VITERBO – Ad inizio anno 2021 ci si trovava di fronte a due possibilità: piangersi addosso lamentandosi di tutto quello che non va – a ragione sicuramente – oppure iniziare a pensare al domani, a seminare per la scuola che verrà.
Lo spirito d’iniziativa ha spinto Viviana Di Carli e Luca Dormino, i due creatori ed organizzatori del concorso, a riprendere quell’iniziativa ben riuscita negli anni passati, ma sospesa nell’A.S. 2020 per via della pandemia.
La commissione, presieduta dal Maestro Fabrizio Viti, composta da Viviana Di Carli, Luca Dormino, Dolores Gravili, Cristina Castagnoli e Silvio Capitoni, ha lavorato per tre giorni cercando di cogliere quelle particolarità di ogni candidato utili per valorizzare al meglio le singolarità dei concorrenti.
Per meglio descrivere gli aspetti che hanno caratterizzato questo concorso abbiamo posto alcune domande al presidente Fabrizio Viti.
Domande:
- Sono ormai due anni che i ragazzi vedono le scuola da lontano. Si aspettava questa affluenza anche dopo tutto questo tempo passato lontano dalla scuola? R.: Sinceramente sì, confidavo sulla capacità di sperare dei ragazzi, sulla loro grande vitalità e voglia di rinascita, sul loro desiderio di farsi sentire, di rispondere all’appello responsabilmente quando c’è da fare la propria parte.
- Quante e quali tipo di scuole hanno partecipato? R.: Le iscrizioni sono giunte da conservatori di stato, scuole medie ad indirizzo musicale e licei musicali, nonché da scuole civiche e private da ogni parte d’Italia. Nonostante i timori che la pubblicizzazione del concorso, visto il difficile periodo, ottenesse un riscontro ridotto, abbiamo ricevuto oltre 150 domande da Lazio, Umbria, Marche, Toscana, Lombardia, Calabria e Sicilia, un vero successo.
- Ci sono stati candidati che si sono contraddistinti rispetto gli anni precedenti? R.: Il livello, già molto alto nelle edizioni precedenti del concorso, ha innalzato ulteriormente l’asticella, dandoci l’opportunità ed il privilegio di ascoltare talenti preziosi, primo tra tutti Brando Maria Medici, piccolo violinista di 9 anni ma già grande nella sua visione della musica e nella capacità di trasmetterla agli altri attraverso la sua arte. Sono certo che sentiremo ancora e a lungo parlare di lui in termini sempre più lusinghieri.
- Date le ristrettezze dovute al Covid, la commissione ha lavorato online? Visionando i video ognuno dalla propria casa? R.: La pandemia ha reso impossibili le esecuzioni dal vivo e la partecipazione del pubblico, ma non ha impedito ai pochi membri della commissione di poter lavorare in presenza nel rispetto delle norme anti-covid. Questo ci ha permesso di confrontarci nel difficile lavoro di valutazione e allo stesso tempo di godere assieme della musica proposta dai candidati.
- Sicuramente la videoregistrazione è stata l’elemento che ha caratterizzato questo concorso. Pensa che il livello delle performance sia stato inferiore rispetto agli anni passati, dove ogni candidato si doveva esibire in persona sul palco di fronte alla commissione? R.: Il livello è stato altissimo, sicuramente superiore sul piano dell’accuratezza.
- Crede che le videoregistrazioni e le modalità usate in questa edizione, siano state solo un rimedio, oppure resterà qualcosa? : Suonare dal vivo e registrare sono due attività complementari ed egualmente di grande valore didattico e professionale. L’esecuzione unica del concerto dal vivo permette all’artista di trarre vantaggio dalla presenza del pubblico, a favore di una maggiore tensione espressiva, ma presta il fianco ad eventuali imprecisioni alle quali egli non può riparare, mentre la registrazione permette la ripetizione del brano e la possibilità di effettuare la scelta del video migliore. La necessità di ricorrere all’edizione on-line ha orientato il lavoro svolto dai docenti e dagli allievi su questa seconda prospettiva, facendone approfondire l’utilità e mettendone in luce le potenzialità. Ascoltando i candidati, accanto al talento dei giovani artisti è emersa anche la grande professionalità e preparazione dei docenti, i quali da questo periodo in poi non credo rinunceranno tanto facilmente a questo strumento didattico.
- Indubbiamente il concorso dà delle opportunità ai candidati. Ce ne dica alcune. R.: Un concorso di esecuzione musicale si pone principalmente ai giovani talenti come occasione per mettere a fuoco l’aspetto professionale del fare musica, ma allo stesso tempo consente a chi ha deciso di impegnarsi in questo difficile campo di conoscere la comunità dei coetanei che hanno intrapreso lo stesso bellissimo e difficile percorso. Grazie ad esperienze come questa i ragazzi possono sentirsi parte del mondo nel modo in cui lo fanno gli artisti ed in generale le persone che credono nel bello e nel buono.
- Senza ombra di dubbio i vincitori traggono dei benefici dal concorso, ma per tutti gli altri partecipanti questo rimarrà solo un ricordo? R.: Chi ottiene un risultato di spicco riceve sicuramente una conferma del buon lavoro svolto come anche un incoraggiamento in prospettiva professionale, così come è giusto, ma è anche giusto ringraziare e premiare in modo differenziato chi ce l’ha messa tutta dando il massimo. Credo di potermi esprimere a nome di tutti i miei ottimi colleghi nel sottolineare che il lavoro svolto dalla commissione, nella ricerca di un criterio condiviso per la valutazione dei ragazzi, sia sempre stato teso alla valorizzazione di tutti e allo sprone per un proseguimento fiducioso nello studio dello strumento, indipendentemente dal livello raggiunto.
- Quali sono gli scenari per il futuro del concorso? R.: Sono scenari soprattutto di grande responsabilità. La musica, come l’arte in generale, propone un percorso di studio che tende a trasformarsi in uno stile di vita. In essa ci sono alcuni tra gli aspetti fondamentali dell’esperienza umana: la conoscenza di sé, l’acquisizione di una disciplina che permetta l’espressione del proprio vissuto, la conoscenza degli aspetti comunicativi con il prossimo a livello profondo, tutto ciò sotto il denominatore comune della bellezza che troviamo dentro di noi e nell’universo che ci circonda, nella tensione che ci spinge a rappresentare la nostra visione del mondo nella speranza che possa contribuire alla costruzione di un luogo migliore dove vivere. Questo aspetto, che tutti possediamo, ha permesso ai grandi poeti ed ai grandi artisti di poter parlare in modo mirabile della vita di ognuno e della storia dei popoli ai quali sono appartenuti. È questa la responsabilità a cui mi riferisco, quella di preservare il patrimonio culturale del passato promuovendo gli artisti del futuro, e per questo desidero ringraziare la Dirigente AnnaGrazia Pieragostini per la determinazione nel rinnovare lo sforzo organizzativo in questo difficile anno e la ex dirigente Loretta Bucciotti che ha stimolato e favorito la nascita del Concorso Musicale Egidi, sicuramente destinato ancora a crescere e ad affermarsi ancora di più nel panorama delle manifestazioni che, come questa, intendono essere un punto di riferimento ed un sostegno ai giovani musicisti.