Riordino aree naturali protette, interviene Lega Viterbo

VITERBO – Riceviamo da Lega Salvini Viterbo e pubblichiamo: “In commissione Agricoltura e Ambiente della regione Lazio è attualmente in discussione la proposta di legge n. 186 del 10 gennaio 2025 sul riordino delle aree naturali protette. Si tratta di un provvedimento che intende dare attuazione alla legge regionale del 6 ottobre 1997, n. 29, la quale, all’art. 39, comma 6, stabiliva che la giunta regionale sottoponesse al consiglio proposte di adeguamento delle leggi istitutive delle aree protette entro un anno dalla sua entrata in vigore. Ebbene, quell’anno era il 1997. Oggi siamo nel 2025 e il contesto è profondamente cambiato.

E molto probabilmente quello che andava bene prima, oggi non è più opportuno. Basterebbe questo per fermarsi e valutare più approfonditamente la questione.

Per quello che ci riguarda, vogliamo approfondire una vicenda che coinvolgerà i parchi della Tuscia, patrimonio naturale e archeologico di grande valore che non può essere spazzato via dalla sera alla mattina, raggruppando realtà con specificità diverse che necessiterebbero, invece, di una tutela differenziata. Intanto, in commissione agricoltura e ambiente, si stanno tenendo le audizioni dei sindaci del Lazio, in merito alla suddetta proposta di legge regionale.  Sarà in tale sede che i sindaci potranno rappresentare le eventuali proposte di emendamento ed essere ascoltati per portare i propri contributi, approfondimenti, esperienze di decenni che hanno fornito alle aree tutelate in esame le caratteristiche che li legano inscindibilmente alle comunità locali.

Inoltre, è bene tenere presente che, secondo la legge del 1997 sopra citata, la Giunta Regionale del Lazio aveva la facoltà (e non l’obbligo) di individuare le aree che possono costituire un unico sistema ed essere accorpate entro un anno dell’entrata in vigore della stessa legge del 1997. Ci si chiede, quindi, se tale facoltà sia tutt’ora valida, dopo 28 anni o possa presentare profili di illegittimità.

Così come ci si chiede se gli accorpamenti siano davvero la soluzione per ridurre gli oneri a carico del bilancio regionale. Basti pensare che, attualmente, la stessa Regione utilizza, per la gestione dei parchi, uffici e immobili di proprietà degli enti locali, messi da questi ultimi a disposizione gratuitamente. Domani, con le nuove disposizioni che si vorrebbero approvare, sarà ancora così?

Sarà importante, quindi, ascoltare i Sindaci dei territori di competenza, affinché l’attuazione operativa della proposta di legge regionale non si traduca nell’esatto contrario dei motivi per cui è stata pensata: la costituzione di nuovi organismi di diretta competenza e nomina regionale e la moltiplicazione degli oneri a carico dello stesso ente”.

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