Paolo Crepet presenta al pubblico del teatro di Ferento l’opera: “Mordere il cielo” (VIDEO)

di MARIELLA ZADRO-

FERENTO (Viterbo)-  Sul palco dell’antico Teatro Romano di Ferento, l’incontro martedì 30 luglio, con lo psichiatra e scrittore Paolo Crepet.   Un numeroso pubblico, con la presenza di molti giovani, ha seguito con attenzione, cogliendo con vero piacere gli inviti e le riflessioni che il dottore ha suggerito durante la serata.

L’occasione è stata la presentazione della sua ultima opera letteraria: “Mordere il cielo”, pubblicata da Mondadori.

Con il suo stile semplice, serio, educativo non solo informativo, ricco di quella saggezza del buon senso che lo caratterizza, analizza vari aspetti del mondo contemporaneo.

“Inutile negarlo, afferma l’autore, girarci attorno. Viviamo tra nuove guerre, migrazioni di massa, povertà che si ammassano nelle grandi città, vecchie e nuove droghe dilagano, ansie e angosce trovano desuete espressività. Come se un’antica cicatrice interiore fosse tornata a condizionare il tempo presente”.

Ne consegue una riflessione: “Proprio adesso che una parte del pianeta pensava di aver conosciuto benessere e allungamento della vita, mi chiedo dove siano andate a finire le nostre emozioni, perché in tanti tendono a relegarsi in una solitudine che accomuna giovani e adulti, vecchi e bambini. Siamo all’età dell’insensibilità?”.

Per ritornare ad un “antica cicatrice” fa citazioni ed esempi dell’educatrice Maria Montessori, modelli di scuole europee, i nuovi stili di vita, senza tralasciare gli effetti dei social, le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale.

Al termine, nell’accomiatarsi, per tornare a parafrasare “Mordere il cielo” ricorda che occorre valorizzare le nostre unicità, diffidare della grigia normalità per non arrivare all’appiattimento globale.

Sul palco dell’antico Teatro Romano di Ferento, l’incontro martedì 30 luglio, con lo psichiatra e scrittore Paolo Crepet.
Un numeroso pubblico, con la presenza di molti giovani, ha seguito con attenzione, cogliendo con vero piacere gli inviti e le riflessioni che il dottore ha suggerito durante la serata.
L’occasione è stata la presentazione della sua ultima opera letteraria: “Mordere il cielo”, pubblicata da Mondadori.
Con il suo stile semplice, serio, educativo non solo informativo, ricco di quella saggezza del buon senso che lo caratterizza, analizza vari aspetti del mondo contemporaneo.
“Inutile negarlo, afferma l’autore, girarci attorno. Viviamo tra nuove guerre, migrazioni di massa, povertà che si ammassano nelle grandi città, vecchie e nuove droghe dilagano, ansie e angosce trovano desuete espressività. Come se un’antica cicatrice interiore fosse tornata a condizionare il tempo presente”.
Ne consegue una riflessione:
“Proprio adesso che una parte del pianeta pensava di aver conosciuto benessere e allungamento della vita, mi chiedo dove siano andate a finire le nostre emozioni, perché in tanti tendono a relegarsi in una solitudine che accomuna giovani e adulti, vecchi e bambini. Siamo all’età dell’insensibilità?”.
Per ritornare ad un “antica cicatrice” fa citazioni ed esempi dell’educatrice Maria Montessori, modelli di scuole europee, i nuovi stili di vita, senza tralasciare gli effetti dei social, le nuove tecnologie e l’intelligenza artificiale.
Al termine, nell’accomiatarsi, per tornare a parafrasare “Mordere il cielo” ricorda che occorre valorizzare le nostre unicità, diffidare della grigia normalità per non arrivare all’appiattimento globale.

 

 

 

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