La crisi della carta stampata ha chiuso l’edicola Mirò in via Cavour

di ARIADNA BULAT –

VITERBO – Dal primo dicembre, Renzo Lisoni ha chiuso l’edicola Mirò in via Cavour 83, vicino piazza del Plebiscito: “Economicamente non c’è la faccio più. I giornali cartacei vendono pochissimo – spiega Lisoni –

A me piace guardare la gente negli occhi, non posso, quando incontro gente a cui debbo dare soldi, girare e fare finta di niente. Non mi permetto di non pagare le persone. Io pago tutto però quando non arrivo più, mi fermo. Io so quanto può essere lungo il passo della mia gamba, oltre non vado.”

L’edicola stava lungo la via, in diversi punti, da oltre dieci anni. Negli ultimi anni Renzo racconta che si è spostato più vicino a piazza del Plebiscito, con la speranza di poter andare meglio, però, invece, non è andata: “Purtroppo la crisi economica, ancora prima del Covid e la crisi della carta stampata mi hanno costretto a chiudere. Non c’è la facevo più.”

“Fino a 8-10 anni fa vendevo un centinaio di giornali al giorno. La gente prendeva quattro testate – racconta – adesso neanche una comprano. Tutte le edicole stanno soffrendo. A Viterbo, nel giro di un paio di anni, hanno chiuso 8-9 edicole. A Soriano nel Cimino, che conta 7 mila abitanti, l’unica edicola ha chiuso. Se vogliono un giornale devono andare nei paesi vicini.”

Purtroppo la gente non legge più. Non si vendono nemmeno i libri:  “Se lo Stato mantiene queste caratteristiche di accessibilità a tutti gratuitamente di leggere i giornali tramite internet – continua Lisoni – le edicole sono destinate a sparire o quanto meno a ridursi in misura drastica. A Viterbo adesso ci sono ancora una decina, ma se continua così rimaranno due-tre.”

Oggi non conviene avere l’edicola perché, a fine anno, non si guadagna quasi niente: “Le utenze sono molte, per questo non ci si fa più ad andare avanti. Solo l’affitto è oltre 4 mila euro. Poi 2,8 mila euro i contributi. Acqua, luce, telefono e spazzatura a fine anno sono 1.400 euro. Sommate, vengono circa 8 mila euro. Io andavo a pareggio. Non guadagnavo niente.”

Era per stare con gli amici – dice infine Renzo – Avevo la speranza che potesse riprendere la lettura dei giornali. Per sopravvivere l’edicolante oggi si deve adattare a qualsiasi tipo di lavoro, se riesce a trovarlo, sennò, non sopravvive. Una volta chiusa l’edicola devo trovarmi un altro lavoro.”

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