Celebrata la 58esima giornata mondiale delle comunicazioni sociali: Ucsi Lazio presente in piazza San Pietro

di WANDA CHERUBINI-

ROMA- Si è celebrata oggi la 58esima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, incentrata quest’anno sul tema: “Intelligenza artificiale e sapienza del cuore: per una comunicazione pienamente umana”. Una delegazione dell’Unione cattolica stampa Italia (Ucsi) del Lazio, con il suo presidente Maurizio Di Schino è intervenuta in piazza San Pietro per  la preghiera del Regina Coeli con Papa Francesco. Presente anche il vice direttore dell’ufficio comunicazioni sociali della diocesi di Roma e consulente ecclesiastico Ucsi Lazio, don Stefano Cascio, che ha affermato: “Abbiamo la vocazione di portare il Verbo nel mondo, di parlare lingue nuove, di essere portatori della notizia tra la gente e non nell’aria. La lingua più bella è l’amore”. Queste alcune delle parole pronunciate da don Cascio durante l’omelia per la S. Messa celebrata questa

Don Stefano e Maurizio Di Schino

mattina, domenica dell’Ascensione, nella Chiesa del Centro San Lorenzo, prima di andare in piazza San Pietro. Nel suo messaggio per questa importante giornata Papa Francesco avverte: “La sfida che ci è posta dinanzi è di fare un salto di qualità per essere all’altezza di una società complessa, multietnica, pluralista, multireligiosa e multiculturale. Sta a noi interrogarci sullo sviluppo teorico e sull’uso pratico di questi nuovi strumenti di comunicazione e di conoscenza. Grandi possibilità di bene accompagnano il rischio che tutto si trasformi in un calcolo astratto, che riduce le persone a dati, il pensiero a uno schema, l’esperienza a un caso, il bene al profitto, e soprattutto che si finisca col negare l’unicità di ogni persona e della sua storia, col dissolvere la concretezza della realtà in una serie di dati statistici. La rivoluzione digitale può renderci più liberi, ma non certo se ci imprigiona nei modelli oggi noti come echo chamber. In questi casi, anziché accrescere il pluralismo dell’informazione, si rischia di trovarsi sperduti in una palude anonima, assecondando gli interessi del mercato o del potere. Non è accettabile che l’uso dell’intelligenza artificiale conduca a un pensiero anonimo, a un assemblaggio di dati non certificati, a una deresponsabilizzazione editoriale collettiva. La rappresentazione della realtà in big data, per quanto funzionale alla gestione delle macchine, implica infatti una perdita sostanziale della verità delle cose, che ostacola la comunicazione interpersonale e rischia di danneggiare la nostra stessa umanità. L’informazione non può essere separata dalla relazione esistenziale: implica il corpo, lo stare nella realtà; chiede di mettere in relazione non solo dati, ma esperienze; esige il volto, lo sguardo, la compassione oltre che la condivisione”. Quindi le conclusioni del Pontefice: “Spetta all’uomo decidere se diventare cibo per gli algoritmi oppure nutrire di libertà il proprio cuore, senza il quale non si cresce nella sapienza. Questa sapienza matura facendo tesoro del tempo e abbracciando le vulnerabilità. Cresce nell’alleanza fra le generazioni, fra chi ha memoria del passato e chi ha visione di futuro. Solo insieme cresce la capacità di discernere, di vigilare, di vedere le cose a partire dal loro compimento. Per non smarrire la nostra umanità, ricerchiamo la Sapienza che è prima di ogni cosa, che passando attraverso i cuori puri prepara amici di Dio e profeti: ci aiuterà ad allineare anche i sistemi dell’intelligenza artificiale a una comunicazione pienamente umana”.

Papa Francesco, dopo la recita del Regina Coeli, ha rinnovato l’appello per la pace nel mondo, chiedendo a Russia e Ucraina di procedere a uno scambio di prigionieri anche con la mediazione della Santa Sede. In un’atmosfera di solennità e riflessione, Papa Francesco ha rivolto un toccante discorso ai fedeli radunati in piazza San Pietro, sottolineando l’importanza di recuperare una “sapienza del cuore” per interpretare le sfide del nostro tempo e per riscoprire una comunicazione autenticamente umana. Il Papa ha, quindi, espresso il suo profondo apprezzamento per il lavoro degli operatori della comunicazione.

Successivamente, durante la preghiera Regina Coeli, Papa Francesco ha offerto un’analisi suggestiva del ritorno di Gesù al Padre, paragonandolo alla salita verso una vetta in montagna. Ha evidenziato l’importanza di compiere le opere dell’amore, annunciando il Vangelo, portando speranza e conforto a chi soffre e mantenendo lontano ogni forma di malvagità. Ha invitato i fedeli a seguire l’esempio di Gesù, permettendo così alla loro vita di essere trasformata dal suo Spirito.

Il pensiero del Papa è stato, quindi, rivolto anche alle madri, celebrando la festa delle mamme con gratitudine e pregando per quelle che non sono più tra noi. Ha affidato tutte le mamme alla protezione di Maria, la Madre celeste.

 

 

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