Mascherine e divise di protezione, Gubbiotto (Confael) scrive al direttore sanitario della Asl

VITERBO – Riceviamo da Egidio Gubbiotto (Confael Viterbo) e pubblichiamo la lettera indirizzata al direttore generale della Asl di Viterbo: “Ill.ma Dott.ssa Antonella Proietti, Direttore Sanitario dell’Azienda A.S.L. di Viterbo, con grande amarezza siamo, ancora una volta, a segnalare la gravità che, a nostro parere, imperversa tra i dispositivi di protezione individuale, (D.P.I.), forniti quindi distribuiti tra gli Operatori Sanitari di tutte le qualifiche professionali dipendenti dell’Azienda dove la S.V. è Direttore Sanitario titolare.

Mascherine “farlocche”, carenza di divise, assenza di idonee copri scarpe, ecc., mettono a rischio di contagio dall’attuale virus che miete vittime ed ingorghi negli ambienti ospedalieri. Le nostre numerose proteste, segnalazioni e proposte, ad oggi “sono evaporate nel nulla”, senza risposte né provvedimenti in merito. Da quanto di nostra conoscenza, gli ordini dei D.P.I. e  la loro distribuzione nelle varie Unità Operative, è centralizzata presso la farmacia interna della A.S.L. di Viterbo, quindi ci sorge spontaneo domandare: ma il Direttore della farmacia interna, con un ottimo stipendio, perché acquista e distribuisce dispositivi che mettono in serio pericolo la salute e la vita di tutti Operatori Sanitari ? Acquisire e distribuire tali D.P.I. è reato? Gli Operatori Sanitari che nel tempo si sono contagiati ed uno ha perso la vita, coinvolgono nelle responsabilità il Direttore in questione?  Il S.P.P. ha verificato l’idoneità dei D.P.I.? I rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, si sono mai attivati? L’I.N.A.I.L. , l’Ispettorato del Lavoro e lo SPRESAL, cui la presente è inviata per conoscenza, hanno vigilato e accertato tale situazione? A queste domande potrebbe rispondere soltanto l’Autorità Giudiziaria, ma non esula la Dirigenza A.S.L. Sulle divise che continuamente mancano o di misure sproporzionate  nonchè rotte, a volte rotte  e di dubbia igiene, ad oggi non ci risultano adottati provvedimenti nei confronti dell’Azienda appaltatrice. I copri scarpe poi sono  “la ciliegina nella torta”, la fornitura equivale a prodotti che si rompono nell’immediatezza mentre si calzano, costringendo, gli Operatori Sanitari, per questo motivo o per l’assenza, ad indossare sacchetti dei rifiuti. A ciò ribadiamo il nostro parere sulla distribuzione del personale e su servizi emergenziali, con sovraccarico di lavoro per alcuni a favore di altri. A conferma di quanto suddetto, si allegano foto rinvenute nella cassetta della posta della scrivente Organizzazione Sindacale. Auspicando un riscontro in  merito, si inviano distinti saluti”.

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