di MARIELLA ZADRO –
VITERBO – Lunedì 15 luglio nell’antico Teatro di Ferento è andata in scena una prima nazionale di teatro-danza, per la regia e scenografie di Aurelio Gatti, interpretato da Mario Brancaccio: “La Fabbrica degli Angeli senza Tempo”.
Le musiche curate da Antonio Porpora e magistralmente interpretate dalle ballerine Lucia Cinquegrana, Rosa Merlino e Paola Saribas hanno reso lo spettacolo ambientato nel Seicento particolare, ed allo stesso tempo emozionante, per il delicato argomento trattato.
Infatti, si parla di musica, tanta musica, dove tra il Seicento ed il settecento, a Napoli e in Italia, la gerarchia sociale trattava i musicisti come servi, costretti a lavorare per un po’ di cibo, senza altro compenso.
Ecco che nelle botteghe musicali, come per le arti figurative, si producevano da validi maestri, un’enorme quantità di brani musicali.
È proprio in questo contesto che nasce lo spettacolo “La Fabbrica degli Angeli senza Tempo” che porta in scena, con mirabile sensibilità il fenomeno degli “evirati cantori” interpretato e raccontato dall’anziano Maestro Nicola Antonio Porpora, principale rappresentante tra il 1720 e il 1730 della scuola operistica napoletana.
L’interprete Mario Brancaccio è riuscito con il suo racconto a rendere l’argomento visivamente immediato, mentre le interpreti femminili, con la danza, hanno sottolineato con le loro movenze sinuose e forti, i momenti più delicati e drammatici.