di ANNA MARIA STEFANINI-
VITERBO – È una giornata di festa quella di oggi per la nostra città e per la parrocchia della Quercia. È una giornata di sole, di campane e di riti solenni. È la giornata del Patto d’Amore, in cui fede, tradizione e condivisione si uniscono per rinnovare il nostro amore e la profonda preghiera alla Madonna della Quercia.
Alle ore 10,30 si è svolta, in una basilica Madonna della Quercia complemente gremita, la Solenne Celebrazione officiata dal vescovo di Viterbo Orazio Francesco Piazza e da don Massimiliano Balsi.
Presenti i rappresentanti di istituzioni religiose, civili e militari, confraternite, cavalierati, parrocchie e associazioni. In particolare erano presenti: il vice Prefetto Andrea Caputo, la sindaca Chiara Frontini, gli assessori Stefano Floris e Patrizia Notaristefano, il vice presidente della Provincia Pietro Nocchi, il capitano dei Carabinieri Felice Bucalo, in rappresentanza del Comandante Provinciale Massimo Friano, il commissario Sciosci in rappresentanza del questore Fausto Vinci, l’assistente capo coordinatore Siracusa della Questura di Viterbo.
“È sempre bello contemplare il volto della Madonna e rispecchiarsi in Lei – ha detto il Vescovo – Ma soprattutto pensare alla filiazione che si sperimenta nel momento doloroso più alto: quando una Madre vede morire il proprio Figlio per altri e si vede consegnare , nell’amore per gli altri, altri figli”. Mons. Piazza ha poi aggiunto: ” Il Patto d’Amore deve essere qualcosa che accompagna la vita quotidiana e c’è bisogno che si rinnovi questo Patto tra società civile, istituzioni, realtà ecclesiale, comunità e persone ogni giorno”.
“Non possiamo andare da Lei a pregarLa – ha concluso il Vescovo – dobbiamo tenerLa nel cuore. Lei ci sostiene nelle necessità della vita. Noi ci rivolgiamo alla mamma quando abbiamo bisogno e dobbiamo confidare in Lei. C’è un momento della vita in cui la mamma non è con noi? Il dialogo parte dal cuore, in ogni momento della vita. Il patto d’Amore è impegnativo, è come una promessa, emozionante e significativo nel cuore. Vorrei tanto che uscissimo da questa celebrazione con la sensazione di non essere soli. Chi ci ama non ci abbandona, rimane con noi, respira con noi. Del resto, noi respiravamo con la mamma, ci nutrivamo in lei e con lei…Prima di fare il patto, ringraziamo la Madonna e il suo cuore lacerato che non ha amato solo un figlio, ma tutti i suoi figli e Lei, quando ci chiama, ci chiama per nome”.
Anche quest’anno, dunque, dal XV secolo, la Città dei Papi si rivolge con fervore alla Madre di Dio per chiedere la sua celeste protezione e la vicinanza. All’inizio fu per la peste, poi nel tempo è diventato un gesto di ringraziamento e fiducia. Una promessa d’amore che oltrepassa i secoli, va oltre il tempo e la storia, che è dentro ognuno di noi, soprattutto nei momenti più dolorosi.
Non siamo soli. C’è Dio; c’è la comunità parrocchiale a sostenerci e c’è la Madre di Gesù, che è anche nostra.