Difficoltà di reperimento del personale: le imprese della Tuscia in grave crisi

di REDAZIONE-

VITERBO- Le imprese della Tuscia, regione nel Lazio, stanno affrontando sfide senza precedenti nella ricerca di personale, secondo un rapporto della Cgia di Mestre. Basandosi sui dati raccolti dall’Unioncamere-Anpal, l’organizzazione ha redatto una classifica delle province con la più alta incidenza di difficoltà di reperimento, includendo anche le prime 50 figure professionali più elusive.

Tra le professioni praticamente introvabili figurano i saldatori ad arco elettrico, i medici di medicina generale, gli ingegneri elettronici/telecomunicazioni, gli intonacatori (che comprendono stuccatori, decoratori e cartongessisti) e i dirigenti d’azienda di istituti scolastici e strutture sanitarie private. Sorprendentemente, l’80% delle ricerche per queste figure professionali si traducono in fallimento.

Altre figure altrettanto difficili da trovare includono meccanici collaudatori, infermieri/ostetriche, tecnici elettronici (installatori e manutentori hardware), tappezzieri e materassai, operai addetti a macchinari per la filatura e bobinatura, saldatori e tagliatori a fiamma, ingegneri elettronici, elettrotecnici e operai addetti ai telai meccanici per la tessitura e maglieria. In questo secondo gruppo, il 70% delle richieste imprenditoriali rimane insoddisfatto.

A livello nazionale, diversi settori stanno attraversando una difficile situazione occupazionale. Nel contesto della Tuscia, la provincia di Viterbo presenta una situazione allarmante, classificandosi al 53º posto su 105 province considerate dalla Cgia. L’indice di difficoltà di reperimento è del 41%, superiore di un punto percentuale alla media italiana, mentre le entrate previste ammontano a 16.340 unità.

La situazione della Tuscia rispecchia quella del resto del Lazio, con Viterbo e Latina posizionate come le province più problematiche. Latina presenta un indice di difficoltà del 43,1%, il peggiore della regione. Rieti e Frosinone si collocano sotto la media nazionale con il 37%, mentre Roma si distingue positivamente con una percentuale del 32%, tra le più basse in Italia. La crisi di reperimento del personale si prospetta come una sfida significativa per le imprese della Tuscia, richiedendo soluzioni e interventi tempestivi.

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