di REDAZIONE-
Con 153 voti favorevoli, 89 contrari e un astenuto, la Camera ha dato il via libera definitivo al decreto carceri, già approvato dal Senato, che ora è legge. Il provvedimento introduce una serie di misure significative per il sistema penitenziario italiano.
Il decreto prevede l’assunzione di nuovo personale, inclusi 1.000 agenti di polizia penitenziaria, 20 dirigenti penitenziari, funzionari e ispettori del Corpo di polizia penitenziaria. È stata inoltre istituita la figura del Commissario straordinario per l’edilizia penitenziaria, con l’obiettivo di migliorare le infrastrutture carcerarie.
Tra le principali novità ci sono l’aumento del numero di colloqui telefonici consentiti ai detenuti e l’esclusione dei detenuti in regime speciale 41-bis dai programmi di giustizia riparativa. Inoltre, è stato creato un elenco delle strutture residenziali per l’accoglienza e il reinserimento sociale dei detenuti adulti, e sono state ampliate le possibilità di accesso per i detenuti tossicodipendenti in comunità terapeutiche pubbliche o private.
Il decreto introduce il nuovo reato di “indebita destinazione di denaro o cose mobili” e modifica il decreto legislativo n. 231 del 2001 sulla responsabilità delle persone giuridiche, includendo questo nuovo reato tra quelli sanzionabili. Inoltre, è stato posticipato di un anno l’entrata in vigore della “riforma Cartabia” riguardante il Tribunale per le persone, per i minorenni e per le famiglie.
Durante il voto alla Camera, la premier Giorgia Meloni e il ministro della Giustizia Carlo Nordio si sono incontrati per discutere dell’emergenza sovraffollamento nelle carceri. Nordio ha dichiarato di aver presentato al presidente Meloni soluzioni a breve e medio termine e di voler incontrare il presidente della Repubblica per discutere ulteriormente il problema. Ha inoltre proposto al Consiglio superiore della magistratura di considerare la copertura dell’organico per la magistratura di sorveglianza e di garantire procedure rapide per il completamento dell’organico amministrativo presso i Tribunali di sorveglianza.