Di martedì poesia, una poesia di Pierluigi Cappello

di LORENA PARIS-

VITERBO –  Pierluigi Cappello, poeta del nostro tempo che ci ha lasciato purtroppo prematuramente, è stato un grande autore molto prolifico, letto ed apprezzato. Vincitore di numerosi riconoscimenti, tra cui il Premio Viareggio, il Premio Terzani, il Premio Montale. Vi segnalo alcune sue pubblicazioni, forse tra le più conosciute:
Assetto di volo, Azzurro elementare, Stato di quiete, Il Dio del mare, Ogni goccia balla il tango, Questa libertà, Un prato in pendio.

Con la sua penna sottile, sottile e sonora, Pierluigi Cappello ci racconta in poesia la vita, la sua terra, i sentimenti illuminati dalla trasparenza del verso, dalla non sempre facile ricerca del linguaggio semplice, immediato, contemporaneo.
Per questa rubrica, Vi dedico il testo di una sua poesia che io amo molto: versi eleganti, intessuti di bellissime metafore e di comunioni fisiche e sentimentali tra la natura e le sue espressioni vitali che si fondono con la vita dell’umanità che la abita e che la vive. Un connubio quasi magico che il filo del sentimento slega o lega, secondo le diverse sfumature di ogni suo momento poetico.

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Piove, e se piovesse per sempre
sarebbe questa tua carezza lunga
che si ferma sul petto, le tempie;
eccoci, luccicante sorella,
nel cerchio del tempo buono, nell’ora indovinata
stiamo noi, due sguardi versati in un corpo,
uno stare senza dimora
che ci fa intangibili, sottili come un sentiero di matita
da me a te né dopo né dove, amore, nello scorrere
quando mi dici guardami bene, guarda:
l’albero è capovolto, la radice è nell’aria.

Pierluigi Cappello


Ascolta la poesia dalla voce di Lorena Paris


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