di PAOLO MANCINELLI-
Con la riforma dello sport cambia l’inquadramento di arbitri e giudici di gara, che dal 1° gennaio 2023 verranno considerati lavoratori sportivi, in quanto anch’essi esercitanti attività sportiva verso un corrispettivo. Per quanto riguarda l’inquadramento tributario, alle prestazioni dei direttori di gara operanti nell’area del professionismo non si applicherà il nuovo regime con esenzioni tributarie per le prestazioni sportive che, invece, verrà utilizzato dagli arbitri delle serie dilettantistiche. Sotto il profilo previdenziale per tutti i nuovi lavoratori sportivi “autonomi” si prevede l’iscrizione alla Gestione separata INPS, con un contributo previdenziale che si applicherà sulla parte di compenso eccedente i primi 5.000 euro.
Nello specifico, dal 1° gennaio 2023 vengono definiti direttori di gara coloro che “partecipano allo svolgimento delle manifestazioni sportive per assicurarne la regolarità tecnica. Provvedono alla direzione delle gare, all’accertamento e valutazione dell’attività nonché alla registrazione dei relativi risultati”.
Tuttavia, per quanto riguarda l’inquadramento tributario, ai sensi del comma 6-bis dell’art. 25 viene precisato che alle prestazioni dei direttori di gara operanti nell’area del professionismo (ad esempio, gli arbitri di calcio che operano nei campionati di Serie A, B e C) non si applicherà il nuovo regime con esenzioni tributarie per le prestazioni sportive che, invece, verrà beneficiato dagli arbitri delle serie dilettantistiche (sempre per il calcio, la serie D, le categorie regionali e del Settore giovanile e scolastico).
Sotto il profilo previdenziale, invece, a tutti i nuovi lavoratori sportivi “autonomi” si applicherà l’art. 35 comma 2 del D.Lgs. n. 36/2021, il quale prevede l’iscrizione alla Gestione separata Inps, con un contributo previdenziale che si applicherà sulla parte di compenso eccedente i primi 5.000 euro. Superata tale soglia di esenzione, tutti i compensi saranno invece assoggettati a contribuzione previdenziale, ma per rendere più sostenibile la riforma è stato previsto che fino al 31 dicembre 2027 la base imponibile su cui calcolare il contributo previdenziale sia ridotta del 50%.