di DIEGO GALLI-
VITERBO- A un anno da quando l’Oms ha dichiarato l’emergenza pandemica da Covid-19, il sindacato USB si è riunito questa mattina sotto la Prefettura di Viterbo per chiedere che l’Italia possa votare in Europa per togliere il brevetto suo vaccini.
La richiesta, come spiegano i rappresentanti scesi in campo nel capoluogo della Tuscia, in contemporanea con tutti i loro colleghi negli altri capoluoghi italiani, nasce “dopo aver assistito al piegarsi della ricerca pubblica ai voleri del profitto delle grandi multinazionali del farmaco”.
Le recenti conferme sui tagli alle consegne dei vaccini hanno definitivamente convinto i sindacalisti USB a stabilire questi presidi. Come ha spiegato Elisa Bianchini, una dei manifestanti USB: “Lo Stato e le Regioni hanno dimostrato a tutti di aver molto sottovalutato il potenziamento del sistema sanitario, da decenni al limite fra tagli del personale e dei posti letto, commissariamenti, turn over e chiusure delle piccole e medie strutture. Inoltre, è nostra volontà quella di ribadire come sia necessario, da parte degli Stati europei, pensare anche ai Paesi più poveri, che non possono da soli sostenere i pesanti costi dei vaccini Covid-19”.
Come hanno illustrato, la Regione Lazio stessa non avrebbe neanche minimamente rispettato il Piano assunzionale, gli incrementi di organico necessari non sono stati effettuati, a malapena sono stati coperti i pensionamenti. “Nella Tuscia, per dirne una, non è stata effettuata alcuna assunzione stabile di infermieri. Un paradosso, se si considera il fatto che stiamo vivendo un’emergenza sanitaria mondiale. Solo nell’ultimo mese sono state effettuate le prime chiamate per avere dei ‘rinforzi’, ma si tratta comunque di assunzioni a tempo determinato”.
Intanto, hanno proseguito i manifestanti dell’USB, le multinazionali del farmaco hanno trovato clienti migliori dell’Europa. “La pandemia ci ha ricordato come la salute debba essere un diritto garantito a tutti. Non si tratta solo di un principio di giustizia sociale. Nessuno può esserne privato e tutti devono avere eguale diritto di potersi proteggere dal contagio, o la pandemia non avrà mai termine”.
La pacifica e contenuta manifestazione, che non ha avuto però il permesso dalla Prefettura di sostare in Piazza del Plebiscito, si è poi trasformata in un corteo, che ha successivamente attraversato alcune delle piazze del centro storico di Viterbo.