“La Passione di Cristo” una rappresentazione dedicata a tutte le madri che piangono la perdita di un figlio (VIDEO)

di MARIELLA ZADRO-

VITERBO- “Oggi, dopo duemila anni dalla morte e resurrezione di Gesù Cristo, si vivono ancora molte situazioni di paura disperazione e sofferenza, che soffocano la speranza…ogni giorno giornali e televisione fanno risuonare appelli che chiedono dialogo costruttivo, rispetto dell’altro e rispetto di sé stessi…oggi, nel mondo sono tante le persone uccise per aver difeso le proprie idee e la propria dignità”.
Alcuni concetti attualissimi sono stati portati in scena nella rappresentazione “La Passione di Cristo” presso la chiesa di Sant’Andrea Apostolo nel quartiere di Pianoscarano in Viterbo.
I personaggi interpretati dai figuranti La Contesa con l’accompagnamento delle corali di S. Maria della Grotticella e la Schola Cantorum di S. Maria della Quercia, hanno saputo trasmettere emozioni e momenti molto suggestivi, in occasione della domenica delle Palme.
La voce narrante di Anna Antognini ha sottolineato i dolorosi eventi, con cinque quadri: Gesù lascia gli apostoli e si affida al Padre, il tradimento, il processo, la flagellazione e il pianto della Madonna.
In particolare l’interpretazione di Gesù da parte di Francesco Romanelli e della Madonna, rappresentata da Emanuela Cuboni, hanno trasmesso forti emozioni. Commenta Emanuela Cuboni: “Il pubblico si è commosso  perché si è sentito molto coinvolto, sentiva il dolore di questa madre. Siamo stati tutti bravi. Abbiamo ricevuto tanti complimenti, anche se è stato difficile recitare una poesia del genere. Sono molto soddisfatta di come sia andata”.
Per il pianto della Madonna è stata scelta la lauda drammatica di Jacopone Da Todi: “O figlio, figlio, figlio! figlio, amoroso giglio, figlio, chi dà consiglio al cor mio angustiato? Figlio, occhi giocondi, figlio, co’ non respondi? figlio, perché t’ascondi dal petto o’ se’ lattato? Figlio bianco e vermiglio, figlio senza simiglio figlio a chi m’appiglio? figlio, pur m’hai lassato. Figlio bianco e biondo, figlio, volto iocondo, figlio, perché t’ha el mondo, figlio, così sprezato? Figlio, dolce e piacente, figlio de la dolente, figlio, hatte la gente malamente treattato!”.
Il canto delle due corali che ad unisono hanno eseguito brani liturgici, a conclusione della rappresentazione, il canto finale dedicato alla Madre Celeste, ha esaltato il quadro finale.