Chiude un’altra edicola: la “storica” rivendita di giornali di via Carlo Cattaneo

di ANNA MARIA STEFANINI-
VITERBO – L’edicola non è solo il luogo dove si vendono e si acquistano giornali e riviste. È un punto di aggregazione e di incontro, un presidio di democrazia, che dà diritto di accedere a un’informazione a mezzo stampa di qualità su tutto il territorio e a vantaggio di tutta la popolazione, anche delle fasce più deboli e di quelle prive di competenze digitali.
Le edicole faranno la fine delle cabine telefoniche, fantasmi metallici di un passato che non ci appartiene più? Non si sa. Ma nel 2021 si è registrata la chiusura di circa 850 edicole esclusive (cioè quelle classiche, che sono tenute alla vendita generale di quotidiani e periodici, e non negozi di altro tipo che vendono anche giornali e riviste) in Italia. E’ quanto emerge da un’analisi condotta da SNAG-Confcommercio su dati Infocamere.
A Viterbo, in questa settimana, ha chiuso un’ altra edicola “storica”, quella di via Carlo Cattaneo. In posizione ottima, vicinissima alle scuole, a bar ed esercizi commerciali, frequentata da anziani che abitano nelle vicinanze, da frequentatori del parco adiacente e dagli alunni, sembrava essere una roccaforte dell’informazione e uno scrigno di figurine, giochi, riviste, libri.
Con la crisi dell’editoria, in Italia chiudono circa 3 edicole al giorno e si stima che, tra pochi anni, questo tipo di esercizio commerciale non esisterà più, se non si evolve il modello di business. Prima, per aprirle, serviva una licenza non facile da ottenere, e chi ce l’aveva la vendeva a caro prezzo. Ora non è più così: le regole sono più snelle e le licenze costano molto meno. Si provano a bilanciare nuove forme di protezione pubblica e necessità di stare al passo coi tempi che cambiano. Difficile, forse impossibile, chissà. Tutto con un punto fermo ben chiaro a mente: salvare le edicole, in ogni caso, non salverà la maggior parte dei quotidiani cartacei. Preservare le edicole è faticoso ma probabilmente fattibile, se ci sarà la volontà, anche “politica”, di farlo. Salvare le copie cartacee dei giornali, invece, è una sfida ai limiti dell’impossibile.
Tuttavia, quando chiude l’edicola sotto casa, c’è sempre un po’ di amaro in bocca.