La drammaturgia di Rosalinda Conti apre la Residenza Multidisciplinare della Bassa Sabina

La Residenza Multidisciplinare della Bassa Sabina ospita la sua prima residenza di drammaturgia grazie alla presenza di Rosalinda Conti. In vista dell’allargamento delle proposte di residenza per questo triennio con una specifica dedicata alla scrittura scenica, il Teatro delle Condizioni Avverse ha selezionato Rosalinda Conti, giovane drammaturga romana che sarà in residenza fino al 21 novembre p.v. nei comuni di Salisano e Poggio Mirteto (RI).

Rosalinda Conti, artista under 35 è autrice e drammaturga. Ha conseguito il master in Drammaturgia e Sceneggiatura presso l’Accademia Silvio d’Amico, diplomandosi con Roberto Cavosi. Parallelamente agli studi accademici si forma, tra gli altri, con Dacia Maraini, Lucia Calamaro, Chiara Lagani, Marco Martinelli. Nel 2013 vince una menzione speciale per il miglior monologo all’Offanengo film festival, con il corto Non dimenticar le mie parole, regia di Riccardo Rabacchi. Il suo primo spettacolo, Ma io per te amore mio, è selezionato alla prima edizione del Roma Fringe Festival. Nel 2015 il testo The Yellow Brick Road viene segnalato al Premio di drammaturgia Fersen. Sempre nel 2015, entra a far parte del progetto Crisi, laboratorio di drammaturgia a cura di Fausto Paravidino. Nel 2016 scrive T’amo ed è continuo schianto, che va in scena al teatro dell’Orologio di Roma per la regia di Matteo Ziglio, e lavora come dramaturg al progetto Surgèlami della compagnia Habitas, regia di Niccolò Matcovich, andato in scena a Roma e Verona. Nel 2018 collabora alla scrittura Io e Lei, una serie di mockumentary andati in onda su Sky Arte e prodotti da Maga Production, regia di Massimo Ferrari. Nel 2019 il testo Tom viene segnalato al Premio Hystrio – scritture di scena e va in scena al Teatro Trastevere di Roma per la regia di Matteo Ziglio. A fine 2020 inizia la sua collaborazione come dramaturgo della compagnia Illoco Teatro, per il progetto Catch me, prodotto da Teatro nel Bicchiere, regia di Roberto Andolfi, che debutterà in anteprima nell’estate 2022 e successivamente a Roma nella stagione 2022/2023. Nel 2021 è tra la rosa di drammaturghi selezionati per il progetto Abbecedario per il Mondo Nuovo, a cura del Piccolo Teatro di Milano. Nello stesso anno, il suo ultimo testo, Uccellini, riceve la segnalazione speciale “Fabulamundi – Beyond Borders?” al Premio Hystrio Scritture di Scena, grazie alla quale accede al progetto Fabulamundi. Nel novembre 2021 partecipa a Playground, cantiere di collaudo della drammaturgia contemporanea organizzato da PAV e curato da Lacasadargilla e Lisa Ferlazzo Natoli al Teatro India di Roma. Nella primavera 2022 Uccellini, con la produzione del Piccolo Teatro di Milano e la regia di Lisa Ferlazzo Natoli, viene selezionato per la rassegna teatrale radiofonica FuturoPresente, organizzata da Laura Palmieri e Antonio Audino per Radio Tre.
La drammaturga, con alle spalle dei riconoscimenti e delle collaborazioni importanti è stata segnalata dai partners della rete NDN e parteciperà in residenza attraverso lo sviluppo di un testo e con lei si svolgeranno incontri con le scuole del territorio sabino attraverso una serie di incontri sulla scrittura. Le scuole individuate sono le sedi della scuola primaria di Salisano (RI) e della scuola secondaria di primo grado di Poggio Mirteto e Montopoli di Sabina, appartenenti all’Istituto Comprensivo della Bassa Sabina. A conclusione della residenza si svolgerà una restituzione che prevederà la lettura scenica del testo realizzato.
Il tutor dell’artista è Ferdinando Vaselli, attore, regista e drammaturgo nonché uno dei due direttori artistici della Residenza Multidisciplinare della Bassa Sabina. Durante questo periodo residenziale Ferdinando Vaselli seguirà i processi della scrittura della drammaturga, sostenendola sia nella stesura che nella creazione di stimoli e spunti di ricerca al fine di supportare l’artista nel processo creativo nonché nelle attività artistiche, negli incontri scolastici e nelle restituzioni dedicate alla comunità locale.

“Tutte le persone vive” è il progetto di scrittura di Rosalinda Conti che propone una tematica importante anche in relazione al luogo di realizzazione quale la conflittualità del rapporto tra uomo e natura in relazione alla morte. La scrittura drammaturgica è stata avviata nel 2021. Molte domande ruotano intorno alla scrittura e alla messa in prova di questo monologo. Una di queste, generando la necessità di scrivere questo testo, è un iper-oggetto, un elefante nella stanza, un rumore di fondo che riempie costantemente lo spazio che si crea tra una parola e l’altra delle nostre conversazioni: come facciamo a vivere sapendo che tutto è destinato a morire? Come gestiamo e decliniamo nella nostra vita la consapevolezza che tutte le persone vive, un giorno, moriranno? E che moriranno gli animali, le esperienze, alcuni oggetti, gli alberi, i momenti, insomma che tutto non fa altro che finire? Possiamo noi, individui che abitano un occidente civilizzato, colto, nevrotico, perlopiù metropolitano, lasciare che la natura, nel suo peculiare modo, ci insegni come guardare da un altro punto di vista l’abisso verso il quale tutto corre o cammina? Oppure: poiché quello che ci attende è inevitabile, è saggio scegliere la strada che nel momento presente -o almeno fino qualche tempo fa- sembra la più battuta, ovvero lasciare che la morte esca dalla porta di servizio e da buona parte delle nostre conversazioni, che rimanga in un territorio liminale delle nostre coscienze? E ancora: cosa è cambiato in noi (e nel nostro sistema immaginifico) da quando, più di due anni fa, la morte è rientrata senza invito dalla porta principale, costringendoci a riflettere non solo sul modo in cui moriamo, ma anche sul modo in cui viviamo? A partire dalla morte di un albero, la protagonista di questo monologo -cittadina che ha scelto di vivere stabilmente in campagna- fa esperienza del disorientamento che pervade gli umani di fronte alla più grande delle questioni, incarnando il dubbio e la stupefazione che ci colgono di fronte a quello che semplicemente ci accade.

“Agata abita in una casa in campagna.
Una mattina di primavera si sveglia e si rende conto che l’albero del suo giardino non ha più foglie. Un esperto di alberi le dice che il suo albero sta morendo, che è molto fragile e che di conseguenza va abbattuto.
Allora Agata pensa alla morte.
Io ho un’esigenza: mettere il mio spavento da qualche parte, scaricarlo, declinarlo, distribuirlo, condividerlo, capirlo. Questa è la prima urgenza che mi ha portata in questa scrittura, insieme ad una serie di domande, che avevo da prima o che sono emerse iniziando a lavorare, per esempio: come facciamo a vivere sapendo che tutto è destinato a morire? Come gestiamo nella nostra vita la consapevolezza che tutte le persone vive, un giorno, moriranno? E che moriranno gli animali, le esperienze, alcuni oggetti, gli alberi, i momenti, insomma che tutto non fa altro che finire? Possiamo noi, individui che abitano un occidente civilizzato, colto, nevrotico, perlopiù metropolitano, lasciare che la natura, nel suo peculiare modo, ci insegni come guardare da un altro punto di vista l’abisso verso il quale tutto corre o cammina? Oppure: poiché quello che ci attende è inevitabile, è saggio scegliere la strada che nel momento presente -o almeno fino qualche tempo fa- sembra la più battuta, ovvero lasciare che la morte esca dalla porta di servizio e da buona parte delle nostre conversazioni, che rimanga in un territorio liminale delle nostre coscienze? E poi: cosa è cambiato in noi (e nel nostro sistema immaginifico) da quando, quasi due anni fa, la morte è rientrata senza invito dalla porta principale, costringendoci a riflettere non solo sul modo in cui moriamo ma anche sul modo in cui viviamo?”

La promozione della drammaturgia contemporanea rappresenta una delle linee che la Residenza Multidisciplinare della Bassa Sabina intende sviluppare attraverso l’incontro con artisti emergenti e significativi del panorama nazionale e con la collaborazione con la Rete NDN (network nuova drammaturgia) una rete nazionale composta da 14 partner diffusi sul territorio nazionale quali Campo Teatrale (MI) DRACMA – Festival Internazionale Kilowatt Festival ,Centro Teatrale MaMiMò (RE) 20chiavi teatro (VT), R.A.M.I. Residenza Artistica Multidisciplinare Ilinxarium (MI) Teatri di Vetro (RM) Teatro Libero Palermo – Teatro Stabile Verona (VR) Teatro della Tosse (GE) TRAC- Centro di Residenza Teatrale Pugliese IDRA Teatro / AMAT, Associazione Marchigiana per le Attività Teatrali
Si intende, perciò, sviluppare un processo che metta gli autori in un concreto confronto con la scrittura, con la produzione e la promozione dei testi teatrali. Si intende, quindi, colmare il gap di quell’anello debole che dalla scrittura porta il testo alla realizzazione o almeno alla sua conoscenza a tutti i soggetti che operano nella produzione teatrale ed infine al pubblico. La creazione di questa residenza dedicata alla drammaturgia intende:
– far uscire dall’isolamento i giovani autori per metterli a contatto col sistema produttivo e le pratiche concrete della scena;
– mettere in contatto i drammaturghi emergenti con drammaturghi riconosciuti e inserirli in un progetto di produzione di un testo teatrale, secondo definite fasi di lavoro, che li accompagni nell’acquisizione di nuovi strumenti personali di scrittura;
– promuovere la nuova drammaturgia attraverso la rete delle strutture aderenti al network vista la cadenza biennale del progetto si è selezionato un artista che ha partecipato come autore alla selezione e che è stato segnalato dalle realtà partecipanti.