Riceviamo e pubblichiamo: “Nei giorni scorsi, il Ministro della Salute Roberto Speranza ha riferito alla Camera le misure assunte dall’Italia per arginare il rischio di diffusione dell’epidemia causata dal nuovo coronavirus nel Paese. “Abbiamo letto con attenzione l’informativa di ben 14 pagine, che, di fatto, riferisce cosa ha fatto la Cina per arginare l’epidemia e cosa hanno fatto le altre nazioni. Nelle quattordici pagine pochissime ci riferiscono di atti concreti messi in campo dall’Italia”, così esordisce Giovanni Iacoi, Segretario Generale del sindacato di Polizia LeS (Libertà e Sicurezza). Lo abbiamo intervistato in merito a questo argomento di stretta attualità.
D.: Iacoi, dalle sue parole emerge una sostanziale critica nei confronti delle dichiarazioni del Ministro della Salute.
R.: “Dall’informativa del Ministro si apprende che lo scorso 22 gennaio sarebbe stata istituita una task-force presso l’Ufficio di Gabinetto del Ministero della Salute. E’ bene sottolineare, comunque che la task-force è stata nominata con molta tranquillità, visto che nella nota di origine ministeriale si afferma che ufficialmente la situazione era nota già dal 31 dicembre”.
D.: E questo sarebbe il motivo del malcontento di LeS?
R.: Assolutamente no: partiamo dalla composizione: vi sono rappresentanti del Ministero, dei Carabinieri, dei Nuclei Antisofisticazione e Sanità, dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’AGENAS, dell’Agenzia Italiana del Farmaco e dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani” di Roma, dalla Protezione civile. Inoltre è presente un rappresentante delle Regioni, degli Ordini dei medici e di quello degli infermieri, delle società aeroportuali SEA e ADR, dallo Stato Maggiore della Difesa – Ispettorato generale della sanità militare”.
D.: Quindi, cosa la rende perplesso, Iacoi?
R.: “Il Ministro ha creato un gruppo di lavoro molto ampio, però non ha ritenuto opportuno far partecipare alcun rappresentante del Ministero dell’Interno, escludendo di fatto dall’emergenza la Polizia di Stato ed i Vigili del Fuoco. Dalla lettura dell’intervento ministeriale alla Camera, parrebbe che la logica che era sottesa all’istituzione del gruppo di lavoro fosse quella di predisporre eventuali misure sanitarie, attingendo al bagaglio tecnico in possesso degli enti partecipanti. LeS ritiene di obiettare, e non senza fondamento, che le eventuali misure normative e fors’anche quelle strettamente sanitarie, debbano basarsi sulla realtà fattuale, così come è rilevata in modo privilegiato presso tutti i terminali aeroportuali dal personale della Polizia di Stato (Polaria)”
D.: Se capisco bene, LeS mette in evidenza che la mancata presenza nella task-force di rappresentanti del Dipartimento della P.S., non tiene in considerazione il ruolo della Polizia negli aeroporti e nei porti?
R.: “Lei ha colto perfettamente nel segno. Gli operatori della Polizia di Stato, ed, in caso di emergenza, anche i Vigili del Fuoco, sono, insieme ai colleghi Carabinieri, i primi ad entrare in contatto con le persone che possono potenzialmente essere portatori del coronavirus. Eppure nella nota del Ministero della Salute vi sono pochissimi accenni a questo tipo di contatto, alle sue possibili conseguenze ed agli accorgimenti da mettere in campo per tutelare la salute degli operatori della Polizia di Stato. E’ da questa considerazione che sorge il dubbio sulla congruità della composizione del Gruppo di lavoro, così come il Ministro Speranza ha inteso strutturarlo.”.
D.: Iacoi, però dalle sue parole sembra emergere una velata critica anche al Dipartimento della P.S.?
R.: “E’ vero: non dobbiamo dimenticare che i Poliziotti, sono in prima linea: tutti gli stranieri che arrivano in Italia hanno comunque contatti con le forze dell’ordine, dal semplice visto al rimpatrio. Va anche detto, poi, che nemmeno il Ministro dell’Interno si è preoccupato di fornire ai suoi uomini adeguati presidi medici di protezione. Altra questione poi sulla quale, da poliziotto, mi interrogo: quando con gli scanner termografici istituiti presso gli aeroporti di Fiumicino e Malpensa si individua un soggetto con febbre alta e questo non si vuol far ricoverare, chi dovrà fermarlo fisicamente per impedirgli di andare liberamente a spasso? Verrà sicuramente richiesto l’intervento delle forze dell’ordine, ovvero del Poliziotto che, senza nessuna protezione (in quanto non abbiamo nessuna contezza della fornitura di dispositivi di protezione individuale), dovrà bloccare l’individuo che dovrà essere sottoposto ad un eventuale periodo di quarantena. Anche in questo caso non vi sono disposizioni su come procedere e vi è anche il rischio che, mancando tali disposizioni, il personale di Polizia possa incorrere in sanzioni da parte della Magistratura. Non comprendiamo poi perché ha potenziato il numero di telefono 1500 e per tale motivo Le chiediamo: il numero unico per le emergenze non era il 112? In sostanza, ci saremmo aspettati dal Ministro Speranza, che in audizione parlamentare ha prodotto 14 pagine di belle parole, ma avremmo voluto meno parole ma più fatti concreti.”.