di Redazione –
VITERBO – Ieri si è celebrato il transito di Santa Rosa, il Dies natalis, con una Messa Solenne nel pomeriggio nella basilica di S. Rosa officiata dal Vescovo Lino Finagalli alla presenza delle massime autorità civili e religiose. Era il 6 marzo del 1251 quando Santa Rosa lasciava questa terra per unirsi in cielo al Signore. Il Vescovo Lino, nel corso della sua omelia, ha evidenziato come la nostra Santa patrona ci inviti a prenderci cura della città, a superare le logiche di gruppo e di partito per trovare un percorso condiviso per il bene della comunità. Presenti ieri don Emanuele Germani, responsabile della comunicazione della diocesi, Suor Francesca Pizzaia, madre superiora delle suore Alcantarine, don Luigi Fabbri, il presidente del sodalizio dei facchini di Santa Rosa, Massimo Mecarini, il presidente della Provincia Alessandro Romoli, l’assessore regionale Alessandra Troncarelli, il comandante provinciale della guardia di finanza Andrea Pecorari, il comandante della compagnia dei carabinieri di Viterbo Felice Bucalo. Il Vescovo Lino, dopo aver ricordato la vita della Santa ha evidenziato il messaggio sempre attuale che lei ci ha lasciato: sentiva di essere cristiana e sentiva l’urgenza di riportare i viterbesi all’amore di Dio, ripercorrendo con la croce in mano le strade della città ed invitando i cittadini a rinnovare la propria fede. “Ancora oggi Santa Rosa – ha detto il vescovo – ci invita a prenderci cura della nostra città, superando le logiche di partito per trovare un percorso condiviso per il bene di tutti. Viterbo, la nostra città, è un tesoro prezioso da custodire come la nostra gente, in particolare in questi periodi difficili di pandemia. Proprio la situazione difficile che stiamo vivendo – ha concluso il Vescovo – ci incoraggia tutti a mettere in pratica capacità di collaborazione e di attenzione al prossimo”.