di MARIELLA ZADRO-
VITERBO- Nasce a Gignese, un piccolo paese nell’entroterra del Lago Maggiore il 6 marzo 1921, trascorse la sua infanzia in Inghilterra, perché suo padre era primo violino alla filarmonica di Londra, poi adolescente rientrò in Italia a Pesaro, sua città adottiva.
In età giovanile, aveva appena quinci anni, quando si iscrisse alla Scuola Militare di Milano e iniziò la sua carriera militare, caratterizzata da una fede incrollabile nei confronti dei valori della Patria.
Gianfranco Chiti nel suo peregrinare sui vari teatri di guerra, Slovenia e Croazia nella II guerra mondiale, in Russia nella seconda battaglia del Don, nei campi di concentramento, visse sempre questi momenti preparato e pronto fino al 20 dicembre del 1945, fu liberato e con il foglio di via raggiunse Pesaro.
Prima di essere reintegrato in servizio insegnò matematica e fisica, poi fece domanda per essere collocato in ausiliaria per poter intraprendere un nuovo progetto di vita: essere ammesso all’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
La domanda non fu accettata e l’ultimo incarico, prima del congedo con il grado di generale, lo svolse nella nostra città, presso la Scuola Allievi Sottufficiali.
L’8 agosto del 1975, salutando gli allievi del 28esimo Corso:” Il mio saluto a voi vuole essere anche la mia ultima seminagione, che attende di lievitare nelle vostre coscienze e germogliare nella vostra vita. Che Dio vi assista!”.
Ora, inizia la seconda vita di Gianfranco Maria Chiti, infatti dopo il congedo definitivo, incominciò un percorso di formazione presso l’Ordine dei Cappuccini fino all’ordinazione sacerdotale nel 1982.
Il 23 maggio 1990 divenne padre spirituale dell’Associazione Nazionale Granatieri di Sardegna e gli fu affidato l’incarico del restauro del Convento di San Crispino di Orvieto .
Morì il 20 novembre 2004 nell’Ospedale Militare del Celio a Roma (Italia), in seguito ad un incidente automobilistico.
“I buoni maestri non muoiono mai”.
È questa la frase con la quale inizia la mia conversazione con Angelo Polizzotto e Agostino Cascelli, ex allievi della Scuola, organizzatori dell’Associazione Allievi di Padre Chiti, che incontro presso la Sala Alessandro IV del Palazzo dei Papi, dove è stata allestita una mostra antologica, documento della vita del Granatiere Chiti, integrata con quella del francescano padre Gianfranco.
Dalle parole di Padre Gianfranco “La vita è un dono ricevuto e una ricchezza che si deve donare”, mai parole più giuste potevano essere espresse. Riabbracciare gli amici, ex soldati, ex sottufficiali, ex ufficiali… tutti uniti in un ricordo, più vivo che mai!
Da un’Omelia di Padre Gianfranco “Noi uomini siamo un po’ come i gabbiani, un uccello errante che lascia battiti d’aria qua e là… Osservando il loro volo straordinario ed unico, volano in stormi, poi all’improvviso ecco che un gabbiano isolato esce, con un battito d’ala e con un volo inebriante si solleva in alto, nell’azzurro, nel pulito, nello schietto, verso Dio. Si pensa ad un gabbiano giovane, e per giovane si intende chi ha un ideale, chi lo persegue, chi non rinuncia ad esso…”
La mostra sarà visitabile fino al 28 giugno dalle 10:00-13:00 /15:00-18:00 mentre sabato 29 dalle 10:00 alle 13:00.