Pillone di scacchi

di FRANCESCO CIUCHI-

Harry Nelson Pillsbury nacque nel 1872 a Somerville negli Stati Uniti e fu una fulgida meteora degli scacchi negli ultimi anni dell’800 e i primissimi del ‘900. Fu indubbiamente il giocatore americano più forte di questo breve periodo anche se non riuscì mai a fregiarsi del massimo titolo.
Già nel 1892 sconfisse per 2-1 il campione Steinitz, anche se quest’ultimo partiva con l’handicap di un pedone in meno; nel 1895 all’ormai famigerato torneo di Hastings sbaraglió la concorrenza vincendo l’evento e superando mostri sacri del calibro di Lasker.
Al torneo di San Pietroburgo dello stesso anno partì subito fortissimo per poi subire una battuta di arresto per problemi di salute finendo “solo” terzo; nel 1897 vinse il campionato americano e l’anno dopo fu primo a pari merito con Tarrasch a Vienna.
Fu un fortissimo giocatore alla cieca, forse senza eguali nella storia, giocando più di venti partita in contemporanea e altrettante miste di scacchi, dama e whist; solo Alechin, e secondo alcuni non completamente, eguaglió questa performance.
Purtroppo la sua salute fiaccata dalla sifilide non gli permise di esprimere tutto il suo potenziale e lo costrinse molto giovane a rendere l’anima a Dio nel 1906.

Pillsbury- Winawer ( Budapest 1896)

1.d4;d5 2.c4;e6 3.Cc3;c6 4.e3;Cf6 5.Cf3;Cbd7 6.Ad3;Ad6 7.00;00 8.e4;dxe4 9.Cxe4;Cxe4 10.Axe4;Cf6 11.Ac2;h6 12.Ae3-Te8 13.Dd3;Dc7 14.c5-Af8 15.Ce5; Ac5 16.Axh6;Axd4 17.Dxd4; gxh6 18.Df4;Cd5 19.Dxh6;f6 20.f4-De7 21.Cg6, il nero abbandona
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Pillole di scacchi

di FRANCESCO CIUCHI-
Entriamo finalmente nel vivo del XX secolo e ci trasferiamo all’Avana. Qui nel 1888 nacque José Raul Capablanca, il talento naturale più spiccato della storia.
Il suo incontro con il nobil giuoco fu molto precoce, infatti già all’età di quattro anni giocava con suo padre dopo aver imparato semplicemente guardando le sue partite. A nove anni di età iniziò a frequentare il circolo di scacchi dell’Avana e questo inevitabilmente portó ,quattro anni più tardi, allo scontro con il campione cubano Juan Corzo, che venne sconfitto dal tredicenne Raùl.

Qualche anno più tardi venne mandato dalla famiglia a New York per seguire gli studi universitari di ingegneria chimica alla Columbia Università, ma il fato aveva altri progetti per lui…. Il binomio New York e scacchi voleva dire Manatthan Chess Club, fucina di grandi giocatori,ed è proprio qui che Raùl trascorse la maggior parte del suo tempo anziché sui libri. Il giovane Raùl aveva le idee ben chiare su cosa gli scacchi fossero e sarebbero diventati per lui e progettava già una carriera internazionale anche in Europa.
Nel 1909 sconfisse in un match una nostra vecchia conoscenza, Frank Marshall, non certo l’ultimo arrivato, senza neppure aver mai aperto un libro sulle aperture ma solamente con le sue conoscenze pratiche del gioco ( parole di Capablanca stesso).
Nel 1910 vinse il campionato dello stato di New York, dopo esservisi trasferito con la sua prima moglie da cui ebbe anche un figlio. Nel 1911 giunse secondo alle spalle di Marshall al campionato degli Stati Uniti e nello stesso anno vinse il prestigioso torneo di San Sebastian.
Nel frattempo Raùl sentiva l’odore della sua vocazione, il titolo mondiale. Vi fu un accenno di trattativa con il campione in carica Lasker ma per il momento fu un nulla di fatto.
Seguirono altre facili vittorie in tornei New Yorkesi negli anni della grande guerra e si giunse finalmente al 1920.
Iniziarono lunghe trattative con il campione del mondo in carica Lasker che alla fine accettò di giocare a l’Avana nel 1921 con un limite di ventiquattro partite, ma a Raùl ne bastarono quattordici poiché dopo averne perse quattro Lasker si ritirò lamentando problemi di salute; ce l’aveva fatta, era sulla vetta del mondo.
Fresco di titolo nel 1922 vinse il torneo di Londra davanti ad Alechin, nel 1924 fu secondo al torneo di New York dove subì la sua prima sconfitta dopo otto anni; nel 1925 fu terzo al torneo internazionale di Mosca. Nel 1927 affrontò Alechin per il titolo mondiale ma questa è un’altra storia….
Nel biennio 1928-29 giocó moltissimi tornei con ottimi risultati. Agli inizi degli anni ’30 si prese il suo tempo per studiare nel nuove aperture all’epoca di moda e fino al 1935 ottenne risultati modesti, ma nel 1936 ci fu un nuovo guizzo che gli fece vincere il torneo di Mosca; nel 1939 vinse l’oro individuale alle Olimpiadi di Buenos Aires.
Morì l’8 marzo del 1942.
Capablanca- Fonaroff (1918)
1.e4; e5 2.Cf3;Cc6 3.d4-d6 4.Cc3-Cf6 5.Ab5-Ad7 6.0-0; Ae7 7.Te1-exd4 8.Cxd4-Cxd4 9.Dxd4; Axb5 10.Cxb5-00 11.Dc3-c6 12.Cd4-Cd7 13.Cf5-Af6 14.Dg3-Ce5 15.Af4-Dc7 16.Tad1-Tad8 17.Txd6-Txd6 18.Axe5-Td1 19.Txd1-Axe5 20.Ch6+ -Rh8 21.Dxe5-Dxe5 22.Cxf7+, il nero abbandona



Pillole di scacchi

di FRANCESCO CIUCHI –

Siamo finalmente giunti all’innovatore più importante del XX secolo, anche se qualcuno non è d’accordo: Aaron Nimzowitsch.
Nacque a Riga nel 1886 e fu ,insieme a Richard Rèti e Savielij Tartakower che abbiamo già conosciuto, il massimo esponente della scuola ipermoderna, che ribaltava completamente i dogmi di quella classica. Nimzowitsch fu autore di quella che da molti è considerata la bibbia degli scacchi, cioè ‘ Il mio sistema’, un libro in cui l’autore esponeva la sua visione del gioco analizzandone visceralmente ogni aspetto con una piacevolissima e simpatica prosa: dal blocco del pedone passato, allo sfruttamento di una colonna come trampolino per una torre e simili. Benché,come accennato sopra, la scuola ipermoderna si promettesse di infrangere le barriere dogmatiche dell’800, spesso proprio alcuni concetti da essa espressi vennero dogmatizzati producendo sonore capitolazioni. Da Nimzowitsch inoltre prendono nome due difese importanti: la difesa Nimzo-indiana e la difesa Nimzowitsch appunto.
L’apice della sua carriera fu la vittoria nel torneo di Karlovy Vary nel 1929.
Sicuramente ‘ Il mio sistema’ è un libro che deve essere presente nelle librerie dei giocatori, ma sempre con l’attenzione a non farne una religione.
Morì a Copenhagen nel 1935.

Mattison-Nimzowitsch ( Karlsbad 1929)

1.d4; Cf6 2.c4;e6 3.Cc3;Ab4 4.Cf3; Axc3+ 5.bxc3-d6 6.Dc2-De7 7.Aa3-c5 8.g3-b6 9.Ag2-Ab7 10.0-0; 0-0 11.Ch4-Axg2 12.Rxg2-Db7+ 13.Rg1-Da6 14.Db3-Cc6 15.Tfd1-Ca5 16.Db5; Dxb5 17.cxb5-Cc4 18.Ac1-a6 19.bxa6-Txa6 20.dxc5-bxc5 21.Cg2-Cd5 22.Td3-Tfa8 23.e4-Ce5, il bianco abbandona




Pillole di scacchi

di FRANCESCO CIUCHI –

Ci spostiamo in Ucraina per conoscere un altro grande della scacchiera che diede filo da torcere ai campioni di quel periodo, Efim Bogoljubov.
Nacque a Kiev nel 1889 e inizió a mettersi in luce nel biennio 1913-14 giungendo ottavo al campionato russo vinto ex aequo da Aleckine e Nimzowitsch; sempre nel 1914 giunse secondo nel torneo di Baden-Baden e vinse cinque dei sette tornei organizzati a Triberg.
Nel 1919 vinse a Berlino e Stoccolma, nel 1921 a Kiel e Karlovy Vary; nel biennio 1924-25 vinse il campionato sovietico, il torneo di Breslavia e il primo torneo internazionale organizzato nell’Unione Sovietica, davanti a Capablanca e Lasker. Nel 1926 vince a Berlino e strapazza due volte Max Euwe in due match; partecipò a due match per il titolo mondiale contro Aleckine, subendo però una battuta d’arresto perché gli scacchi sono monoteisti e di Dio ce ne è uno solo.
Naturalizzatosi tedesco, partecipò alle olimpiadi del 1931 vincendo l’argento individuale; nel 1930 giunge quarto al torneo di Sanremo e a Stoccolma è secondo. Nonostante lo scoppio della seconda guerra mondiale, continuò a giocare con buoni risultati e a conflitto terminato vinse nel 1947 a Luneburg e Kassel.
Nel 1951 la Fide, Federazione Internazionale degli scacchi, gli assegna il titolo di Grande Maestro.
Morì in Germania nel 1952.

Bogoljubov -Mueller (Triberg im Schwarzwald 1934)

1. e4-e5; 2. Cf3-Cc6; 3. Ab5-a6; 4.Axc6-dxc6; 5.Cc3-Ac5 6.d3-De7 7.Ae3-Cf6 8.Axc5-Dxc5 9.Dd2-Ag4 10.d4-Db4 11.Cxe5- 000 12.00- Txd4 13.De3-Ae6 14.Cd5-Dc5 15.Dxd4, il nero abbandona




Pillole di scacchi

di FRANCESCO CIUCHI-

Siamo ormai giunti nel periodo più vivace e florido del nostro gioco: il novecento. Secolo di grandi innovazioni, sperimentazioni,sfide, rivalità e gemme della scacchiera; conosceremo personalità eccentriche, comiche e, perché no, un po’ psicopatiche anche. Il campione che conosceremo oggi è Savelij Tartakower, noti al pubblico addetto ai lavori soprattutto come aforista.
Nacque a Rostov sul Don nel 1887 da genitori misti, padre polacco e madre austriaca.
Nel 1904 si trasferì a Vienna dove intraprese la carriera di avvocato dopo aver studiato giurisprudenza e nel frattempo si mise in luce nel club scacchistico della città. Nel 1914 infatti vinse un premio di bellezza per la sua vittoria contro Rudolph Spielmann. Durante la prima guerra mondiale servì l’impero austriaco come tenente per poi trasferirsi in Francia a conflitto terminato; nel secondo conflitto di schierò con la resistenza francese col generale De Gaulle e alla fine della guerra chiese, ottenendola, la cittadinanza francese con cui rappresentò la Francia alle olimpiadi di scacchi nel 1950 tenutesi a Ragusa (Dalmazia).
Insieme a Nimzowitsch,che avremo modo di conoscere in seguito, fu uno dei capostipiti della scuola ipermoderna che, per i digiuni dell’argomento, preferiva controllare il centro scacchiera da lontano con i pezzi per poi attaccarlo,tentadone l’occupazione, coi pedoni; oggi è quasi la prassi abituale!!
Morì a Parigi nel 1956.
” Non c’è niente di più facile che perdere una partita già vinta” (Savelij Tartakower)

Bernstein -Tartakower (Parigi 1937)

1.e4-e5 2. Cf3-d6 3.d4-Cf6 4.dxe5-Cxe4 5.Ac4-Ae6 6.Axe6-fxe6 7.De2-d5 8.Db5+ – Cc6 9.Cd4-Dd7 10.Dxb7- Ab4+ 11.c3-Cxd4 12.Dxa8+ – Rf7 13. Dxh8- Db5 il bianco abbandona




Pillole di scacchi

di FRANCESCO CIUCHI- Questa settimana conosceremo finalmente il secondo campione del mondo: Emanuel Lasker. Nacque a Barlinek nel 1868. Quando ebbe undici anni venne mandato a studiare matematica a Berlino dove visse insieme al fratello Berthold, anch’egli scacchista. Emanuel imparò a giocare dal fratello nel 1889 rivelando spiccate doti che gli consentirono di aumentare i propri guadagni giocando al Caffè Kaiserhof di Berlino. Sempre qui vinse il torneo del club e il torneo Haupturnier A che gli consentirono di ottenere il titolo di Maestro per accedere a tornei più forti. Sempre nel 1889 arrivò secondo al prestigioso torneo di Amsterdam, diventando uno dei migliori giocatori in circolazione; tra il 1890 e il 1892 arriva terzo a Graz e vince due tornei a Londra e nel 1893 a New York riuscì a vincere tutte le partite del torneo, cosa assai improbabile in tornei di alto livello. In seguito disputò vari match contro avversari di nome vincendoli tutti tanto che, secondo Chessmetrics, divenne il più forte giocatore del mondo già nel 1890. Sulla cresta dell’onda Lasker sfidò in match niente di meno che il Praeceptor Germaniae, Siegbert Tarrasch, che vilmente, ma a nostro avviso saggiamente, rifiutò lo scontro adducendo varie scuse; questo non fermò le mire espansionistiche del nostro campione che andò dritto al sodo e sfidò Whilelm Steinitz, il campione del mondo in carica. Benché la sfida non soddisfacesse le aspettative economiche di Steinitz, egli accettò ugualmente la sfida coartato dall’esigenza personale di denaro. Il match, che fu itinerante poiché disputato tra New York, Filadelfia e Montréal, si tenne nel 1894 e venne stabilito che la vittoria sarebbe andata al primo che avesse raggiunto le dieci vittorie; l’inizio del match di equilibrato, infatti dopo quattro partite il punteggio era 2-2, ma ben presto Lasker cambiò passo infilando cinque vittorie di fila che distrussero psicologicamente il suo avversario: il punteggio finale fu 10-5.
Ottenuto il titolo il buon Lasker continuò a macinare terreno arrivando terzo al fortissimo torneo di Hastings del 1895. Nel 1896 concesse la rivincita a Steinitz che, ormai in declino, venne travolto senza pietà. In seguito infilò quattro primi posti consecutivi in altrettanti tornei.
Nel 1907 tentò l’assalto al trono la nostra vecchia conoscenza Frank Marshall che venne spazzato via senza troppi problemi. Nel 1908 toccó all’odiato Tarrasch assumere la stessa pillola e cadere malamente ai piedi del nostro Lasker. Nel 1910 disputò il mondiale contro Carl Schelcther con regole un po’ bizzarre, poiché lo sfidante avrebbe dovuto vincere con due punti di scarto; Lasker riuscì faticosamente a pareggiare conservando così il titolo, anche se le sue regole non furono il massimo della sportività.
Nel 1909 vinse la prima edizione del memorial Chigorin.
Dopo lunghe peripezie e trattative finalmente nel 1921 Lasker affrontò per il titolo mondiale José Raul Capablanca,cubano, che sarà destinato a diventare il terzo il campione del mondo, ma questa è un’altra storia…..
Lasker si spense a New York nel 1941.

Mieses-Lasker (1889)

1.e4-e5 2.Cc3-Ac5 3.g3-Cc6 4.Ag2-d6 5. Ca4-e6 6.Cxc5-dxc5 7.d3-Cf6 8.Ce2-Dd6 9.f4-h5 10.f5-Ad7 11.Ag5-Ch7 12.Ae3- 000 13.Cc3-Cf6 14.Cb5-De7 15.c3-c4 16.b4-Cxb4 17. Cxa7+ – Rb8 18.cxb4-Dxb4+ 19.Rf1-Cg4 20.Ag1-Aa4 21.Tb1-Da3 22.De2-Txd3 23.h3-Thd8 24.hxg4-c3 25.Cc6+ – Axc6 26.Ae3-c2 27.Dxc2-Txe3 28. Rf2-Tc3 il bianco abbandona




Pillole di scacchi

di FRANCESCO CIUCHI-
Questa settimana siamo in Slovacchia per conoscere il fondatore della cosiddetta scuola ipermoderna: Richard Rèti. Nacque a Pezinok nel 1889.

Fu di origine ebraica e ben presto si trasferì a Vienna per dedicarsi allo studio di lingue, letteratura e matematica; in seguito divenne scacchista professionista entrando a far parte della squadra ceca. Oltre ad essere un forte giocatore, nonché uno dei protagonisti della scena scacchistica degli anni a cavallo tra XIX e XX secolo, fu un compositore di studi e autore di due trattati sul gioco. Benché all’inizio, come era usuale in quel periodo, il suo gioco si incasellasse in uno stile precipuamente romantico, in seguito sperimentò con successo, tanto che ancora oggi le sue idee trovano applicazione ai massimi livelli, nuove idee riguardo la concezione dello sviluppo dei pezzi e della strategia a lungo termine; in altre parole fu il padre della scuola ipermoderna la cui idea alla base era quella di controllare il centro della scacchiera con i pezzi ma senza occuparlo immediatamente, ma dalla “distanza” per così dire. In seguito troverà tre adepti che completeranno e arricchiranno la sua eredità: Aaron Nimzowitsch, Saviely Tartakower e Gyula Breyer.
Morì nel 1929.
Sotto illustriamo una piccola gemma alquanto famosa ai danni proprio di Saviely Tartakower.
Rèti -Tartakower (Vienna 1910)
1.e4;c6 2.d4;d5 3.Cc3;dxe4 4.Cxe4; Cf6 5.Dd3;e5 6.dxe5;Da5 7.Ad2;Dxe5 8.000; Cxe4 9.Dd8+; Rxd8 10. Ag5+;Rc7 11.Ad8# matto



Pillole di scacchi: Dawid Janowski

di FRANCESCO CIUCHI-

Questa settimana faremo la conoscenza con un altro nome noto alla maggior parte degli scacchisti: Dawid Janowski. Nacque a Wolkowysk, in Bielorussia, da famiglia polacca. Intorno al 1890 si trasferì a vivere a Parigi e entró nella scena scacchistica mondiale nel 1894 a Lipsia. Fu un ottimo giocatore benché non abbia mai raggiunto la vetta più alta né abbia avuto una certa costanza nelle prestazioni, ma tutto ciò non gli impedì di ottenere il rispetto di campioni come Capablanca che dichiaró apertamente di temerlo. Come molti della sua generazione fu un giocatore dallo stile offensivo e combinativo, molto testardo, a volte, nel voler proseguire una partita benché sapesse benissimo di essere in posizione persa.
Alcuni risultati importanti nel suo palmarès sono : primo a Vienna nel 1896 e terzo nel 1898; primo a Montecarlo nel 1901 e terzo a Mosca; secondo nel 1904 nel torneo di Cambridge Springs; primo a Barmen nel 1905 e primo ad Atlantic City nel 1912, più altri buon piazzamenti che omettiamo.
Fu anche un giocatore d’azzardo capace di dilapidare intere vincite ottenute ai tornei, giocando alla roulette, il tutto documentato da Eduard Lasker nel suo libro ‘ Segreti che ho imparato dai maestri’.
Infine fu redattore della rubrica scacchistica della rivista ‘ Le Monde illustré’ dal 1908 al 1912.
Morì a Hyerès nel 1927.

Janowski-Saemisch ( Marienbad 1925)

1. d4; Cf6 2.Cf3;e6 3.Ag5; c5 4.e3;Cc6 5.Cbd2; b6 6.c3;Ab7 7.Ad3;cxd4 8.exd4; Ae7 9.Cc4;0-0 10.Dc2;Dc7 11.h4;h6 12.Dd2; Cg4 13.Af4;d6 14.Ce3;Cxe3 15.Dxe3;h5 16.Th3;e5 17.dxe5;Cxe5 18.Cxe5;dxe5 19.Axe5;Ad6 20.Dh6; il nero abbandona




Pillone di scacchi

di FRANCESCO CIUCHI-

Questa settimana siamo a Vienna per conoscere un altro protagonista degli anni a cavallo tra XIX e XX secolo, Rudolf Spielmann.
Nacque nel 1883. Nonostante fosse avvocato non essecitó mai la professione,dedicandosi agli scacchi come professionista.Ebreo, dovette ben presto fuggire per le persecuzioni prima a Praga poi nei paesi bassi, infine a Stoccolma dove morirà. Fu uno degli ultimi esponenti della cosiddetta scuola romantica, delineata da uno stile particolarmente ricco di sacrifici e di posizioni sbilanciate; basti pensare che al torneo di Carlsbad del 1923 nessuna sua partita terminó in parità.
Il suo primo grande successo fu ottenuto al torneo di Scheveningen del 1905 dove figuró terzo e, cosa assolutamente impressionante, riuscì a vincere 33 tornei sui 120 a cui prese parte, nonostante avesse incrociato la sua carriera con quelle di Alechine, Tartakower, Tarrasch, Capablanca, Lasker e Rubinstein.
Alcuni risultati notevoli furono: primo posto a Vienna nel 1910; terzo a Monaco nel 1911; primo a Barmen nel 1912; secondo a San Sebastian; primo a Vienna nel 1913; primo a Budapest e Baden bei Wie e primo di nuovo a Vienna, Scheveningen e Semmering.
Fu uno dei pochi a pareggiare il conto contro il cubano Capablanca.
Morì a Stoccolma nel 1942.
Disse del gioco: ” Un buon sacrificio è quella mossa non necessariamente buona, che però lascia l’avversario confuso e incerto”, eredità che verrà còlta in pieno da Mikhail Tal’.

Spielmann -Hoenlinger (Vienna 1929)

1. e4;c6 2. d4;d5 3.Cc3;dxe4 4.Cxe4; Cf6 5.Cg3;e6 6.Cf3;c5 7.Ad3;Cc6 8.dxc5;Cxc5 9.a3;0-0 10.0-0;b6 11.b4;Ae7 12.Ab2;Dc7 13.b5;Ca5 14.Ce5;Ab7 15.Cg4:Dd8 16.Ce3;Cd5 17.Dh5;g6 18.Cg4;Af6 19.Cxf6+; Cxf6; 20.Dh6;Tc8 21.Tad1; De7 22.Tfe1;Ce8 23.Cf5; Dc5 24.Te5;Ad5 25.Ce7+, il nero abbandona




Pillole di scacchi

di FRANCESCO CIUCHI-

È tempo di riprendere l’aereo e attraversare l’Atlantico per conoscere uno dei più forti giocatori americani della prima metà del XX secolo, Frank Marshall.
Nacque a New York nel 1877. Fu un talento abbastanza precoce tanto è che già a 13 anni era il giocatore più forte della città. Nel 1904 arrivò il suo primo successo al torneo di Cambridge Springs e sull’onda del successo provò a sfidare l’allora campione del mondo Emanuel Lasker, ma per la sua “ybris” contro gli dèi venne sonoramente sconfitto perdendo otto partite e pareggiandone sette. Nel 1907 divenne campione americano, rimanendovi per ventisei anni quando abdicó volontariamente, sconfiggendo Jackson Showalter. Nel 1909 accettò di disputare un match contro un giovane José Raul Capablanca che lo sconfisse nettamente e che,grazie a questa vittoria, fu ammesso, anche per intercessione dello stesso Marshall, al torneo di San Sebastian che era il non plus ultra dei tornei dell’epoca; inutile dire che Capablanca sbaraglió la concorrenza. Marshall è ricordato, oltre che per essere la vittima sacrificale nei match, per l’assurdo sacrificio di donna nella partita contro Levitzky a Breslavia nel 1912, mossa che a colori invertiti venne replicata nel 1966 da Nicholas Rossolimo. Nel 1914 ottenne il titolo di Grande Maestro internazionale direttamente dallo zar Nicola II e l’anno dopo aprì il Marshall chess club. Nel 1920 vinse l’American Chess Congress e negli anni trenta fece ottenere ben quattro medaglie d’oro agli Usa alle olimpiadi, record mai superato dagli americani.
Morì nel 1944.

Levitzky- Marshall (Breslavia 1912)

1.d4; e6 2.e4;d5 3.Cc3;c5 4.Cf3;Cc6 5.exd5;exd5 6.Ae2;Cf6 7.0-0;Ae7 8.Ag5;0-0; 9.dxc5;Ae6 10.Cd4;Axc5 11.Cxe6;fxe6 12.Ag4;Dd6 13. Ah3;Tae8 14.Dd2; Ab4 15.Axf6; Txf6 16.Tad1; Dc5 17.De2;Axc3 18.bxc3; Dxc3 19.Txd5; Cd4 20.Dh5; Tef8 21.Te5; Th6 22.Dg5; Txh3 23.Tc5; Dg3 ( il bianco abbandona)




Pillole di scacchi

di FRANCESCO CIUCHI-

Questa settimana ci avviciniamo un po’ all’Italia e andiamo a Lubiana; qui nacque nel 1885 Milan Vidmar.
Oltre ad essere un forte giocatore è noto anche per essere stato un ingegnere elettrotecnico e uno scrittore. Il suo palmarès parla da sé: nel 1902 si iscrisse all’università di Vienna dove cinque anni più tardi si laureò in ingegneria elettrotecnica e nel 1911 in filosofia; insegnò all’università di Lubiana, fu membro dell’Accademia delle scienze e delle arti slovena nonché socio fondatore della facoltà di ingegneria elettrotecnica; nel biennio 1928-29 fu rettore della stessa università e nel 1948 istituì l’istituto di elettrotecnica che ancora oggi reca il suo nome.
Negli scacchi si può dire che non fu da meno che nella sua carriera, infatti tra il 1911 e il 1929 figuró tra i migliori venti giocatori al mondo, benché lui ritenesse il gioco solo uno svago. Nel 1950 ottenne il titolo di Grande Maestro e i suoi risultati migliori furono un sesto posto a Carlsbad nel 1907, terzo posto a Praga l’anno seguente, secondo a San Sebastian nel 1911, primo a Vienna e Berlino nel 1918, secondo a kosice nel 1928, terzo a Sommering nel 1926 e secondo a Bad Silac nel 1932. Fu arbitro del match per il titolo mondiale a Mosca dopo la prematura scomparsa del campione Aleckine, scrisse libri di scacchi e la federazione slovena organizza un memorial in suo onore.
Morì nel 1962.

Akiba Rubinstein -Milan Vidmar (1918)

1.d4; Cf6 2.c4;e5 3.dxe5;Cg4 4.Af4;Cc6 5.Cf3;Ab4+ 6.Cc3;De7 7.Dd5;Axc3+ 8.bxc3;Da3 9.Tc1;f6 10.exf6; Cxf6 11.Dd2;d6 12.Cd4;0-0 13.e3;Cxd4 14.cxd4;Ce4 15.Dc2;Da5+ 16.Re2;Txf4 17.exf4; Af5 18.Db2; Te8 19.Rf3;Cd2+ 20.Rg3;Ce4+ 21.Rh4;Te6 22.Ae2; Th6+ 23.Ah5; Txh5+ 24.Rxh5; Ag6+ il bianco abbandona




Pillole di scacchi

di FRANCESCO CIUCHI-  Questa settimana siamo a Vienna per conoscere un altro grande dei primi del ‘900, Karl Schlechter. Nacque a Vienna nel 1874. Fu un grande conoscitore delle aperture, un fortissimo giocatore a tavolino e vantò anche un pareggio con l’allora campione del mondo Emanuel Lasker. Vinse quattro volte il torneo di Vienna, una volta il torneo di Monaco di Baviera, due volte quello di Montecarlo, una volta quello di Coburgo, una volta quello di Ostenda battendo Rubinstein e a seguire Stoccolma, Praga e Amburgo. Dopo tutti questi successi fu quasi inevitabile lo scontro col campione del mondo Lasker, che non era particolarmente incline a mettere in palio lo scettro; infatti il campione, dal momento che la federazione scacchistica non era ancora nata, pretendeva che venisse messa in palio un’ingente somma di denaro che però lo sfidante in questo caso non poteva garantire.Tuttavia dopo varie e lunghe trattative si giunse ugualmente alla sfida, ma con delle regole un po’ particolari: poiché l’incontro avrebbe previsto trenta partite se ci fosse stata la somma di denaro richiesta dal campione, in assenza di questa, si decise di disputarne solo dieci con l’obbligo da parte dello sfidante di vincere con almeno due punti di scarto ( impresa piuttosto ardua).
Dopo una serie di patte, lo sfidante riuscì a portarsi in vantaggio di un punto, ma nell’ultima partita Lasker vinse e il match finì pari.
Pattó anche con Tarrasch e perse un match con Rubinstein, poi lo scoppio della Grande Guerra pose fine a ogni sogno di gloria.
Morì nel 1918.

Fleissig-Schlechter 1893

1.b4-e6; 2.Ab2-Cf6; 3.a3-c5; 4.b5-d5; 5.d4-Da5+; 6.Cc3-Ce4; 7.Dd3-cxd4; 8.Dxd4-Ac5; 9.Dxg7-Axf2+; 10.Rd1-d4; 11.Dxh8-Re7; 12.Dxc8-dxc3; 13.Ac1-Cd7; 14.Dxa8-Dxb5; 15.Af4-Dd5+; 16.Rc1-Ae3+; 17.Axe3-Cf2; 18.Axf2-Dd2+ il bianco abbandona




Pillole di scacchi

di FRANCESCO CIUCHI-

Questa settimana facciamo la conoscenza con uno dei tre giocatori più forti che non sono mai diventati campioni del mondo, Akiba Rubinstein.
Nacque a Stawiski in Polonia nel 1882.
Venne subito instradato dalla famiglia di cultura ebraica agli studi di teologia, facoltà che abbandonò nel 1903 per dedicarsi agli scacchi professionistici. Tra il 1906 e il 1912 vinse quasi tutti i tornei internazionali più importanti: Lodz, Carlsbad, Ostenda, Pietroburgo, Vilnius, Varsavia, San Sebastian e Breslavia.
In quegli anni si era addirittura arrivati a sperare in un match contro il campione del mondo Emanuel Lasker che rifiutó sempre di incontrarlo, anche se nel 1914 pareva di essere vicini a un accordo poi naufragato per lo scoppio della grande guerra.
Nel 1922 si piazzò ancora primo a Vienna davanti al futuro quarto campione del mondo Alechine, ma la sue condizioni di salute iniziarono a peggiorare non permettendogli più di mantenere i livelli degli anni precedenti, tuttavia alle olimpiadi di Amburgo del 1930 guidó la Polonia alla vittoria.
Nel 1932 a causa della sua schizofrenia abbandonò il gioco vivo e venne rinchiuso in un sanarorio.
Diede un grande contributo alla teoria delle aperture ed è noto ai più appassionati del gioco per il suo stile di attacco e la sua tecnica nei finali.
Morì ad Anversa nel 1961. Dal 1963 a Polanica Zdroj su gioca il memorial in suo onore.
Di seguito la partita immortale di Rubinstein giocata a Lodz nel 1907.

Rotlewi-Rubinstein

1.d4;d5 2.Cf3;e6 3.e3; c5 4.c4; Cc6 5.Cc3; Cf6 6.dxc5; Axc5 7.a3; a6 8.b4;Ad6 9.Ab2; 0-0 10.Dd2; De7 11.Ad3; dxc4 12.Axc4; b5 13.Ad3; Td8 14.De2; Ab7 15.0-0; Ce5 16.Cxe5; Axe5 17.f4; Ac7 18.e4; Tac8 19.e5; Ab6+ 20.Rh1; Cg4 21. Ae4; Dh4 22. g3; Txc3 23.gxh4; Td2 24. Dxd2; Axe4+ 25. Dg2; Th3 il bianco abbandona




Pillole di scacchi

di FRANCESCO CIUCHI –
Siamo nuovamente in Germania per fare la conoscenza con un’altra icona dello scacchismo degli ultimi decenni del XIX e il primo trentennio del XX secolo: Jacques Mieses.
Nacque a Lipsia nel 1865. Anche se alla maggioranza potrebbe non sembrare un nome altisonante, è una figura molto importante nel panorama scacchistico, tanto è vero che una variante della partita scozzese porta ancora il suo nome.

Fine da giovanissimo si mise in mostra vincendo il campionato di Berlino a 17 anni, nel 1888 figuró secondo a Norimberga e terzo a Lipsia, nel 1889 terzo a Norimberga di nuovo, nel 1907 primo nel Trebitsch Memorial a Vienna e nel 1923 primo a Liverpool. Incrociò spesso i pezzi in match contro mostri sacri del calibro di Capablanca, Tarrasch, Lasker e Rubinstein, uscendone sconfitto e non gliene faremo certo una colpa.
Fu molto prolifico nello scrivere libri sul gioco, soprattutto aperture, finali e problemi,curò l’ottava edizione dell’Handbuch e del Lehrbuch.
Oltre alla già citata partita scozzese, bisogna menzionare l’apertura 1.d3 che porta il suo  nome.
Nel 1950 divenne il primo grande maestro britannico e uno dei primi 27 ad ottenere il titolo neoideato dalla FIDE.
Morì nel 1954 a Londra.
Mieses-Blackburne ( Hastings 1895)
1.e4;e5 2.Cf3; Cc6 3.d4;exd4 4.Cxd4;Ac5 5. Ae3;Df6 6.c3; Cge7 7.Ab6; a6 8.Aa4; b5 9.Ac2; Cxd4 10.cxd4; Ab4+ 11.Cc3;d5 12.0-0; Axc3; 13. bxc3; Dc6 14.Ag5; f6 15.exd5; Dxd5 16.Ac1; Ab7 17.f3; Dh5 18.Te1; Rd7 19.c4; Tae8 20.cxb5; axb5 21.a4; Cd5 22.Ad2; b4 23.Tb1; Aa6 24. Ae4; Cb6 25.Dc2;c5 26.Af5+; Rd8 27.Dxc5; Cc4 28.Dd5+; Rc7 29.Af4+; Rb6 30. Dc5+; Rb7 31.Ac8+; Txc8 32.Dxh5 il nero abbandona



Pillole di scacchi

di FRANCESCO CIUCHI-

Questa settimana siamo in Ungheria per fare la conoscenza con un altro giocatore emblematico di fine ottocento e primi del novecento: Gèza Maróczy.
Nacque a Seghedino nel 1870 e nel 1895 si mise subito in mostra nel torneo minore di Hastings vincendolo. Nel 1899 fu secondo a Londra e nello stesso anno vinse a Vienna; nel 1900 fu primo a Monaco di Baviera davanti a Pillsbury e Slechter, e nello stesso anno fu terzo a Parigi ex aequo con Marshall.
Ciò per cui però è più noto è la cosiddetta “Maróczy bind”, la morsa di Maróczy, consistente nella spinta del pedone “c” con il bianco contro la difesa siciliana variante del dragone, giocata per la prima volta contro Rudolf Swideriski a Monte Carlo.
Potremmo considerarlo un Tigran Petrosjan ante litteram per la sua tendenza alla solidità difensiva.
Dopo un periodo di astensione dalle competizioni per esercitare la professione di professore di matematica, tornó con il botto, per così dire, giungendo primo ex aequo con Alekhine e Boholjubov al famigerato quanto prestigioso torneo di Carlsbad del 1923. Nello stesso anno prese parte anche al torneo di Scheveningen piazzandosi terzo.
Altra soddisfazione per lui fu il fatto di essere il secondo di Max Euwe al campionato del mondo del 1935 contro Alekhine.
Nel 1927 portó alla vittoria la nazionale ungherese alle olimpiadi di Londra.
Nel 1950 la Federazione Internazionale degli Scacchi gli assegnò il titolo di Grande Maestro istituito proprio in quell’anno.
Morì nel 1951.

Maroczy- Euwe (Scheveningen 1923)

1. e4;c5 2.Cf3;Cc6 3.d4;cxd4 4.Cxd4; Cf6 5.Cc3;d6 6.Ae2;e6 7.00;Ae7 8. Rh1;00 9.f4;Dc7 10.Cb3;a6 11.a4;b6 12.Af3;Ab7 13.Ae3;Cb4 14.De2;d5 15.e5;Ce4 16.Axe4;dxe4 17.Df2;b5 18.axb5;axb5 19.Cd4; Ac6 20.Dg3; Txa1 21.Txa1;Tb8 22.f5;exf5 23.Cxf5;Af8 24.Af4;Ta8 25.Tc1;g6 26.e6;Db7 27. e7;Ag7 28.Cxg7;Rxg7 29.Dh4;f6 30. Dh6+; Rg8 31.Ad6- il nero abbandona




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di FRANCESCO CIUCHI-

Torniamo in Inghilterra per fare la conoscenza di un altro di quei maestri che segnarono i primi decenni del ‘900: Amos Burn. Nacque nel 1848 a Kingston upon Hull, ma come molti suoi colleghi ,si trasferì a Londra dove prese lezioni da Steinitz. A 25 anni vinse il campionato di Liverpool, poi fu primo a Londra nel 1870, secondo a Glasgow nel 1875, primo a Londra nel 1886, primo a Nottin gham nello stesso anno, terzo a Belfast sempre nel 1886 e primo ancora a Londra nel 1887. Nel 1889 si piazzò quinto nel fortissimo torneo di New York davanti a diversi maestri, secondo a Breslavia e primo ad Amsterdam. Nel 1895 si piazzò a metà classifica nel famigerato quanto forte torneo di Hastings, ma la sua acmè fu raggiunta con la vittoria al torneo di Colonia del 1898. Fu redattore della rubrica scacchistico sulla rivista “The Field”. Nel 1911 vinse con Alechine e Tartakower al tornei di Carlsbad. Morì nel 1925.




Pillole di scacchi

di FRANCESCO CIUCHI-

È di nuovo la Germania ad ospitarci. Qui nel 1884 nacque il dottor. Eric Cohn, un altro di quei fortissimi giocatori protagonisti dei primi venti anni del ‘900.
Nel 1906 emerse al torneo di Norimberga dove, nonostante l’ottavo posto, figuró davanti a nomi quali Znosko-Borovskij, Siegbert Tarrasch,Milan Vidmar e Rudolf Spielmann. Nel 1910 e 1911 vinse il torneo di Berlino, nel 1914 di nuovo primo nello stesso torneo a pari merito con Spielmann. Nel 1912 figuró secondo dietro ad Alechine a Stoccolma e terzo nel torneo di Abbazia. Fu premio di bellezza per la sua partita contro Amos Burn al torneo di Carlsbad nel 1911. Nel 1914 giocò il suo ultimo torneo vincendolo ex aequo col solito Spielmann.
Sua figlia sposò il campione del mondo Emanuel Lasker, mentre lui trovó la morte durante la prima guerra mondiale sul fronte francese prestando servizio come medico della Croce Rossa nel 1918.

Englund-Cohn (1905)

1.e4-e5; 2. Cc3-Cf6; 3.f4-d5; 4.fxe5-Cxe4; 5.Df3-Cc6; 6.Cxe4-Cd4; 7.Dd3-dxe4; 8.Dc4-Ae6; 9.Da4+ -c6; 10. Ce2-Ac5; 11. c3-b5; 12.Dd1- Dh4+, il bianco abbandona
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di FRANCESCO CIUCHI-

Questa settimana siamo in Cecoslovacchia per conoscere uno dei più forti giocatori dei primi venti anni del XX secolo: Oldrich Duras.
Duras nacque nel 1882 e fa parte di quel filone di forti maestri come Schlecter,Teichmann, Cohn e altri che si misero in luce particolarmente nel torneo di San Pietroburgo del 1914 e più in generale nei primi 20-30 anni del ‘900. Duras inoltre fu compositore di problemi e studi.
Nel 1903 fu secondo a Hilversum, nel 1906 secondo a Norimberga, nel 1907 secondo a Vienna, nel 1908 primo ex aequo con Slechter, nel 1909 terzo al memorial Chigorin, nel 1910 secondo ad Amburgo, nel 1912 primo a Breslavia e ottenne ottimi risultati con avversari del calibro di Janowski, Teichmann e Slechter.
Nel 1950 fu uno dei primi giocatori ad ottenere il titolo Fide di grande maestro.
Morì nel 1957.

Vitacek-Duras (1900)

1.e4-e5; 2.d4-exd4; 3.Dxd4-Cc6; 4.De3-d6; 5.Cc3- Ae7; 6.Ad2-Af5; 7.000-Cf6; 8.h3-fxe4; 9.Cxe4-Cxe4; 10.Dxe4-00; 11.Ad3-g6; 12.g4-Af6; 13.f4-Te8; 14.Df3-Cd4; 15.Dg3-Ce6; 16.f5-Axa2; 17.fxg6-hxg6; 18.g5-Ah8; 19.Axg6-Te2; 20.Dh4-De7; 21.Dh6-Tf8; 22.Ac3-De3+; 23.Ad2-Dxd2+; 24.Txd2- Tf1+; 25.Td1-Cb3+; 26.cxb3- Axb2 matto