ACQUAPEDENTE ( Viterbo) – Alla presenza dell’’Assessore all’Ambiente Glauco Clementucci, del Guardiaparco e coautore Matteo Faggi, del Direttore della Riserva Massimo Bedini, del Grafico Tomaso Lezzi e della Sindaca Alessandra Terrosi è stata presentata ufficialmente “Le ali dell’avifauna” scritto dal giovane provetto ornitologo Francesco Barberini. Interessante e dettagliatissima la prefazione dell’ornitologo Pierandrea Brichetti : “E’ una sintesi commentata”, sottolinea, “dei risultati di una ricerca sugli uccelli riscontrati in una vasta area che include il Comune di Acquapendente, la Riserva Naturale Monte Rufeno ed il bosco del Sasseto. La ricerca, impostata su basi scientifiche, ha permesso di delineare la distribuzione, lo status ed i movimenti delle specie che si avvicendano nell’area di studio durante il corso dell’anno. Tutte informazioni di base indispensabili per una corretta divulgazione dell’importanza avifaunistica di questo comprensorio. La ricerca, finanziata dalla Regione Lazio, è frutto del lavoro di squadra del Dottor Matteo Faggi (Guardiaparco della Riserva Naturale Monte Rufeno) e di Francesco Barberini giovane divulgatore scientifico con la collaborazione della Riserva Naturale Monte Rufeno e del Comune di Acquapendente. Le ricerche sul campo sono state concentrate tra Ottobre 2021 e Giugno 2022 in modo da intercettare sia le specie legate al territorio per la nidificazione e lo svernamento, sia i migratori che transitano o sostano per periodo più o meno lunghi, a volta solo per pochissimo tempo come nel caso degli accidentali. La conoscenza avifaunistica del territorio era già parzialmente nota ai due ricercatori, che da alcuni anni compivano con passione e costanza uscite mirate raccogliendo interessanti osservazioni. Il territorio è stato suddiviso in 31 aree campione, scelte in modo omogeneo sia all’interno sia all’esterno della Riserva Naturale Monte Rufeno e opportunamente descritte e livello geografico ne vegetazionale. I rilievi vengono poi riportate in schede giornaliere che raccolgono, oltre a informazioni sulle condizioni metereologiche e sulla durata delle singole uscite, dati sulle specie osservate, sulla loro consistenza numerica e sugli habitat frequentati. L’archiviazione e l’elaborazione delle varie schede viene poi gestita con un software elettronico che permette di evidenziare il grado di importanza avifaunistica delle varie aree campione. Alle oltre 100 schede di rilevamento compilate, vanno aggiunte le osservazioni causali delle specie che sono transitate sul territorio indagato. La determinazione ed il conteggio delle specie è avvenuto sia tramite contatti visivi sia con l’ascolto di canti e richiami, utilizzando oltre al classico binocolo un registratore e due macchine fotografiche dotate di potenti teleobiettivi (Coolpix P1000) indispensabili sia per documentare avvistamenti rari, come quelli dell’aquila minore e del grifone, sia per arricchire le varie schede descrittive. 139 le specie rilevate nel periodo dell’indagine sono un grosso risultato e confermano che la salute dell’ambiente è il fattore principale che determina il grado di biodiversità. Se a queste aggiungiamo 20 specie osservate negli anni precedenti il totale raggiunge le 159. Aumento delle specie tipicamente boschive, fenomeno comune a gran parte del territorio collinare e montano nazionale, sia la presenza al di fuori dei confini della Riserva di interessanti specie, a conferma che la sopravvivenza di lembi di incolti erbosi e sistemi di siepi, in un territorio a conduzione agricola, può permettere importanti nidificazioni, come per esempio quelle dell’Occhione, della Ghiandaia marina, del Torcicollo, della Averla Capirossa, della Cappellaccia e della Cutrettola. Tra le sorprese più inaspettate le nidificazioni del raro ed elusivo Astorre e della dinamica Cincia dal ciuffo, quest’ultima in evidente espansione dalle zone alpine verso sud seguendo la dorsale appenninica. Territorio preso come rifugio notturno o area do svernamento per specie migratici come passeriformi del calibro del Topino, il Luì grosso, la Balia dal collare, lo Stiaccino ed il Prispolone. Uccelli acquatici come il Mestolone e lo Svasso maggiore, aironi, limicoli e rapaci diurni quali il Falco pescatore, il Falco cuculo, e soprattutto il Falco di palude. Svernanti come il Tuffetto, la Pavoncella, l’Airone bianco maggiore, l’Albanella Reale, lo Smeriglio, il Ciuffolotto, lo Zigolo giallo, il Migliarino di palude. In alcuni inverni fanno comparsa in massa specie nordiche tipicamente invasive come Tordo Sassello e la Peppola.

“Le ali dell’avifauna”, presentato il libro del giovane ornitologo Francesco Barberini
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