NO al caporalato, NO alle morti sul lavoro. Viterbo in piazza ricorda Satnam Singh

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –
VITERBO – Grande partecipazione a Viterbo questa sera, 28 giugno, in Piazza della Repubblica dove tutte organizzazioni sindacali hanno indetto un sit-in per porre l’accento sulla crudeltà e l’orrore della morte di Satnam Singh, lavoratore indiano senza permesso di soggiorno, sfruttato nel nostro ‘bel paese’ come tanti altri poveri cristi che sopravvivono lavorando nei campi a pochi euro l’ora.
Mentre questa mattina, grazie all’insistenza dei sindacati di categoria Cgil,Cisl,Uil, c’è stato un incontro in Regione Lazio. E’ la prima volta che insieme si parla del dramma del caporalato e delle morti sul lavoro. C’erano i rappresentanti del Governo, prefetti e le associazioni datoriali. I sindacati hanno chiesto giustizia e cose semplici: la prima, ma che Paese è quello dove il datore di lavoro può fare come gli pare, datore di lavoro indagato da cinque anni per sfruttamento del caporalato, azienda dove un lavoratore è morto e nonostante ciò, continua a lavorare. Quella azienda, dicono all’unisono i sindacati, va chiusa. Quegli imprenditori vanno allontanati. “Satnam è morto perchè qualcuno lo ha ucciso, e non stiamo parlando di un caso isolato, stiamo parlando di persone, donne e uomini che non sono liberi, che sono sfruttati, abbandonati e non hanno un futuro”.
Il precariato e lo sfruttamento lavorativo non riguardano più solo il Sud e l’agricoltura ma sono diffusi in tutti i settori lavorativi, in tutta Italia.
Tanti gli interventi accorati dei rappresentati sindacali che si sono susseguiti in piazza, uniti per manifestare contro le morti e gli infortuni sul lavoro che non riguardano assolutamente solo Latina, Bologna Napoli. Ricordano che nel 2023 la provincia di Viterbo, dove viviamo e lavoriamo, è stato riconosciuto insieme a Rieti come maglia nera per quanto riguarda infortuni e morti sul lavoro. L’anno scorso ci sono stati cinque morti nella nostra provincia.Si è parlato di bollettino di guerra che purtroppo è silenzioso, ci stiamo assuefancendo a questo bollettino.
E commentano “Siamo qui per farci sentire anche se sarebbe opportuno stare in silenzio per rispetto della vita di questo ragazzo indiano morto in modo terribile. NO, non stiamo in silenzio, perchè vogliamo cambiare le cose. Abbiamo cominciato ad aprire tavoli e confronti con gli enti del territorio. Crediamo che solo tramite lo sforzo congiunto di noi organizzazioni sindacali, delle istituzioni politiche e amministrative dell’intero territorio, possiamo portare a casa un risultato, risultato che tarda ad arrivare e che noi siamo stanchi di chiedere. Perchè nel 2024 uscire di casa per andare al lavoro a guadagnarsi il pane e non tornare la sera perchè sul posto di lavoro non c’è sicurezza, è inammissibile”.
Presenti tanti lavoratori stranieri di varie etnie arrivati con i pulman, dopo aver lasciato il duro lavoro dei campi.
NOTA – La manifestazione è stata promossa dalla Rete Antitratta Tuscia con l’adesione di: FLAI CGIL Viterbo, UIL UILA Viterbo, FAI CISL Viterbo, CGIL Civitavecchia Roma Nord Viterbo, UIL Viterbo e Alto Lazio, CISL Viterbo, Cobas Viterbo, Arci Viterbo, AUCS Onlus, ANPI Provinciale Viterbo, Arcigay Viterbo, SPI CGIL Civitavecchia Roma Nord Viterbo, Casa Dei Diritti Sociali, Non Una Di Meno Vt, Comitato non ce la Beviamo, Rete Studenti Medi Viterbo, Percorso, ISDE Medici Per l’Ambiente Viterbo, Casa delle Donne di Viterbo – PARVA, Slow Food Viterbo e Tuscia, Erinna, TusciaPride, AUSER Viterbo, AUSER Tuscia, Federazione PD Viterbo, Giovani Democratici Viterbo, Circolo PRC-Sinistra Europea, Alleanza Verdi e Sinistra Viterbo, Associazione Islamica Viterbo, Movimento Cinque Stelle Viterbo e Provincia, Aps Kyanos, Centro Antiviolenza Penelope, Schola Campesina APS, Associazione dei Produttori Biologici del Biodistretto della Via Amerina – AgroEcoAmerina