Scomparsa Papa Francesco, il cordoglio del SAPPE

ROMA – Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE piange la scomparsa di Papa Francesco, sempre stato attento e sensibile alle criticità diffuse delle carceri italiane e del personale di Polizia Penitenziaria che in esse lavorano. È per questo che abbiamo avuto modo di apprezzarlo. Nel pontificato di Jorge Mario Bergoglio le visite in carcere sono state una costante come lo erano state quando arcivescovo a Buenos Aires aveva scelto di celebrare i momenti fondamentali della cristianità in quelle che definiva le “periferie esistenziali”. Lo dichiara Donato Capece, segretario generale del SAPPE.

Risale a subito dopo la sua elezione la decisione di non presiedere più la solenne Messa in Coena Domini nella cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano, per recarsi invece in luoghi simbolici, come carceri e centri di accoglienza. Solo 15 giorni dopo essere diventato Papa, il 28 marzo 2013 Bergoglio celebrò la sua prima messa del Giovedì Santo nell’Istituto per Minori di Casal del Marmo il 28 marzo 2013, rito ripetuto nello stesso luogo, undici anni dopo, il 6 aprile 2023. Prima della pandemia il Pontefice aveva visitato le carceri di Roma Rebibbia nel 2015, Paliano nel 2017, Roma Regina Coeli nel 2018 e Velletri nel 2019. Dopo il covid, nel 2022, Bergoglio scelse il Nuovo Complesso penitenziario di Civitavecchia per il rito del Giovedì Santo, dedicato ai reclusi di diverse età e nazionalità. Particolarmente intensi gli ultimi mesi di pontificato. Il 28 aprile 2024 il Papa ha visitato l’istituto femminile della Giudecca, che ha ospitato il Padiglione della Santa Sede per la Biennale. Un mese prima, aveva celebrato la messa in Coena Domini del Giovedì Santo nella casa circondariale femminile “Germana Stefanini” di Roma. Qualche giorno dopo, il 18 maggio, ha pranzato con i detenuti della casa circondariale di Verona. Il 26 dicembre Francesco ha aperto la Porta Santa nella chiesa del Padre Nostro nel penitenziario romano: “La prima Porta Santa l’ho aperta a Natale in San Pietro, ma ho voluto che la seconda fosse qui in un carcere. Ho voluto che ognuno di noi tutti che siamo qui, dentro e fuori, avessimo la possibilità anche di spalancare le porte del cuore e capire che la speranza non delude”. L’ultima visita al carcere romano di Regina Coeli giovedì scorso, un breve ma intenso passaggio: “Sempre mi é piaciuto venire in carcere per fare la lavanda dei piedi – ha detto Papa Francesco, rivolgendosi ai detenuti che lo hanno accolto -. Quest’anno non posso, ma sono vicino a voi”.

Capece ricorda con particolare emozione l’udienza nel 2019 con i soci dell’Associazione Nazionale Polizia Penitenziaria quando indossò la bustina dell’Associazione. “Il gesto simbolico del Papa è stato interpretato come un riconoscimento a tutti coloro che hanno indossato, negli anni, l’uniforme del Corpo degli Agenti di Custodia e del Corpo di Polizia Penitenziaria. Tutti coloro, cioè, che l’ANPPe rappresenta. Papa Francesco ci disse: «Anzitutto alla Polizia Penitenziaria e al personale amministrativo vorrei dire grazie. Grazie perché il vostro lavoro è nascosto, spesso difficile e poco appagante, ma essenziale. Grazie per tutte le volte che vivete il vostro servizio non solo come una vigilanza necessaria, ma come un sostegno a chi è debole, voi ponete le basi per una convivenza più rispettosa e dunque per una società più sicura. Grazie perché, così facendo, diventate giorno dopo giorno tessitori di giustizia e di speranza».

“La Segreteria Generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE e gli iscritti tutti esprimono sincero cordoglio e ricordano in Papa Francesco la tenacia e la caparbietà di un Uomo che alle chiacchere, rispetto ai problemi delle carceri, ha preferito i fatti e gli atti concreti”, conclude Capece.

image_pdfEsporta in PDFimage_printStampa la pagina
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE