di MARIELLA ZADRO –
VITERBO – “Il potere d’acquisto logora chi non ce l’ha”. Questo lo slogan che porterà nelle piazze, dal 28 al 31 ottobre i pensionati e le pensionate della Cgil per protestare contro una legge di bilancio inadeguata, che non tiene conto dei bisogni delle persone.
In una serie di manifestazioni regionali, lo Spi Cgil rivendica la tutela del potere d’acquisto dei pensionati; un sistema previdenziale che sappia garantire il giusto diritto alla pensione, risposte su sanità e fisco, nel segno dell’equità e dell’universalità.
Anche a Viterbo oggi, 28 ottobre si è riunita in piazza della Repubblica una rappresentanza dei sindacati Spi Cgil (Civitavecchia, Roma Nord, Viterbo) e la UIL Pensionati Viterbo-Lazio per ribadire le tematiche dei diritti sociali, soprattutto delle pensionate e pensionati, per programmare le future azioni sindacali.
Presenti Cinzia Vincenti, segretaria generale SPI Cgil e Mario Tofanicchio in rappresentanza UIL pensionati che si sono alternati al microfono per commentare le ultime scelte governative nei confronti dei pensionati, della sanità, della scuola, del lavoro e la non autosufficienza e per denunciare la situazione insostenibile di tante famiglie e per rivendicare i propri diritti ormai da troppo tempo ignorati.
Entrambi hanno portato a conoscenza delle richieste che il cittadino fa agli sportelli d’ascolto: la mancanza di strategie per affrontare le problematiche quotidiane del pensionato che deve rivolgersi alla struttura sanitaria, il disagio che si avverte per la non capacità per muoversi nel mondo della telematica e molto altro.
Simone Montori della Rete Studenti MEDI, scuole superiori di Viterbo e provincia, ha focalizzato il suo intervento sui tagli futuri nella scuola pubblica: riduzione di circa 6000 docenti e 2000 unità tra il personale ATA e di segreteria.
Un intervento relativo alla problematica della non autosufficienza è venuto da Anna Maria Eremo, ex insegnante ed ora membro della lega Spi Cgli Civitavecchia, Roma Nord, Viterbo che ha illustrato le difficoltà pratiche, ma soprattutto quelle burocratiche con le quali si deve rapportare ogni giorno una persona fragile.