Riaperture, Confesercenti Fiepet e Assohotel: “Regole inapplicabili per decine di migliaia di strutture”

VITERBO – Bene finalmente varare le riaperture, ma non si comprende come, rispetto ai protocolli di sicurezza finora applicati, le nuove regole si traducano di fatto in una nuova stretta.
“Le linee guida per la riapertura delle attività rischiano di diventare per gli albergatori un ulteriore ostacolo al rilancio dell’attività – dichiara Nicola Scolamacchia, Vice Presidente Nazionale di Assohotel Confesercenti – Nella maggior parte delle strutture ricettive alberghiere, rispettare la distanza di due metri tra le persone ai tavoli rende difficile anche offrire la prima colazione, servizio imprescindibile per l’ospitalità italiana e spesso fiore all’occhiello di molti hotel. Costringere gli ospiti a turni impossibili od addirittura a consumare i pasti in stanza vuol dire mortificare ulteriormente molti hotel che, in particolare nelle città d’arte, non hanno spesso nemmeno spazi esterni con cui compensare la riduzione di capacità delle sale. Altrettanto inapplicabile ci appare l’obbligo prospettato di mantenere aperte porte, finestre e vetrate, cosa che vanificherebbe l’efficacia di qualsiasi impianto di climatizzazione e costringerebbe alla calura tutti i nostri ospiti durante la stagione estiva. Nel 2020 gli imprenditori del solo settore alberghiero hanno visto svanire per colpa di pandemia e restrizioni oltre 11 miliardi di fatturato -afferma preoccupato Scolamacchia – In questo contesto, chiediamo di ascoltare gli operatori del settore, che già l’anno scorso in questo stesso periodo diedero prova di collaborazione e responsabilità redigendo insieme con le istituzioni i protocolli che aprirono la strada verso le riaperture. Tutti noi vogliamo lavorare in piena sicurezza per noi e per i nostri ospiti, evitiamo l’ennesima beffa per una categoria tra le più penalizzate dalla crisi innescata dal Covid”.

“ La distanza  obbligatoria di due metri tra i tavolirischia di essere  una restrizione inapplicabile per decine di migliaia di ristoranti (circa il 60% dei locali non ha uno spazio esterno) e praticamente per tutti i bar. E anche dove fosse fisicamente possibile implementare la misura, si ridurrebbe drasticamente la capacità di lavoro dei locali al chiuso, obbligandone migliaia alla chiusura definitiva – dice  il presidente di Fiepet Confesercenti Giancarlo Bianchieri  – Dopo quattordici mesi di restrizioni le nuove norme metterebbero definitivamente a rischio il settore, che dà lavoro a migliaia di imprese e milioni di dipendenti. Le imprese sono stremate, serve buon senso ed un serio confronto sulle riaperture con i rappresentanti delle associazioni di categoria, diversamente sarà un’ecatombe per moltissime attività”.

“Le misure imposte per la riapertura di hotel, ristoranti e bar rischiano di essere una forte discriminante – afferma Vincenzo Peparello, presidente della Confesercenti di Viterbo, membro della presidenza nazionale  e responsabile regionale Area turismo– Per gli hotel va sottolineata la difficoltà di organizzare soprattutto le colazioni. E non è un problema da poco. Per quanto riguarda ristoranti e bar l’imposizione di riaprire all’aperto riduce ad un numero ristretto i locali con  la possibilità di mettere in pratica queste misure e costinge molti esercizi a non poter lavorare per mancanza  di bastevoli spazi all’aperto.  Nel nostro territorio – conclude Peparello – come in tante altre zone sono pochi gli esercizi che possono adeguarsi a quanto richiesto. Questo significa che gli operatori che non hanno spazi sufficienti rischiano di rimanere al palo con pesantissimi ulteriori danni oltre quelli provocati dalla pandemia”.

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