Scuola, interviene Luisa Ciambella (Pd)
VITERBO- Riceviamo dal capogruppo al consiglio comunale del Pd, Luisa Ciambella e pubblichiamo: “Oltre alla preoccupazione per la salute il problema che più sente le nostre famiglie in questo momento è la questione della Scuola. Per parlare di Scuola c’è bisogno di affrontare un’analisi da diversi punti di vista, quella dei ragazzi, quella degli insegnati e quella delle famiglie.
La prima questione da analizzare anche in termini temporali è la maturità. Va bene poter sostenere l’esame di maturità con commissari interni ma sarebbe altrettanto importante, valutandolo con il progredire della pandemia, sostenere il colloquio orale in presenza e non in video conferenza vista l’importanza dell’interazione docente – studente. Essendo gli studenti da esaminare un numero limitato rispetto agli alunni complessivi di ogni istituto, organizzare la distanza sociale considerando che la commissione è composta da 7 docenti e con il maturando si arriverebbe a 8 persone in una stessa stanza non dovrebbe essere difficile, anche per la disponibilità degli spazi. Così facendo si renderebbe questa tappa della vita dei nostri ragazzi ancora più vicina ai loro sogni e alle loro aspettative. Una calendarizzazione che scaglioni gli esami ai maturandi potrebbe risolvere questo imminente problema e stimolare i ragazzi ad affrontare l’esame di maturità con più entusiasmo.
Riguardo agli insegnanti credo che la prima cosa da fare, oltre a ringraziarli, sarebbe dare loro serenità. Dare serenità significa dare risposte certe sulle questioni delle mobilità, dei trasferimenti e dei concorsi. Se non si restituisce tranquillità ai docenti come si immagina che questi riescano a praticare quello sforzo in più che gli viene chiesto ogni giorno. Il loro impegno è quotidiano e senza orario ma certamente significherebbe rassicurarli e non poco. C’è bisogno di mantenere lo spirito della Comunità educante che di certo non è un normale smart working, efficacissimo per altri settori in cui non si lavora sulle persone. Basti vedere gli sforzi per predisporre la didattica a distanza (DAD) in pochissimo tempo per garantire ai nostri figli, non solo la didattica, ma la loro presenza umana, valore immenso dopo uno strappo drammatico ma indispensabile consumato con la chiusura delle scuole lo scorso 6 marzo.
Per quel che riguarda la Didattica a distanza sono convinta che sia una crescita per tutti i soggetti coinvolti, ha rappresentato un traguardo importante che però ha un grande limite: non sempre garantisce l’inclusione, a volte tende ad allargare i divari sociali che esistono nella nostra società. Per questo serve un Piano strategico per la scuola in cui entri a pieno titolo la possibilità di finanziare e fornire infrastruttura informatica e supporto il sostegno dei costi della rete internet per chi è in difficoltà. Così si contribuisce ad ammodernare il Paese ma anche e soprattutto combattere l’iniquità sociale.
Molto intenso in queste ore il dibattito sulla riapertura delle scuole a Maggio come stanno predisponendo molti Paesi Europei. Mi permetto di far notare che il nostro Paese si fonda su una filosofia di vita per fortuna diversa da molti di questi Paesi. Una filosofia che mette al centro la tutela della persona. I protocolli di Germania e Francia per la riapertura della scuole sono molto basici, si limitano ad elencare le azioni da porre in essere nel momento in cui un ragazzo manifesti i sintomi da Covid19, quindi con l’allontanamento e l’isolamento. Tutto questo mi sembra molto attento all’economia ma poco alla tutela dei nostri figli. Da genitore prima ancora che da amministratore mi chiedo al netto di tutte le difficoltà di gestione familiare, che evidentemente esistono, se non valga la pena lavorare ora ad un piano preciso che ci consenta con tutte le cautele di riaprire le scuole a settembre. Non prima. Sulle modalità di apertura vale la pena fare una riflessione che tenga conto anche di eventuali altre possibili pandemie che si potessero verificare da qui in avanti. Nessuno lo auspica ma oggi abbiamo il dovere di essere pronti. Quindi occorre studiare modalità di aumento degli spazi scolastici per garantire il distanziamento sociale, la riduzione delle classi pollaio, lavorare turnando le classi sulla mattinata e il pomeriggio e ancora valutare l’integrazione della didattica a distanza con quella in presenza in percentuali che tengano conto delle varie tipologie di indirizzo. Impresa non facile ma che la nostra scuola e i nostri figli meritano”.