Il Belvedere di Poggio Trincera (Deltaplani) e il panorama sul Lago di Vico

di SIMONE CHIANI-

MERAVIGLIE DELLA TUSCIA – Uno spettacolo incredibile, una visione che lascia col fiato sospeso e fa sentire smarriti per la sua grandezza e unicità: i Deltaplani (“Il belvedere di Poggio Trincera”) sono questo, e chi non vi si reca personalmente non potrà capire, neanche attraverso le foto, la straordinarietà di tale panorama.

Ci troviamo sull’orlo settentrionale della caldera del vulcano (esatto, il Lago di Vico, per chi non lo sapesse, era un vulcano attivo fino a 93mila anni fa, di cui oggi rimane il cratere in cui è situato il lago), su un promontorio che, grazie anche al taglio degli alberi, si apre direttamente sulla conca, dai suoi 800 metri di altitudine.

Si recano in zona visitatori di ogni genere: ciclisti, motociclisti, esploratori, camminatori, gruppi di amici e innamorati. Il posto è infatti fresco d’estate, ricco di flora e fauna e, peraltro, davvero molto romantico.

Oltre al lago, da qui, si può vedere bene il Monte Fogliano (alto 970 metri) e l’altura di Monte Venere.

In realtà, per essere più precisi, il luogo si è formato non da un solo cratere, ma da svariati: durante l’attività vulcanica, durata circa 300mila anni, le conche formatesi sono state più di una, e in una di queste sorge proprio il nostro Lago di Vico; il Monte Venere, inoltre, risale all’ultimo periodo di questa movimentata attività sotterranea.

Il luogo, creato appositamente per la partenza dei deltaplani attraverso un’apposita rampa, viene oggi poco usato a tal proposito, soprattutto dal gruppo “Delta Uno”, che dopo il decesso di un loro compagno, Luigi, hanno deciso anche di apporre sulla rampa in questione una targa in ricordo dell’amico.

È tuttavia visibile, dalla pagina Youtube di uno dei componenti, un video in cui il lancio avviene, e si può godere delle meraviglie regalate dal Lago di Vico.

Sulla zona è anche presente un’opera di Matteo Nasini, “Campo Sintonico“, la quale è entrata a far parte del progetto culturale “Lo Spazio del Cielo”, per portare l’arte “sui cammini”. Il termine “sintonico” fa riferimento a uno strumento eolico che genera un accordo di suoni non provenienti dall’uomo; l’installazione, delimitante un perimetro acustico, è un progetto che non produce alcun impatto ambientale ma crea un rumore continuo, autonomo, indeterminato. Tale suono cambia in base alla situazione atmosferica.

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Come raggiungere il luogo:

https://maps.app.goo.gl/fwGddUPG9DZXN5ya9

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