Coronavirus, Filcams, Fisascat e Uiltucs Viterbo accanto ai lavoratori del commercio

VITERBO – Riceviamo da Aldo Pascucci (Fisascat), Donatella Ajala (Filcams Cgil), Elvira Fatiganti (Uiltucs) Uiltucs e pubblichiamo: “Da mesi affrontiamo una prova durissima: la pandemia, che oltre a devastare la vita di molte famiglie che hanno perso i loro cari, sta cambiano le nostre abitudini, minacciando i posti di lavoro, minando il tessuto socio economico del Paese.
Filcams Cgil Fisascat Cisl Uiltucs Uil di Viterbo vogliono accendere i riflettori su alcune categorie di lavoratori che in questi mesi sono sempre rimasti a disposizione, hanno svolto il loro lavoro con professionalità nonostante temessero per la propria salute e per quella dei loro cari: ci riferiamo ai lavoratori del commercio, del turismo, dei servizi ( vigilanza,colf-badanti, mense,pulizie).
In tutti questi settori la pandemia ha colpito duro: in alcuni casi ha ridimensionato il numero degli occupati (molti lavoratori hanno usufruito degli ammortizzatori sociali) ma, fortunatamente, ha permesso a molti altri di continuare il proprio lavoro, anche se in condizioni molto più difficili.
Sono fra i pochi che hanno lavorato anche quando tutte le altre attività erano ferme, garantendo l’approvvigionamento dei beni primari alla cittadinanza.
Hanno lavorato e continuano a lavorare facendo i conti con le proprie paure, con i timori di contagiarsi avendo a che fare con numerosi clienti, spaventati dall’idea di portare nelle proprie case il virus; hanno lavorato e continuano a lavorare dietro a mascherine, visiere, guanti e, dove sono presenti, pannelli di plexiglass, tentando comunque di superare le diffidenze, provando a comprendere e a mettersi nei panni di chi hanno di fronte; hanno lavorato e continuano a lavorare senza aver ricevuto nessun tipo di aiuto, riconosciuto giustamente ad altre categorie; hanno lavorato e continuano a lavorare scontrandosi con persone (per fortuna poche) non rispettose delle regole più basilari, che faticano ad indossare la mascherina o lo fanno in modo inappropriato, che non rispettano le file distanziate, i contingentamenti e le direzioni di uscita ed entrata separate; hanno lavorato e continuano a lavorare malgrado alcune aziende, di cui sono dipendenti, chiedono loro sacrifici economici e/o di rivedere i contratti aziendali al ribasso.
Durante i mesi del lockdown, Filcams Fisascat Uiltucs di Viterbo hanno proposto ai sindaci dei comuni della provincia di chiudere i centri commerciali e le strutture di grandi dimensioni per limitare gli assembramenti e al tempo stesso permettere ai lavoratori ivi impiegati di recuperare le proprie energie, salvaguardare la loro incolumità esponendosi al rischio per meno giorni alla settimana: non ricevemmo alcuna risposta. Oggi notiamo con amarezza che gli organi regionali e nazionali sono andati in quella direzione, dimostrando che la nostra proposta aveva delle serie fondamenta. Si è chiesto alle aziende che fra i loro dipendenti hanno avuto casi di positività al Covid, di attivarsi per procedere ad uno screening totale su tutti i lavoratori ma, troppe volte, ci siamo sentiti rispondere che vengono solo seguite le indicazioni della Asl di competenza (come è giusto che sia) senza, però, aggiungere nulla in più che potrebbe permettere di lavorare con maggior serenità. Triste, infine, constatare che anche quelle aziende che con la pandemia hanno aumentato i loro profitti non hanno minimamente pensato di distribuirli, almeno in parte, ai propri lavoratori che hanno contribuito al raggiungimento di quel risultato.
Filcams Fisascat Uiltucs di Viterbo sono stati, sono e saranno sempre vicino ai lavoratori del commercio, dei servizi e del turismo; continueremo a farci sentire, a spiegare le vostre giuste ragioni, a trovare soluzioni che permettano di affrontare i mesi invernali che ci aspettano con più serenità. Nessuno deve restare indietro, ci è stato ripetuto all’inizio della pandemia: e ciò deve necessariamente includere i lavoratori del commercio, del turismo, dei servizi”.

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