Discarica di Arlena di Castro, l’azienda Med Sea Litter: “Non intendiamo sfruttare il territorio, ma piuttosto aiutarlo”

di REDAZIONE-

Med Sea Litter, l’azienda incaricata di realizzare la nuova discarica ad Arlena di Castro, ha tenuto una conferenza stampa per rassicurare i cittadini e dichiararsi pronta ad intraprendere azioni legali contro la Provincia e i comuni. Durante l’incontro, i dirigenti dell’azienda, Valeria Grani, amministratrice, e i consulenti Salvatore Fazio e Lorenzo Grani, hanno presentato il progetto definendolo una “miniera urbana” che mira a riciclare e riutilizzare alcuni tipi di rifiuti, in particolare la plastica proveniente da mari, fiumi, laghi e spiagge, oltre agli imballaggi e alle plastiche della raccolta differenziata e ai rifiuti pretrattati meccanicamente.

L’azienda assicura che la piattaforma di Med Sea Litter sarà dedicata esclusivamente alla zona della Tuscia e che i rifiuti riciclati e trattati saranno venduti alle aziende di Civita Castellana, Tuscania e Sutri, creando così un’economia circolare. Secondo i consulenti, non ci saranno problemi di inquinamento e i camion in transito saranno solo sei al giorno. Inoltre, sono previsti benefici fiscali, royalties e pagamenti Imu al Comune di Arlena per un totale di 15 milioni di euro. L’impianto impiegherà 70 dipendenti e 2 ispettori, preferibilmente residenti ad Arlena o nei paesi circostanti.

Fazio sostiene che l’azienda non intende sfruttare il territorio, ma piuttosto aiutarlo. L’obiettivo è risolvere il problema dei rifiuti organici (umido) nella Tuscia, sfruttando le diverse tonnellate di umido che potrebbero essere riutilizzate presso la piattaforma di Arlena. Attualmente, la provincia di Viterbo ha una carenza di 13.000 tonnellate di rifiuti da avviare al riciclo e al recupero.

Il progetto di Med Sea Litter è stato approvato dalla Regione e dal Comune di Arlena, ma il Consiglio provinciale e l’assemblea dei sindaci hanno annunciato l’intenzione di chiedere l’annullamento dell’iter, con la possibilità di ricorrere al Tar. In risposta a ciò, Fazio avverte che si scatenerebbe una battaglia legale con richieste di risarcimento, coinvolgendo tutti i comuni e i sindaci che si oppongono al progetto. L’azienda minaccia di presentare richieste di risarcimento per danni d’immagine ed economici derivanti dalla delibera votata in Provincia.

Fazio sostiene che il progetto è stato concepito in totale trasparenza e in accordo con il Comune ospitante, che ha accettato la proposta tramite una delibera del Consiglio comunale. L’azienda afferma di avere tutte le basi legali per difendere le proprie ragioni e non esiterà a fare tutto ciò che la legge consente per far valere i suoi diritti.

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