La Processione del Cristo Morto commemorata a San Martino al Cimino

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –
SAN MARTINO AL CIMINO (Viterbo) – La tradizionale Processione del Cristo Morto, nel giorno del Venerdì Santo, anche quest’anno è stata accolta nell’accogliente borgo di San Martino al Cimino, battuto da un vento gelido. Questa sera, 18 aprile, la toccante rievocazione storica della Passione di Cristo, guidata da don Fabrizio Pacelli, parroco della Comunità Pastorale San Martino al Cimino-Tobia, è stata curata della Confraternita del SS. Sacramento e S.Rosario.
Sul sagrato della chiesa abbaziale si è svolto il processo a Gesù che viene prima frustato e poi condannato alla crocifissione al posto del detenuto Barabba che è graziato per volere del popolo.
Gesù, pieno di sangue, viene spogliato, incatenato, insultato dai soldati che con violenza prima gli mettono sul capo una corona di spine e poi gli ordinano di portare sulle spalle una pesante croce di legno per la sua crocifissione. Gesù cade sotto il peso della croce, viene frustato senza pietà, trascinato e rimesso in piedi sotto la croce. Gesù ormai è in fin di vita, crolla a terra e senza nessuna pietà, è crocifisso. Si ode la sua preghiera al Padre e quella delle pie donne.
La triste processione tra le strade del borgo è stata accompagnata da molti fedeli in preghiera a seguito delle statue del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, entrambe portate a spalla dalla Confraternita del SS.Sacramento e S.Rosario. Poi il corteo è tornato nell’abbazia che in segno di dolore, di preghiera e di lutto ha spento le luci e ha dato spazio alle pie donne di prendere tra le braccia il corpo di Gesù avvolto in un telo e portato al sepolcro. Un momento intenso di commozione e di silenzio. Poi le luci tornano per la benedizione di don Fabrizio e la preghiera corale in attesa della resurrezione.