La lavanda dei piedi, un simbolo dell’amore di Dio (VIDEO)

di MARIELLA ZADRO-
VITERBO- ll Giovedì Santo, oggi 17 aprile 2025, precede la Domenica di Pasqua e segna l’inizio del Triduo Pasquale. “Fratelli e sorelli carissimi, ha introdotto il vescovo Orazio Francesco Piazza, iniziamo la solenne liturgia del Triduo Pasquale con la celebrazione della Cena del Signore. Le parole ed i gesti sacramentali di questo giorno, ci fanno rivivere l’ultima Cena; Mistero dell’umiltà di Cristo e del suo amore per noi nella lavanda dei piedi”.
Il rito della lavanda dei piedi, nel tardo pomeriggio presso la Cattedrale di San Lorenzo, ha visto la partecipazione del personale sanitario nelle sue varie componenti, dodici laici tra medici, infermieri, radiologi, fisioterapisti ed oss.
Un’azione che ha visto il vescovo compiere il “mandato” richiesto da Cristo per essere al servizio dei fratelli.
Si sono alternati alle letture i dott. Stefano De Spirito, Leonardo Bocchino, la fisioterapista Giuseppina Menghini componente di RiMarmonica Adorazione ospedale S. Rosa e don Dante Daylusan Villanueva cappellano della struttura sanitaria.
Presenti alla cerimonia, il comandante infermieri presidiaria di Viterbo, direttore Ten.Col.Salvatore Francesco Scandale e il capitano Alessandro Apicella, le dame ed i cavalieri del Santo Sepolcro di Gerusalemme, il maggiore dei Carabinieri Felice Bucalo , la presidente Croce Rossa Italiana Cristina Bugiotti e il presidente dell’Ordine dei Medici dott. Antonio Maria Lanzetti.
“Tutte le celebrazioni che stiamo vivendo, ha sottolineato il vescovo nell’omelia, in particolar modo questa sera, la comunità si costituisce come Chiesa. È bene percepirne l’emozione profonda della stessa nostra vita. Questa sera vorrei esplicitare alcune caratteristiche di questa emozione. Il vostro lavoro è un impegno da prendere non come sovraccarico, ma come fondamento della vita stessa; il bene che abbiamo ricevuto, lo dobbiamo ridonare. Sia benedetto il vostro cammino, con la qualità del vostro cuore, come atto di generosità “.
Al termine della celebrazione, il vescovo indossando il velo omerale, ha preso la pisside, e ricoperta con il velo, in processione ha accompagnato il Santissimo Sacramento nella cappella ornata per la reposizione.