VITERBO – Nel corso degli ultimi quindici giorni è stata proficuamente rafforzata l’attività di prevenzione svolta dalla Polizia di Stato con l’obiettivo di garantire la sicurezza e l’incolumità pubblica e di contrastare la commissione di reati. Nel periodo di riferimento, infatti, sono stati adottati numerosi provvedimenti da parte della Questura di Viterbo nei confronti di soggetti riconducibili alle categorie di pericolosità sociale contemplate dalla normativa vigente.
Al termine di accurate istruttorie, curate da personale della Divisione Polizia Anticrimine, nell’ambito dei poteri attributi al Questore nella sua veste di Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza, sono stati emanati 9 provvedimenti di Divieto di Ritorno sia nel capoluogo che in altri comuni della provincia per periodi della durata compresa tra i due ed i quattro anni, 12 misure dell’Avviso Orale, 2 Divieti di Accesso alle Aree Urbane (D.A.CUR – DASPO Urbano) e 7 Ammonimenti per violenza domestica. Nell’arco temporale anzidetto, inoltre, sono state accolte dal competente Tribunale di Roma – Sezione specializzata Misure di Prevenzione 4 proposte volte all’applicazione della Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza.
In particolare, è stato sottoposto alla misura, per la durata di due anni con Divieto di Dimora nel Comune di Vejano ed applicazione del braccialetto elettronico, un trentenne residente in provincia, pregiudicato per reati contro la persona ed il patrimonio e già destinatario di provvedimenti preventivi. In specie, da ultimo, l’uomo, spesso in stato di alterazione psico-fisica dovuto all’abuso di alcol e droga, in più occasioni minacciava di morte la madre ed i nonni ai quali rivolgeva continue e pressanti richieste di denaro per l’acquisto di sostanze stupefacenti, nonché si impossessava del denaro contenuto negli offertori di una parrocchia di quel Comune fino a causare l’incendio ed il conseguente danneggiamento dell’immobile della Chiesa.
Al medesimo è stato imposto, altresì, il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalle persone offese, oltre alle prescrizioni tradizionalmente connesse all’applicazione della misura, quali quelle di non prendere parte a pubbliche riunioni, non associarsi a pregiudicati, non rincasare e non uscire di casa oltre determinati limiti orari, senza preventivo avviso all’Autorità preposta all’effettuazione dei controlli. La violazione degli obblighi connessi integra una specifica fattispecie di delitto, punito con la reclusione da uno a cinque anni.