di Redazione –
MONTEFIASCONE ( Viterbo) – “L’associazione nazionale Libera Caccia denuncia il favoritismo governativo verso lo schieramento animalista e ribadisce la ferma volontà di rispondere contro la continua campagna ideologica di criminalizzazione dei cittadini cacciatori”.
Così il presidente provinciale e segretario nazionale generale della Libera Caccia (Anlc), Massimo Ceccarelli, che interviene in merito a quanto riportato nel Manifesto Lav presentato da un gruppo di associazioni ambientaliste animaliste durante gli Stati Generali dell’Economia svoltisi a Roma.
“Le associazioni, invitate a partecipare – prosegue Ceccarelli -, hanno esposto le loro proposte per “Progettare il rilancio” che secondo loro parte dall’abolizione della caccia. Una vera e propria marcia funebre per la caccia e i cacciatori italiani. Un’offensiva che mira dritto al cuore della caccia”.
Nel corso degli Stati generali, le associazioni hanno portato il Manifesto Lav con sei punti. Nel primo si legge testualmente: “Non un metro ma chilometri di distanza fra noi e gli animali selvatici. Fermiamo i mercati, le fiere, l’uso e l’uccisione degli animali selvatici ed esotici. Basta caccia, catture e riproduzione di animali per farne cibo, spettacolo, pelli e pellicce a partire dall’Italia e nel resto del mondo”.
“E’ necessario fronteggiare chi si schiera in modo aperto contro la nostra attività – rimarca Ceccarelli –, praticata da cittadini di serie “A” e considerata in larga parte dei paesi europei sostenibile e preziosa per la gestione ambientale, oltre ad essere incoraggiata e incentivata in tutte le modalità possibili”.
Nel Manifesto Lav si legge anche: “Spostiamo i finanziamenti pubblici dagli allevamenti, fonti di inquinamento e cambiamenti climatici, alla produzione di alimenti vegetali. Ad esempio, equipariamo l’Iva sui prodotti alimentari vegetali e incentiviamo i pasti di origine non animale nella ristorazione pubblica. Le aziende, a partire da quelle dell’alimentazione e dell’abbigliamento, devono essere rifondate sulla base di criteri di reale sostenibilità e responsabilità sociale. E lo Stato sia d’aiuto in questa trasformazione,con una diversa fiscalità. Possiamo anche iniziare da noi stessi. Dal cibo che mangiamo. Preferiamo i cibi vegetali. Perché carne, latte e uova fanno tagliare foreste, inquinano, causano sofferenza”.