di CINZIA DICHIARA-
Un triste annuncio, nella mattinata di ieri, per la scomparsa della grande pianista italiana Maria Tipo, spirata a Firenze accanto all’amorevole figlia Alina. Napoletana di nascita e da lungo tempo fiorentina d’adozione, la novantatreenne artista ha svolto un’attività concertistica nei circuiti più importanti del mondo artistico, tra le più prestigiose istituzioni musicali e orchestre. Figure mitiche quali Ernest Ansermet e Karl Böhm, sono tra i grandi direttori che hanno avuto il piacere di dirigerla.
Da ieri su tutti i mezzi di informazione nazionali e internazionali, e a non finire sui social, è un proliferare di comunicati di cordoglio, di partecipazione al lutto per una perdita ragguardevole nel mondo del pianoforte, la perdita di un’artista- simbolo di un’epoca che scompare. Istituzioni quali l’Accademia Chigiana di Siena, ove si perfezionò e sovente tornò ospite per concerti passati alla storia della Micat in Vertice, nonché la Scuola di Musica di Fiesole, altra istituzione presso la quale la Tipo ha insegnato in anni passati, oltre a enti musicali e associazioni concertistiche, canali radiotelevisivi e stampa, tutto il mondo della cultura ha espresso il proprio cordoglio con messaggi dedicati all’interprete italiana che iniziò la carriera vincendo il primo premio al Concorso Internazionale di Ginevra nel 1948, quando aveva appena diciassette anni. Da allora lasciò ufficialmente la tastiera negli anni ’90, ritirandosi in favore dell’attività didattica.
Oltre a uno stuolo di allievi e di ammiratori che la piangono, lascia una grande eredità, sia per la sua alta scuola, che ha tramandato a coloro che ha formato musicalmente, sia per le registrazioni che restano a testimonianza di un pianismo magnifico, ricco di espressività nel canto, agile e splendente nella tecnica, accorato e commosso nella condivisione di un’umanità vibrante, pieno di carattere e di verve, unico.
Memorabili rimangono le sue Variazioni Goldberg, nelle quali il nitore esecutivo si unisce a un enorme ventaglio di sfumature cromatiche entro la magnificenza e, al contempo, la meticolosa precisione bachiana, con quel senso di eternità che i grandi sanno lasciar trapelare magistralmente dalle opere del sommo compositore di Eisenach, mentre tra i suoi autori di riferimento resta preminente l’impresa legata alle Sonate di Scarlatti grazie alle quali vinse il ‘Diapason d’Or’.
In alcune sue interviste ha rivelato, con la gradevolezza di un eloquio appassionato e sensibile dall’accattivante inflessione partenopea, un autentico amore per i compositori italiani, in primis per Muzio Clementi, ritenendolo giustamente troppo negletto dagli stessi connazionali e spesso relegato alla dimensione di scoglio tecnico da superare negli esami in conservatorio, quando non liquidato quale arido compositore di studi e rompicapo di abilità pianistica, mentre lei ne affrontava invece l’esecuzione delle Sonate con grande interesse, riuscendo a comunicarne la bellezza costruttiva e lo stile idiomatico.
Oltre alla grande carriera solistica che l’ha resa celebre, nella Tipo si è sempre apprezzato il poderoso impegno didattico fin dagli anni ’60, innanzitutto nei conservatori italiani (Bolzano e Firenze, sua sede definitiva), quindi, intorno agli anni ’80 a Ginevra, e, infine, alla Scuola di Musica di Fiesole, fondata dal celebre violista Piero Farulli, che nel 1987 la invitò a tenere corsi di alto perfezionamento quale esponente, anzi caposcuola, di una scuola pianistica che vantava una genealogia gloriosa, pervenutale dalla madre Ersilia Cavallo, sua prima maestra, allieva di Ferruccio Busoni, e in seguito da Alfredo Casella e dall’altro indimenticabile caposcuola che fu Guido Agosti.
Scuola che la Tipo ha portato avanti fino al 2009, con masterclass anche in America, costituendo intorno a sé un nucleo di giovani bravissimi, lanciati nella carriera e oggi noti ed affermati concertisti, basti pensare a Andrea Lucchesini, a Pietro De Maria, Nelson Goerner, Alessandro Marangoni, Filippo Gamba, che tutti hanno espresso pensieri di infinita stima e riconoscenza ricordandone l’insegnamento, i consigli, il sostegno ricevuto, sempre e in ogni occasione.
Accademica di Santa Cecilia e Officier de l’Ordre des Arts et des Lettres della Repubblica Francese, insignita di alte onorificenze come il ‘Fiorino d’oro’ massima onorificenza della città di Firenze, per la sua caratura artistica Maria Tipo ha ricevuto nel 2021 il Premio Presidente della Repubblica. Fu definita da Arthur Rubinstein “il più straordinario talento della nostra epoca”.