Due organi sono insieme per la prima volta nella Chiesa abbaziale di San Martino al Cimino e attendono di far sentire all’unisono la loro voce

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

VITERBO – La Chiesa abbaziale di San Martino al Cimino (frazione di Viterbo) che ospita in contemporanea due antichi organi a canne, caso unico e raro, si prepara ad accogliere un grande evento musicale che, a sorpresa, porterà ad ascoltare all’unisono improvvisazioni e sonate dei più grandi compositori. La data però, viste le direttive sanitarie in atto per l’emergenza del Coronavirus, è destinata a slittare, forse a dopo Pasqua. Se tutto torna nella norma.

Ieri, domenica 8 marzo, il borgo sammartinese appariva deserto, nessun bambino in giro e nessun anziano al bar o a spasso con il cane, mentre l’austera Abbazia cistercense ha lasciato la porta aperta a una preghiera, a una visita, tra banchi vuoti e le nude e grigie mura illuminate dalla luce del pomeriggio che si intrufola dalle alte finestre e mostra i due strumenti dirimpettai, pronti a sfidarsi l’uno contro l’altro, in una virtuale gara. Come si può vedere, nel transetto a sinistra dell’altare è posizionato l’organo inglese Harrison & Harrison (1913) restaurato nel 1995, mentre in quello di destra, accanto alla cappella che ospita il magnifico stendardo giubilare di Mattia Preti, fa bella mostra di sé il vecchio organo Priori (1846), riportato a casa da pochi mesi, dopo il restauro eseguito dalla Bottega Formentelli di Pedemonte (Verona). I due organi, fermi e maestosi, sono dunque in attesa di far sentire la loro voce che uscirà dalle mille canne messe a punto dall’organaro.

Il parroco della chiesa di San Martino Vescovo, don Bonaventura, ricorda le vicissitudini che hanno accompagnato il ritorno dell’organo Priori, smontato in maniera impropria 40 anni fa e poi, dopo richieste vane di fondi e numerosi sforzi, è tornato finalmente a nuova vita ed ora attende di essere suonato per innalzare ancora la sua preghiera al cielo.

Le foto sono di Maria Antonietta Germano

 

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