire le loro case.

Il terreno era stato lottizzato con l’aratro e ogni lotto aveva un palo con un numero civico. Così, nell’estate e nell’autunno del 1951, nelle regioni di Ialomita e Galați, nacquero 18 nuove località

Traduzione romeno:

18/19 iunie 1951″Bărăganul a devenit Siberia României”

Deportările în Bărăgan au fost o acțiune întreprinsă de regimul comunist din România,
regim supus lui Stalin.
În urma conflictului izbucnit între Stalin și liderul comunist de la Belgrad populația dintr-o rază de aproximativ 25 km de granița cu Iugoslavia, din județele Timiș, Caraș-Severin și Mehedinți, au devenit brusc cetățeni socotiți de regim ca fiind „nesiguri” sau „dușmani”.

S a ales ca destinație stepa Bărăganului, o zonă subdezvoltată și foarte puțin populată.

Din acest punct de vedere operațiunea coincidea cu o acțiune de colonizare a regiunii.

Planurile urmăreau, după cum s-a descoperit ulterior într-un document redactat în 1956 la Timișoara, “igienizarea Banatului” urmărea, în primul rând, curățarea etnică a germanilor, sârbilor, aromânilor.

În al doilea rând se urmărea îndepărtarea a mai multor categorii sociale considerate periculoase de comuniști.

Au fost vizați marii fermieri, marii proprietari de pământ, industriași, hangii sau deținători de restaurante, refugiați basarabeni (2998 de familii, adică 8477 de persoane) sau macedoneni, foști membri în forțele armate germane, cetățeni străini, rude ale refugiaților, simpatizanți ai lui Tito, persoane care colaboraseră în război cu inamicul, cadre militare, oficialități demise, rude ale contra-revoluționarilor și toți care i-au sprijinit, activiști politici și pentru drepturile cetățenești, foști oameni de afaceri cu legături în Occident, lideri ai grup

Cu o Hotărâre a Consiliului de Miniștri, în
noaptea de 17-18 iunie 1951, de Rusalii, a fost pusă în mișcare cea mai amplă acțiune de deportare din istoria contemporană a României, după deportarea germanilor din România în Uniunea Sovietică, întreprinsă în ianuarie 1945.

Un număr de 12791 de familii, respectiv 40320 de persoane, din 258 de localități situate în apropierea frontierei cu Iugoslavia, în actualele județe Timiș, Caraș-Severin și Mehedinți, au fost ridicate din căminele lor și deportate în Bărăgan. Au fost duși români, germani, sârbi, bulgari, refugiați din Basarabia și Nordul Bucovinei, aromâni.

Oamenii, inclusiv femei gravide, bătrâni, bolnavi, copii mici, fost scoşi din casele lor, pe parcursul nopţii fără nici un anunţ prealabil, au fost îmbarcați în vagoane de vite și duși în Câmpia Bărăganului. După un drum cu trenul, care a durat două săptămâni, au fost debarcați în Bărăgan, pe câmpul liber, departe de orice altă așezare omenească, și li s-a ordonat să-și ridice case.

Terenul fusese parcelat cu plugul și fiecare parcelă avea un țăruș cu placă cu număr de casă. Astfel, în vara și toamna anului 1951, în regiunile Ialomița și Galați, au luat ființă 18 localități noi